7- A che pensi?
Il modo migliore per scaricare la tensione era concentrarmi sul campo.
Quella era una cosa che mi veniva piuttosto facile.
Mi bastava avere un pallone tra i piedi per dimenticare tutti i miei pensieri, era come un anestetico. In quell'ambiente, alle prese con la mia passione mi scrollai di dosso tutte le strane sensazioni che mi avevano invaso il cervello.
Dopo quasi tre ore di gioco, quando ormai si era fatto buio, decidemmo che fosse giunto il momento di smettere così, stremati e sudati fino all'inverosimile, ci tuffammo sotto le docce degli spogliatoi.
Quando fui pronto raggiunsi gli spalti dove erano già assiepati i miei amici.
Stavamo aspettando che anche Stefano e Luca ci raggiungessero ma, quando quest'ultimo uscì dagli spogliatoi, dopo un breve cenno con la mano andò via con la sua ragazza che lo aspettava a bordo campo.
Quell'atteggiamento non era da Luca, mi fermai un attimo ad osservarlo mentre la sua figura si confondeva all'esterno dell'impianto sportivo.
-Mi sono perso qualcosa?- chiesi volendo approfondire quella situazione.
Nessuno si mostrò intenzionato a rispondermi, sembrava ci fosse un senso di finta indifferenza di fronte a quello strano comportamento. Nessuno incontrò il mio sguardo e inconsciamente mi pentii di aver posto quella domanda.
-Ho forse detto qualcosa di sbagliato?- cercai di correggermi.
-No- rispose Giovanni -è che per noi sta diventando una fastidiosa consuetudine. Quando c'è Marta Luca è diverso, diventa strano, freddo, poi però puntualmente chiede scusa-
-Mmmh- annuii.
Quello che mi colpì però fu la Sua espressione contrariata, era mortificata, sembrava sull'orlo del pianto.
-E tu invece cos'hai?- Le chiesi, curioso di sapere cosa Le avesse causato quel calo d'umore.
Lei non mi rispose, forse troppo presa a rimuginare o forse nemmeno si accorse che mi stavo rivolgendo proprio a Lei.
Al suo posto rispose Eli -lei è una stupida-
Lei sbuffò lievemente.
-Puoi spiegarti meglio?- chiesi corrucciando la fronte per la confusione.
-La storia è lunga ma semplicissima- si inserì Giovanni -Marta è gelosa del rapporto che c'è fra lei e Luca. Non le interessa che entrambi soffrano in questa situazione, vuole solo tenerli lontani. Come se questo servisse a diminuire il loro affetto. In più questa stupida continua a sentirsi in colpa-
Giovanni la avvolse in un abbraccio ma io non ero ancora soddisfatto dalla spiegazione.
-E in colpa di che?- chiesi ancora.
-Ce lo chiediamo anche noi da tempo ma lei dice di non saperlo- disse Eli.
Solo allora Le vidi alzare lo sguardo ed assumere un espressione decisa.
-Un attimo- disse -non è che non lo so, è che non lo so spiegare. E... Fa male-
Fece una pausa in cui cercò di riprendere fiato ma poi ricominciò.
-Fa male sapere che il rapporto tra me e Luca sarà messo sempre in secondo piano, fa male sapere che Luca debba cambiare ogni volta per colpa mia. Io non vorrei trovarmi in questa situazione, vorrei poter voler bene a Luca sempre, senza nascondermi, senza queste stupide commedie. E poi, fa male vedere come mi guarda Marta-
La osservai per un po', però qualcosa ancora non mi quadrava.
-Ok- dissi -ma tutto questo non è mica colpa tua?-
Eli sembrò felice della mia risposta ma la mia attenzione era tutta concentrata su di Lei.
-Sembra mi prendiate per pazza- sbottò -ma davvero voi non capite quanto tutto questo sia difficile. Io a Luca voglio davvero un gran bene, non mi va di fingere solo per far piacere a Marta. Sono stanca di nascondermi e di vergognarmi come se avessi fatto chissà cosa-
Quelle sue parole e il modo in cui le disse mi colpirono -Io ti capisco ma credo sia meglio non pensarci troppo. L'importante è che tu e Luca vi vogliate bene comunque, nonostante tutto-
Per un attimo nessuno parlò, almeno fin quando un bip segnalò l'arrivo un messaggio. Lei frugò nella sua borsa tirando fuori il cellulare, lesse il messaggio e mimò un mezzo sorriso.
-C'è qualcosa che non va?- Le chiese Eli.
-Niente- disse Lei mostrandoci il messaggio.
Era di Luca.
Era semplice, era scarso, quasi vuoto.
Diceva: "Sono scappato via senza nemmeno salutare. Scusa e scusami anche con gli altri"
Per un momento non seppi che pensare. Non riuscivo a ritrovare Luca in quel messaggio.
Rimuginare ulteriormente però mi fu impossibile perché Eli ricominciò a parlarLe.
-E perché questo niente sembra turbarti così tanto?-
-Perché è sempre la stessa storia che si ripete- rispose lei con un'espressione triste.
-Però alla fine ritorna sempre- mi sentii dire senza davvero volerlo davvero.
-E di questo dovrei essere felice?-
-No ma...-
-Ho capito, devo farmelo bastare!- disse quasi arrabbiata.
Quella sua ultima osservazione mi tolse le parole di bocca. Avrei voluto risollevarla, metterla di buon umore ma non riuscii a trovare un punto al quale appigliarmi.
Sembrava ferita, come se tutta quella situazione le facesse del male fisico. Era rannicchiata su se stessa, sembrava ancora più piccola e teneva gli occhi fissi al pavimento. Forse sarebbe bastata una sola parola per tirarla fuori da quel guscio ma purtroppo non fui io a trovarla.
Quando Stefano ci raggiunse propose di andare a prendere un gelato in centro. Non fece domande segno che gli sguardi di Eli gli avevano comunicato più che mille parole. Dopo aver preso per mano la sua ragazza la condusse alla moto. Io, Lei e Giovanni invece ci spostammo in auto.
Il tragitto fu breve e silenzioso, imbarazzante a tratti. Io ero troppo preso dai miei pensieri per poter dire qualcosa di interessante o, quantomeno, sensato. Semplicemente non mi sentivo a mio agio.
Per fortuna l'incontro con gli altri fu meglio di quanto potessi immaginare, insieme tra un gelato e tante chiacchiere passammo una piacevole serata.
Quando sembrò giunta l'ora del rientro una strana idea mi balenò in mente.
Lei era sorridente, sembrava rilassata, come se tutti i pensieri negativi che Le avevano offuscato la mente si fossero d'improvviso dileguati. Io però avevo ancora fissi in mente i suoi occhi tristi, non potevo perdere anche quella di occasione.
Mentre tutti si salutavano mi avvicinai a Lei chiedendole se Le andasse di rientrare insieme facendo quattro passi a piedi.
Mi stupì non poco la sua risposta positiva. I suoi occhi non incrociarono direttamente i miei ma li vidi brillare. Non avevano nulla a che vedere con lo sguardo sfoggiato al campetto.
Era piacevole chiacchierare con lei, era semplice.
Almeno fin quando non finimmo a parlare di Luca.
-Da quanto vi conoscete?- Le chiesi.
-Da tanto, da quando si è trasferito vicino casa mia-
-Ma era già fidanzato?-
-No, assolutamente. Eravamo due bambini- sorrise.
-Ma, scusami se sono indiscreto, tra voi c'è stato qualcosa?- chiesi cercando di mascherare il mio interesse.
-No mai- disse sollevando le mani al cielo -siamo come fratelli, forse ci vogliamo troppo bene-
-E allora, da dove nasce la gelosia di Marta?- chiesi senza guardarla.
Roteò teatralmente gli occhi. -Ti prego non farmici pensare-
-Scusami non volevo...- dissi leggermente imbarazzato.
-Tranquillo, non c'è nessun problema, solo che anch'io non so darmi una spiegazione. E rivivere ogni volta questa situazione mi fa star male. E' una persona fondamentale nella mia vita, lo so che ci sarà sempre ma questo non mi basta-
-Capisco- dissi fermandomi a pensare.
-Voi invece da quanto vi conoscete?- chiese Lei.
-Ormai sono più di 10 anni- ridacchiai.
-Tanto!- disse stupita -Prima di conoscerti non mi aveva mai parlato di te-
-Ultimamente non ci vediamo più così tanto spesso ma ci teniamo sempre in contatto. Lui è un grande amico, è una persona stupenda-
-Non dirlo a me, io lo adoro!-
-E' facile volergli bene ma son sicuro che anche lui ne voglia a te-
-Di questo modestamente ne sono convinta anch'io, lo so che mi vuole bene-
-E' bello che abbiate questo rapporto così speciale-
-Si, è fantastico avere sempre qualcuno su cui contare, qualcuno che ti capisca al volo e che ti sappia ascoltare soprattutto quando tutto va storto- sorrise sognante.
-Hai ragione... Non ce n'è mai abbastanza-
Quelle parole furono per me come un pugno in pieno stomaco. Fui invaso da una miriade di ricordi, di rimpianti quasi. Mi passarono davanti agli occhi tantissime immagini sbiadite che mi fecero sospirare pesantemente.
-Ehi, c'è qualcosa che non va?- chiese Lei.
-No scusami, stavo pensando-
-Non volevo interrompere questa nobile azione- disse con un sorrisone a trentadue denti.
Decisi di dirLe la verità -no, è che tutto quello che tu trovi in Luca io credevo di averlo trovato in Carmela ma ora non so più se sia davvero così-
-Scusa- continuai convinto di averla messa in imbarazzo -non volevo scocciarti, non so perché ne parlo con te ma...-
-Niente ma!- mi bloccò -a volte si ha bisogno di sfogarsi e io sono tutt'orecchie, non ho nient'altro di meglio da fare-
Ed era chiaro che Lei fosse sincera ed io stranamente mi fidavo di Lei.
-E' che questo è un periodo un po' strano per me, le cose non vanno mai come immaginiamo. Non appena trovi il tuo equilibrio tutto cambia. Forse però è questo il bello della vita, immagina che tristezza sarebbe sapere in anticipo tutto quello che accade- mi lasciai andare.
-Credo tu abbia ragione, certo un po' di equilibrio non guasterebbe!-
-Io credo che le cose perfette non esistano, quindi ci si accontenta...-
-Non lo so, non mi va di accontentarmi di ciò che non mi piace- disse.
-Sai, credo non sia possibile-
-Mio malgrado lo penso anch'io...-
La sua espressione mi fece sorridere, era davvero buffa.
Era strano come con Lei mi risultasse semplice aprirmi. Mi trovavo davvero bene e nemmeno mi accorsi che tra una parola ed un'altra ci eravamo spinti fin sotto casa sua.
Non era ancora troppo tardi, non mi sentivo per niente stanco ma non sapevo davvero come comportarmi.
Avrei dovuto chiederle di restare?
Avrei dovuto darle appuntamento all'indomani?
Mi sentivo uno stupido.
Pensavo che stesse per salutarmi quando
-Ti va se facciamo ancora un giro?- disse.
-Veramente io...- provai ad argomentare
-Scusa, hai ragione- disse sbarrando gli occhi e colorandosi di un rosso acceso -Carmela ti starà aspettando. Ti ho già fatto perdere troppo tempo-
-Ehi, calmati- dissi sentendo uno strano calore smuovermi dentro -io volevo solo dirti che stavo pensando la stessa cosa-
-Scusami, pensavo di aver detto una stupidata-
Scusarla?
E di cosa?
Le sue guancie arrossate erano di una tenerezza infinita.
-Avevo proprio bisogno di una serata così- dissi dopo un po' rompendo il silenzio -Stasera mi sento proprio bene-
-Son contenta- rispose.
-Guarda che è in gran parte merito tuo-
-Mio?- chiese confusa -No ti sbagli, io non ho fatto niente-
-Non bisogna fare chissà che, l'importante è esserci-
E Lei c'era.
Camminammo ancora, stavolta in silenzio.
I miei pensieri ripercorsero le parole di quella sera e tutte le emozioni contrastanti provate.
Anche lei se ne stava con lo sguardo perso, avrei voluto conoscere i suoi pensieri per cui, senza chiedermi se fosse giusto o sbagliato, mi feci avanti.
-A che pensi?- Le chiesi.
Lei parve tergiversare un po' poi rispose -a niente-
-E' impossibile pensare a niente- sottolineai.
-Ero distratta, non ricordo davvero quello a cui stavo pensando. Mi sono persa in un certo senso-
-Sarà- dissi poco convinto -Io resto convinto che si dice che non si pensa a niente quando non si vuole dire a cosa si stia pensando-
-Forse... Tu invece a cosa pensavi?-
-A niente?- risposi prendendola in giro -Sto scherzando, pensavo che so così poco di te...-
-Di me?- Chiese sbattendo gli occhi come per accertarsi di aver capito bene.
-Si-
-Bhe, chiedi tutto quello che vuoi- disse.
-Parlami un po' di te, non so, raccontami qualcosa, quello che vuoi-
-Uh! Mi metti in difficoltà. Non saprei da dove cominciare, non sono affatto brava a parlare di me. Chiedimi tu qualcosa-
-Sai che non saprei cosa chiedere?- realizzai.
Non avrei mai voluto metterla in difficoltà. Avevo troppa paura di intimorirla, di spezzare le ali alla nostra neonata conversazione.
-Tu non vuoi sapere niente?- dissi cercando di deviare l'attenzione su di me.
-Vorrei sapere tante cose ma mi piacerebbe conoscerle col tempo. Cioè, sono una che non ama fare domande, ma non perché non mi interessino gli altri, anzi, solo... Non so come spiegarlo ma non mi piacerebbe risultare invadente. Non so mai come comportarmi con chi non conosco, mi sento spesso inadeguata quindi preferisco osservare. Il comportamento delle persone dice molto più di quanto dicano le parole-
Aveva detto tutto d'un fiato, segno che ci credeva davvero.
-Forse è vero. Con me però non farti problemi, possiamo parlare di tutto-
-Ne prenderò atto!-
-Comincio io con qualche domanda. Partiamo dal principio, quanti anni hai?- buttai lì la prima cosa che mi passò per la mente, qualcosa di poco intimo e personale.
-18-
-Oh, io 21. Hai fratelli, sorelle?-
-No. Tu?-
-Una sorella più grande e un fratellino, Manuel. Ha 15 anni e io lo adoro-
-Anche a me sarebbe piaciuto avere un fratello o una sorella-
-Bhe, io mi posso offrire come amico- dissi convinto.
-Si, mi potrebbe interessare!-
-Lo so, sono un bell'articolo-
Presi una pausa poi provai a tornare serio.
-Ci dovrebbero essere più serate come queste. Mi sento libero da tutto. Peccato che il tempo voli-
-E' sempre così, le cose belle finiscono sempre troppo presto-
-Niente di più vero! Ti va se domani passiamo un po' di tempo insieme?- chiesi.
-Certo che mi va-
Le sorrisi e pensai di camminare verso casa sua.
-Allora buona notte- dissi baciandole una guancia appena giunti al portone.
Senza aspettare una risposta mi voltai e cominciai a camminare.
Avevo bisogno di allontanarmi.
Quel semplice contatto con la sua pelle mi aveva imbarazzato più di quanto mi sarei mai aspettato.
Corsi, camminai veloce fino a casa.
Chiusi il portone alle mie spalle e mi rintanai in camera.
Sfilai il cellulare dalla tasca e notai l'arrivo di due messaggi.
Entrambi di Carmela.
E solo allora realizzai che quella sera mi ero completamente dimenticato dell'esistenza della mia fidanzata.
Buon pomeriggio a tutte.
Perdonatemi questa piccola parentesi, sapete che non amo le note a fine capitolo ma di tanto in tanto risultano importanti.
Innanzitutto volevo ringraziare tutte per la vostra presenza, da soli, d'altronde non si va da nessuna parte.
Poi volevo chiedervi qualcosa di attinente alla storia. Come vi sembra fin'ora? Pensate sia coerente la versione di Paolo?
Fatemi sapere le vostre impressioni.
Altra piccola informazione che volevo darvi è che, da qualche giorno, ho dato vita ad un blog. Qui pubblicherò piccole storie o racconti brevi a cui darò voce. Se vi andasse di farci una visita vi lascio il link: https://pinkingwords.wordpress.com/
Vi ricordo inoltre la mia nuova storia originale qui su Wattpad "Il centro del mio universo"
Per essere sempre informate sulle mie storie, per anticipazioni e news cercatemi
su Twitter https://twitter.com/Pinkingwords
Un abbraccio grande grande,
buona serata!
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