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CAPITOLO XVII

Christopher supera il fratello suo avvicinandosi al fianco mio un po' ansioso per  un qualcosa
-Merinda... Come nasconderemo le ferite sue? La gente ci fermerà sicuramente e potrebbero accusarci addirittura!-
-Dannazione a questo non avevo pensato!- Mi volto verso Arthur -Come pensi di poter tornare in città ridotto in tal modo?-
-Me lo domando anch'io, non avete nessun telo?-
-No, mica potevam sapere che eri ridotto così! E poi si può saper che hai combinato?-
Arthur abbassa lo sguardo mostrando apertamente quanto gli dole quella domanda appena posta
-Fredrick caro, è una questione alquanto delicata, ne riparleremo non appena riusciremo a tornar a casa-
-Beh... a questo punto-
-Fratello... che stai facendo?-
L'alto ragazzo si slaccia la camicia ponendola al ferito uomo così che lui possa coprirsi il corpo denudato e insanguinato
-Indossa questa, almeno sarai coperto-
-Grazie, molto gentil da parte tua-
-Son ancor pedofilo allora?-
-Certamente caro mio-
-Diamine che cocciuto uomo che sei!-
Agatha ride e poi le mani fa scontrare per attirar l'attenzione dei due bambinoni che battibeccano continuamente
-Se aveste finito desidererei giunger a casa adesso-
-Ai suoi ordini meravigliosa donna-
-Caro... evita- Ribatto io evidentemente infastidita dalla questione, mentre Agatha ride voltando le spalle.
-Ci provi gusto maledetta?-
-Forse si... forse no. Che posso farci? È divertente vederti ingelosita-
-DONNE DONNE UDITEMI UN ATTIMO!-
-Che c'è adesso?-
-Che ne dite se giungessimo alla locanda? Pago i...-
-No no, assolutamente no signorino voglio ricordarti in cosa ci hai cacciati ieri?-
-Però divertito tu ti eri-
-Certo, però eviterei di farti ber ancor quegli strani alcolici che scolato ti sei. E poi come vorresti rimetter piede in quel posto?-
-Potrei parlar io con Paul, ci andavo da giovane donna in quella locanda-
Arthur si volta verso Agatha con sguardo interrogativo e un sopracciglio isa
-Piuttosto, chi esser tu donna che m'ha salvato la vita? Come conosci il nome mio?-
Ella mi osserva e poi sospira sorridendo
-Agatha. La donna di Merinda-
Christopher ribatte di piena risata all'improvvisa frase, che invece fa rimaner un po' di stucco i due uomini che ci fissan come due stoccafissi
-Voi due... voi due sie...-
-AH LO SAPEVO! SAPEVO FOSSI FINOCCHIA SOTTO SOTTO DONNA DAL MAL PELO!-
-MOTIVO IN PIÙ PER ANDAR ALLA LOCANDA A FESTEGGIAR! SU MUOVETEVI NON RIMANETE LÌ IMPALATI DOBBIAM BRINDAR AL COSPETTO DI QUESTE DUE DISGRAZIATE!-
-NO ARTHUR TORNA QUA STA FERMO MALEDIZIONE QUELL'UOMO T'AMMAZZERÁ-
Accelero il passo mio afferrando un ramo da un tronco caduto, sono intenta a tirarne un colpo deciso al ferito uomo che corre verso la città rincorso dall'amico suo, tanto ormai un colpo in più e crepa malamente.
-LA PREGO BELLA DONNA MIA DIA UNA POSSIBILTÁ! NON ME NE IMPORTA DEL SUO ESSER STREGA O QUALUNQUE ALTRA BIZZARRA COSA LEI SIA! LA PREGO LA PREGO!-
Mi rivolgo nuovamente indietro beccando Agatha che mi supplica di farlo smettere, io osservo il disagiato uomo probabilmente in astinenza ormai stanca del suo continuo "provarci" da fallito.
Iso il pezzo di ramo spesso lanciandoglielo proprio sul piede, il quale uomo urla dallo spavento contorcendosi in una posa distorta.
-LURIDO MAL CAPITATO SE NON SMETTI DI RONZAR ATTORNO ALLA DONNA MIA VEDI COME TE LA DO IO LA POSSIBILITÀ!-
-DAVVERO ROSSA DONNA?! MI CONCEDE UNA POSSIBILITÀ?!-
Fisso Agatha esterrefatta e lei ricambia al medesimo modo voltandosi verso il ragazzo col dolente piede
-Fai sul serio mal uomo?- Agatha lo sorpassa con far deluso a mo di presa in giro -Basita! Davvero basita son!-
Mi passa accanto facendomi un occhiolino e sorridendo, io rido maliziosamente e iso un braccio verso dietro facendo un mal gesto al tale morto di figa che quell'uomo è.
-Così giusto non è! Perché le meglio donne son sempre irraggiungibili!-
-Caro mio! Tu non ci sai far-
Ribatte Agatha mentre mi prende la mano, io le rispondo con una leggera gomitata accettando la sua presa ignorando i continui lamenti dell'uomo dietro di noi.
Che povero pezzente.

...

Corro velocemente per le grigie strade dei monti infiniti.
Delle mandrie di uomini inferociti mi rincorrono correndomi dietro, portano vesti rosse con cappelli alti a punta.
Strillo in cerca d'aiuto ma l'isolata campagna non m'aiuta minimamente.
L'ansia spezza i miei polmoni, li strizza e li fa faticare. Gli uomini inferociti non s'azzardano a fermarsi minimamente, io disperata come son piango e supplico loro di fermarsi e di aver pietà verso i miei confronti.
Mi addentro in un gigantesco rovo di spine, corro ignara degli spigoli pungenti degli alberi permettendo loro di colpirmi come meglio posson. La pelle squarciata rimane attaccata ai rami, alle piante, alle spine.
Una presa salda e decisa mi afferra i capelli tirandomeli malamente e gettandomi di soppiatto giù. Tra le spine affilate.
Mi perforano interamente le gambe facendomi gemere d'agonia e dolore...
-Vi prego...- Imploro piangendo -Vi prego fermatevi!-
Un colpo di bastone dritto sulla schiena mi fa inarcare di scatto urlando di dolore. Sangue dalla mia bocca fuoriesce facendomi soffocare nel mio stesso liquido.
Mi prendono la testa sollevandomi per aria e legandomi ad uno degli alberi spinosi non curanti delle spine che bucano le mani mie.
Danno libero spazio ad uno dei membri, l'unico con una tunica nero pece.
Egli prende un ramo di spine spesso quanto basta da spaccarmi il cranio. Lo isa e inizia a irrompere tra la pelle che copre il mio addome, lo sbatte con violenza facendomi strillare dalla sensazione dolorante e atroce.
Lo fa tante volte quanto mi basta per sputare litri di sangue che gli finiscon dentro l'ombra del cappuccio.
Il resto dei membri recitan un qualche strano rito ripetendo sempre e continuamente:
"L'agnello falsa fede ha recitato, all'inferno va imbalsamato".
Un colpo deciso mi penetra completamente lo stomaco, mentre comprime sempre più, il sangue mi soffoca come non mai.
Le viscere mi si smascellano, lo stomaco si irrompe facendomi provare un dolore incontrollabile.
I polmoni perdono aria, e io mi ammutolisco sempre più...
...
Privo il volto mio del nero cappuccio impregnato di sangue, butto il bastone ricoperto da frammenti di organi sullo spinoso terreno.
Passi innumerevoli s'interrompono dietro la mia possente portata.
-Mia signora, mi dica-
-Avete giustiziato l'agnello traditore?-
-Veda lei stessa- Ribatto mentre piazzo il destro piede accanto l'albero permettendo alla suprema di osservar il corpo smacellato della ragazza appesa.
-Perfetto. Slegatela e portatela alla base. La madre mia vi attende-
Il gruppo di cappucci rossi si volta al comando della donna dalla tunica in pizzo rosa.
Io slego la ragazza caricandomela sulla spalla sinistra evitando che il sangue mi impregni l'intera veste.
-Mackob-
-Signora mia-
-Quanti membri ancora mancan della stirpe Never Hill?-
-340 mia maestra. Son di meno dello scorso anno. Però se mi permette avrei informazioni da riferire alla base-
-Che tipo di informazioni?-
-Potremmo riscontrar interferenze nel nostro obiettivo-
-Chi?-
-Ha presente la famiglia Meyer?-
-Certo, come potrei dimenticar quei poveri disgraziati privi di fortuna?-
-Arthur, il figlio della pazzoide donna potrebbe aver connessioni strettamente legate con la sua rivale...-
-Che gioia... Altri casini previsti quindi?-
-È ancor determinata a metter fine alla loro stirpe?-
-Devo sterminar ogni componente e ogni collegamento che riconduce sempre a loro-
-Anche i non membri?-
-Oh caro, specialmente i non membri. E so già a chi puntar-
La donna mi volta le spalle iniziando a camminar, struscia la mano delicatamente sugli spinosi alberi canticchiando una strana melodia...
-Sai Meckob, aspetto il momento di agire da anni, quella donna deve implorarmi inginocchiata mentre la smembro in due-
-Ne sono consapevole signora-
-Tutta la loro stirpe deve crollar, han sempre provato a intralciar i nostri obiettivi uccidendo una del loro stesso sangue-
-Ma signora, era la madre della sua rivale stessa. Non dovrebbe odiarla?-
-No, la madre di Agatha si era alleata a noi permettendoci grandi vincite e vantaggi. Inoltre era una figura meravigliosa nella nostra stirpe. Non doveva morir lei-
-Comprendo...-
-Oh ma son sicura che tu comprenda alla perfezione. Per questo motivo m'aiuterai- Gira la testa quanto basta per osservarmi con la coda dell'occhio suo -Senza alcuna ribellione... Vero caro?-
-Certo mia signora...-
-Portiamo questo corpo a casa, poi andremo da Loreline. Urgentemente-
-Ai suoi ordini padrona-

...

-Maledetti voi e la vostra prudenza! Avevo bisogno di andar alla locanda per un po' di svago. Come pretendete che io ritorni in casa mia se è posto di udienze mie strane? Ho bisogno di staccar la mente!-
Lo osservo un po' titubante con in mano le chiavi di casa.
Apro la serratura entrando dentro, e accendo una lanterna penzolante al soffitto
-Entrate prego, prendete posto dove più comodi vi sentite-
Fredrick entra dentro mantenuto dal fratello suo per la stanchezza, si avvia dentro la casa prendendo posto su una sedia in legno vicino al tavolo che occupa il centro di questa cucina.
Christopher viene susseguito dalla donna mia che si dirige verso una stanza della casa.
Una volta entrati tutti, richiudo la serratura che emette uno scatto al voltarsi della chiave.
-Bene. Adesso- Dico mentre mi rivolgo ad Arthur -Vieni urgentemente con me di la, parlerai con me e Christopher-
-Ehi ed io che...-
-A te ci penserà la donna mia, vedi di aver contegno e di far il serio che dobbiamo avere silenzio e concentrazione. Intesi?-
-Si... si certo va bene-
Pongo una mano sulla spalla di Arthur dirigendolo col capo verso una direzione della casa che porta fino ad una stanza chiusa con un lucchetto.
Sorpassiamo Agatha che si scambia un'occhiata con Christopher che si trova dietro di me.
Io sblocco il lucchetto con la chiave tenuta sotto un vaso che sosta su un comodino circostante, apro la porticina e permetto ai due uomini di entrarvi per primi.
Ultima entro io chiudendola nuovamente alle spalle mie, scendiamo la scalinata illuminata da lanterne poste su ogni scalino.
Giungiamo fino ad uno spiazzale pieno di cristalli su ogni scaffale, fiori, piange, pendoli, pentagoni di legno, piume, spezie ed erbe.
Arthur e Christopher si guardano intorno sorpresi e meravigliati dall'ambiente che ci circonda, io prendo due grandi pietre d'ametista e quarzo nero.
-Sedetevi prego-
I due uomini siedono sui tronchi di legno scuro attorno a un tavolo rotondo.
Con le spezie creo una circonferenza di protezione dai malocchi e cattive energie.
Pongo le ametiste al centro del cerchio buttandovi poi sopra schizzi di vino di Lilith.
-Ora voglio che mettiate entrambi una mano su ciascuna ametista, io porrò in seguito le mie sulle vostre-
-Perché... perché deve esser immischiato anche Chris in tutto ciò?-
-Ha una forte connessione con te così come l'aveva la madre sua con la tua. Gli fa da protezione così automaticamente la farà anche a te.-
Christopher mi guarda sorpreso...
-Hai intenzione di entrar in contatto con le madri nostre? Ciò vuol dire che posso incontrarla anche io?-
-Potreste riscontrare spiriti maligni che prendon le loro sembianze, se vi capita levate immediatamente la mano dal cristallo, compreso?-
Rispondono annuendo con sicurezza. Anche se infondo sento la loro paura.
Serro gli occhi permettendo a tutti i tipi di energie di entrar in contatto con me, il silenzio colma la stanza.
Non ho idea se Arthur e Chris mi stian chiamando o se stian strillando.
Non posso aprir occhio.
Scricchiolii spezzano la tensione, vengon da sopra fino a percorrere ogni angolo della piccola stanza, gli scaffali tremano e le ampolle rischian di cadere.
-Joline? Joline sei qui?-
-Merinda...-
-Cara, da quanto tempo, dove sei, puoi dirmelo?-
-Qua-
La sua risposta rimbomba ovunque, non capisco dove sia...
-Cara, puoi spiegarmi meglio che accade, che succede, come possiamo metter fine a tutto questo?-
-sewi mesimeri ālifwali, begu yik'ededali...-
-Cosa... chi sei?!-
-sewi mesimeri ālifwali, begu yik'ededali!-
-RISPONDI DEMONIO CHI SEI-
-WUSHA YELEMI-
Son scattata per aria lasciando le mani dei due uomini confusi dinnanzi a me, loro sembran tranquilli, io son madida di sudore...
-Che avete visto Merinda? La madre mia?-
-No, speravo nella madre di Arthur, ma m'ha risposto un altro essere.- Mi volto verso la vittima in questione -Ora comprendo la disperazione tua, dobbiam fare assolutamente qualcosa-
-Cosa proponi donna dal pel' rosso?-
-Ho una conoscenza magica. Uno stregone molto potente che potrebbe aiutarci a scoprire su codesta indemoniata-
-Dove si trova?!-
-Svezia. Non saprei come giungervi però-
Christopher isa la capa di scatto quasi illuminandosi
-Io ho una soluzione!-
-Che hai in mente Chris?-
-Il fratello mio è sbarcato dalla Norvegia, avrà conoscenze al porto potremmo imbarcarci-
-Giusto! Grande ragazzo-
Compio un respiro di sollievo isandomi dalla sedia, faccio cenno con le braccia ai due uomini di isarsi anche loro
-Salite sopra e spiegate a quei due. Io devo prima purificare la stanza, non voglio rischiare di attirar qualche strana presenza anch'io-

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