CAPITOLO X
Christopher sull'altro lato della strada ho lasciato, mi sto dirigendo nella bottega di Agatha, son certa che discuteremo abbastanza.
Cammino per la fitta via dominata dalla foschia che pian piano sembra diventar nebbia. Tutto così provo di colore.
In cielo vi son i corvi che svolazzano qua e là, son di media grandezza ed emettono suoni piacevoli quanto assordanti, diamine che fastidio.
Son giunta qua dinnanzi la grande entrata...
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3..
-Chi è che osa disturbar a quest'or del di?-
-Son io è permesso?-
-Oh! Cara, carissima certo entra pure-
M'ha fissata titubante con quei suoi occhi stretti e scuri, quegli occhi che ogni mala volta mi fan perdere nell'immensità che contengono.
-Allora tesoro cosa ti riporta qui da me? Pensavo non potessi proprio vedermi più-
-Son venuta... per far visita...-
-Ti son mancata?-
-Si. Non farò giri intorno, mi sei mancata assai Agatha, mi maledico per questo però si, avevo urgentemente bisogno di rivederti-
-Mh, immaginavo. Beh! Ti va del vino cara? Ne ho un po' avanzato di la. E poi dovrei parlarti di una cosa-
-So di cosa vuoi parlarmi-
-Si, ma non sai tutta la spiegazione. Non è plausibile che tu la sappia-
-No, infatti non riesco a schiarirne il motivo, ma so di che vuoi parlare-
-Bene, vieni, non qua che ci son quelle ficcanaso delle mie dipendenti, andiam di la nello scantinato-
M'ha presa per il braccio, cinge la presa con fermezza ma senza far troppa forza. Dio questa donna mi porterà all'esasperazione.
Non sarei dovuta venir qua e darle la soddisfazione di vedermi, e invece come una grande ebete son qua che mi muovo sotto il suo comando.
Pensavo che con scantinato intendesse il buco di stanza grigio e posseduto dell'ultima volta... Non è quello che m'aspettavo...
-A..Agatha dove mi stai conducendo?-
-Tu ora vedi-
Siam scese ancor più in basso della piccola stanza piena d'anime, siam in un buio corridoio, non c'è scampo, io non ho scampo...
Stiam semplicemente andando in una stanzìna, eppure ho il presentimento che m'accadrà qualcosa... Però non qualcosa di terrificante bensì soddisfacente...
Siam arrivati in una stanza molto più stretta di quella dove mi aspettavo di giungere. I muri son dipinti con della pittura rossastra, vi son disegni di simboli magici e incantesimi, per terra vi è un enorme, davvero enorme tappeto di pelliccia di non so qual povero animale, vi son due librerie zeppe di libri che deduco sian satanici e infine pietre preziose sparse qua e là comprese sul lampadario.
-Perché mi hai portata qua?-
-...-
-Agatha?-
M'ha spinta dentro voltandosi verso la serratura che ora sta chiudendo...
-Agatha che hai intenzione di combinare?-
Ha girato minimo 4 volte la serratura della piccola porticina, come sia possibile non so e non voglio saperlo.
-Sai Merinda... In questi giorni non ho fatto altro che pensare a te. Pensare a te e alla tua lunga e rossa chioma. A te e alla tua candida e morbida pelle...-
Parla mentre è voltata dandomi le spalle, riesco a percepire l'emozioni che prova.
-Che... che stai facendo? Che dovevi dirmi?-
-Oh quello può aspettare-
-No non posso aspettare devo andare a casa dal gatto mio e...-
-Diamine sta zitta. Quanto blateri-
S'è girata e adesso avvicinando si sta. Avanza sempre più mentre io mi ritrovo sempre più alle strette con la libreria posta al retro delle mie spalle...
-Dov... dov'è il vino che avevi detto di tener conservato?-
-Qua, vieni avvicinati che te lo verso non mangio mica-
-Certo...-
Sto cominciando ad andar verso lei, con passo lento ed esitante, ho una sensazione di calore ed ansia. Ho un nodo allo stomaco incredibile.
Son davanti la donna mia, col bicchiere proteso in avanti mentre lei ci versa il vino all'interno. Per qualche ignoto motivo mi ritrovo a guardarla dopo tempo. Ha i castani e mossi capelli più lunghi del solito sempre acconciati nella solita mezza coda un po' scompigliata, i suoi lineamenti son più delicati sembra aver perso peso. Le sue forme son contenute da una veste che sopra ad ella sembra quasi inesistente. O forse son io che desidero che possa essere inesistente.
-Che hai da ammirare così tanto cara?-
-Niente di importante-
-Ho finito di versare il vino puoi ritrarre il bicchiere per bere sai?-
-Oh si perdonami-
Ho preso il mio bicchiere e lo sto guardando, lo faccio roteare leggermente mentre fissò il suo contenuto..
-Non è avvelenato te lo assicuro-
-Non credo sia avvelenato-
Ho alzato lo sguardo verso Agatha, sta sorseggiando il suo bicchiere di vino con delicatezza senza emettere rumori spiacevoli.
-Merinda-
Dalla bocca l'ha spostato ed ora mi fissa con fare burlesco e con un sorrisetto poco rassicurante...
-Cosa c'è-
-Che ti succede? Pensavo che non mi avresti più guardata con quei due occhioni pieni di desiderio-
-Io... non- non so cosa mi stia accadendo-
-Vuoi che te lo mostri?-
Sto annuendo senza usufruire di parole.
Lei m'ha capita e ora il bicchiere sullo scaffale della libreria ha posto, mi sta guardando da capo affondo offuscando le sue intenzioni così che io non riesca a percepirle...
-Tu mala...-
-Silenzio-
Ha immerso due dita nel calice di vino ed ora sta avanzando verso di me.
M'ha preso il viso con una mano e con le due dite impregnate di vino ora le labbra mi sta sporcando, sento che dovrei liberarmi e dimenarmi. Ma non voglio.
Adesso il calice mio ha preso e bevendo un po' del mio vino sta. Se l'è posto in un lato della bocca ed ora accorciando lo spazio tra noi sempre più sta.
Con delicatezza ha rafforzato la presa sul mio viso portandolo ancor più dinnanzi al suo così che i nostri sguardi possan incontrarsi completamente senza via di distrazione o deviazione... Dannazione che sensazione...
-Sai cara... Prima volevo parlarti di ciò che è successo domenica. T'ho fatta soffrire lo so, e mi mangerei le mani sola per come ti ho trattata quel giorno ma l'ho fatto per buoni scopi-
-M'avevi detto che ero stata troppo semplice da manipolar e che sarei appartenuta alle anime oscure-
-Oh cara che sciocca che sei stata, l'unica anima oscura a cui ora appartieni son io-
-Che... che intendi?-
-Tamaran è un demonio che ho scelto di seguire per scelta mia. Ci siam unite in un rituale di unione teoricamente "maligna", che invece ora garantirà protezione completa ad entrambe e tante fortune. Siam state colpite da un particolare sigillo che ci terrà unite insieme per sempre indipendentemente da qualunque cosa ci accada-
-Proprio come...-
-Si. Proprio come avevamo desiderato 3 anni fa. Ho realizzato il nostro sogno amore mio-
-Maledetta mi hai fatto passar un trauma potevi riferirlo prima-
-Doveva esser una sorpresa!-
-Certo certo-
-Ehi-
-Mh?-
-Non dubitare mai dell'amore che provo per te-
-Fallo. Fa quello che devi fare-
-Mh... Cosa ti fa pensare che io voglia fare quel che dici tu?-
-Agatha. Fallo e basta, ti prego...-
Mi guarda sorridendo con il suo ghigno velenoso. Veleno per me indispensabile per vivere.
I nostri fiati si son uniti in un unico e solo. Il gusto del vino predomina le punte delle nostre lingue rendendo il tutto così dolce con tanto di retrogusto amaro e piacevole. Non percepivo il suo respiro da troppo tempo ed ora tutto sembra così leggero. Io mi sento così leggera.
Son bloccata spalle contro il grande mobile dietro di me, Agatha dal respiro mio è scivolata ai lineamenti del mio viso arrivando giù fino alla clavicola, la mia pelle al tatto suo trema dalla sopraffazione.
-Cara come profumi. Sapevi che sarebbe successo?-
-N...no ma non ti nego che c'avevo fatto un pensierino-
-Poi mi chiedo perché son ossessionata da te-
Dalla clavicola ora è scesa ad uno dei punti proibiti che ogni donna nasconde fino al momento giusto alzando la mia veste fin dove è possibile. Suoni incontrollabili fuoriescono da me senza che io possa far nulla. Il corsetto m'è rallentato cadendomi giù fino al bacino.
-Agatha sei consapevole che le tue dipendenti ci udiranno?-
-So a cosa vado in contro. Non mi importa che sentano pure-
...
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