Capitolo 22: Una sorpresa speciale... per Ciro e Cari
La settimana prima dei risultati era finalmente trascorsa e quella mattina, quando mi svegliai sentii qualcosa sotto la testa, sollevai il cuscino e trovai uno strano biglietto. Lo aprii e lessi: "Complimenti, ha superato le selezioni nella sezione scrittura!" Mi congelai.
Non potevano aver sbagliato indirizzo?
Non potevo ancora crederci, come la protagonista del mio racconto. E chi si sarebbe immaginato che quel racconto si sarebbe trasformato nella mia realtà?
Lucia entrò nella mia stanza e chiese: "Allora, tesoro? Sei contenta?"
"Tanto, tanto contenta, anche perché ho saputo che Ciro è stato preso a lavorare lì, quindi continueremo a vederci!"
"Quando l'hai saputo, piccola?"
"Ieri, l'ho saputo ieri, infatti oggi andremo a salutarlo."
"Se non ti dispiace vengo con te" disse mia sorella abbracciandomi fortissimo.
"A me fa piacere" risposi sorridendo.
Andammo tutti da lui. Eravamo stati scelti tutti, quindi ci saremmo ritrovati ad agosto.
Arrivammo alla stazione e quando giunse il momento della separazione salutai il mio angelo con un sorriso, lo vedevo felice di intraprendere quel viaggio e non aveva nemmeno tutti i torti!
Prima di salire sul treno insieme ad altri ragazzi lui mi corse incontro e mi strinse fortissimo a sé.
"Dimmi che quando ci rivedremo troverò di nuovo la mia piccola come l'ho lasciata!"
"Sì, solo che sarò io a venire lì da te perché mi hanno presa, mi hanno presa!"
"Che bello! Ma promettimi che quando ci rivedremo sarai sempre la mia timida, il mio tesoro, la mia piccolina!"
Si chinò su di me e mi baciò la guancia che si era letteralmente incendata. Mi avvicinai timidamente al mio Angelo delle Risate e mi gettai tra le sue braccia.
"Su, piccola! Ora dobbiamo separarci!"
"Va bene! Ci rivedremo presto" dissi.
Lui salì sul treno e io gli sorridevo e lo salutavo, sbracciandomi perché Ciro mi vedesse. Lui mi salutò con la mano.
Poi mi disse a gesti: "Ciao piccola!"
Quando tornammo a casa mi sentivo un pochino giù perché non l'avrei visto fino ad agosto, ma al tempo stesso ero felice perché l'avrei visto ad agosto e l'avrei visto fare quello che amava, far ridere la gente. Come faceva con me.
"Che ne dici? Riuscirai a restare "la sua piccolina" per tutto questo tempo?"
"Farò l'impossibile per poterlo fare!"
"Io credo che cambierai poltanto con il corpo e resterai sempre così come sei!"
Ricordai quando aveva detto: "La mia timida" e lo dissi anche a mia sorella.
"Visto? A lui piaci così come sei!" mi disse appoggiandomi una mano su una spalla. "Sai che hai il cuore a mille?"
Arrossii per l'ennesima volta, poi nostra madre ci chiese di andare a comprare il pane al negozio all'angolo.
La proprietaria di quel posto, però, mi metteva ansia perché mi guardava come se stesse cercando di leggermi i pensieri e mi faceva domande su domande.
Avevo paura che mi chiedesse cose su un argomento molto delicato come l'amore.
E infatti, come temevo, quando entrammo la signora si rivolse subito a me.
"Buongiorno Carina" mi disse scrutandomi come un leone fa con la sua preda.
"Buongiorno" risposi timidamente.
"Che mi dici? Come stai? Hai trovato un fidanzatino, vero?"
"Che... Che cosa?" balbettai agitata.
"Le ragazzine alla tua età dovrebbero ancora giocare con le bambole, piccola!"
Sembrava che lo stesse facendo apposta!
"È quel ragazzo che ti accompagna a casa quando esci signorina, non è vero?"
"Mi scusi, ma preferirei non parlare di certi argomenti, mi sento in imbarazzo" cercai di giustificarmi.
Lucia tagliò corto chiedendo quello che ci occorreva e mi strinse la mano per cercare di tranquillizzarmi, ma dalle mie reazioni era palese che la donna ne sapesse una più del diavolo sulla mia vita privata e la cosa non mi piaceva. Lo spirito critico va benissimo, ma non significa che si debba stare sempre a criticare tutti e tutto, non si fa così!
Avrei voluto dirlo, ma nel mio stato d'animo sarebbe stato semplicemente come buttarmi in una piscina senza l'acqua.
Lucia pagò velocemente e stavamo per andarcene quando la signora ci trattenne un istante.
"Dovresti controllare di più la tua sorellina" disse con un tono che mi diede fastidio: avevo una gran voglia di correre via o piangere, ma non feci né l'una né l'altra cosa, sarebbe stato il modo migliore per darle ragione.
"Io non sono un'agente dell'FBI e non capisco perché dovrei controllare mia sorella come se fosse una criminale!" Lucia mi prese per mano vedendo che la mia rigidità significava uno scoppio di pianto e uscimmo correndo dal negozio.
Quando fummo fuori mi gettai tra le sue braccia e scoppiai in lacrime.
"Piccola, ti prego, calmati!" disse mia sorella stringendomi forte a sé.
"Non ce la faccio, Lucia! Detesto certi discorsi e mi sento in imbarazzo!"
"È proprio per questo che io non credo giusto starti dietro come se tu fossi una criminale o qualcosa del genere! Oh tesoro mio, guarda come ti ha ridotta!"
Fino a un attimo prima ero così felice!
Ora invece mi sentivo uno straccio per la polvere, mi sentivo davvero malissimo e non sapevo proprio che cosa pensare.
Lucia mi strinse forte a sé e disse: "Tu stai insieme a Ciro! E allora? Il problema dove sarebbe? Lui è un ragazzo d'oro, non ti farebbe mai del male, quindi io non ho nulla in contrario alla vostra relazione. Non mi piacciono questi giudizi, piccola!"
Mi sorrise e mi strinse forte. Quello per me era un gesto davvero importante.
Mentre camminavo di colpo vidi un ragazzo sdraiato per terra, mi avvicinai e riconobbi... Cosimo!
Mi avvicinai di più e lo guardai: la sua faccia era del tutto imbrattata di rosso. Che diavolo aveva potuto fare?
"Cosimo, sei tutto insanguinato, che ti è successo?" chiesi molto preoccupata.
"È stato quel deficiente" rispose lui.
"Chi è?" chiese mia sorella. "Chi ti ha fatto questo, Cosimo?"
"Quel... Max! Vuole mettere in mezzo Chiara per i suoi meschini interessi!"
"Cosa-" "In quel momento mi si fermò il cuore. Non potevo credere che lui fosse capace di fare una cosa come quella, ma maledizione, dovevo imparare che dai tipi come lui ci si poteva e doveva aspettare qualunque cosa! Perché gli aveva messo le mani addosso, questa volta? Perché aveva reagito così?
Mi avvicinai e medicai le ferite al mio amico, Max gli aveva quasi spaccato la faccia e io provavo rabbia e timori perché avevo un orribile presentimento.
"Cari, ti consiglio di fare attenzione" disse Cosimo, "è molto determinato!"
"Ti ha detto che vuole fare qualcosa a mia sorella?" gli chiese Lucia. Notai che le sue guance erano in fiamme e la cosa non mi piaceva per niente, n*n volevo che si preoccupasse o si irritasse per quel ragazzo né per altro!
"Me l'ha fatto capire" rispose Cosimo.
"No, se la tocca con un dito dimentico come sono e gli spacco la faccia!" disse mia sorella.
Io non volevo crearle problemi, per me Max non era niente, niente di buono, e non volevo mettere in pericolo la mia famiglia per quel... per quel... Non mi venivano in mente parole per descrivere né lui né chiunque gli desse credito, o meglio, lo seguisse come una pecorella!
"No, ti prego" dissi avvicinandomi, "ti prego, non reagire così... non ti posso vedere così, Lucia! Per favore!"
Corsi verso mia sorella e mi strinsi a lei, anche per cercare un po' di conforto perché lei era il mio an"gelo custode e ne avevo avuto molte prove.
"Nemmeno io posso vederti stare così!"
Mia sorella mi strinse forte a sé e in quel momento mi sentii legata a lei come non mai.
Poi, per tirarmi su il morale, lei mi disse: "Vieni! Ho una bella sorpresa!"
La seguii e andammo alla casetta sull'albero, quella dove andavo sempre.
"Coraggio, sali! Dentro troverai una cosa molto bella, coraggio!" disse lei.
Mi arrampicai sull'albero e quando aprii la porticina, tastando con la mano libera, mi trovai ad afferrare un pacchetto.
Lo presi e scesi dalla casetta sull'albero con le mani che tremavano.
"Lo apri quando arriveremo a casa?" mi domandò mia sorella.
"Sì, ma spero di arrivare presto perché sono molto curiosa."
"Fidati, ti piacerà" mi disse Lucia.
Arrivammo a casa, salii in camera mia e scartai quel regalo. Il pacchetto era molto piccolo e al suo interno c'era un anello con un cuore sul quale era incisa la parola: "Tesoro." Quando me ne accorsi un provai un piacevole brivido d'emozione che conoscevo bene.
M'infilai l'anello, ma lo misi all'indice. Non so perché, ma mi sembrava che gli anelli stessero meglio lì, mi ci trovavo molto meglio. Nella scatola era rimasto un bigliettino. Lo presi con le mani che ancora tremavano.
"Ecco il mio modo per salutare la mia piccola... Dopo la partenza! Ho deciso di far incidere quella parola sull'anello per dirti quello che sei per me! Ci vediamo presto, piccola! P.s.: dopo aver letto il biglietto giralo al contrario, c'è un'altra cosa che vorrei farti vedere!"
Voltai il biglietto e dietro c'era una foto di noi due, all'inizio. Io ero quasi avvolta come un riccio ed eravamo tutti in comitiva, ma quello che più mi colpiva era Ciro. Era girato a tre quarti verso di me e mi stringeva a sé.
Ricordavo quel giorno, avevamo tutti i foglietti in mano, quelli dove avevamo scritto o disegnato quello che amavamo fare e ricordavo il suo modo di abbracciarmi quel giorno, mi teneva un braccio dietro la schiena e mi tirava a sé come se cercasse di proteggermi. Ed io con lui provavo una cosa bellissima, tutte le volte che ero con lui i timori venivano automaticamente spazzati via.
Decisi di fare almeno qualcosa di piccolo per lui e sulle note della canzone: "Meraviglioso amore mio" feci un video in cui raccontavo la nostra storia, anche se non del tutto, e decisi di inviarglielo, ma quando stavo per cliccare: "Invia" mi congelai di colpo.
Mi portai la mano sinistra sul cuore e sentii che cercava di uscirmi dal petto.
Poi fu lui a fare il primo passo mandandomi un messaggio.
"Ciao piccola! Che mi dici, ti piace il tuo anello?"
Gli scrissi: "I-io non... Non ho parole, davvero! Grazie, grazie mille!"
Ma anche nello scrivergli dovevo reagire così e balbettare? Perché?
Lui mi rispose subito: "Quello che ti ho detto è quello che penso davvero!"
Mi congelai per l'ennesima volta, poi feci un respiro profondo e gli scrissi: "Potrei mandarti un video?"
Lui rispose: "Sei la prima a chiedere il permesso per questo! Comunque sì!"
Cliccai sul video, contai fino a tre e lo inviai, con il cuore che ancora mi martellava nel petto. 'oh, santo cielo!
Ma sempre questo mi doveva succedere? La timidezza non aveva altro da fare? Doveva lavorare con un'unica persona?
La risposta di Ciro mi arrivò pochi minuti dopo.
"Solo tre parole tesoro... meraviglioso amore mio!"
Con le mani tremanti gli inviai un viso rosso e un altro con gli occhi a forma di cuore.
Spazio autrice
In questa storia non scrivo molto spesso un commento personale, ma stavolta ci vuole proprio! Questo Ciro è superroman... Chiamate un'ambulanza, mi sto montando la testa!
Ahahah, scherzo! Comunque potreste scrivermi qui sotto cosa pensate di Ciro, Cari e Lucia? Lei fa sempre la sua parte per vedere felice sua sorella, in questa storia come nella vita reale.
Lo stesso vale per Ciro, anche se lui nella vitaa reale non lo sa!
Poi una delle parole che preferisco della lingua inglese: Kiss! Ciaoooo!
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro