Ehi, ci sono io, Ragazza Saggia
Buongiornissimo ragazzi!
Dopo un tempo che a me è sembrato infinito, eccomi qui con una nuova one-shot e per la vostra gioia, è lunga.
Questa storia è un po' diversa dalle solite perchè tratta di argomenti seri e delicati e sono ad alto rischio lacrime. Non leggete se siete in un luogo pubblico.
Avete tutto il diritto di sbizzarrirvi con le parolacce rivolte a Percy e...
Iniziamo!
Spero vi piaccia <3
Stavo passeggiando tranquillamente per il Campo guardandomi intorno e vedendo tutti i semidei intenti a prepararsi per la guerra, sebbene molti fossero in missioni di guerra.
Era triste pensare che ragazzini di dieci anni non potessero passare un'estate in tranquillità ma dovessero far fronte a questa guerra, ad esempio il giovane Will Solace, figlio di Apollo ed eccellente guaritore. Quando lo vedevo mi ricordavo costantemente di Nico di Angelo, infatti avevano la stessa età sebbene caratterialmente fossero totalmente opposti, sentii un brivido alla schiena ripensando all'idea di cui mi parlava continuamente il figlio di Ade.
Eravamo solo a luglio e secondo la profezia entro i sedici anni avrei compiuto una scelta che avrebbe determinato la vittoria o la caduta dell'Olimpo e avevo così tanta paura di sbagliare, di combinare un disastro. Era uno dei pochi giorni in cui ero al campo, quest'atmosfera di guerra mi metteva così tanta pressione che preferivo rifugiarmi nel mondo mortale con Rachel. Penso che in quel momento lei fosse la persona più vicina a me, mi trovavo così bene con lei e non dovevo pensare troppo prima di parlare perché con lei era semplice!
Annabeth sembrava evitarmi e non riuscivo a capire il motivo, dopotutto non mi era proibito uscire con altre persone e non stare solo con lei. Chiedendo in giro per il campo, avevo capito che lei si era assunta tutte le responsabilità e i semidei faceva più riferimento a lei che a Chirone, si occupava costantemente di strategia e continuava a progettare sull'infernale portatile di Dedalo.
Mi chiesi come facesse a reggere tutto quello ma sapevo che Annabeth era in grado, era probabilmente la persona più intelligente che conoscessi. Tuttavia non riuscivo a spiegarmi il motivo per cui mi sentivo una fitta al cuore quando pensavo a lei che faceva tutto il lavoro da sola senza nessuno ad aiutarla mentre io stavo con Rachel. Forse non mi sopportava per questo. Era anche vero che io non avevo il suo cervello così brillante e non sapevo reggere la pressione di tutta la guerra mentre lei era così determinata e caparbia.
"Io non posso crederci! Neanche Drew fa una doccia così lunga!" sentii sbottare proprio mentre passavo dal bagno delle ragazze e dalla porta aperta, vidi Silena, la capogruppo figlia di Afrodite che sbatteva impazientemente il piede a terra. I suoi lunghi capelli neri erano raccolti in una coda di cavallo nera e i suoi occhi azzurri luccicavano di fastidio. Proprio in quel momento si girò e incrociò il mio sguardo, immediatamente la vidi più contenta e mi fece cenno di venire.
Ignorando il rossore sul mio viso, mi avvicinai debolmente e le rivolsi un'occhiata perplessa "E' Annabeth! E' sotto la doccia da venticinque minuti! Prova a chiamarla, magari a te darà ascolto!" mi spiegò e io corrugai le sopracciglia pensando che la figlia di Atena fosse proprio l'ultima persona al mondo a permettersi una doccia lunga
Io annuii incapace di come reagire e lei mi fece un sorriso a trentadue denti "Perfetto! Anche se ora ho un appuntamento con Charlie e non voglio mancare. Sono però sicura che se Chirone lo venisse a sapere, non prenderebbe così bene questo spreco di acqua" mi disse e si lanciò fuori con un sorriso a trentadue denti pronta per incontare il suo ragazzo. Io rimasi lì fermo come un baccalà e mi diressi laddove proveniva lo scroscio d'acqua: la doccia dei capigruppo, bella grande e in un angolo appartato.
Io mi chiesi nuovamente perché dovessi sempre essere coinvolto in certe situazioni, poi però mi ricordai che lei era tecnicamente la mia migliore amica e sentii una fitta al cuore
"Annabeth? Dovresti uscire. Sai come la prende Chirone" urlai ma non sentii risposta. Probabilmente non aveva sentito "Ragazza Saggia? Sono io. Dovresti uscire" le ripetei nuovamente ma non ottenni risposta.
Ero sicuro di essermi fatto sentire sufficientemente, probabilmente era sovrappensiero
"ANNABETH!" gridai. Niente, solo l'acqua che scorreva. Ora iniziavo a preoccuparmi seriamente...
"Ragazza Saggia, ci sei?" chiesi con ansia e non sentii alcun suono. Deglutii e la mia mente inziò a pensare a possibili svenimenti o altro... non potevo assolutamente lasciarla lì.
Probabilmente avrei dovuto chiamare qualche ragazza ma io ero il suo migliore amico e, nonostante tutto, eravamo vicini. Mi feci coraggio e aprii leggermente la porta, tenendo gli occhi ben chiusi e cacciai dentro solo la testa.
Immediatamente un aroma di limone mi inondò i sensi "Ragazza Saggia?" chiamai e non ottenni risposta. Feci per parlare quando sentii un suono sommesso e mi sporsi per sentire meglio. Percepii dei tremuli respiri e dei singhiozzi sommessi... deglutii e decisi di fare qualcosa: manovrai l'acqua rendendola vapore e circondando la mia visuale.
Pregai che quello che avessi fatto fosse sufficiente e aprii gli occhi. Straordinariamente davanti a me non c'era nessuno ma ebbi la conferma che la mia vista fosse effettivamente appannata perciò osservai meglio l'ambiente circostante fino a quando non scorsi una figura accovacciata contro l'angolo del muro.
Avanzai lentamente fino a trovarmi in piedi davanti a lei e sembrava non essersi accorta di niente, mi avvicinai e mi accovacciai di fronte a lei.
Ero talmente sbalordito di vederla così che la mia concentrazione crollò e così pure il vapore che faceva da censura, rivelando la sua figura. Grazie agli dei, aveva le gambe abbracciate al petto e non vidi niente di compromettente, gocce d'acqua cadevano sulla sua pelle e i capelli biondi erano sciolti e bagnati.
Alzai lo sguardo verso il suo viso e quello che vidi mi lasciò senza parole. Aveva la testa indietro, appoggiata al muro, gli occhi erano chiusi e le palpebre tremanti, le labbra erano sanguinante come se le avesse mordicchiate continuamente. Sul suo viso scorrevano lacrime continue, incontrollabili e lei non sembrava preoccuparsene, le guance erano chiazzate di rosso.
Stava tremando a vista d'occhio, specialmente le spalle e si sentivano singhiozzi continui. Ero scioccato! Annabeth era una persona così forte, così determinata, eppure in quel momento era così fragile, totalmente rotta e abbandonata. Non mi sono mai sentito così disgustato da me stesso.
Avrei dovuto stare con lei, sostenerla e non lasciarla da sola... avrei dovuto accorgermi del dolore che aveva dentro e del fatto che oltre a me lei non aveva nessuno che l'amasse veramente.
Ero stato uno delle tante persone che l'aveva abbandonata e non era stato lì per lei nel momento del bisogno... Ero uscito con Rachel e non mi era mai passato per la testa come si potesse sentire.
