[Ventiquattro]
𝐒𝐜𝐨𝐫𝐫𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐯𝐢𝐝𝐞𝐨 ➙
Noah.
«Me lo prometti?» sussurrò come se temesse le sue stesse parole, i miei occhi erano puntati su di lei facendo attenzione a ogni minimo particolare che la caratterizzava. Scossi leggermente il capo diminuendo ulteriormente la distanza che si opponeva tra noi, i suoi occhi erano velati di tristezza.
Accennai un sorriso sotto il suo sguardo confuso «Non voglio farti promesse, non voglio vederti piangere a causa di una promessa infranta» la ragazza mora di fronte a me corrugò la fronte «Ma..» mi interruppi prendendo un respiro «Cercherò di supportarti o sopportarti» accennò un sorriso.
Proseguii «Mi impegnerò per farti sorridere, asciugare ogni lacrima che accarezzerà il tuo viso. Mi impegnerò nello starti accanto sempre, soprattutto quando ti senti sola» appoggiai le mani sui suoi fianchi facendo combaciare i nostri corpi.
Sul suo viso trasparivano una miriade di emozioni contrastanti in quel momento, probabilmente, come quelle che sentivo dentro di me. La sua confusione aumentò al seguito delle mie parole «Perché io...» ormai non potevo più tirarmi indietro.
Era arrivato il momento che tanto bramavo, da mesi ormai «Ti amo, Audrey» sussurrai, sul suo viso traspariva chiaramente della sorpresa nello sentire quella frase. Ogni giorno fantasticavo su un ipotetico giorno in cui avrei pronunciato quelle parole, sul momento esatto in cui avrei esposto totalmente i miei sentimenti.
Le mie labbra si incurvarono in un piccolo sorriso prima di appoggiarsi delicatamente sulle sue, il cuore minacciava di uscirmi dal petto. Ormai avevo perso quasi totalmente le speranze, non credevo di poter riuscire a compiere un gesto simile.
La sua schiena aderiva perfettamente al muro retrostante, appoggiai la mano sulla sua guancia assaporandomi ogni istante. Non riuscivo a descrivere ciò che sentivo dentro di me, non mi ero mai sentito così prima. Le nostre lingue si sfioravano con movimenti delicati, le mie dita scorrevano sula sua pelle calda facendosi spazio sotto a quel tessuto sottile.
Trascorsero secondi interminabili prima che riuscissi a scorgere il suo sguardo, fummo interrotti da una mano che si scagliava contro la porta di legno.
Mi avvicinai per aprirla «Lilith?» rimasi sorpreso nel trovare la rossa davanti a me, mi stupii maggiormente nel notare i suoi occhi lucidi. Mi feci da parte consentendole di entrare, chiuse la porta alle sue spalle.
Teneva lo sguardo basso «Posso parlarti?» sussurrò, non capivo il motivo per cui volesse parlare con me ma non mi restava che scoprirlo. Audrey osservava la sua amica con sguardo interrogatorio «Di cosa?» la curiosità stava prendendo il sopravvento.
Esitò alcuni istanti prima di rispondere «Dylan» sospirai all'udire quel nome «Dimmi» ero scocciato da quell'interruzione ma allo stesso tempo preoccupato per ciò che stava per dire «Non qui...» sembrava spaventata e la mia curiosità mista alla preoccupazione, aumentava ogni minuto che trascorreva.
Mi avvicinai ad Audrey facendo sfiorare le nostre labbra sotto lo sguardo attento di Lilith «Tornò subito» sussurrai accennando un sorriso che non esitò nel ricambiare, ci dirigemmo fuori dall'abitazione in silenzio evitando gli sguardi dei miei amici.
Iniziammo a camminare cullati dall'aria gelida di quel mattino «Di cosa si tratta?» ruppi il ghiaccio osservando la ragazza accanto a me, sospirò pesantemente prima di regalarmi una risposta «Mi sono imputata per aiutarlo» sussurrò, capii immediatamente a chi fosse riferita quella frase.
«Abbiamo parlato ma poi se n'è andato, io non posso riuscire nel mio intento se lui non si apre con me» dai suoi occhi traspariva una forte preoccupazione, sicuramente non poteva tempestare il diretto interessato di domande e lei lo sapeva. L'avrebbe costretto a immergersi ulteriormente nel suo passato causandogli ulteriore sofferenza, senza sapere come avrebbe reagito.
Ci sedemmo su una panchina notando quanto ci fossimo allontanati, sospirai prima di dare sfogo ai miei pensieri «Sappi che non lo farei mai se non fosse per una giusta causa, non dire che ne abbiamo parlato. Intesi?» annuii con gli occhi ancora velati dalle lacrime che minacciavano di uscire.
Passai una mano tra i capelli prima di continuare mantenendo lo sguardo fisso di fronte a me «Sappi anche che ti dirò soltanto l'essenziale, non scenderò mai nei dettagli ma è giusto che tu capisca» rimase in silenzio udendo le parole che lasciarono le mie labbra mentre la mia mente iniziò a viaggiare lontano dalla realtà.
«Julie» iniziai sentendo una fitta invadermi il petto pronunciando il suo nome «Era fidanzata con Marshall tempo fa, non la conoscevamo ancora. So solo che quella relazione stava diventando sempre più tossica, penso che tu sappia cosa intendo» abbassò lo sguardo «Si» sussurrò.
Notai chiaramente che la sua mente fosse altrove «Quando tutto si stava complicando, ha conosciuto Dylan ad una festa. Lui era completamente perso di lei» accennai un sorriso malinconico «Mi ricordo le serate passate con qualche birra mentre mi raccontava di questa ragazza» posai lo sguardo su Lilith completamente rapita dalle mie parole, continuavo a notare una certa somiglianza tra le due.
Il sorriso sul mio viso scomparve mentre proseguivo «Poi Dylan venne a conoscenza di Marshall, Julie riuscì ad uscire da quella relazione ma quel ragazzo non la lasciava in pace. In breve Dylan e Julie si erano fidanzati, non avevo mai visto il mio amico così felice» sospirai profondamente «Due anni fa la situazione precipitò nuovamente, Marshall era tornato da Julie ma non volle parlarne con Dylan. Sicuramente si sarebbe incazzato e avrebbe compiuto qualche suo solito gesto avventato.»
Speravo solamente che Lilith riuscisse nel suo intento, Dylan non si faceva aiutare facilmente. Si era chiuso in sé stesso non permettendo a nessuno di comprendere i suoi pensieri, mi mancavano dannatamente quegli attimi di felicità.
Tutti eravamo cambiati, nulla era più come prima «Marshall oltrepassò il limite e non andò a finire bene» tagliai corto non volendo scendere nei dettagli, quelli che Dylan aveva impressi nella sua mente.
Mi alzai seguito da Lilith mentre ci avviammo sulla strada del ritorno «Posso sapere cos'è successo?» le porsi quella domanda forse a causa della curiosità o dalla preoccupazione «Non riuscivo a dormire, ho sentito delle voci e sono andata a controllare. Dylan stava facendo un incubo, gli sono stata accanto senza fare domande. Siamo stati sul balcone e, con mia grande sorpresa, abbiamo parlato molto. Lui mi ha chiesto di non lasciarlo da solo.»
Corrugai la fronte stupito da quelle parole, probabilmente si stava lasciando aiutare veramente questa volta «E poi?» la incitai a continuare «Non so esattamente cosa sia successo ma se n'è andato, sembrava avesse paura e io non so come comportarmi» sbuffò dopo aver pronunciato quelle parole.
Mi accostati sulla soglia della porta «Non lasciarlo da solo, sei la prima con cui si apre così tanto. So che non è facile stargli accanto in questo stato ma... credo che potresti seriamente riuscire del tuo intento»
×××
Questo capitolo mi sembra un po' inutile :/
Comunque, Lilith doveva venire a conoscenza in qualche modo degli eventi passati.
Fatemi sapere cosa ne pensate!
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