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"Forse ho sbagliato"

Afrodite aveva deciso di leggere la saga di Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo e poi anche Eroi dell'Olimpo. Principalmente perché voleva sentire i pensieri dei due membri della sua OTP: Percabeth. La coppia migliore dai tempi di Paride ed Elena.

(A.N Percy è sull'Olimpo e ha appena incontrato Atena che ha scoraggiato l' "amicizia" con Annabeth)

-Ti ha detto qualcosa che non andava?- chiese Annabeth -No- risposi -Tutto... Bene.
Mi studiò con preoccupazione. Sfiorò la nuova striatura grigia che avevo fra i capelli, identica alla sua: un doloroso ricordino del fardello di Atlante. C'era un sacco di cose che avrei voluto dirle, ma Atena mi aveva svuotato di ogni certezza. Era come se avessi preso un pugno nello stomaco.
"Non approvo la tua amicizia con mia figlia."
-Allora, che cosa mi volevi dire, prima?- domandò Annabeth.
La musica stava suonando. La gente ballava per le strade. Dissi: -Io, ehm, stavo pensando che a Westover Hall siamo stati interrotti. E... Credo di doverti un ballo.
Lei abbozzò un sorriso. -E va bene, Testa d'Alghe.
Così presi la mano, e non so cosa sentissero tutti gli altri, ma per me stavano suonando un lento: un po' triste, ma forse un poco speranzoso.