Immediatamente alzai lo sguardo verso un lungo asciugamano grigio e glielo misi addosso cercando di coprirla alla meglio e fortunatamente ci riuscii senza troppi problemi. E poi non mi trattenni più: la presi tra le braccia e la strinsi a me come per trasmetterle affetto. Sentii un rumore metallico e il mio sguardo si calamitò sul suo pugnale di bronzo. Che diavolo ci faceva lì? Possibile che se lo portasse anche in doccia? Probabilmente ci uccideva i ragni. Conoscendola sapevo che non sarebbe mai stata senza il suo pugnale.
Mi concentrai esclusivamente su di lei e sfregai la mia mano sulla schiena in movimenti circolari, sentivo la mia maglietta macchiarsi di lacrime e sentii Annabeth continuare a singhiozzare senza controllo.
Sembrava essersi totalmente abbandonata a me e giaceva inerme tra le mie braccia... ancora una volta mi sentivo così schifato da me stesso... avrei dovuto abbracciarla prima.
Il mio sguardo fu attirato da una macchia rossastra sull'asciugamano grigio e notai che era in corrispondenza con l'avanbraccio sinistro. Trattenni il respiro mentre un pensiero agghiacciante mi passava per la mente... pregai con tutto il cuore che quello fosse il sangue di un povero ragno.
Le presi l'avanbraccio sinistro che non era coperto dall'asciugamano e guardai... sbarrai gli occhi all'orrore che vidi e trattenni il respiro.
C'erano diversi tagli sanguinanti disposti irregolarmente, guardai nuovamente il pugnale e lo vidi macchiato di sangue e sentii la consapevolezza dell'orrore che era successo colpirmi come uno tsunami
Annabeth si era tagliata.
Sentii lacrime calde cadere dai miei occhi e mi sentii un essere schifoso. Non ero stato con lei nel momento del bisogno e me ne vergognavo tantissimo.
Inziai a carezzarla dolcemente e cercai di calmare le mie lacrime "Oh Ragazza Saggia. Perché l'hai fatto? I-Io... mi dispiace di non essere stato con te quando ne avevi bisogno" le sussurrai ma lei non rispose... sentivo solo sordi singhiozzi... la strinsi più vicino a me e le affondò la testa nell'incavo del mio collo.
Diedi nuovamente un'occhiata ai tagli che continuavano a sanguinare e mi morsicai il labbro... dovevo assolutamente portarla nella mia cabina per benderla e calmarla.
I miei occhi vagarono nuovamente per la doccia e vidi il cappello degli Yankess appeso dove prima c'era l'asciugamano. Alzai un braccio e mi allungai per afferrarlo e dopo diversi sforzi lo presi in mano, prima di metterglielo, feci scivolare un braccio sotto le gambe tremanti e bagnate di Annabeth mentre con l'altro la sollevavo sotto la schiena.
Mi alzai con la mia migliore amica in stile sposa che si era accovacciata contro il mio petto senza cessare di piangere, con il piede afferrai il berretto degli yankess e me lo feci volare in mano. Come avevo fatto non lo sapevo... probabilmente il basket
Le misi il capello in testa e scomparve lasciandomi come un'idiota a sorreggere il vuoto anche se era decisamente meglio che circolare con una ragazza piangente tra le mie braccia.
Sbirciai dalla serratura della morta e non vidi nessuno perciò inizai a sgattaiolare via il più furtivamente possibile e grazie agli dei non incontrai nessuno. Aprii la porta della mia cabina e mi preoccupai di chiuderla a chiave per evitare che qualcuno irrompesse e trovasse Annabeth in condizioni così vulnerabili, le tolsi poi il capello dell'invisibilità e la vidi dormire tra le mie braccia con le guance macchiate di lacrime.
Solo in quel momento notai quanto profonde fossero le sue occhiaie ed ero certo che non stesse affatto dormendo in questo periodo. L'ammirai ancora una volta e sentii il mio cuore accelerare nel vederla così fragile eppure sempre così bella, sospirai e l'appoggiai sotto le coperte del mio letto e dopo le sfilai via l'asciugamano bagnato per evitare che si prendesse un accidenti. La vidi accucciarsi sotto le coperte e appoggiare il viso al mio cuscino.
Sospirai e presi una garza che tenevo sempre in caso di ferite o altro e iniziai a fasciarle il braccio sinistro, vedendo quei tagli i miei occhi tornarono a lacrimare nuovamente... era il promemoria di quanto egoista fossi stato.
Non mi accorsi di come il mio pollice le stesse dolcemente sfiorando i tagli e delle delicatezza con cui le fasciai il braccio. Mi alzai e afferrai il phon dall'armadietto vicino alla cassettiera e tornai a sedermi al suo fianco per poi asciugarle i capelli. I suoi capelli erano morbidissimi al tanto e sentii i riccioli iniziare a prendere forma, le carezzai dolcemente i capelli e vidi le sue sopracciglia rilassarsi al mio contatto.
Sospirai nuovamente e sentii quella fitta al cuore diventare intensa... lei era in quello stato vulnerabile perché aveva dovuto affrontare tutto da sola perché io ero così codardo da scappare dai problemi.
"MI dispiace Ragazza Saggia" le sussurrai e mi sentii le lacrime agli occhi. Lei ovviamente non rispose e io mi costrinsi a fare qualcosa, non poteva stare senza vestiti altrimenti sarebbe morta di caldo sotto le pesanti coperte. Deglutii e mi alzai per prendere una maglietta larga a maniche corte, i miei boxer e dei pantaloni della tuta, sbuffai perché non avevo un reggiseno, per ovvi motivi e non potevo certo irrompere nella cabina di Atena per prenderne uno.
Mi avvicinai a lei con le guance di un rosso brillante e chiusi gli occhi alzando leggermente le coperte, le infilai prima i boxer e sentii la sua pelle morbida al mio tatto che rabbrividiva leggermente. Procedetti poi a metterle anche i pantaloni e per la maglietta cercai di sfiorarla il meno possibile ma alla fine riuscii a completare la mia difficilissima e super imbarazzante operazione.
La presi nuovamente tra le mie braccia e l'appoggiai sopra le coperte per evitare di farla andare in combustione spontanea per il troppo calore, la guardai nuovamente e il mio cuore mancò di qualche battito alla sua vista: era assolutamente bellissima.
I miei vestiti, come tutto ciò che indossava, le stavano benissimo e i riccioli biondi cadevano disordinatamente sul cuscino. Il tutto eraperò rovinaton dalle occhiaie scure e dalle guance macchiate di lacrime e da quel braccio sinistro macchiato di sangue. Mi alzai e presi un panno umido e glielo passai sul viso cercando di scacciare quelle lacrime e anche per farla sentire rilassata e al sicuro.
Mi sembrava strano prendermi cura di lei, non l'avevo mai fatto e solitamente era il contrario e Annabeth era molto più matura di me in certe situazioni però... sentivo quell'istinto di farla sentire bene, rilassata e al sicuro.
Decisi di uscire dalla mia cabina e sgattaiolare verso i campi delle fragole per prenderne qualcuna per Annabeth, sapevo che probabilmente non stava mangiando molto e si sentiva che era sottopeso. Nel bel mezzo della strada, mi diedi dell'idiota per non aver portato il cappello dell'invisibilità e tornai alla mia cabina per afferrarlo.
Amavo ufficialmente quel cappello e ormai stava diventando la mia salvezza ed era il fedele alleato per commettere i miei crimini! Se Atena sapesse...
Evitai il turno di guardia di Katie Gadner anche se non fu particolarmente difficile dato che stava lì a fissare il vuoto con uno sguardo sognante e mi domandai se stesse pensando a Travis Stoll... perfino io avevo notato i loro sguardi e non potevano essere più ovvi (A.N. Parla lui... PIRLA! @_Ghost_Queen approva)
Senza farmi vedere raccolsi una buona quantità di fragole anche se confesso di averne mangiato una buona parte, d'altronde le fragole erano un frutto quasi perfetto ma era rovinata da quel rosso schifoso che aveva. Insomma ma Demetra ha dei pessimi gusti! Il blu regna sovrano!
