Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

4 Luglio 2009

Ma buongiornissimo

Vi sono mancata ragazzi???

Scusate per la lunga assenza (sulle one shot㋛︎) ma non avevo molto idee ed ero concentrata sulla stesura di Semidei e Dei leggono Percy Jackson e anche un altro mio progetto.

comunque oggi sono tornata con la 60esima one shot!!!!!!!!! grazie mille per il supporto♡︎ Sará una one shot abbastanza lunga e sono piuttosto orgogliosa.

ma ora bando alle ciance ed iniziamo

BUONA LETTURA

Entrai nella mia cabina e per poco non pestai il migliolino del piede senza scarpa contro la porta. Sospirai alzando gli occhi al cielo. Presi al volo un paio di calze e un nuovo paio di rebook dando addio al paio che aveva fatto conoscenza con il fuoco sputato da un enorme drago di metallo.

Normale, vero? Sembra strano eppure quella era la vita al campo mezzosangue. Totalmente anormale e fuori dalle norme.

E a me andava benissimo così. Mi sedetti sul mio letto e fissai semplicemente il vuoto. Probabilmente qualcuno dall'esterno si sarebbe chiesto che cavolo ci facesse un adolescente di quasi 16 anni a fissare lo scarno muro della sua capanna anch'essa piuttosto scarna.

Forse perché avevo la folle convinzione che stando fermo e immobile anche il mio cuore avrebbe seguito quell'esempio e l'avrebbe smessa - per una buona volta- di esibirsi in numeri da campionato mondiale di ginnastica artistica.

Mi passai nervosamente una mano frai capelli. Non avevo neanche bisogno di guardarmi allo specchio per capire quanto bisognosi fossero di un buon colpo di spazzola.

E allora mi alzai e feci qualcosa che sorprese anche me: acciuffai una spazzola e in uno schiocco di dita mi ritrovai in bagno, davanti a uno specchio -mezzo scheggiato- a provare a domare il nido che avevo in testa.

"Ahi!" mi lasciai sfuggire un gridolino di dolore quando le setole della spazzola mi districarono -più come strappare- i nodi trai capelli lasciando cadere qualche piccolo ciuffo nero solitario. Alzai lo sguardo e mi guardai allo specchio.

Sbuffiai. Mi passai una mano trai capelli e abbassai lo sguardo di nuovo. Non era servito a niente: ero il solito disastro ambulante.

Non che me ne importasse qualcosa, affatto, però per una volta mi sarebbe piaciuto apparire presentabile e magari sembrare addirittura carino.

Mi sentii avampare a quel pensiero e osservando il mio riflesso allo specchio constatai quanto rosso fossi.

Trasalii. Sbuffai. Perfetto ora sembravo anche il bufalo. Lasciai perdere i miei capelli e me ne tornai sul mio letto. Perché non potevo essere coraggioso come Beckendorf?

Non sembrava avesse fatto una grande fatica ad invitare Silena per lo spettacolo dei fuochi d'artificio anche se tra loro era fin troppo palese ci fosse qualcosa.

E poi vedere una figlia di Afrodite innamorata di un figlio di Efesto era bizzarro ma allo stesso tempo dolce.

Il pensiero mi fece sorridere. Potevo scommettere tutte le mie dracme che quella sera si sarebbero finalmente messi insieme e io sarei stato il primo ad essere felice per loro.

Tutto perché Beckendorf aveva trovato il coraggio di invitarla. Lui sì e io neanche per sbaglio. Abbassai lo sguardo e ripensai a quanto la mia vita da quel punto di vista avesse deciso di incasinarsi tutta in un momento solo. E guarda il caso, sembrava combaciare con la fine del mondo. Perfetto assolutamente perfetto.

Avrei potuto meritarmi un premio. Da quando Annabeth mi aveva baciato la situazione era diventata un casino assurdo anche se... Boh... Per un momento avevo quasi pensato che saremmo potuti finire come Beckendorf e Silena.

Questo prima che Luke si trasformasse in Crono mandando tutto in malora. Anche la fatidica profezia non aveva migliorato molto la situazione...

E ora dovevo andare a vedere i fuochi d'artificio con lei ed ero un disastro senza contare l'avanzamento di livello in balbuzie, frasi senza senso e rossori tutt'altro che desiderati.

Mi risvegliai dalla prima trans fino a quando non sei la porta quasi cadere sotto la furia di colpi incessanti. "ARRIVO. ARRIVO" Gridai "Non c'è bisogno di far cadere la porta".

"È DA QUINDICI MINUTI CHE ASPETTO, TESTA D'ALGHE. È TROPPO DIFFICILE ESSERE PUNTUALI!" la voce di Annabeth mi fece spalancare gli occhi e aprii la porta di scatto.

La guardai per un attimo solo: non sembrava affatto diversa -e neanche me l'aspettavo- la solita maglietta sgualcita del campo sui pantaloncini di jeans che indossava. L'unica cosa che mi sorprese veramente furono i capelli: ricadevano i boccoli stranamente composti e ordinati e si intravedevano anche due orecchini argentati pendenti.

"Ti vuoi sbrigare?" la voce di Annabeth era seccata sebbene le sopracciglia fossero aggrottate dal divertimento. "Oh.. Si si" balbettai "scusami" aggiunsi. Alzò un sopracciglio sorpresa ma non batté ciglio e mi afferrò per un braccio trascinandomi verso le colline.

Pregai ogni divinità esistente per non inciampare, o cadere o fare un altro dei miei soliti disastri. Intravidi anche Beckendorf completamente rosso con la mano intrecciata a quella di Silena e su entrambi i visi sorgeva un sorriso luminosissimo.

"Come sono carini" mi lasciai sfuggire e Annabeth si fermò di scatto facendomi sbattere contro di lei. Mi scoccò un'occhiataccia per poi scrutare il territorio circostante.

Un sorriso le comparve improvvisamente e annuí lentamente "Sí, si sono bellissimi... Silena sembra veramente felice" feci per aprire la bocca ma Annabeth non mi diede il tempo afferrandomi con presa salda il braccio continuando a trascinarmi.

Quando arrivammo a un piccolo colle circondato dalle ombre scure che svettavano tra gli alberi, ero tutto ansimante e Annabeth, lasciandomi finalmente il braccio, ridacchiò scuotendo il capo rassegnata "Sei terribile, Testa d'Alghe!" scherzò e io la guardai male

"Intanto mi hai lasciato un solco rosso fluo sul braccio. Ma hai le mani fatte di acciaio?" lei alzò gli occhi al cielo spintonandomi leggermente

"Sei tu che sei deboluccio"
"Com'è che prima mi fai i complimenti e ora mi bullizzi?" chiesi sarcasticamente alzando un sopracciglio e per un attimo mi sembrò di vederla arrossire anche se probabilmente era solo uno scherzo della luce.

"Oh ma stai zitto!" mi ammoní stizzita sistemandosi a terra a gambe incrociate. Il volto era pensieroso.

"A cosa stai farneticando? Posso quasi vedere le rotelle del tuo cervello girare senza fermarsi" le dissi ridacchiando e sistemandomi piano accanto a lei.

Annabeth sorrise e si voltò di scatto verso di me "Oh Andiamo Testa d'Alghe, sono più che sicura che non mi si vedono le rotelle che girano"

"No no affatto. Lo fai sempre quando stai a pensando a un piano. Ti ho osservatata mentre riparavi il drago di bronzo, e si vedeva chiaramente... Facevi quasi paura"

Annabeth scoppiò a ridere piegandosi verso terra per poi guardarmi con un nuovo e inaspettatamente luminoso sorriso "Mi osservavi?" chiese con tono ironico.
Potevo quasi sentire il mio volto scottare.

"Uhm... Beh stavi riparando quell'aggeggio e.. Mmm..." lasciai la frase in sospeso e, con mia fortuna, Annabeth non sembrava fare caso a ciò che dicevo quanto alle striature notturne che stavano colorando la volta stellata.

Alzai gli occhi al cielo e per momenti interminabili mi stetti lì a fissare le stelle fino a quando comparve una particolare costellazione. Trasalii e sentii quasi la pelle rabbrividire. Zoe, pensai. I ricordi fluirono come un fiume nella mia mente. Tutto il viaggio, Talia, Bianca, Zoe e Annabeth... Pensai a come l'avevo persa quella settimana e a come mi fossi sentito svuotato di ogni emozione.

"Uhm Annabeth... Ehhmm.. Mmm" farfugliai attirando la sua attenzione. Si voltò verso di me, il profilo illuminato dai raggi lunari. Sentii il mio stomaco arrotolarsi ancora di più.

"Ecco... Io" E improvvisamente un'esplosione dorata squarciò il cielo, Annabeth per poco non saltò in aria per la sorpresa e i suoi occhi si paralizzarono sull'inziale sequenza di presentazione degli annuali fuochi d'artificio del campo.

Tutto quello che stavo per dire si volatilizzò dal mio cervello. Le immagini erano semplicemente incredibili e mi lasciarono ogni attimo di più.

Narrarono delle vicende dei miti antichi: l'incoronazione di Zeus a re degli dei, le imprese di Dioniso, Afrodite e la rivalità con Psiche, il rapimento di Persefone di Ade, Era incatenata al trono realizzato da Efesto.

Con sorpresa notai quante scene fossero dedicate alla rivalità di Atena e Poseidone: la contesa di Atena, lo scontro in merito a Medusa, le discussioni in merito al destino di Odisseo e tantissime altre.

La sequenza narrativa si spostò sulle vicende del mondo mortale e le imprese dei più grandi semidei come Ercole, Giasone e il mio omonimo, Perseo.

Toccò poi alla guerra di Troia: la morte di Patroclo, lo scontro di Ettore e Achille con l'inganno di Atena, la morte di Achille, quella di Paride e infine la strage della città di Troia.

Da quel momento in poi i salti temporali aumentarono: c'era George Washington, figlio di Atena che guidava i coloni americani nella guerra d'indipendenza contro gli inglesi; Harriet Tubman figlia di Hermes emblema delle ribellioni degli schiavi neri e delle loro fughe.

Si conclusero con il patto sullo stige di mio padre, Zeus e Ade a proposito di non avere più figli. Lo trovai un dettaglio ironico quanto bizzarro.

"Wow. Complimenti, Annabeth, voi e la cabina di Efesto avete progettato dei fuochi d'artificio meravigliosi"

Annabeth si girò sul fianco -ci eravamo, infatti, sdraiati per osservare meglio- con i lunghi capelli biondi sfiorati dai raggi lunari che cadevano lungo il busto.

Mi sorrise leggermente "Sono felice che ti siano piaciuti" "Più che piaciuti. Sono i migliori che abbia mai visto"

Questa volta la vidi arrossire distintamente e abbassò lo sguardo "Beh grazie allora..." ridacchò improvvisamente riportando di nuovo lo sguardo su di me.

"Non sei riuscito proprio a mettinarli quei capelli?" chiese con un sorrisetto sarcastico. Mi lasciai sfuggire una risatina "A quanto vedi... Fidati che è impossibile e..."

fui interrotto da un sonoro sbadiglio e non potei che guardare una Annabeth rossa, con un sopracciglio alzato. "scusami. Sono stanchissima." si giustificò imbarazzata.

"Figurati" borbottai e tra noi ricadde il silenzio. Più volte aprii la bocca per cercare di dire qualcosa ma le parole mi morirono in gola.

Sentii improvvisamente Annabeth rigirarsi e avvicinarsi a me, non disse niente. Si accoccolò semplicemente accanto a me appoggiando il viso sul mio sterno con gli occhi chiusi.

Sentii ad una a una le cellule del mio corpo andare in fuoco sebbene mi sentissi anche un pezzo di ghiaccio misto a una mummia imbalsamata. Feci nuovamente caso all'aroma di limone che aleggiava su di lei.

Sarà stata la sua presenza, il suo calore, oppure semplicemente il miracolo che tanto attendevo a farmi sciogliere un po' le articolazioni ed adattarmi alla sua posizione.

Mi avvicinai ancora di più e potevo quasi sentire i nostri corpi intrecciarsi come pezzi dello stesso puzzle. Chiusi gli occhi anche io e appoggiai il viso poco sopra il suo.

Non mi resi esattamente conto di quanto tempo trascorse fino a quando non sentii la brezza farsi più fredda facendomi accapponare la pelle.

"Annabeth" farfugliai con voce gutturale e stranamente profonda "Fa freddo". Lei annuí distrattamente spalancando gli occhi.

"Va bene, Testa d'Alghe" borbottò ancora assonnata. Mi mossi di un po' fino ad alzarmi. Trattenni una risatina osservando Annabeth che, testarda, era rimasta accucciata su se stessa con gli occhi chiusi.

"Dai ragazza saggia. Dopo congeli" e senza attendere risposta la presi per un braccio e la tirai su da terra. Sbatté gli occhi mezza intontina e trattenne uno sbadiglio. Non dissi nient'altro e ci incamminammo verso le capanne.

Camminare era una parola grande, più che altro ero io che sostenevo Annabeth la quale, di tanto in tanto, chiudeva gli occhi.

Arrivati alla cabina di Atena, sentii un groppo amaro salirmi in gola "Buonanotte Annabeth" sussurrai.

Lei annuí. "Notte Testa d'Alghe" ricambiò con assonnata e probabilmente per lo stesso motivo, mi gettò le braccia intorno al collo abbracciandomi.

Si scansò immediatamente, con il viso leggermente rosso, entrò nella cabina e chiuse la porta lasciandomi lì fuori.

Potevo quasi immaginare quanto idiota fosse il mio sorriso e francamente non me ne fregava niente

Ebbene eccoci qui!!!Spero che vi sia piaciuta perché a me ha emozianato e commosso. Percabeth é sempre Percabeth.

Non so quanto potró aggiornare e con quale frequenza, quello che scrivo non é altro che istinto❦︎

Ci vediamo ragazzi e grazie mille per i voti e i commenti che ricevo ormai ogni giorno♥︎

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro