CAPITOLO XV
Con l'affilato pettine disgrego i nodi che arruffano la mia chioma, è la mezza del giorno.
Prendo due stecchetti e li accendo con una piccola fiamma quanto basta per dar vita a l'incenso profumato.
Sistemo i cristalli spostandoli su una mensola in alto al piano cottura, dove il gatto mio sosta tranquillamente.
Gli accarezzo il fitto e nero pelo mentre lui emette fusa e si rigira a pancia su. Io sorrido e gli punzecchio il musino.
-Ma buongiorno-
Mio dio questa donna...
-Come sei entrata?-
-Dal retro, avrei fatto la cortese bussando si, ma farmi vedere in queste condizioni sarebbe rischioso non credi?-
-Quando ti ho conosciuta ti piaceva correr rischi Agatha-
-Non son cambiata, ma non vorrai mica farmi lapidare viva?-
-Hai fatto ciò che dovevi far?-
-Si, la mala donna è più che deceduta, però non ha rimesso solo lei come sacrificio-
-Oralica..?-
-Mi ha mancata di rispetto, nominando te-
-È stato meglio così. Non era adatta a ciò che facevamo e avrebbe sicuramente spifferato tutto a tutti. Hai fatto bene cara-
-Non ti nego di aver avuto una fitta al cuore, ha un figlio.-
-Tutto ciò che facciamo noi accade per una ragione, evidentemente era destino che lei morisse prima. Non così forse, ma comunque prima o poi sarebbe deceduta-
-Che prepari?-
-Ancora non ho scelto, vorresti fermarti qui?-
-Beh, dove dovrei andar così?-
-Siediti la, vado a prenderti delle vesti pulite-
Mi volto lasciando Agatha alle mie spalle, vado in stanza e frugo nel grande armadio posto vicino al letto, scorro la mano tra le mie vesti semplici e il mio occhio ricade su una in particolare.
È viola e semplice, comoda in lino e smanicata.
La prendo richiudendo l'armadio alle mie spalle, prendo anche una spazzola diversa da quella che utilizzo io e torno in cucina.
Entro e vedo Agatha che tiene in mano il gatto mio accoccolandolo a se.
-Deve aver sentito l'odore di sangue-
-Ancor gli piace?-
-Con tutte le volte che gli hai dato le tue vittime in pasto pretendi che non ne sia uscito viziato? Adora il sangue-
-Non è mia colpa anzi! Dovresti esserne grata, con te questo povero essere faceva la fame-
-Non è vero-
-Invece penso proprio di sì, tutte quelle erbacce e carni bianche. Non è vero lurido esserino?-
Alla domanda di Agatha il gatto mio risponde con un miagolio piuttosto da birbante, incredibile...
-Assurdo! Disgraziato-
-Te l'avevo detto io, questo povero figlio con te faceva la fame ogni volta! Menomale che c'è Agatha-
La fisso mentre parla e scherza col gatto, ai miei occhi vederla così pura e innocente può sol farmi del bene...
-Pura e innocente?-
-Sempre la solita sei-
-Dovrei esser lusingata da questo complimento? Pensavo ti piacesse il mio essere "selvaggio"-
-Non contraddirmi amo quel tuo lato, ma quando sei così...-
Parlo mentre la indico a palmo vuoto
-Così mi fai un effetto che nemmeno io si descriver. Mi fa sentir contenta, spensierata-
Agatha abbassa lo sguardo sul gatto nascondendo un piccolo sorrisetto sotto i baffi. Cielo che tenera.
-Che c'è t'imbarazzi?-
-Assolutamente no!-
Rido mentre lei fa la finta arrabbiata posando il gatto giù per terra. Mi si avvicina e mi prende il viso ricambiando leggermente la mia risata.
Si avvicina baciandomi delicatamente, a me vien da rider
-Che ridi disgraziata-
-Non posso farne a meno, le faccine che fai per camuffar le emozioni!-
-Io non camuffo niente, ingrata-
-Certo certo mia maestra. Assolutamente niente-
-Sei consapevole che potrei ucciderti in questo momento con le mie stesse mani?-
-Ne son più che consapevole-
-La cosa non ti turba?-
-Decisamente no... Però mi turba la puzza di marcio che fai quindi tieni- Le porgo la veste violacea -Cambiati e poi potrai abbracciarmi quanto vorrai-
Lei prende la veste dalla mano mia poggiandola sul tavolo, sposta le mani sul retro della sua nuca per sciogliere la mezza coda che mantiene per pelo la grande ciocca di capelli.
Se li lascia cadere fino alle spalle, dove poi vi slaccia i lacci della nera veste che copre ogni parte del corpo suo. La lascia cadere a terra e fa per slacciare i lacci del corsetto rossastro per poi spostare lo sguardo su di me...
-Che c'è?-
Alzo gli occhi nei suoi muovendo la testa facendo un cenno di "niente".
Lei scuote la testa sorridendo e alzando gli occhi al cielo. Slaccia il corsetto sfilandolo con le mani e ponendolo sul tavolo, prende la veste viola e la infila dall'alto facendola ricadere sul resto del corpo.
Si abbassa, infine, sfilandosi anche la gonna rimanendo coperta solo dalla violacea veste. Che essendo di lino rimane un po' trasparente.
-Sei bellissima- Dico mentre prendo la spazzola che avevo poggiato sul tavolo -Vieni con me-
La prendo per mano dirigendomi verso una porta della dimora mia che da su una piccola veranda sul retro.
Apro la porta facendo prima uscire Agatha, per poi susseguire io stessa.
-Questo posto è dove solitamente mi metto a far rituali con incenso. È il più luminoso e calmo che ho-
Agatha isa una mano al cielo ponendo due dita in alto, sta immobile così che una farfalla in arrivo possa posarsi su esse.
-Da quando ti piacciono le farfalle?-
-Questa mi ricorda te, è arancione e rossa- Guarda l'esserino e guarda me -Dovresti indossar più spesso il rosso, secondo me ti donerebbe-
-Va bene va bene stilista provetta, indosserò il rosso-
-Dico sul serio!
Scollo le dita di Agatha così che la farfalla possa svolazzare nuovamente via, guardo la donna mia indicandole col capo un piccolo dondolo posto in mezzo al verde della veranda, che è circondata da fiori e odori profumati rimanenti dell'incenso.
Io mi siedo sul dondolo facendo posto ad Agatha di fianco a me.
Lei mi guarda sedendosi, io le giro il volto verso il lato opposto prendendo buone ciocche di capelli iniziando a districarle-
-Fa piano, son delicati-
-Tranquilla, rilassati, hai fatto tanto questa mattina avrai pur bisogno di una ricompensa- Dico mentre le accarezzo il viso e abbassando il mio per darle un piccolo bacio sul naso, lei sorride e chiude gli occhi.
Io pettino delicatamente, mentre inizio a canticchiare una melodia a noi familiare.
La melodia che ha fatto da sotto fondo al nostro primo incontro.
...
Percorro il sentiero quasi immedesimato all'alta erba
-Sai Chris, dovresti tosarne un po', è molto più alta del solito e poi potresti pur sempre donarla alle vacche-
-...-
-Chris?... Chris!-
-Oh? Oh si sì, mi ero completamente dimenticato dell'erba. Certo la toserò-
-Va...bene-
Mi rivolto verso la porta un po' titubante per il fratello mio, osservo la composizione in legno scheggiato ormai vecchio.
Le finestre son impolverate e la recensione circostante sembra andar sempre più a male.
-È aperta o...?-
-Bussa. L'ho chiuso in casa l'altro giorno per il compleanno mio, tanto non sarebbe uscito-
Annuisco e tiro tre colpetti sulla porta spinosa non muovendo un singolo arto dopo.
Il silenzio risponde ai miei colpi, quando finalmente tonfi sempre più vicini giungono davanti l'entrata.
Da fuori sento un sospiro rauco che penso simbolizzi l'evidente svogliatezza e malvagità di quest'uomo
-Chi cazzo busta a quest'or? Christopher maledetto t'avevo detto di...- Apre la porta fermandosi di colpo e sbarrando gli occhi -Tu...-
-Adam. Ci si rivede-
L'uomo guarda Chris che è pietrificato dietro di me ansioso di un'ipotetica mala reazione
-Che diavolo ci fai qui? Dovevi startene la dove hai preferito andar!-
-Volevo giunger qua per il compleanno del fratello mio, non certo per te. Starò qua qualche giorni, fammi entrare e risparmieremo una scenata inutile-
Sbuffa spostandosi dall'entrata permettendo il mio cammino, Christopher fa per seguirmi ma l'uomo odioso lo ferma con uno spintone
-Va fuori immediatamente a dar cibo a quegli inutili ammassi putrefatti! Voglio carne grassa e succule...-
-No- Interrompo la frase dell'uomo dinnanzi a me che mi squadra aggressivamente
-No?-
-Fredrick non è un problema vado e torno...-
-Tu non vai da nessuna parte, statti buono qua-
-Senti un po' feccia, sei tornato dopo anni e pensi di aver il comando in questa casa? Io son tuo padre e devi obbedire alle mie fottute richieste, m'hai capito?-
-Tu padre mio non sei più. Dopo quello che m'hai fatto pensi davvero che io possa chiudere un occhio e tornare a farti da schiavetto? Nemmeno alla morte tua ti servirò dei fiori- Prendo Chris per il braccio e mi rivolgo nuovamente ad egli
-Lui sta con me, dopo il mio viaggio ho il diritto di star con lui quanto mi pare e piace, vacci tu a sfamar le vacche altrimenti farai la fame e ti arrangierai con le poche cose in dispensa.-
-Bastardi... bastardi- Dice mentre si gira prendendo un secchio di fieno e aprendo la porta.
Continua a mormorare da fuori facendosi sentire quasi sicuramente a posta.
-Non dovevi, ora sarai nei guai-
-Si che dovevo, si aspetta di esser servito fino al giorno decisivo? Che muoia adesso. Prima o poi dovrà alzarlo quel sedere flaccido che si ritrova per guadagnarsi del cibo-
Christopher mi fissa con ammirazione e stupore
-La prossima volta che t'impone qualcos'altro riferiscimelo che gliela faccio mangiar per bene io la carne succulenta che tanto vuole. Gliela faccio ingerire con tutto il piatto scheggiato-
-Fredrick!-
-Cosa? È la verità, è tutto ciò che si merita quell'ingrato pezzo di bastardo-
-Pensi che smetterà di torturami?-
-Stanne certo che fin quando ci sarò io non ti torcerà più nessun capello Chris. Fidati.-
Mi guardo attorno osservando le condizioni di questa vecchia baracca, dentro la polvere è assente, però le poltrone e i divanetti son lerci e squarciati.
-Che è successo qua dentro, un felino v'ha stracciato tutto?-
-Non l'ho mai capito perché son combinate così, penso sia stato lui, magari preso da un suo solito attacco d'ira-
-Hai mai pensato di preparargli una camomilla con tanto di sonniferi? Così magari lo stronchi una volta per tutte-
-Non ti nego che ho pensato di far di peggio!- Dice Chris mentre ridacchia e prende un qualche strano oggetto da un comodino posto sotto un quadro del salotto
-Guarda qua-
Guardo appreso tra le mani di Chris un aggeggio affilato con su dei vetrini neri e appuntiti
-Volevo squartarlo una notte, così avevo provato a costruir questo ehm "coso"? Però non credo che...-
-Non ci credo...-
Rido portandomi le braccia alla pancia per evitare di piegarmi giù per terra
-Non ridere! L'ho fatto con impegno-
-Pare un verme!-
-Sta zitto, disagiato me l'hai insegnato tu!-
-MA NON DOVEVA SEMBRAR UN VERME-
-Ed io invece ho voluto creare un verme. È rigorosamente egregio guardalo-
-È ORRIBILE-
-Maleducato, così lo offendi!-
Mentre ridiamo un colpo forte e di botto irrompe in casa sbattendo la porta spalancandola
-SI PUÒ SAPER CHE AVETE VOI DUE DA STRILLAR COSÌ TANTO COME DUE SGUALTRE?!-
Io fisso il fuso uomo e allo stesso tempo Chris che prova con tutte le forze sue a non ridergli in faccia
-Su via uomo suscettibile! Stavam solo scherzando-
Vendendolo innervosirsi prendo dalle mani l'obbrobrio di Chris
-Sai Adam- Dico mentre iso l'oggetto in aria -Ti assomiglia-
Christopher scoppia a rider a crepa pelle, l'uomo s'infuria e ci minaccia utilizzando un piede di porco che si porta dietro manco fosse un suo fidato cane
-FETENTI PEZZI DI MERDA, USCITE IMMEDIATAMENTE DI QUA, NON VOGLIO VEDER LE VOSTRE MERDOSE FACCIE-
Prendo Chris di colpo spingendolo fuori dalla porta schivando un colpo d'arma dal fuso uomo.
Ridendo cominciamo a correre e quando siam salvi dall'arma mi rivolto e urlo
-VERME! VISCIDO VERME!-
-FREDRICK NON INFIERIRE-
-SPARITE BASTARDI, APPENA TORNERETE QUA GIURO VI SQUARTERÒ VIVI!-
-STANNE CERTO INVERTEBRATO. FA ATTENZIONE A NON ESSER SCHIACCIATO, APPENA MUOVI UN MUSCOLO TI SCIOGLI!-
Chris lacrima dalle risate mentre corre più veloce che può, io lo osservo e con sguardo da furfante fiero come sono rido anch'io
-Che c'è, non gli ho detto la verità?-
-Ci ammazzerà-
-Chi? Lui? Ma lo hai visto è un vecchio rappato. Potresti buttarlo a terra con un dito ma siccome sei nato compassionevole non t'azzardi minimamente-
-Mi rifiuto di toccar i vermi-
Chiudo gli occhi trattenendo una risata per non dargliela vinta...
-Bella questa... Ma non riderò!-
-E dai per una volta che ne dico una buona...-
-Mi dispiace caro, dovrai provar di più.-
-Scommettiamo che ti farò perdere e riderai ad una mia fantastica barzelletta?-
-Io sono Fredrick. Non perdo mai.-
-Troppa paura per provar?-
-Scommettiamo-
-Come pensavo. Allora! Ne ho molte nel mio serbatoio!-
-Deliziami caro, deliziami con le tue... beh simpatiche! Barzellette-
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