Afrodite guardi furente le pagine che aveva letto e il fumo iniziò a uscirle dalle orecchie. Strinse i pugni e il suo viso divenne rosso dalla rabbia.
-ATENA!!!!!!!!- gridò con voce stridula così acuta da farsi sentire per tutto l'Olimpo. Non era mai stata così arrabbiata.
Un lampo di luce comparve davanti a lei rivelando la figura alta e intimidatoria della dea della saggezza.
Era vestita con jeans schiariti e una semplice camicia bianca, i capelli erano tirati indietro da una bandana cadendo in riccioli poco curati.
Gli intensi occhi grigi erano annoiati e le labbra piegate in un piglio infastidito.
-Cosa vuoi Afrodite?- chiese annoiata e la dea saltò in piedi con agilità sebbene indossasse tacchi di almeno 12 centimetri rigorosamente rosa fluo.
-TU, PATETICA DEA! SCHIFOSA E ODIOSA PIÙ DI ARTEMIDE! COME HAI OSATO FARLO!-
Atena sembrava leggermente sorpresa dallo sfogo della dea, non era mai successo. Sapeva che non era saggio opporsi a lei perché poteva rivelarsi una pericolosa nemica... Rabbrivida pensando a cosa potesse farle con la sua stramba magia amorosa... Sapeva che avrebbe osato con il rincretinito faccia di alghe.
-Cosa ho fatto?- Chiese annoiata e la sua voce era pericolosamente irritata... Afrodite era l'unica dea che temeva veramente a causa del suo controllo sulle emozioni, l'opposto della logica rigorosa del cervello umano
Afrodite la guardò con occhi fiammeggianti e le porse con violenza un libro aperto. La dea della saggezza diede un'occhiata al titolo e vide la scritta "Percy Jackson e la maledizione del Titano".
Oh... Questo non prometteva bene... Percy Jackson era uno dei suoi prediletti in amore e parte della sua OTP di sempre, quella in cui c'era anche sua figlia, Annabeth.
Atena si chiedeva come sua figlia potesse innamorarsi di un tale essere come Perseus Jackson, spawn di Poseidone che non eccelleva in intelligenza.
Lesse attentamente la parte e rivide il suo dialogo con il ragazzo e la sua disapprovazione per l'amicizia con sua figlia, che era a serio rischio di amore. Era lusingata dell'immagine che trasmetteva: fredda, intimidatoria e calcolatrice... Era assolutamente perfetto, non c'era spazio per i sentimenti.
Era entusiasta di essere riuscita a scoraggiare Perseus e a non fargli confessare il suo amore per Annabeth. Sfortunatamente l'aveva solo ritardato infatti ora si frequentavano da più di un anno e sembravano così complici... Atena non lo sopportava.
Alzò lo sguardo verso Afrodite, che continuava a essere arrabbiata, scrollò le spalle -Quindi??- chiese
Afrodite spalancò gli occhi e la schiaffeggiò. Dire che Atena era sorpresa era un eufemismo, nessuno l'aveva mai colpita se non Pallade, ma in modo scherzoso.
-TU, HAI SCORAGGIATO PERCY, LUI VOLEVA DICHIARARSI AD ANNABETH MA INVECE NO. PER CAUSA TUA! 4 ANNI! 4 ANNI PER FARLI METTERE INSIEME DOPO IL DILEMMA AMOROSO CON LUKE E RACHEL. SE NON FOSSE STATO PER TE AVREBBERO SOFFERTO DI MENO E SAREBBERO FELICI!!! STRONZA EGOISTA- urlò Afrodite furiosa e le sue grida attirarono anche tutti gli dei che le fissarono incuriositi. Poseidone sembrava aver capito l'argomento perché stava prestando particolare attenzione.
Atena si sentí ribollire dentro per esser sgridata come una ragazzina da miss fashion e decise di ribattere con orgoglio usando la voce intimidatoria: bassa e pericolosa.
-Ho fatto quello che andava fatto, non avrei permesso a uno stupido spawn di mare di prendere mia figlia. Non è intelligente né brillante, mi chiedo come Annabeth faccia a sopportarlo!-
Appena pronunciò quelle parole si rese conto del grande errore che aveva fatto. Afrodite sembrava ancora più furiosa, Poseidone la fissava offeso e infastidito, Artemide, sorprendemente, sembrava pronta a polverizzarla, Estia sembrava delusa. L'unica che non sembrava contraria era Era ma Atena aveva imparato a detestarla.
Atena però non si fece scoraggiare e continuò imperterrita la sua battaglia, lei non si sarebbe mai tirata indietro.
-È uno stupido ragazzo che ha solamente avuto fortuna perché è stato aiutato così tante volte. È stupido, poco studioso, un piantagrane nato. Non ha aspettative per il suo futuro e non è ambizioso. È una pessima influenza per Annabeth, la rallenta e non le dà la possibilità di prendere il volo. È irresponsabile e infantile. Non la merita! Sono stata clemente per un anno ma che mi si venga a dire che ho sbagliato a scoraggiarlo quando ho avuto l'occasione di scoraggiarlo, non lo accetto!-
Gli dei la guardarono completamente sbalorditi e molto arrabbiati, perfino Zeus che odiava il nipote.
-Mamma?- una voce attirò l'attenzione generale e due figure uscirono dall'ombra. Annabeth, sua figlia, mano a mano con Percy Jackson.
Il ragazzo aveva lo sguardo basso e le spalle erano chiuse in avanti, tremanti. Annabeth aveva un'espressione ferita sul viso e il labbro inferiore tremava.
-Come puoi dire questo?- tutti erano congelati nella stanza dalla presenza dei due semidei. Atena era scioccata e momentaneamente senza parole.
-Tolgo il disturbo- la voce del figlio di Poseidone riecheggiò per la sala e, sempre a sguardo basso, iniziò ad avviarsi verso l'uscita.
Atena intravide il suo viso e con sua sorpresa delle lacrime scorrevano incontrollabili.
Provò un moto di rimorso per le sue parole...solitamemte non era impulsiva ma in presenza della dea dell'amore diventava più emotiva.
Il suo sguardo incrociò quello di Annabeth e paura improvvisa l'assalí: i suoi occhi grigi tempestosi erano socchiusi ma ne poteva intravedere il luccichio di rabbia.
I pugni stretti e tremanti, la mascella serrata. Improvvisamente avanzò velocemente verso di lei come un fulmine.
Slup
Atena si ritrovò ad avere anche l'altra guancia in fiamme ma faceva molto molto più male.
Annabeth stava davanti a lei, la mano sollevata e il volto rosso dalla rabbia. Era molto alta, raggiungendo la sua statura. In quel momento sua figlia era spaventosa più di qualsiasi cosa al mondo. Doveva ammettere che quello schiaffo era piuttosto forte, non era Afrodite e aveva tutta l'abilità di un semidio addestrato che aveva affrontato due guerre.
-VAFFANCULO, ATENA- urlò con forza e occhi lampeggianti. Nessuno parlava, tutti impauriti dalla ragazza più tosta del mondo mitologico.
Alzò il braccio come se volesse colpirà nuovamente, la sua mente sembrava in conflitto e con esitazione abbassò il braccio.
Scosse la testa, si girò e corse via come un fulmine presumibilmente per ricercare il suo ragazzo.
Tutti nella sala erano scoccati, nessuno si era mai rivolto cosí a un dio, specialmente uno come Atena e ne l'aveva mai schiaffeggiata.
In quel momento intervenne Afrodite
-SEI PIÙ SPREGEVOLE DI QUANTO PENSASSI! SEI MALVAGIA E SADICA.
SONO I DUE SEMIDEI PIÙ CORAGGIOSI DEL SECOLO, HANNO AFFRONTATO MOLTISSIMO.
QUEI DUE RAGAZZI HANNO ATTRAVERSATO LETTERALMENTE L'INFERNO E RITORNO-

