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[Ventotto]

Dylan.


Mi stava aiutando ad aprirmi con lei, stava affievolendo quel macigno insopportabile senza rendersi conto di quello che stava facendo effettivamente per me.

«Fa male» mormorò «Sentirsi un peso per i propri genitori, sentirsi puntare il dito da tua madre come se lei stessa ti ritenesse uno sbaglio» la sua voce flebile si era fatta spazio intorno a noi, non sopportavo l'idea di vedere qualcuno soffrire.

Potevo capire alla perfezione come si sentisse in quell'esatto istante e non mi davo pace, non se lo meritava.

«Le persone mi lasciano sempre quando ne ho più bisogno» la sua voce sembrava dissolversi nel vento «Spesso le persone non comprendono quello che hanno davanti e non lo apprezzano» affermai.

Una lacrima segnò un piccolo sentiero sulla sua guancia, le fermai la mano che stava per asciugarla «Piangere è okay, fa bene sfogarsi e non devi vergognartene» mormorai prima di continuare «Sai che non ti giudicherei mai.»

Le sue labbra si incurvarono formando un piccolo sorriso, sospirai prima di trasformare i pensieri in parole senza sapere il motivo.

«Mi sono sempre sentito fuori posto. Non so vivere con la stessa leggerezza degli altri, non ci sono mai riuscito e questo a volte mi massacra. Vivono tutti con una certa frivolezza senza riuscire a donare il giusto valore ad ogni singola cosa, d'altro canto può possedere dei lati positivi. Insomma, se riesco a donare un preciso valore anche alla cosa più piccola, non sono così coglione in fondo.»

Mi alzai dalla panchina di pietra facendo leva con le braccia «A volte basta trovare una persona che ti faccia sentire sempre al posto giusto, una persona che sia disposta soltanto a farti del bene» conclusi sospirando, distolsi lo sguardo da Lilith portandolo altrove.

Mi mancava terribilmente quella sensazione, il non sentirsi sbagliati. Essere sempre al posto giusto, essere talmente accecato dalla felicità da non riuscire a vedere nient'altro.

Un soffio di vento si scontrò con violenza sui nostri visi «Dovresti tornare a casa, inizia a fare freddo» scosse il capo «Io non ci torno a casa e poi, associare la parola casa a quelle quattro mura credo sia quasi surreale» iniziò a scrutarmi con i suoi smeraldi accennando una risata amara.

«Bene, vieni a casa mia allora» corrugò la fronte come se fosse contraria alle mie parole «Lilith, davvero credevi che ti avrei lasciata da sola in strada di notte? Per di più fa freddo e dovresti riposarti» feci qualche passo propenso a realizzare la mia idea.

Le sue dita si appoggiarono sul mio polso facendomi voltare verso di lei «Non voglio sentirmi un peso anche per te, Dylan» avanzai nella sua direzione «Solo perché alcune persone ti hanno fatta sentire in questo modo, non significa che tu lo sia realmente» il mio tono di voce uscì più duro di quanto pensassi.

«Per me non lo sei» sussurrai osservando un piccolo sorriso prendere forma sul suo viso che cercai di ricambiare «Allora? Vieni?» continuai sperando che accettasse, non volevo lasciarla da sola.

Accennò un sì con un gesto del capo, spontaneamente di formò un sorriso sul mio viso prima di iniziare a camminare.

Restammo in silenzio con il vento che accarezzava i nostri visi per poi passare tra i suoi capelli ramati, in breve tempo raggiungemmo casa mia senza averla avvisata della presenza di mia madre.

«Dovresti avvisare i tuoi genitori che non torni a casa, si potrebbero preoccupare» abbassò lo sguardo sospirando come se avessi detto qualcosa di sbagliato.

Portai la mia attenzione sulla serratura della porta cercando di non causare troppo trambusto, fummo colti dalla voce di mia madre «Pensavo dormissi già» esordii accennando un sorriso.

Il silenzio ci avvolse completamente mentre Lilith si scambiò sguardi con mia madre, quest'ultima si avvicinò sorridendo tendendo la mano nella direzione della rossa.

Ricambiò titubante dato che non l'avevo avvertita «Sono Debra la mamma di Dylan» non avevo idea di come si sarebbe evolta quella situazione, di certo non avrei lasciato quella ragazza da sola in strada e di notte.

«Lilith» sussurrò la rossa accanto a me «Ti vado a preparare la-» interruppi mia madre «Riposati, faccio io» mi rivolse un sorriso raggiante mentre accompagnai Lilith nella mia camera a prendere le lenzuola pulite.

«É tua?» seguii il suo dito puntato sulla custodia nera leggermente impolverata, mi limitai ad annuire «Non pensavo che sapessi suonare la chitarra» mi diressi verso l'armadio aprendo l'anta.

«Sapevo» asserii freddo «É da tempo che non la estraggo dalla custodia» conclusi sperando che non mi rivolgesse ulteriori domande.

Era già venuta a conoscenza di parecchie cose e credevo che sarebbe bastato, non avevo intenzione di approfondire io l'argomento.

Bastava ciò che sapeva senza scendere in ulteriori dettagli, afferrai le lenzuola pulite e la coperta accompagnandola nell'altra camera.

«Non volev-» la interruppi sospirando rendendomi conto che non potevo usare quel tono di voce con lei, avrei soltanto rischiato di allontanare l'unica persona che stava cercando di capirmi.

Mi sedetti sul letto giocherellando con gli anelli metallici «Adoravo suonare la chitarra, mi sconnettevo dalla realtà. Era una passione che coltivavo fin da quando ero bambino ma poi ho condiviso tutto ciò con lei, ho paura soltanto a guardare quella custodia. Ho paura che tutto torni a galla divorandomi la mente.»

Sussurrai con voce flebile come se non riuscissi ad accettare la realtà, non ero mai riuscito ad accettarla completamente. Mi imbottivo di convinzioni distorte non riuscendo ad aprire gli occhi, credevo che così facendo avrei affievolito il dolore.

Mi sbagliavo.

Per due anni mi ero serrato in una bolla perdendo il contatto con il mondo senza rendermi conto di star aggravando il tutto.

E in quel momento ero seduto accanto ad una ragazza che senza rendermi conto, mi stava aiutando ed era entrata in contatto con quella parte nascosta agli occhi degli altri. Forse perché in quegli occhi verdi riuscivo a trovare quel conforto che soltanto lei aveva saputo donarmi.

×××
Ce l'ho fatta!
La scuola in presenza mi sta letteralmente uccidendo, nonostante ciò ecco il capitolo. Spero che vi possa piacere, come sempre fatemi sapere cosa ne pensate!

Se trovate errori fatemeli notare, non ho avuto il tempo di revisionare!

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