Sunday//6
Diretto verso l'indirizzo datomi da Jackie,busso alla porta dopo un quarto d'ora di strada in macchina con Nicholas,che è stato così gentile da scortarmi fino a sotto casa nuova di mio padre biologico.
'Andrà bene con i bambini. Vedrai. Ti adoreranno.',ha cercato di rassicurarmi durante tutta la strada,un po' impacciato,ma io non sono in dubbio di nulla:i figli di Jonathan non hanno colpa,e la fidanzata ventiquattrenne é una vittima. Come me,del resto.
Una figura giovanile in salopette viene ad aprirmi.
I capelli neri raccolti in una frettolosa coda di cavallo e gli occhi marroni scintillanti di chi aveva appena visto qualcosa d'inaspettato,ma gradevole.
Sfoggia un sorriso e apre del tutto la porta.
'..ciao. Sono Jackie.',scrollo le spalle.
'Oh,Alex. Felice di conoscerti.',la seguo dell'interno dell'appartamento.
'..mia madre ha detto di voler uscire con i bambini all'ultimo secondo,quindi arriveranno fra un'oretta. Ti va di bere qualcosa?',annuisco.
'C'è della Coke? O una tazzina di caffè,fa uguale.',la ragazza spalanca la bocca,ma la richiude subito.
'..pensavo di bere un aperitivo. Ma ho anche la Coke,certo.',mi siedo sul divano del salotto-cucina e la ragazza apre il frigorifero,tirandone fuori una bottiglia di Coca Cola,e ne versa il contenuto in due bicchieri colorati di blu e rosa cristallizzati.
'..allora,Alex. Cosa mi racconti?',mi passa il bicchiere e si siede accanto a me.
Bevo un sorso di Coke e sorrido con un angolo della bocca.
'..mh. Ho diciotti anni,sono fidanzato,convivo,mi sposo e avrò dei bambini. E tu?',risputa la Coke che era intenta a bere dentro al bicchiere.
'..wow. Bhe,io ho ventiquattro anni e due bambini,per cui ti capisco..la mia vita sono loro. I bambini e Jonathan.',un caldo sorriso le compare sul volto.
'Com'è la tua ragazza,invece?',alzo gli occhi al cielo e scuoto la testa, tenendo il bicchiere fra le mani.
'Ah,la stessa reazione di mio padre..il mio fidanzato si chiama Nicholas,comunque.',la ragazza sputa nuovamente la Coke dentro al bicchiere,sarà sgasata e piena di saliva.
'..oh. Sei gay?',scuoto la testa.
'Chi? Io? Alexander Green GAY? Pff..io sono bisessuale. Lo preciso,ma non è questo il punto. Il punto è che mi sposo..e potrei anche invitarti a partecipare al matrimonio,ma Jonathan no. Lui non lo voglio.',mette il suo bicchiere sul tavolino di fronte al divano rosso,consapevole di non poter bere un liquido contenente più saliva sputata che Coke.
'..Alex. Non lo perdonerai mai? Sia io che Jonny vogliamo far parte della tua vita. Ce lo concederai?',appoggio il mio bicchiere semipieno sul tavolino,come ha fatto lei.
'..tu e i miei fratelli potete entrare nella mia vita. Lui no. Ha avuto sei anni,non serviva una foto per ricordarsi che io esisto e che sono improvvisamente importante. Voglio un rapporto con Kyle e Gemma,non con lui. È l'essere più deprorevole a questo mondo,e non so davvero come tu faccia a dormirci assieme quando io mi vergogno perfino di respirare la sua stessa aria.',si avvinghia le mani alle spalle,come a proteggersi da un freddo inesistente.
'..lo amo. Ecco perché lo faccio. Non hai mai perdonato nulla al tuo fidanzato?',i miei occhi lanciano fiamme nella direzione della mora,i capelli scuri da essere quasi neri.
'..io ho mentito per più di una settimana al mio fidanzato,quando nemmeno stavamo insieme e quando io ero totalmente convinto che entrambi fossimo etero..anzi,gli unici dubbi li avevo su di me. Nicholas mi ha perdonato questo e mi ha dato una possibilità. Non solo perché fosse gay,l'avrebbe data anche alla ragazza che fingevo di essere nei nostri messaggi,Kathrina. Il mio sesso è venuto dopo della mia persona,quando io ero convinto di non essere nemmeno più tanto una persona. E questo,soprattutto grazie a Jonathan. Tu hai anche solo la minima idea di cosa significhi essere senza padre,quando questo esiste e ha solo trovato di meglio? Sai cosa vuol dire essere abbandonati a dodici anni,io che posso dire di non aver avuto nemmeno una madre,se non nelle ultime settimfra No. No,non credo tu lo sappia. Nicholas mi ha perdonato tutto,e io ho perdonato in seguito a lui quel che avevo da perdonargli..ma Nicholas non mi ha abbandonato nemmeno una volta. Mentre lui,Jonathan,mi ha lasciato con il dubbio de ho sbagliato qualcosa? Perché non vuole più essere mio padre?,e questo mi ha fatto sentire inutile per sei anni. Non sei giorni o sei mesi,sei anni,Jackie. Ho sfruttato le persone come ero stato sfruttato io,perché questa è stata l'unica cosa che quell'uomo è stato capace d'insegnarmi:sfruttare. Mi ha usato quando ero un bambino,mi ha usato perché era bello avere il figlio piccolo..si è comportato con me come alcune persone di merda si comportano con i cani: finché sono cuccioli,va bene. Quando crescono,non piacciono più. Io adoro i cani,e non tratterei mai così un cane..eppure,lui ha trattato così un ragazzino di dodici anni. E chi dice almeno dodici anni hai avuto un padre,c'è chi nasce senza spara solo boiate! Almeno in fondo sai che non è colpa tua,che non avevi fatto nulla di male..invece,quando hai già l'età per capire e tuo padre elimina ogni traccia di sé ai tuoi occhi,ti poni solo una domanda fondamentalmente: dove ho sbagliato?..ma tu questo non lo puoi capire,vero? Il mio pessimismo mi porta a dire che non mi stupirei se quel bastardo abbandonasse così anche voi..',mi accorgo di aver esagerato,quando la porta dell'entrata si spalanca di botto e ne entrano correndo due bambini e una donna sulla cinquantina.
'..oh,che pesti! Siamo tornati un po' prima e..',la donna mi squadra,ad occhi spalancati.
'..oh. Mamma. Lui è il figlio di Jonathan..ne abbiamo parlato ieri,ricordi?',sul volto della signora si dipinge un'espressione che sembra mista tra fastidio,disgusto e,forse forse,anche odio.
Come se fossi un insetto da schiacciare. Nell'immediato
'..sì. Ti chiami Alexander,no?',annuisco.
'..bene. Jackie,i bambini? Sanno della mia esistenza,almeno loro?',la ragazza si stringe la coda ai capelli.
'..certo. Sanno che siete fratelli..ma non mi sembra il caso di spiegare a Kyle e a Gemma che loro padre ha abbandonato un figlio anni prima,quando io ero incinta di Kyle. Non sarebbe bello.',annuisco,molto comprensivo.
Non vorrei saperlo nemmeno io d'esser stato abbandonato da mio padre,figuriamoci loro,che lo dovrebbero vedere come un esempio.
Vado verso la stanza nella quale erano corsi i piccoli,e li trovo seduti sul letto con un libro in mano.
'..Kyle. Lo leggi tu per me,oggi?',il bimbo scuote la testa alle parole un po' storpie della più piccola.
'..Gemma,non ho molta voglia oggi..',mi somiglia così tanto,visto di profilo..e somiglia tanto anche a Jonathan.
Somigliare a quell'uomo mi fa venire i conati di vomito,ma somigliare a mio fratello mi riempie d'orgoglio.
Entro,bussando alla porta semi aperta.
'..ehi. Posso?',i bambini annuiscono,lentamente.
Il maschietto alza lo sguardo,e quasi barcollo:è identico a me quando avevo la sua età.
Gli occhi castano chiaro,le labbra leggere e i capelli scompigliati,quasi lisci. Variavano solo per il colore:i miei sono più scuri,quelli di Kyle quasi biondi.
'..tu chi sei?',sorrido.
'Alex. Ve la leggo io la storia..se posso,certo.',Gemma mi guarda sorridendo,e poi il suo sguardo si scontra con quello diffidente del fratello maggiore,che annuisce.
Kyle mi passa il libro,Harry Potter e la Pietra Filosofale.
'..siamo solo a pagina trenta,ma se ti va ti racconto la trama.',scuoto la testa,divertito.
'..non serve,grazie. È la mia saga preferita. So tutto.',il bimbo mi guarda curioso,ed io inizio a leggere.
Sì. Sì,davvero uguale a me.
•••
Scusate se aggiorno poco!
Cosa ne dite? Silviaaa??❤❤😍
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