Atena inciampò nei suoi piedi e fissò la dea dell'amore scioccata
-Tartaro?- chiese balbettando.
-SÌ CARA. SAI PERCHÉ??? NELLA RICERCA PER LA TUA STUPIDA STATUA ANNABETH HA AFFRONTATO ARACNE, IMPROGIONANDOLA CON LA SUA STESSA TELA.
PURTROPPO ARACNE SCOSSE IL PAVIMENTO PER CROLLARE CON LEI NEL TARTARO. ARRIVARONO I SETTE E NICO E SCARAVENTARONO ARACNE NEL BARATRO.
ANNABETH SI ALLONTANÒ DA LÌ PER ABBRACCIARE IL SUO RAGAZZO. SAI COSA È SUCCESSO DOPO??? UN FILO DI RAGNATELA LEGAVA LA CAVIGLIA DI TUA FIGLIA E LA TRASCINÒ VERSO L'ORLO DEL BARATRO. PERCY SI AGGRAPPÒ A LEI NELLA SPERANZA DI TIRARLA SU MA SCIVOLARONO NELLA FOSSA.
PERCY SI AGGRAPPÒ A UN APPIGLIO E FECE PROMETTERE A NICO DI VENIRLI A PRENDERE ALLA CASA DI ADE. POI CADDERO INSIEME GIURANDO DI NON SEPARARSI MAI!
OGNI NOTTE RIVIVONO GLI ORRORU DEL TARTARO E SI SVEGLIANO PIANGENDO E SOLO LA CONSAPEVOLEZZA DI ESSERE INSIEME LI FA DORMIRE IN PACE.-
Atena era rimasta scioccata, non aveva idea del fatto che Perseus Jackson fosse caduto per stare con sua figlia. Non aveva idea del fatto che a causa della sua statua lei fosse caduta nel Tartaro.
Si guardò intorno e tutti la fissarono severamente, lei abbassò lo sguardo imbarazzata.
-È il ragazzo migliore che abbia mai incontrato- esordì Artemide e suo malgrado Atena dovette ammettere che se anche l'odiatrice del genere maschile lo ammirava forse... Per la prima volta aveva sbagliato.
Si teletraspostò ai piedi dell'empire state building per poi svoltare in una piccola strada. Era certa che li avrebbe trovati lì.
Improvvisamente sentí dei singhiozzi provenire dal fondo del vicolo e si avvicinò silenziosamente.
I suoi occhi si concentrarono sui due semidei seduti su delle vecchie gradinate. Erano di spalle e poteva vedere Percy tremare con le mani sul viso. Annabeth era proprio accanto a lui con una mano appoggiata sulla schiena, proprio all'altezza dell'ombelico.
A quel punto Annabeth aprí le braccia e attirò a sé Percy che continuò a singhiozzare sul suo petto.
Sua figlia gli carezzò con dolcezza di capelli e le mani si spostarono sul suo viso, asciungandogli le lacrime.
Alzò il mento e posò un dolce bacio sulle labbra. -Non sei niente di tutto questo, sei il ragazzo che amo, intelligente e brillante, divertente, coraggioso, leale e altri infiniti aggettivi-
Atena decise di intervenire, si fece avanti e i suoi passi risuonarono nella stradina silenziosa.
Annabeth si interruppe bruscamente e si girò verso di lei, Percy alzò lo sguardo e i suoi occhi grigi incontrarono un verde acqua con mille sfaccettature.
La sua fisionomia era così simile a quella di suo padre che non rendeva certo semplice quello che stava per fare.
Avanzò fino a raggiungerli -Mi dispiace Perseus, ho giudicato senza saggezza e mi scuso profondamente. Sei più che perfetto per Annabeth-
Sua figlia la guardò furiosa e stava per balzare verso di lei quando una mano la prese per un braccio, trattendendola.
Percy incontrò lo sguardo di Annabeth e sembravano comunicare senza parole. Sua figlia sospirò e si sedette, Percy alzò lo sguardo e sorrise debolmente.
-Grazie, Atena-
Atena sbatté gli occhi sorpresa per averla perdonata così velocemente poi, senza dire altro, la coppia si alzò e si allontanò mano nella mano, la testa di Percy appoggiata alla spalla di Annabeth.
Atena rimase sola tra i suoi pensieri.
Sì, Percy Jackson era decisamente perfetto per sua figlia. Non poteva scegliere persona migliore

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