Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 4: Scordatelo!

Fireworks, Katy Perry.

Tutti commettono errori. È per questo che c'è una gomma per ogni matita.
-Proverbio giapponese.

-Valerio, porca puttana!-

Ah, che melodia soave. Neanche un'orchestra di trombe e tamburi avrebbe potuto eguagliare il suono tanto dolce della voce di mia sorella quando, di prima mattina, inveiva contro di me.

Mi erano pombiati almeno due chili di qualcosa sui piedi, mentre sentivo gli occhi di Flavia puntarmi addosso come un falco che fissa la preda da sbranare.

-Potrei ucciderti.- Mi coprii la faccia con il cuscino mentre sentivo lei, con le sue gambe lunghe, andare verso la finestra. Gli anelli della tenda sfregarono contro il bastone e, nonostante fossi al buio, sentivo già i raggi di sole bruciarmi la pelle. Quando spostai il cuscino per vedere meglio che diavolo voleva, socchiusi gli occhi e mi sforzai.

-Io potrei ucciderti, maledetto idiota.- Si fece cadere sul mio letto ed io, già infastidito, mi sentii schiacciare il letto con qualcosa che, senza occhiali, aveva vagamente l'aspetto di un libro. Mi tirai su, perché Flavia mi sembrava davvero arrabbiata, le vedevo le guance fiammeggiare e gli occhi che a momenti le sarebbero esplosi. -Siamo fottuti.-

Afferrai, tremante, il libro e gli occhiali. Inforcai questi ultimi e, quando lo misi a fuoco, il cuore mi salì in gola. Avevano tutta l'aria di parlare di storia, con i paragrafi ben ordinati e le foto della Regina Cleopatra sgargianti e in bella mostra.

-Io non ho cambiato e fatto nulla!-, mentii.

-Ah, no?- Mi guardò storta e mi puntò la sua unghia color tiffany verso il centro della fronte. -Hai cambiato la storia, imbecille! Lei è venuta con te!-

-Ho infranto una sola regola, non è cambiato niente. Cleo sa che non deve dire nulla.-

Flavia si strise la testa tra le mani. -Senti, sei scemo.- Puntò l'unghia su un minuscolo paragrafo di sole tre righe, a bordo pagina, che io, effettivamente, avevo trascurato. Sono sicuro di aver perso due battiti nel leggere.

La regina era stata considerata simbolo di bellezza e furbizia, probabilmente era solita ad intrattenere rapporti sessuali sia con donne che con uomini, tant'è che fu notata anche con una ragazza che dalle scritture viene descitta come "particolare nel modo di abbigliarsi", in modi decisamente poco consoni al pubblico.

-Oh, porca puttana-, sussurrai.

-Sì, porca puttana.-

Non riuscivo neanche a realizzare tutto ciò che stava succedendo, mi sentivo vuoto: non avevo retto il corso degli eventi e questo mi aveva privato di sicurezza, non ero pronto a dover dire ad una persona che non conoscevo neanche che le nostre vite erano in pericolo.

Mi sentivo in colpa e tutto quello era successo nel giro di due giorni, senza neanche che io me ne accorgessi. Mai avrei pensato, nella vita, di dover arrivare ad aver paura di morire per mano della Commissione. Mai.

-E ora...-, biascicai. -E ora che si fa?-

-Ah boh, non lo so, si canta, si balla e si suona la trombetta? Te che dici?- Aveva aperto l'armadio e buttato la sua sacca di pelle sul mio letto. Balzai in piedi, improvvisamente reattivo.

-Oh, Fla, che stai facendo?-

Aprì il cassetto delle mutande, quello dei calzini e arruffò un po' di roba al suo interno e la rovesciò nella borsa.

-Acchiappo farfalle.- Aveva questi modi sarcastici che erano identici ai miei, eppure avrei voluto spaccarle ogni singolo dente storto nella sua bocca.

Mi sentivo le mani sudate e il corpo pesante, come se non fosse mio. In realtà, lo avrei voluto.

-Devi andare via con lei.-

-E dove vado? Quelli arrivano ovunque!-

Mi guardò ed io ricambiai, non disse niente ed io capii.

-Scordatelo!-

-Vuoi che il tuo culo flaccido rimanga in vita, oppure preferisci che la Commissione lo prenda a calci e lo tagli per mangiarlo con le uova?-

-Non lo posso fare-, dissi. Mi avvicinai a grandi passi e le presi un braccio. Vidi i suoi occhi saettare verso la mia morsa, che non era così lente come credevo. Feci scivolare le dita più in basso, dove la presa risultava più morbida. -Non con lei.-

-Non importa più cosa puoi fare, importa cosa devi fare.- Si girò e afferrò entrambi i miei gomiti, come faceva la mamma quando eravamo piccoli. Non ero mai andato d'accordo con Flavia, ma lei mi aveva sempre protetto ed io avevo sempre protetto lei. -Verranno a cercarvi, loro sanno cosa hai fatto. Io bloccherò il tempo, qui, e cercherò di rallentarli. Quando vi raggiungeranno, io lo saprò. In quel momento il tempo riprenderà il suo corso. Voi, per l'amor di Dio, restate nell'anello dove siete fino all'alba. Nel momento in cui voi resterete lì, i tuoi poteri svaniranno e la Commissione non potrà farti più niente.-

Avevo le lacrime agli occhi, pronte a sgorgare da un momento all'altro. Conoscevo persone con il mio stesso dono: molte erano rimaste intrappolate in un'epoca che non era la loro, alcuni avevano scordato tutto quel che erano stati prima di allora ed io, forse, sarei finito come loro per un errore. Un piccolo errore.

-Verrò a trovarti-, sussurrò.

In un moto di estrema dolcezza, le appoggiai la mano sulla guancia e arricciai le labbra per trattenere il pianto. Furono attimi lunghissimi, in cui capii veramente che non c'erano soluzioni. O ce la davamo a gambe levate, o morivamo.

-Mi dispiace-, dissi. Era colpa mia. Agnese non poteva sapere che io fossi in bagno a far quello che stavo facendo. Le dovevo almeno la salvezza.

-Finisco di preparare la tua borsa, okay? Tu dì ad Agnese di preparare la sua.- Tirò su con il naso e si voltò di scatto, continuando ad infilare alla rinfusa vestiti neutri o il più vintage possibile dentro la sacca.

-E la mamma?-, mormorai.

Flavia si fermò, ma non aveva intenzione di voltarsi. Probabilmente aveva socchiuso gli occhi.

-Intanto fammi fermare il tempo, ci penso io a lei.-

Furono le parole che più mi lacerarono nella mia vita e non me le scorderò mai. Non dimenticherò come ci si sente a perdere tutto.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro