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3 -Lei-


*Piccola postilla per chi non avesse letto "Prenditi Cura di Me". La protagonista femminile di questa storia non ha un nome.

Mi spiego meglio, per una scelta stilistica il nome della ragazza non viene mai nominato e così sarà anche per questo secondo libro.

Forse penserete sia una scelta stupida ma resto coerente con la mia idea iniziale.*



Lei era lì.

C'era davvero, non era solo l'immagine che regnava nei miei pensieri nelle notti della mia stanza.

Rimasi per qualche istante immobile a fissarla con uno stupido sorriso in volto fin quando la voce di Luca mi riscosse.

-Ma come? Voi vi conoscete già?-

-No, non proprio- risposi.

Solo allora mi resi conto che quella che avevo di fronte non poteva essere altri che Marta, la ragazza di Luca.

-Abbiamo solo avuto un piccolo incontro- mi giustificai -Lei è la tua...-

Ma Luca mi bloccò prima che potessi terminare la mia domanda -no, no, lei è una mia amica, una grande grande amica-

-Scusa ma perché non me lo hai detto?- mi chiese Stefano quasi infastidito.

Che domanda era mai quella?

Perché mai avrei dovuto sapere che loro già si conoscevano?

Certe volte Stefano era davvero uno sciocco.

-Come facevo a sapere che lei fosse una tua amica- sbuffai.

Stefano parve risvegliarsi –già hai ragione- annuì.

Ad un tratto il silenzio calò tra noi, i miei occhi si posarono sulla Sua figura che se ne stava in silenzio con lo sguardo basso. Mi faceva sorridere quella sua posa statuaria, era così strana e fuori dal mondo.

Il mio contemplare purtroppo durò pochissimi secondi perché la ragazza che era con Lei, probabilmente la compagna di Stefano, le afferrò la mano.

-Noi dobbiamo andare. Abbiamo da studiare- disse.

-Ma come... Domani non avete scuola. C'è la disinfestazione!- le disse Stefano guardandola come se avesse appena detto un'eresia.

-Ecco infatti!- mormorò lei confusa cominciando a camminare tirandosi dietro la sua amica.

Le guardai confuso, cercai di trovare una spiegazione a quello strano atteggiamento nei visi di Stefano e Luca ma nulla mi sembrò trasparire da essi se non la stessa confusione che aleggiava sul mio.

-Ma...- chiese Luca a nessuno in particolare.

-Donne!- rispose semplicemente Stefano -sono strane, meglio non farci caso-

-Va bhe dai pensiamo ad altro- disse Luca, poi rivolto a me continuò -adesso che sei qua ti va di vederci una di queste sere? Magari lo diciamo pure alle ragazze, non so facciamo quattro chiacchiere-

-Si, perché no? Per me potrebbe andare anche stasera- risposi.

Luca parve illuminarsi -grande!-

-Scrivo ad Eli vedo se a loro va bene- disse Stefano allontanandosi di qualche passo.

Io e Luca ci sistemammo seduti tra gli spalti del campetto e parlammo un po' del più e del meno.

-Le ragazze stasera sono impegnate- disse Stefano raggiungendoci e prendendo posto davanti a noi -facciamo domani?-

-Ma che avranno mai da fare quelle due?- si chiese Luca.

-Credimi, non vorresti saperlo- disse Stefano portando le mani avanti e scuotendo la testa.

Di fronte a quell'immagine non riuscii a non ridere. Mi portai le mani alla pancia e risi rumorosamente nonostante le occhiatacce che Stefano continuava a sferrarmi.

-Ste scusa- riuscii a dire tra le risate -ma dovevi vedere la tua faccia-

-Tu non sai di cosa sono capaci quelle due- rispose lui.

-Ha ragione Stefano- aggiunse Luca -quelle due assieme fanno paura-

Guardai i due ragazzi spaventati in volto e ricominciai a ridere come un pazzo.

Non che dubitassi della pazzia femminile, cosa della quale ero fermamente convinto, erano le loro espressioni a rendere comica la situazione. Era come se quelle due ragazzette potessero spaventare due ragazzoni fatti e finiti.

-Fidati di noi che le conosciamo bene- disse Luca -aspetta e vedrai...-



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