Quando tornai vidi Annabeth dormire ancora pacificamente e posai la ciotola colma di fragole sul comodino di fianco al letto e mi guardai intorno: ora non avevo ufficialmente niente da fare o forse potevo stare semplicemente con Annabeth... optai per questa opzione.
Mi sedetti accanto a lei e feci scivolare la sua testa in grembo a me, come fossi il suo cuscino personale e inziai a carezzarle dolcemente gli zigomi con il pollice e sentendo la sua soffice pelle rabbrividire al mio contatto ma lei rimase addormentata. Doveva essere molto stanca.
Non ho idea di quanto tempo passasse, sapevo solo che non m'importava di niente ma solo di lei... avevo intenzione di recuperare quel tempo trascorso lontano da lei e dovevo assolutamente farmi perdonare per non esserle stato accanto quando ne aveva bisogno.
"PERCY!" una voce mi riportò via dai miei pensieri e vidi davanti a me Rachel Elisabeth Dare... strizzai gli occhi e notai che era semplicemente apparsa tramite un messaggio Iride
"Ehi Rach" la salutai e lei mi sorrise calorosamente "Che ne dici se domani passiamo un po' di tempo insieme in spiaggia?" mi domandò e io guardai la figura addormentata di Annabeth e sentii una fitta al cuore
"No. Non posso Rachel. Devo stare al campo, mi sono allontanato per troppo tempo!" le risposi con voce roca e lei mi guardò sorprese poi guardò più in basso e strabbuzzò gli occhi.
"Percy... ma quella è Annabeth? Pensavo di evitasse" mi chiese scioccata e io sospirai sentendomi nuovamente in colpa "Sì, è Annabeth. Senti Rachel... ha avuto un periodo difficile e devo stare con lei" le spiegai desolato e vidi un lampo di tristezza passare nei suoi occhi, ma era così rapido che probabilmente me l'ero immaginato
"Ah... okay. Capisco, allora ci sentiamo. A presto, Perce" mi sorrise anche se sembrava più malinconica "Mi dispiace Rachel" provai a dire ma ero completamente disarmato, lei scosse la testa e piegò le labbra in un sorrisino "No no. E' la tua migliore amica e ha bisogno di te. Stai pure con lei"
Io la guardai raggiante ma la chiamata era giù terminata, sospirai e il mio sguardo ritornò ad Annabeth e le sistemai un ricciolo fuori posto. In quel momento la sentii sussultare e si rigirò più volte fino a spalancare gli occhi e la sua espressione sembrava così tranquilla prima che si dipingesse di sorpresa.
I nostri occhi si incontrarono e io sentii il battito del mio cuore mancare, mi guardò ancora più sorpresa "Percy?" sussurrò e io sorrisi "Il solo e unico" le risposi e lei sbattè gli occhi
"Ma cos'è successo? Io non mi ricordo di averti visto né...." Si guardò intorno e solo in quel momento si rese conto di avere la testa in grembo a me e le mie mani fra i suoi capelli e arrossì leggermente "Né di essere nella tua cabina. Ricordo che ero sotto la doccia e..." la vidi lanciare un'occhiata al suo avambraccio sinistro e vedendolo bendato, abbassò lo sguardo ed emise un flebile respiro.
