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37 - Wow

Adriano si voltò a guardarmi.

-E'... Lei?-  chiese.

-Chi? Cosa?-  si agitò Andrea raggiungendo Adriano  -mi spiegate di cosa state parlando?-  

-Oh!-  soffiò stupito appena mise a fuoco il centro dell'attenzione di Adriano.

Alzai gli occhi al cielo sbuffando una risata.

-È proprio Lei Lei?-  chiese ancora Andrea guardando in alternanza me e la foto.

Annuii.

-Siete...Wow!-  soffiò fuori lui.

-Wow? Che parola è "wow"?-

-Mamma quanto sei antico-  sbuffò tornando a guardare la foto.

-Io sarò antico ma tu parli in modo strano-

-Ehi, ehi, ehi basta sviare il discorso. Cosa ci fa questa qui?-

Mi sentii improvvisamente a disagio.

Forse avevo sbagliato a mettere lì quella foto. Forse avrei fatto meglio a tenerla solo per me. Certo, non lo avevo fatto per invadere gli spazi comuni, né tanto meno perché qualcuno la vedesse. Era stata un'azione spontanea guidata semplicemente dall'istinto.

-Non ti sto chiedendo perché l'hai messa in bacheca, tranquillo-  disse Adriano intercettando i miei pensieri.

-Solo, cosa significa per te?-

Ecco, questo era forse anche peggio.

-Non lo so-  dissi con tutta la sincerità che avevo dentro.

Lui sospirò profondamente raggiungendomi seguito da Andrea che aveva totalmente perso l'uso della parola.

Entrambi, una volta preso posto, si voltarono verso di me in attesa di una risposta.

-Cosa vorreste che vi dica?-  chiesi dopo alcuni attimi di silenzio.

-Bhe per cominciare potresti raccontarci i dettagli-  disse Andrea.

-I dettagli?-  chiese Adriano assottigliando lo sguardo.

-Si, chi ha deciso di fare la foto, come l'ha chiesto all'altro, chi ha pagato-

Quella serie di quesiti inutili e senza senso ci fecero dapprima ridere ma ebbero il merito di smorzare la tensione.

A dire il vero, la risata che seguì a quelle parole mi tolse completamente dall'imbarazzo. Ero con i miei amici, con loro potevo essere del tutto me stesso senza timore alcuno.

-Non so come spiegarlo ma Lei, è davvero wow!-

Andrea sorrise compiaciuto.

-Eravamo al parco, Le avevo appena presentato Manuel e li avevo visti interagire come se si conoscessero da sempre. Poi ho visto le macchinette automatiche e Le ho chiesto di fare una foto, così, senza pensarci su due volte-

-E Lei?-  chiese Adriano.

-Lei ha spalancato gli occhi, mi ha guardato come fossi un pazzo!-

-E dalle torto!-  si intromise Andrea.

-Ok, è vero, sembravo un maniaco ma che dovevo fare? L'ho guardata negli occhi e ho pensato che non l'avrei rivista per chissà quanto, poi ho visto le cabine e ho avuto un'illuminazione. Non ho pensato alle conseguenze, alla figura da scemo che sicuramente avrei fatto ma mi sono lasciato andare-

-Ed hai fatto bene-  disse Adriano dandomi una pacca sul ginocchio.

-E' che... Lei è strana! Ma strana nel senso migliore del termine. Non lo so, ha qualcosa che mi impedisce di ragionare coerentemente. Ad esempio, dopo che ha accettato di fare la foto, mi ha guardato in un modo... Cavolo, è bastato uno sguardo per mettermi in imbarazzo e voi lo sapete, non sono uno che si agita facilmente-

-Ah-  sospirò Andrea  -finalmente qualcuno che ti scioglie-

-Non è che mi scioglie, mi distrugge proprio-

-Quanto mi piace sta ragazza-  continuò lui con occhi sognanti.

Pensai di approfittare di quel momento per lanciare la mia idea.

-Stavo pensando...-

-Ecco-  mi bloccò Andrea  -tu che pensi è già un fenomeno paranormale-

-Che scemo-  mi lamentai lasciandogli uno scappellotto sulla nuca.

-Lascialo parlare-  ci riprese Adriano  -aveva un'espressione strana. Secondo me sta per sganciare la bomba-

Scossi la testa sconsolato quando vidi Andrea mettersi comodo in attesa della mia rivelazione.

-Dicevo, visto che a Pasqua non possiamo muoverci, perché non approfittiamo della pausa delle nazionali per fare un giro?-

Adriano mi guardò confuso  -e dove vorresti andare per un paio di giorni?-

-Bhe potremmo organizzarci e scendere da me-  provai a lanciar lì in modo casuale.

-Brutto stronzetto che non sei altro!-  cantilenò Andrea puntandomi contro un indice.

Abbassai lo sguardo nascondendo una risata colpevole.

-Mi sono perso qualcosa?-  chiese Adriano guardando prima l'uno poi l'altro.

-Il signorino qui presente, che ora fa il vago, stava covando quest'idea chissà da quando-

-Perché?-  continuò a chiedere il mio amico sempre più confuso.

-Perché quando ci siamo incontrati era strano, quando gli ho chiesto cos'avesse mi ha detto che me ne avrebbe parlato a tempo debito, ed eccolo qua, il momento è arrivato-

-Ok, è vero, ci ho pensato in treno-  dissi  -guardavo le foto e pensavo che, dopo averle presentato Manuel tocca a voi. Vorrei che la conosceste e che Lei conoscesse voi. Secondo me vi piacerà-

-A me piace già!- disse Andrea scrollando le spalle.

-Allora si può fare?-  chiesi quasi sottovoce.

-Certo che si può. Non vedo l'ora di conoscerla questa tua amica!-

Sorrisi imbarazzato ancora una volta, possibile che quella ragazza riuscisse a mettere sottosopra tutta la mia vita?

Per tornare concentrato spostai lo sguardo su Adriano che se ne stava in silenzio con lo sguardo perso nel vuoto. Era strano, sembrava assente, forse perso nei suoi pensieri.

Sia io che Andrea ci aspettavamo da lui una risposta o quantomeno un cenno che non arrivò lasciando che un manto di gelo scendesse sulla stanza.

-Adesso si è fatto tardi-  disse Andrea controllando l'orologio che portava al polso, evidentemente a disagio  -meglio che tolga le tende-

Si alzò, mi rivolse uno sguardo smarrito e scappò via.

Eravamo rimasti soli, io e Adriano, come tante altre volte.

A differenza del solito però quello che mi trovavo di fronte non era il ragazzo allegro e spigliato  che conoscevo da anni. Aveva qualcosa di cupo, un'ombra velava il suo sguardo.

Provai ad intavolare con lui qualche discorso sul viaggio, sui giorni trascorsi con la sua famiglia,  ma nulla sembrava riuscire a smuoverlo dal suo stato.

Stanco del suo atteggiamento mi parai di fronte a lui e, ottenuta la sua attenzione, chiesi:

-Adri ti vedo strano. C'è forse qualcosa che non va?-

Lui rimase per un attimo in silenzio poi fissò i suoi occhi nei miei e, con un'espressione che non gli avevo mai visto, cominciò a parlare.

-Sono preoccupato per te-

Preoccupato?

Per me?

Che razza di risposta era!

E allora glielo chiesi:  -ma... Preoccupato per cosa?-

Adriano sospirò, spostò lo sguardo altrove, un po' ovunque nella stanza.

-E' che non ti ho mai visto così e temo che tu possa bruciarti in qualche modo-

Battei le palpebre incredulo. Quella sua esternazione mi aveva preso in contropiede.

-Scusa, bruciarmi in che senso?-  chiesi cercando nuovamente il suo sguardo.

Lui finalmente mi guardò, fin troppo serio. Poggiò una mano sulla mia gamba facendomi sentire forte la sua presenza.

-Tu puoi mentire a te stesso, ad Andrea e agli altri ma lo sai che non puoi mentire a me?-  disse.

Continuai a guardarlo confuso in attesa di capire dove volesse arrivare con quel suo discorso strampalato.

-Lei... non è una semplice amica, vero?-

E quella frase mi entrò dentro, con una potenza che non mi aspettavo. Fu come ricevere una scossa ad alto voltaggio, un corpo estraneo che quasi si fece barcollare, seppur da seduto.

-Non lo so-  soffiai ancora intontito.

-Ascolta-  riprese lui, piano  -io non posso sapere che legame c'è tra voi però vedo che quando ne parli i tuoi occhi brillano, non so... E' qualcosa di piccolo, di impercettibile, però io i tuoi occhi li conosco bene e so riconoscere quando captano qualcosa di diverso. E, quando parli di lei, lo vedo quel qualcosa-

Non seppi cosa rispondere, rimasi come pietrificato, un tutt'uno col divano che mi ospitava.

Quelle osservazioni mi avevano colpito. Probabilmente fatte da chiunque altro non mi avrebbero toccato ma fatte da lui, che mi conosceva come nessun altro, avevano sortito un certo effetto.

Cominciai a torturare le dita delle mie mani, a ripensare a tutte le parole dette.

Non sapevo davvero cosa pensare, tutte quelle informazioni stavano facendo a pugni nel mio cervello.

Avevo miliardi di domande, di dubbi, ma di una cosa ero certo. Con Lei, qualsiasi cosa sarebbe accaduta, non avrei corso rischi. Non mi sarei bruciato.

Non nel senso inteso da Adriano almeno.

Lei non mi avrebbe mai fatto del male.

-Ho bisogno che tu la conosca. Fallo per me-  dissi.

Adriano sorrise.

-Ma certo! Devo pur conoscere la persona che fa sorridere in quel modo il mio migliore amico-  disse ammiccando alla fotografia che ormai era diventata parte integrante della mia vita.


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