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Per Sempre

Capitolo 1:
La crocerossina.

Si chiamava Margherita, aveva conosciuto Luca all'età di sedici anni, era il suo primo amore.
Entrambi erano innamoratissimi e, dopo tre anni di fidanzamento, convolarono a nozze.
Luca, durante il tempo libero, iniziò ad esercitare il volontariato nella Croce Rossa; coinvolse sua moglie, e lei, si appassionò così tanto da decidere di licenziarsi dal vecchio posto di lavoro, in uno studio commercialista, per frequentare il corso di infermiere professionale.
Superò il test d'ingresso e cominciò la sua nuova avventura nell'ambiente ospedaliero.
Da allora, tutti la chiamarono: "la Crocerossina".
Margherita era disponibile, gentile con tutti e sempre col sorriso sulle labbra.
Dopo alcuni anni di matrimonio, il test di gravidanza positivo, preannunciò la splendida notizia dell'arrivo di un figlio; ma la ragazza, all'ottavo mese, partorì il corpicino morto del neonato.
Un'infezione all'utero rischiò di trascinare, anche lei, nella tomba. I medici dovettero intervenire chirurgicamente; non avrebbe più potuto avere bambini.
Margherita si sentiva in colpa per non poter dare un erede al suo consorte, ma a Luca interessava solo che lei stesse bene, che fosse ancora viva, accanto a lui.

Capitolo 2: Il tumore

Quando finalmente Margherita riuscì a ristabilirsi fisicamente, a suo marito venne diagnosticata una neoplasia: tumore al polmone destro.
Intervento chirurgico, radioterapia, non furono sufficienti a sconfiggere il male; si riscontrarono delle metastasi: Luca aveva trent'anni, un corpo giovane in cui le cellule tumorali crescevano e si diffondevano in fretta.
Il giorno di Natale del 2019, fu dimesso dall'ospedale e gli fu prescritta una terapia da seguire a casa.
"La crocerossina" si mise in aspettativa dal lavoro e cominciò a fare l'infermiera per il suo consorte, 24 ore su 24.
Luca e Margherita si adoravano come il primo giorno in cui si erano conosciuti, lei lo assisteva con amore ed era sicura che sarebbe riuscita a salvarlo.

Capitolo 3: San Valentino 2020

Margherita preparò con cura la tavola, quella sera avrebbero festeggiato il giorno degli innamorati; mancavano degli ingredienti per cucinare la cena, doveva uscire.
Aiutò Luca a sdraiarsi sul materasso antidecubito, allungò le coperte, alzò le sbarre di contenimento del letto.
"Vado a fare una corsa al supermercato, arrivo tra dieci minuti, tu fai il bravo" gli sorrise.
Mentre si allontanava, la donna pensava al fatto che da un po' di tempo, suo marito non riusciva più ad esprimersi verbalmente.
"Siamo talmente in simbiosi che devo solo guardarlo negli occhi per capire i suoi pensieri".
Sul pianerottolo incontrò un vicino che chiese notizie di Luca.
"Sempre stazionario, grazie, non mi lamento" rispose e poi si congedò.
Per le scale aleggiava un odore nuaseante, già da alcuni giorni; i condomini avevano fatto controllare la fognatura, ma ora, il vicino era sicuro che il tanfo provenisse proprio dalla casa della Crocerossina. Chiamò i carabinieri.

Capitolo 4: Il corpo

Due agenti sfondarono la porta ed entrarono.
Un fetore intenso, misto all'aroma di incenso, li assalì.
Un carabiniere aprì le finestre, l'altro, con un fazzoletto che gli copriva bocca e naso, iniziò a ispezionare le stanze.
Arrivato alla camera di Luca, si avvicinò al letto. Un lenzuolo copriva l'infermo fin sopra la testa, quando lo scoprì, l'agente voltò le spalle all'uomo e, vomitò sul pavimento.

Capitolo 5: Referto del medico forense

Il cadavere è nella fase colliquativa, i tessuti molli sono disfatti, trasformati in un liquame brunastro.
L'uomo era stato dimesso dall'ospedale il 25 dicembre 2019; un corpo si presenta in tale stato di putrefazione, dopo due mesi, se esposto a temperature elevate; bisogna tenere conto dell'azione dei medicinali che hanno influito sulle condizioni del fisico, aumentando la velocità del processo di decomposizione.
Altri fattori acceleranti, da prendere in considerazione, sono: il riscaldamento domestico e la pellicola da cucina con cui tutto il corpo della salma era avvolto, come una mummia; accorgimento preso dalla moglie, per contenere lo stillicidio degli umori.
Il materasso era coperto da un telo di plastica che raccoglieva i liquidi persi dal cadavere, durante la notte.
Data del decesso stimata: fine dicembre.

Capitolo 6: Ospedale psichiatrico

Margherita urlava e scalpitava per liberarsi dalla presa degli infermieri, voleva tornare da Luca.
La donna, completamente nuda sotto il camice bianco, finì con l'arrendersi, stramazzando sul lettino, dopo l'ordine medico di somministrarle una dose di calmante.

