Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 7: L'incidente

Quando mi svegliai ero in un letto che non era il mio. Avevo un gran mal di testa. Mi portai le mani al viso e sentii una fascia sotto le dita. Provai un dolore terribile in tutto il corpo.
"Tesoro mio!" disse Lucia guardandomi.
"Dove sono? Che cosa mi è successo?"
"Tranquilla, tranquilla" disse Lucia.
Cominciai a poco a poco a ricordare quando vidi il graffio sulla caviglia.
"Hai avuto molta paura piccola, vero?"
Le raccontai tutto, ma nel parlare sentivo un dolore atroce alla bocca.
"Non sforzarti, non parlare" disse lei.
"Chi... chi mi ha trovata?" gli chiesi.
"Non ti ha trovata! Ti ha raccolta e ti ha portata in ospedale. Sei stata investita e il conducente, quando si è accorto che ti aveva investita, è sceso, ti ha presa in braccio, ti ha portata in ospedale e ha chiamato casa. Quando l'ho visto... Mi ha fatto tenerezza, si sentiva così in colpa, poverino!"
Lucia mi si avvicinò e mi sfiorò la fronte con delicatezza.
"Ti fa male?" mi chiese mia sorella.
"Tanto, ma così un po' meno!" risposi.
"Hai la febbre alta, per questo ti senti così. Ora stai giù e riposati."
Poco dopo entrò un uomo in camice bianco che mi si avvicinò e mi sfiorò il viso con delicatezza.
"Come ti senti, tesoro?" chiese l'uomo.
Notai che quello era un appellativo che mi veniva dato da molte persone. In particolar modo... da Ciro!
"Mi fa male dappertutto" sussurrai.
"Ti sei presa un bello spavento, poi anche l'incidente, quindi è normale."
Volevo alzarmi, ma questa volta fu Lucia a stringermi la mano e mi disse: "Non sforzarti, Cari, resta distesa!"
Mi accorsi che era mattina.
"Da quanto sono qui?" Appena detto questo sentii un forte dolore alla bocca e la coprii con tutt'e due le mani.
"Da ieri. Tesoro, credo che dovremmo dire anche a mamma e papà che sei qui."
"No, non voglio creare problemi" dissi.
"Tu non crei nessun problema, piccola!"
Il dottore ci lasciò da sole e Lucia mi disse: "Senti, io... spero che non ti arrabbi, ma io ho detto a una persona che ti è successa questa cosa, Cari."
Non mi arrabbiai, ma restai sorpresa.
"Ne ho parlato con Ciro. E lui mi ha risposto: "Povero tesoro! Mi dispiace che sia in ospedale. Dille che le auguro di star meglio molto presto e che quando troverò il posto verrò a trovarla. Per favore. E, se puoi, le dici anche che le voglio tanto bene"?"
Il mio cuore prese a battere fortissimo e riuscii a sussurrare: "Che bello!"
Fui tanto contenta di sapere che Ciro aveva scritto a mia sorella quelle cose.

Ma di colpo mi sentii strana. Mi girò tutto e crollai di nuovo su quel letto.
Sentivo salire la febbre, avevo dolori dappertutto e di colpo iniziai a piangere dal dolore. Lucia chiamò il dottore e mi strinse la mano per farmi coraggio. Mi sentivo davvero malissimo.
"Oh, dottore! Cosa succede a mia sorella? Perché sta così? Che cos'ha?"
"Purtroppo sembra che la situazione sia più grave del previsto" rispose l'uomo.
"Oh, bambina mia!" disse mia sorella. Il dottore mi prese in braccio e mi portò in un'altra stanza. Sentivo tanto dolore e non gridavo, ma piangevo. Non m'importava cosa dovessi fare, ma desideravo solo che quel dolore finisse e di tornare a st_ar bene, anche se mi fosse toccato di restare lì per molto.
Il dottore cercò di calmarmi, sussurrandomi all'orecchio: "Vedrai che ti passerà tutto, piccola!" Restai in quella stanza per almeno un paio d'ore, poi mi riportarono nella mia camera: la numero 12. Non sapevo cosa pensare, anche perché non ci riuscivo affatto. I dolori erano fortissimi e dicevo cose sconclusionate. Dicevo: "Ciro! Lucia! I miei genitori! No, non litigate, vi scongiuro, non litigate!"
Sentii una presenza accanto al letto. Una mano mi sfiorò delicatamente il viso e lui mi si avvicinò e mi diede un bacio.
"Povera piccola! Come sei ridotta!" mi disse. "Hai la febbre altissima, sei ferita! Vedrai che andrà tutto bene!"
"Sei tu" sussurrai, "sei il mio angelo! Sei il mio angelo, sei il mio angelo!"
"Shhh, tranquilla, non ti agitare" mi diceva Ciro, stringendomi forte la mano e guardandomi con molta dolcezza. "Non ti sforzare, non è necessario."
Quella sensazione di terrore a poco a poco diminuì fino a scomparire del tutto. Sapere che lui era accanto a me, che mi stringeva forte la mano, che mi voleva bene e che non voleva che mi agitassi visto il mio stato mi fece bene. Tremavo per i brividi della febbre ma ero stretta a lui e mi sentivo sicura. Questo mi accadeva con poche persone: i miei genitori, mia sorelba e Ciro, anche se lui non ne sapeva nulla.
Soffrivo molto e avevo gli occhi pieni di lacrime.
"Non fare così, ti prego! Vedrai che andrà tutto bene perché tu non meriti di stare così, non lo meriti!" disse lui.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro