VIII CAPITOLO
L'essere il tempo di finir la frase non m'ha dato.
È filata via rendendo questa stanza un soqquadro, le
membra sul letto sparse per la stanza, alcune gocce di sangue anche sulla mia giacca.
Se mi beccan con sangue addosso son fottuto!
Non mi crederebbe nessun se esponessi le mie visioni, le mie udienze e le mie verità. Sarebberò bugie, diventerei pazzo emarginato come Merinda.
Devo dormir qui. Non posso farmi veder così.
La messa conclusa è, ma la gente ancor qua è, solitamente sostano davanti la porta a parlare tra loro.
In mente m'he tornata la visione di quel bambino, com'è che i bambini non son colpiti dalle peggio cose. Forse non le vedono o non vogliono vederle.
Per le strade grigie che percorro ogni giorno ci son loro che sfumano del colore, ridono o anche semplicemente sorridono. Ti sorridono e ti salutano con la loro innocenza alla quale non puoi far altro che sottometterti, addolcirti e ricambiare a tua volta.
Saranno dotati di qualche strana magia, una magia pura a differenza di quella che provo ogni giorno.
Oh quanto darei per tornar un bambino spensierato e non pensar a tutti questi ostacoli che mi stan affliggendo da quando...
Da quando la mia famiglia m'ha lasciato...
Mamma, se mi senti per favore....aggregarmi a te. Non ce la faccio più, mi manchi...
...
-Quello è l'uomo di cui si disperava Merinda?-
-Mh? Oh si, si è lui-
-Come si chiama?-
-Dannazione quanto sei curiosa Narisa, non so come si chiama ricordo solamente che inizia con la A-
-Sembra così sofferente, come può mai un uomo dormire così tranquillamente in un letto impregnato di sangue? Cioè guarda la-
-A dirla tutta son un po' scioccata anche io. M'aspettavo tutto tranne che una dormita tranquilla,
dico ha pur sempre avuto una conversazione con un demonio se non 10 minuti fa-
-È questo che mi turba. Percepisco tutta la sua sofferenza e sento che non è provocata tanto dal demonio quanto più dai suoi traumi familiari-
-L'effetto di quel demonio è questo-
-Bharart?-
-No. Della donna-
-Oh si! Chi è quella donna?-
-Non so dirtelo sai, per quanto io conosca molte storie di demoni,beh..., la sua mi è ignota-
-Ma sembra collaborare con Bharart-
-No non è con Bharart. Sta sostando nella sua stanza però non è lui che segue, bensì un demonio più potente. Solo che cavolo non so quale!-
-Lo chiederemo ad Agatha domani, adesso andiamo a dormire che è molto tardi-
-Va bene...-
...
...
...
Arthur... mi manchi, ho bisogno di vederti. Ho bisogno di svagare la mente.
Sono chiuso in stanza da quasi tre giorni contando che ormai è giunta la mezza.
Mio padre m'ha chiuso qua senza cibo, ma non sono affamato.
Se mangio rovescio sicuro, mi sento in colpa, mi sento male.
Sono un dannato idiota, se avessi spento il fornetto mi sarei risparmiato questo ulteriore casino.
Domani compierò gli anni, eppure non sono contento.
Rivoglio mia madre, mio fratello il mio carretto... rivoglio la mia vita.
La gente non riesce ad oltrepassare ciò che vede. Se indossi un sorriso allora automaticamente sei felice. Stai bene e sei allegro. Sei forte e sei determinato.
Sono proprio io vero?
No non sono io, fingo e basta, sono solamente una finzione. Una maledetta finzione che non posso cessar.
Se smetto di finger la mia espressione di nero si tinge.
Sono chiuso in stanza nel silenzio più totale, non so cosa stia facendo mio padre tantomeno voglio sapere
cosa abbia fatto al mio sgabuzzino.
Oh Arthur tu si che sapresti come tirarmi su amico mio.
Sei l'unico uomo che nella mia vita non m'ha mai tirato un forte ceffone, m'hai sempre dato lievi carezze, dolci parole dalla tua bocca son sempre giunte sul mio conto.
Sto lacrimando nuovamente, voglio fuggire, sento il bisogno di uscire e sdraiarmi sul prato.
Mi son alzato, tanto il padre mio stecchito nel suo letto è, devo solamente far piano.
Ho sceso le scale, ho aperto la cigolante porta di legno che distava poco dalla scalinata.
Sono fuori, a terra ancora ci sono le tracce dei resti di quel povero mammifero. L'altro non so che fine abbia fatto è fuggito non appena mio padre l'ha slegato.
Son contento che si sia salvato.
Sto camminando nel buio della piccola collinetta, guardo il cielo. È così ipnotico, blu e pieno di tanti
puntini luminosi, le famose stelle. Anche io vorrei brillare come loro, libero e leggero.
Eppure secondo me anche la loro è un'apparenza, perché più ti avvicini ad esse più bruci. Ed io son un fuoco implacabile che inizia a far male solamente se ci si avvicina. Sono capaci di collassare su loro stesse, diventando un buco nero.
Io sono una stella fallita, son collassato ormai da anni diventando un buco nero, risucchiando al mio interno la mia intera anima, lasciando solamente degli scriccioli di brillantezza che servono a salvarmi la reputazione rendendomi brillante e determinato agli occhi dei clienti.
Odio deludere la gente, e sono sicuro che odierò ancor più la gente che mi porrà la domanda del perché io abbia smesso di lavorare.
Che potrei mai rispondere? Mi darebbero della gazzella, una gazzella indifesa che tenta di fuggire dai problemi senza affrontarli.
Voglio solamente scomparire.
Ora a terra mi son sdraiato, son circondato dall'erba fredda e umida, al di sopra di me c'è sempre la vista delle stelle. La luna splende d'immenso, è così bella cavolo... Ho bisogno di trovare la mia luna che nel buio della notte, mi faccia ritrovar la mia via di splendore... Così da tornare una stella con luce propria, non un buco nero apparentemente luminoso...
...
...
...
-Mh? Ma che diamine...-
-Chi-chi sei...?-
-...-
-Ehi... EHI ASPETTA-
Una sagoma scura di fronte a me piazzata si era guardandomi, era ferma e fissa.
Ho provato a fermarla, urlando ma non m'ha ascoltato. È corsa nel bosco.
Sembrava essersi spaventata, adesso son seduto col cuore che batte all'impazzata. Meglio tornar dentro, non si può manco star qua fuori. Mi son tornate in mente tutte quelle brutte immagini della bottega, non ci tengo a far soddisfazione a qualunque energia oscura mi si presenti davanti.
Sono spaventato a morte, però ormai non mi dovrei neppur più meravigliare. Magari era solamente un'allucinazione, è pur sempre sera.
Tanto ormai anch'io pian piano sto diventando oscuro quanto loro...
È tardissimo, sono le 2:30 del mattino. Devo seriamente tornare a dormire.
Devo pensar ad altro... ad esempio domani finalmente rivedrò Arthur. Mi manca davvero tanto.
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