***
Studio medico, alcuni giorni dopo.

La psichiatra parlava con voce suadente alla nuova paziente, cercando di instaurare un'atmosfera di fiducia.
"La crocerossina" era ancora sotto il blando effetto dei tranquillanti.
"Non capisco perché mi trovo qui, mi avete allontanata da mio marito, lo ucciderete, lui non può vivere senza di me!" esclamò, contrariata.
"Perché quest'interrogatorio?".
"Siamo qui per aiutarti, Margherita" rispose il medico.
"Lei continua a farmi domande, ma io non comprendo, a volte le domande sono complicate e..."
"Le risposte sono semplici." ribattè la psichiatra.
"Margherita, devi semplicemente dirmi cosa senti, ciò che ti passa per la mente in questo momento".
"Cosa penso?... Penso che lei non sappia cosa significhi amare, sentire il fuoco percorrere le vene e bruciare tutto il corpo, per il desiderio. Un incendio che solo il tuo uomo può estinguere e, se lui non c'è, notti insonni si susseguono, mentre il corpo si consuma, ardendo per amore. Se lei avesse vissuto queste sensazioni, non mi avrebbe mai separata da mio marito".
Un'infermiera aprì la porta adiacente allo studio ed entrò.
Margherita volse lo sguardo verso l'altra stanza:
"Luca! Luca! Sono qui, non ti preoccupare, tutto andrà bene, ti amo!".
Non c'era nessuno oltre le due donne, "la crocerossina" stava avendo delle allucinazioni e iniziava ad agitarsi; fu sedata di nuovo.

***
La psichiatra sedette al posto della paziente per capire cosa l'avesse turbata.
"Non c'è nessuno nella stanza... No: anch'io vedo Luca!" rivelò alla collega.

Capitolo 7: Il manichino

L'infermiera aggrottò la fronte, con espressione interrogativa .

"Ti presento Luca!" esclamò, soddisfatta, la psichiatra, mostrando il manichino che si era portata dietro, dal corso di medicina.
"Chissà...".
Guardò la collega: "Se procurassi alla paziente un manichino... Con braccia e gambe snodabili... Un oggetto transizionale, come la copertina di Linus, che sia un sostituto del marito e le dia conforto psicologico, di cui Margherita possa prendersi cura?".
L'infermiera restò in silenzio, mostrando la sua perplessità.
"Potrei cominciare così, il
primo passo verso il suo recupero mentale... Lo accennnerò ai suoi parenti".


Capitolo 8: Il nuovo Luca

Turno di notte.

I due infermieri erano rimasti soli nella sala medica, dopo la consegna dei colleghi del pomeriggio.
Arturo lavorava da qualche anno nel reparto psichiatrico, mentre per Fabrizio era il primo giorno di lavoro in quel presidio.
"Andiamo, ti mostro i pazienti. Il caso più eclatante è quello di Margherita, è ricoverata da circa un mese, soffre di disturbi mentali, dovuti a un trauma: la perdita del consorte". L'infermiere raccontò i particolari della storia della Crocerossina.
"La psicoterapeuta sta usando un metodo sperimentale. Purtroppo per questa patologia non ci sono medicine, si interviene con ansiolitici, al fine di evitare crisi nervose.
Margherita è tranquilla da quando si prende cura del manichino; di giorno, lo tiene accanto a sé, seduto sulla sedia a rotelle, lo porta a spasso per il corridoio, e di notte lo sdraia sul letto, dorme insieme a lui... Ma, in questi ultimi giorni, si è manifestata un'altra patologia: disturbo dissociativo dell'identità, caratterizzata dalla presenza, nel paziente, di due personalità distinte.
Se dapprima la donna parlava a suo marito - il manichino - adesso parla anche per lui, con voce differente; non è cosciente di queste due identità intrinseche alla sua mente. La psiche umana è un universo immenso, da scoprire... Riesce ad imitare perfettamente la voce di un uomo. Anni addietro si sarebbe parlato di possessione demoniaca".
"Credi nel paranormale?" chiese Fabrizio.
Arturo fece spallucce:
"Abbiamo avuto diversi casi simili ma solo una volta - un ragazzo che aveva usato la Ouija - venne dimesso dall'ospedale, e per lui, fu richiesto l'intervento di un esorcista".
Arturo aprì la porta e con una piccola torcia, illuminò il letto della paziente; i lunghi capelli corvini erano sparsi sul cuscino candido, due occhi neri rifletterono la luce, la giovane era sveglia.
"Margherita," sussurrò l'infermiere "ti voglio presentare il mio nuovo collega, si chiama Fabrizio".
La donna era sdraiata supina, abbracciata al manichino, che giaceva su di lei, indossava un pigiama.
Fabrizio allungò la mano per stringere quella di lei, ma si fermò a mezz'aria.
"Non toccare Margherita!" aveva urlato lei, con una voce maschile profonda.
Il giovane sentì una scarica elettrica attraversargli il corpo; gli era parso che la paziente non avesse mosso le labbra, ma forse era stato un gioco di ombre e luci, a dargli quell'illusione. Provò una gran pena per lei.
"Margherita, possiamo fare qualcosa per te?".
"Si, mio marito ed io vorremmo restare soli, andate via, per favore" rispose con voce femminile.
Mentre gli infermieri si allontanavano, la udirono sussurrare:
"Ti amo Luca, ti amerò per sempre... e oltre".
Arturo chiuse la porta; mentre i due uomini s'incamminavano verso la stanza attigua, una lunga risata argentina, di donna, echeggiò nel corridoio.

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