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Capitolo- Dieci

Dopo cena dovrebbe venire un collega di Sean, lui questo fine settimana partirà per una nuova missione, purtroppo questa volta, questo suo viaggio coincide con la data del nostro anniversario, una data importante per me, ma penso anche per lui, e cioè quella dei primi dieci anni di vita insieme. Io ci tengo particolarmente, e avrei voluto tanto potere  festeggiare con Sean questo evento proprio nella sua data effettiva, ma Sean mi ha promesso che lo faremo non appena lui torna, partendo per un weekend romantico, solo noi due da soli.

Molti penseranno alla fine che cambia? Basta festeggiare, se poi sia prima o dopo non importa. Ma io a questo anniversario ci tengo particolarmente, perché in quel giorno per noi speciale, vorrei dare a Sean il regalo più bello che io gli possa dare, e cioè la notizia di un nuovo bambino in arrivo. Ho fatto il test circa un due settimana addietro chiusa nel bagno di casa da sola, Sean quel giorno era fuori per lavoro fino a tardi, ed io quando ho visto le due lineette rosse mi sono emozionata a tal punto da mettermi a piangere.

Avrei potuto dargli la notizia subito quella sera stessa, ma siccome sapevo che  mancavano davvero pochi giorni al nostro anniversario, ho deciso di aspettare, perché ho pensato che quello sarebbe stato per noi il momento più adatto, più bello, e più romantico per dirglielo, e così il giorno dopo mi sono recata al primo centro commerciale per comprare un ciuccio di colore bianco per rimanere su di un tema neutro, non sapendo ancora il sesso del nascituro.

Poi la mia intenzione era quella di confezionarlo dentro ad una bella scatolina, e magari glielo avrei dato durante la nostra cena romantica allo scambio dei nostri regali.

Ma il mio piano per ora è saltato, dato che tutto questo è stato spostato per una data non ben definita, e cioè per quando Sean, sarà in grado di tornare da questo suo viaggio di lavoro.

Verso le otto ci raggiunge  questo suo collega, Harry. Dato che questo fine settimana Sean dovrà partire, se ha deciso di farlo venire a casa nostra è perché sicuramente ha bisogno di istruirlo su qualcosa di urgente, anche perché non è da Sean far venire i suoi colleghi di lavoro da noi.

Così, mentre è in salotto con Sean a bere un drink, li  raggiungo per salutare.

-Harry, ti presento mia moglie Elly! - dice Sean.

-Piacere! - gli dico sorridendo, e nel mentre allungando una mano per poterlo salutare.

Lui mi guarda imbambolato, poi prende la mia mano con tutte e due le sue mani, stringendola delicatamente tra di esse, e senza mai togliermi gli occhi da dosso, mi dice...

-Ora mi spiego il motivo per cui tuo marito sia così innamorato di te. - dice mettendomi veramente in imbarazzo.

Nel frattempo con la coda dell'occhio scruto Sean, il suo viso è già storpiato dal nervoso.

Sorrido al suo collega con un sorriso tirato, ed indecisa sul da farsi, con una sola consapevolezza in mente, e cioè che sicuramente  questo tipo non è da molto che lavora con Sean, anche perché tutti i suoi colleghi ormai, dopo tutti questi anni che lo lavorano con lui, sono tutti a conoscenza della sua eccessiva gelosia nei miei confronti, compreso il suo capo.

Il suo datore di lavoro il signor Parker, il proprietario della testata giornalistica in cui lavora ora Sean, è un uomo tutto d'un pezzo. Nonostante sia un uomo molto ricco, e abbia a disposizione un numero imprecisato di subordinati, a lui non piace delegare il proprio lavoro a nessuno, e difatti è il primo che arriva la mattina in redazione e l'ultimo che esce da lì alla sera, ed è lui che sceglie personalmente tutto il personale del suo staff.

Sean a quel tempo si era appena laureato, e sì aveva lavorato per tutto il tempo dell'università come vice redattore di quella piccola testata giornalistica diretta da uno dei suoi professori, è che lui aveva vinto, ma non era un vero e proprio lavoro.

Finché non era stato assunto nella squadra del signor Parcket. Lavorava per lui da poco tempo, quando venimmo invitati ad una cena a bordo piscina che si sarebbe tenuta nella villa del suo capo. Io non volendo sfigurare a confronto di tutte le bellissime donne di classe che di scuro vi avrebbero preso parte, mi ero vestita con un bellissimo abito da sera blu elettrico, per mettere in risalto sia i miei capelli rossi, che il colore dei miei occhi, verdi.

Quando arrivammo, il signor Parcher, da buon padrone di casa come ci vide arrivare ci venne incontro, per salutare.

-Benvenuti! - ci disse, mentre stringeva in modo energico la mano a Sean, dopo di che accentra tutta la sua attenzione su di me, e nel mentre mi guardava estasiato, da perfetto gentleman, si inchina per fare il baciamano, ma in un modo decisamente bello, nel senso che mi ha fatto sentire bella ed ammirata, ma senza essere per nulla volgare.

-Sei la più bella di tutte! - mi disse Sean rapito ad un certo punto della serata, mentre mi porgeva uno dei due cocktail che aveva in mano.

Era felice ed orgoglioso allo stesso tempo per tutti i complimenti che aveva ricevuto quella sera da parte di tutti i suoi colleghi, che erano rimasti affascinati da sua moglie.
Certo! Ma tutto questo fino ad un certo punto, è cioè fino a quando, i loro corpi si fossero mantenuti a debita distanza e finché i loro sguardi si sarebbero mantenuti su un profilo di ammirazione nei miei confronti, e finché non mi avessero guardato con una certa bramosia.

Tutto stava procedendo per il meglio finché un amico del signor Parker, più di un amico, un socio importante dell'azienda mi invitò a ballare, ballo che non potevo di certo rifiutare.

Era un uomo sulla quarantina, io lì a quei tempi forse non arrivavo ancora a ventiquattro anni, si anche perché a breve avrei saputo di essere incinta. Lui era il classico bel uomo di mezza età pieno di soldi, abbituato a fare quello che vuole, e a gestire le persone a suo piacimento.

Così mentre ballavamo ad un certo punto, mi disse...

-Ma lo sai, che non ho mai incontrato una donna tanto bella quanto te! - mi disse dandomi del tu, mentre mi guardava negli occhi, ed intanto mi teneva stretta tra le sue braccia.

-Grazie! - risposi abbozzando un timido sorriso, perché nonostante non mi avesse detto nulla di male, riusciva a mettermi in imbarazzo ed in soggezione solo grazie a quel suo modo di guardarmi poco pulito, e a quel suo modo di stringere la presa.

Con la coda dell'occhio riuscivo a vedere lo sguardo innervosito di Sean fisso su di noi, irritato non poco dal modo in cui mi teneva stretto a sé il tale, e spazientito per via di quello sguardo carico di interesse che aveva nei miei riguardi.

Come la musica finì lo ringraziai educatamente, cercando di andarmene il più lontano possibile, quando lui mi bloccò da un braccio.

-Mi concedi un ultimo ballo. - mi disse tirandomi di nuovo a sé, mentre mi avvolgeva nel suo abbraccio.

All'inizio la cosa mi aveva gratificata, anche perché avere delle attenzioni fa sempre piacere, ma ora non mi sentivo per nulla a mio agio. Tutto ciò era dovuto a quel suo modo di guardarmi ma soprattutto di stringere, con quella sua mano così alta tanto da sfiorare il mio seno.

Ma la cosa che mi preoccupava più di tutte era la eventuale reazione che potesse avere Sean, anche perché il mio disagio di sicuro era evidente dal mio viso, e a lui di sicuro questo non sfuggiva.

Nonostante questo cercavo di sorridere proprio per evitare scenate, che purtroppo non riuscii ad evitare, perché verso neanche metà ballo Sean arrivò, mettendo una mano sulla spalla del tale, stringendo con le sue dita quella presa in un modo energico, tanto che il tipo smise immediatamente di ballare, voltandosi per guardare allibito e sconcertato, colui che si era permesso di fare questo affronto, ad un uomo del suo calibro, che sicuramente non era abituato a ricevere questo tipo d'affronto.

A questo punto Sean con un tono perentorio gli chiese con un tono petentorio...
- Posso ballare con mia moglie? - poi senza attendere il suo permesso prese la mia mano trascinandomi via, sotto lo sguardo basito del tale, sicuramente poco abituato ad essere interdetto. E sotto lo sguardo incredulo di tutti i suoi colleghi.

Mentre ballavano, spaventata gli dissi...
-Ma... Sean, che hai fatto! - gli dissi smarrita.
-Sono pochi mesi che lavori lì, non puoi contraddire i soci del tuo capo. - gli dissi veramente preoccupata.

Ma Sean era talmente nervoso, da non riuscire a rispondermi.

Finita quella serata tornammo a casa delusi, soprattutto io avevo una paura matta che tutto questo potesse influire sul suo lavoro, fino al punto di essere licenziato.

Così per tutto il tempo del giorno dopo ero stata sempre con l'ansia. Non vedevo l'ora che Sean tornasse dalla sua giornata lavorativa per sapere se fosse stato ripreso dal suo capo, o ancora peggio, se fosse stato messo alla porta. E così per tutto il giorno lo avevo surclassato di sms, per sapere se lo avessero chiamato in direzione, ma lui mi rispondeva sempre in un modo evasivo, e tutto ciò aumentava la mia frustrazione.

Quella sera quando Sean tornò a casa era con un muso lungo da paura.

-Che è successo? - chiesi con un filo di voce, quasi avessi paura di avere una risposta.

Lui mi guardò, e mi disse...
- Elly, mi hanno licenziato.-

Io a quelle sue parole mi sentii quasi svenire, avevamo da poco, appena comprato la nuova casa, e la stalla, e c'era il progetto del mio ambulatorio.

-Noo..!- dissi quasi tra le lacrime.

A quel punto lui mi prese in braccio facendomi girare in aria.

-Ma quanto sei credulona. - mi disse mentre rideva a squarciagola.

A questo punto lo guardai più sollevata, prendendo un bel respiro.

-Quindi, è tutto apposto? - Gli chiesi, mentre lo guardavo male per la paura che mi aveva provocato, solo per prendersi gioco di me.

-Si amore tranquilla! - mi disse mentre prendeva il mio viso tra le sue mani, baciandomi con passione.

-Anzi, stasera festeggiamo la mia promozione, uscendo a cena. - mi disse mentre mi sorrideva con il mio sorriso che amo tanto, e che da sempre ho amato, e che sempre amerò.

-La tua promozione? - chiesi, basita.
-In che senso?- non mi capacitavo del perché fosse stato addirittura premiato.

-Come sono arrivato in redazione stamattina sono stato subito convocato dal signor Parker, non ti nego che sono entrato tremando. "Ho pensato in quel momento, Sean, ti sei fregato con le tue stesse mani".

-Lui, invece, mi ha fatto accomodare, mi ha stretto la mano e mi ha fatto i complimenti, dicendo...
Che apprezza il mio carattere tosto, che non si fa piegare da nessuno, mi ha detto che era contento di avere un ragazzo giovane e di carattere nella sua redazione, e poi mi ha chiesto quale sarebbe il mio sogno lavorativo.
Io a quel punto gli ho confidato che vorrei fare l'inviato, e così mi ha proposto il lavoro.
Ma ci credi Elly... - mi disse tutto entusiasta, mentre mi sollevava con le sue braccia in alto, baciandomi.

Con tutto questo in mente, dico ad Harry, per evitare a lui che la serata con Sean non finisca molto bene...
- Grazie! - dopo  di che, cerco di recuperare la mia mano, che è ancora ingabbiata tra le sue, e poi con la scusa di dover mettere la bambina a letto li lascio da soli a discutere delle loro cose di lavoro, sparendo per tutto il resto della serata.

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