52 - Un nuovo inizio 2
Eccovi la meritata continuazione del vostro capitolo ♥
Dopo un pomeriggio tranquillo decidemmo di dedicare la serata al cinema. Optammo per qualcosa di leggero, una commedia italiana, divertente e spensierata.
Eravamo una ventina e, poiché non avevamo pensato di prenotare prima le sedute, finimmo per ritrovarci sparpagliati in tutta la sala.
Me ne stavo seduto tra Adriano e Stefano perché Carmela aveva voluto assolutamente esser seduta vicina a Marta, Lei invece si trovava qualche fila più avanti spalla a spalla con Andrea e Luigi.
Vista la distanza con Carmela ebbi modo di osservarla, di guardare ogni suo movimento, di studiare le sue espressioni per quanto mi fosse possibile.
Poi le scrissi un messaggio.
"Ciao..."
La vidi voltarsi e cercare il mio sguardo, le sorrisi e Lei ricambiò scuotendo leggermente il capo.
Dopo un po' rispose.
"Ciao!"
"So che al cinema ti piace parlare" le scrissi.
"Parlare... Non scrivere"
"Oops, scusa!"
"Paolo... Scherzavo"
Non le risposi, volevo tenerla un po' sulle spine e vedere come si sarebbe comportata Lei.
"Paolo?" fu il messaggio che ne seguì.
"Ci sei?"
Ridacchiai tra me e me. Sapevo sarebbe successo, sapevo si sarebbe preoccupata e immaginavo che avrebbe insistito coi messaggi. La conoscevo così bene ormai...
Pensai di non tirare troppo la corda quindi le risposi.
"Scherzavo anch'io"
"Stupido"
Fu il suo commento.
Ridacchiai ancora una volta beccandomi una gomitata da Adriano.
"Lasciami vedere il film :p"
Me ne rimasi buono buono solo per alcuni istanti poi il bisogno di sentirla vicina prese il sopravvento.
"Dopo ti andrebbe di venire a casa con me?"
Era un messaggio azzardato, lo sapevo, ma le sensazioni che mi aveva regalato standocene seduti ai piedi del letto nella mia nuova camera mi avevano del tutto sconquassato.
"No" fu la sua risposta.
"No?"
"No!"
"Perché no?"
"Perché poi non potrei tornare in camera da Carmela"
Quel messaggio mi fece sentire, come accadeva spesso, un emerito idiota, egoista e senza cuore.
"Ok"
Abbassai lo sguardo sulle mie mani che presero a torturarsi l'una con l'altra.
Adriano notò il mio cambio repentino d'umore, mi chiese cos'avessi ma, con una scrollata di spalle tentai di rassicurarlo. Ma Adriano non era così stupido da credermi ad occhi chiusi. Finse di aver accettato quella risposta ma intanto continuava a scrutarmi invece che prestare attenzione al film.
Il cellulare, che avevo temporaneamente abbandonato sulle mie gambe, sembrava bruciarmi la pelle, quasi a voler richiamare la mia attenzione.
E più cercavo di ignorarlo più mi sembrava di fondamentale importanza riaprire quella conversazione interrotta così bruscamente.
Fu ancora una volta il destino a decidere per me quando l'arrivo di un nuovo messaggio mi spinse a guardare lo schermo.
Era ancora Lei.
"Ok no!"
Che strano messaggio, chissà cosa aveva voluto dire. Glielo chiesi.
"Cosa?"
"Non è ok"
Continuavo a non capire.
"Cosa non è ok?"
"Tutto"
"Ti prego, aiutami a capire"
"Mi mancherai"
E quelle parole mi fecero tremare le mani mentre una sensazione di calore si spandeva nel mio petto. Scrissi di getto una risposta che inviai all'istante, senza stare troppo a pensarci.
"Anche tu mi mancherai, tanto"
Passarono interi minuti durante i quali Lei non rispose ma i miei sensi erano ormai in allerta.
Non riuscivo a staccare gli occhi dalla sua figura né i pensieri dal suo essere così speciale.
Mi mancherai mi aveva scritto.
Io le sarei mancato ma non sapeva quanto Lei sarebbe mancata a me.
I suoi sguardi, la bellezza dei suoi occhi, il suo sorriso, i suoi modi.
Ero uno stupido.
Un inguaribile, testardo, irrecuperabile stupido.
Strinsi i pugni contratti lungo le mie gambe, i denti a scavare nel labbro inferiore, dovevo fare qualcosa.
Non potevo sopportare di sentirla lontana, di vederla andar via, di non fare nulla per tenerla con me.
Stavo sragionando, ne ero consapevole, eppure non riuscivo a smettere.
I miei pensieri correvano veloce, più del mio bisogno di fermarli.
E correvano tutti inevitabilmente a Lei.
Quindi senza ascoltare le voci che mi urlavano di non farlo scrissi un messaggio e lo inviai.
"Vieni con me stasera"
La mia poteva apparire una supplica o forse lo era davvero. Non mi interessava cosa potesse pensare di me, fremevo solamente per una sua risposta che volevo fosse un si deciso, senza fronzoli.
Quello che arrivò invece fu un no tondo tondo.
"Non posso. Non rendermi tutto più difficile"
"Non è questo che voglio"
"E allora non chiedermelo"
"Non lo farò"
Quel messaggio nella mia mente suonava come una promessa.
Se qualcosa avesse potuto ferirla non sarei stato certamente io a farlo.
Riposi il cellulare nella tasca dei pantaloni e finsi di prestare la mia attenzione allo scorrere della pellicola.
Naturalmente, com'era accaduto per tutta la serata, la mia testa cominciò a vagare altrove; fuori da quel cinema, da quelle mura, fuori da quella realtà che cominciava a starmi stretta.
Vagai verso quegli occhi che non mi appartenevano, verso quei sorrisi che volevo essere io a far scaturire e finii per sentirmi perso.
Tenere tutto assieme era complicato e forse mi stavo facendo del male.
Sentii su di me lo sguardo indagatore di Adriano, mi voltai verso di lui e gli sorrisi cercando di infondergli quanta più tranquillità potessi.
Adriano era in grado di capirmi, forse di sentire a pelle ogni mio più piccolo cambio d'umore. Non volevo si preoccupasse, non ce n'era bisogno.
Io stavo bene, stranamente.
Certo, avrei voluto che Lei accettasse il mio invito, che passasse del tempo speciale solo con me ma Lei stava diventando la mia priorità.
Lei era il centro delle mie scelte.
Volevo solo Lei stesse bene.
Finalmente quel film terminò e quando ci ritrovammo nella sala antistante le casse potei incontrare coi miei occhi il suo sguardo. Lei sembrava turbata da qualcosa ma bastò un mio sorriso per calmarla e farla sorridere di rimando.
Era incredibile il feeling che ci univa. Era come se passassimo il tempo a cercarci e, quando riuscivamo a trovarci, tutto sembrava tornare nel posto al quale era destinato.
Era come dare ordine al caos.
Purtroppo, quell'attimo di pace fu interrotto da quanti mi chiedevano quali fossero i programmi per il resto della serata. C'era chi voleva rientrare e chi aveva voglia di mangiare qualcosa. Mi sentii in dovere di accompagnare questi ultimi mentre Lei, con mio disappunto, scelse di tornarsene in alloggio con Luca, Stefano e le ragazze.
Ad ogni modo, prima di lasciarla andare, la avvicinai.
-Hai ragione tu!- le sussurrai all'orecchio nascondendo quel particolare con un bacio sulla guancia..
Le sorrisi ancora e mi allontanai.
Poi però un pensiero si fece largo quindi, senza prestare attenzione a nessun altro, mi riavvicinai al suo fianco.
-Ah!- dissi sempre a bassa voce -Mangio qualcosa con i ragazzi e riaccompagno Carmela. Volevo dirtelo perché potremmo incontrarci-
-Cerca di evitarlo per favore-
-Perché?-
-Davvero non lo capisci?- disse mentre i suoi occhi assumevano una strana ombra di tristezza -mi metteresti terribilmente in imbarazzo e finiremo per tornare ad essere freddi e distanti-
-Se è così che la pensi mi terrò lontano da te. Solo ed esclusivamente per stasera però-
-Solo per stasera- sussurrò Lei in un sussurro.
Sentii la gioia muovere dal cuore ai miei occhi.
Ero felice e non volevo in nessun modo nasconderlo.
Mi concessi di accarezzarle una guancia, di tenere la nostra pelle unita per un attimo ma quando il suo sguardo sembrò intrappolarmi mi costrinsi a lasciarla andare e guardarla allontanarsi mentre tutto il resto, ai miei occhi, perdeva importanza.
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