"Perché l'hai fatto?" le chiesi dolcemente e lei scosse la testa ma i suoi occhi erano pieni di lacrime "Non è quello che pensi!" si difese e io alzai un sopracciglio "Ah no. Il tuo pugnale si è animato e per sbaglio di ha tagliato... Annabeth. Non sono un figlio di Atena ma ho un minimo di intelligenza da capire che cosa sia successo" si morsicò il labbro come per impedire alle lacrime di scorrere. Abbassò nuovamente lo sguardo e si accorse di indossare i miei vestiti
"Percy... perché sto indossando i tuoi vestiti e non ho il reggiseno?" chiese con un filo di voce e mi guardò, il mio viso iniziò a diventare rosso fuoco e lei strabuzzò gli occhi
"Percy..." mi ammonì "Eh Annabeth. Avevo sentito Silena lamentarsi di quanto tempo stessi sotto la doccia e mi aveva fatto venire per chiamarti per poi lasciarmi solo. Tu non rispondevi e..." balbettai e feci un respiro profondo e vidi il suo viso diventare viola acceso "Mi sono preoccupato e sono entrato. Ti giuro sullo Stige che non ho visto niente. Ho usato l'acqua per convertirla in vapore e appannare la mia vista" la guardai completamente disarmato e lei abbassò lo sguardo "E... stavi piangendo accucciata in un angolo.. io ti ho messo in un asciugamano e ho cercato di calmarti ma... era come se avessi un attacco di panico. Poi ho visto il pugnale e la scia di sangue." Vidi delle lacrime iniziare a scorrere sulle sue guance e mi sentii mancare. "Io ti ho portato nella mia cabina e ti sei addormentata. Ti ho messo dei miei vestiti e giuro che non ho fatto niente. io.... Ci sono delle fragole. Se vuoi..." le proposi balbettando e Annabeth scosse la testa, le lacrime continuavano a cadere sulle sue guance e mi si strinse il cuore.
Le mie mani continuavano a giocare con i suoi riccioli ma non sembrava calmarla "Perché l'hai fatto. So che è la prima volta ma perché?" le chiesi anche se avevo una vaga idea del motivo.
Improvvisamente si rizzò a sedere e si avvicinò a me, io la strinsi dolcemente e l'abbracciai trasmettendole quanto più amore e sicurezza possibile. Appoggiò la testa sulla mia spalla e questa la sentii diventare umida
"Io... ero sola, Percy. Non ho nessuno" balbettò con voce incrinata "Tutti fanno affidamento a me, perfino Chirone e io... non sono abbastanza per occuparmi di tutto" singhiozzò e io le sfregai la schiena in movimenti circolari. Sentii i singhiozzi diventare più forti e travolgenti "Non ho nessuno. Tu eri con Rachel e non c'è nessuno che si interessi di come sto veramente" mormorò. Io sentii la colpa inondarmi con maggiore vigore... era tutto realtà.
"Mi dispiace così tanto Ragazza Saggia. Io volevo solo scappare dalla guerra e sapevo che tu ce l'avresti fatta ma... Ti ho abbandonata a tutte quelle responsabilità e non c'ero quando avevi bisogno di me" le confessai ma lei non rispose e continuò a piangere sulla mia spalla.
"Se ci fossi stato per te, non l'avresti fatto. Sono stato così egoista" mormorai pieno di rimorso e la sentii annuire "Ero così arrabbiata con te, Percy. Mi avevi abbandonata però... grazie. Ti sei preso cura di me"mi disse ma non mi fece affatto sentire meglio "Testa d'Alghe." Sussurrò e si staccò da me asciugandosi se le lacrime, si tirò indietro i capelli e si ricompose. La vidi lanciare uno sguardo alle fragole e sorrise leggermente "Come diavolo hai fatto a prenderle?" chiese e io feci spallucce "Oh... io e il tuo cappello siamo fedeli alleati" le risposi e lei scosse le testa divertita per poi spettinarmi i capelli. Io alzai gli occhi al cielo, afferrai la ciotola piena di fragole e ne presi una, immediatamente imitato da Annabeth che la divorò come se non mangiassi da mesi.
"Annabeth. Sei sottopeso, perché non hai mangiato?" le feci notare e lei abbassò lo sguardo colpevole "Non ne avevo il tempo" rispose con un filo di voce e io sospirai per poi metterle un braccio intorno alla spalla per farla appoggiare a me. Non avevo idea del perché l'avessi fatto ma mi sentivo in dovere di proteggerla e coccolarla il più possibile.
La sentii sorpresa ma si lasciò andare e poggiò la testa sulla mia spalla mentre un aroma di limone mi inondava i sensi.
"Hai anche le occhiaie profonde. Non hai dormito affatto." Continuai a dirle e lei chiuse gli occhi e una sola lacrima le cadde lungo il viso
"Sei qui per giudicarmi? Piantala di farmi notare i miei difetti. Lo so che sono magra come un chiodo, lo so che ho le occhiaie! So che mi sono comportata in modo sbagliato, okay!" sbottò con voce arrabbiata e ferita e si allontanò leggermente da lei.
La guardai disarmato e feci un sorriso triste "Scusa. È che mi hai fatto preoccupare, okay? Comunque sei sempre bellissima anche con i difetti che dici di avere" borbottai con un filo di voce e lei mi guardò con gli occhi luccicanti e pieni di speranza "Lo pensi davvero?" chiese e io le feci un sorrisetto da piantagrane "Non sarò così intelligente o brillante ma gli occhi li ho e... Annabeth. Tu sei veramente meravigliosa. Sempre"
Annabeth mi fece un timido sorriso e sembrava stesse per per ritornare a mangiare quando fece qualcosa che mi sorprese ancora di più. Mi baciò.
Sentii le sue morbide labbra sulle mie ma immediatamente si scostò lasciandomi come una mucca sacra di Apollo: completamente scioccato.
I nostri occhi si incontrarono e io boccheggiai vedendo quelle iridi grigio tempesta con quel luccichio che poteva illuminare anche la notte più buia.
"Ti amo!" sbottai senza pensarci due volte e solo due secondi dopo mi accorsi di quello che avevo detto e divenni completamente e indiscutibilmente rosso.
Vidi Annabeth sorridere raggiante e si avvicinò sempre di più e le nostre labbra erano a pochi centimetri, il mio cuore stava seriamente dando in escandescenza e avevo le farfalle nello stomaco. Chiusi gli occhi e assaporai nuovamente la sensazione delle sue morbide labbra contro le mie che si perdevano in un bacio lento ma pieno di speranza nell'avvenire.
Forse mi amava.
Le mie mani raggiunsero la sua vita e l'attirai dolcemente verso di me mentre lei allacciava le braccia intorno al mio collo e mi carezzava i capelli.
"Non farlo mai più Ragazza Saggia" le sussurrai quando ci staccammo dal bacio, le nostre fronti si toccavano e lei mi diede un rapido bacio sulla guancia "Mai. Non lasciarmi, Percy" mormorò con voce incrinata e insolitamente vulnerabile e io le diedi un rapido bacio sulle labbra, la prima volta che la baciavo io. "Mai"
Eccomi di nuovo qui, ragazzi
Come avete visto, ho trattato la tematica dell'autolesionismo. Ho letto diverse storie a riguardo e ho saputo di alcune mie compagne che l'hanno sperimentato personalmente.
So che è insolito per il personaggio di Annabeth che è così forte ma era da un po' di tempo che ci pensavo e volevo far vedere il suo lato più vulnerabile.
Penso che con un guerra alle porte, sia tanta la pressione, specialmente su Annabeth che è praticamente la miglior stratega ed è al campo più di chiunque altro.
Se avete problemi di qualsiasi tipo, non esitate a scrivermi. Sarò lieta di aiutarvi perchè anche io ho una vita tutt'altro che perfetta.
Alla prossima ragazzi.
Non ho idea del motivo ma amo questo tipo di storie in cui i personaggi si mostrano deboli e vulnerabili.
Non aggiornerò ogni giorno come prima ma con minore frequenza... a seconda di cosa ho voglia di scrivere.
Vi lascio.
Ciaoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
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