Vedere il Castello di Aizuwakamatsu bruciare era una grandissima vergogna per il Byakkotai, in maggior modo per il giovane Akihiko, che aveva capito fin da subito che tra tutte le persone che erano morte in quell'attacco, oltre al capitano Matsudaira Katamori, c'era la sua dolce Miyako.

Miyako, il suo dolce amore, il suo unico tesoro, l'unica vera forza che lo portava avanti. Che senso aveva allora restare vivo, trascinarsi con sofferenze inutili. La sua scelta, condivisa da tutta la seconda squadra Shichu, fu quindi di piantarsi il wakizashi nell'addome, come la tradizione del seppuku voleva.

Ma Miyako non era morta e con lei non era caduto il castello, ma solo la prima linea di difesa della città. Poco mancò alla sua dipartita però, quando vide il corpo del suo amato Akihiko ferito a morte e straziato con un taglio profondissimo. Voleva piangere mille fiumi, ma il suo onore giapponese glielo impediva, rimase quindi a osservare il suo amato ormai bianco e freddo, piangendo in modo sommesso.