Capitolo 21: Impronte d'amore
I risultati del concorso multiplo sarebbero alrivati a breve e nell'attesa decidemmo di uscire tutti insieme.
Mariano aveva portato dei barattoli di pittura, i colori a dita.
Ciro ne prese uno rosso, come le mie guance tutte le volte che lo incontravo.
"Ti va di fare una cosa, piccola?" mi chiese.
"Va bene, sono curiosa" risposi con un sorriso. Lui sapeva sempre come farmi sorridere, ci riusciva tutte le vklte.
Mi portò un po' più in là, aprì il barattolo di vernice e mi disse: "Metti una mano qui!"
"Non capisco, che coosa vuoi fare?" gli chiesi, incuriosita.
"Fidati di me, poi vedrai" promise lui.
Io immersi una mano nella vernice. Lui mi prese un polso e mi portò la mano su un foglio. Feci l'impronta della mia mano su quel foglio e Ciro fece altrettanto. Senza volerlo rovesciai la vernice che mi cadde sul viso riducendomi come un pagliaccio. Ciro mi aiutò a lavarmi le mani senza espormi agli occhi della gente.
"Vieni qui." disse. "Ora te la tolgo."
Se possibile le mie guance divennero sempre più rosse e s'incendiarono. Ciro se ne accorse mentre mi puliva il viso.
"Sei davvero tenera quando arrossisci!"
Il mio cuore cominciò a battere forte.
"Grazie" riuscii a dire con un filo di voce, l'ultimo che mi restava per poter parlare.
"Non devi dirlo, ti assicuro che è la verità" disse avvicinandosi ancora di più e strofinandomi il viso senza farmi sentire dolore.
"Ecco fatto, ora sei molto più bella di prima!" Mi accarezzò le guance, si avvicinò e mi baaiò con molta dolcezza.
Non si espose minimamente, era tanto caro e sentivo che non mi faceva alcuna pressione, non forzava la mano su nulla.
"Grazie" gli dissi, acquistando un po' di coraggio. Non so da dove presi la voce, fatto sta che riuscii a dirglielo.
"Per cosa, tesoro?"
"Per tutto... per le impronte delle nostre mani che si stringono, per avermi tolto la vernice dalla faccia e per.. e per quel bacio che mi hai dato poco fa. Non hai cercato di andare oltre perché io mi sentivo terribilmente imbarazzata e non avrei avuto la forza di dirtelo."
"L'ho fatto perché lo sentivo, tesoro!"
Quanto mi piaceva quando mi chiamava in quel modo, quanto mi faceva stare bene!
"Ragazzi, che cosa fate? Non venite?"
"S-sì, arriviamo subito" risposi, e non ho la benché minima idea di dove trovai la voce, fatto sta che la trovai e riuscii a parlare.
Raggiungemmo gli altri che non si erano accorti della nostra piccola avventura.
Poi Sandra vide un lieve rossore sulle mie guance.
"Sei imbarazzata o ti sei dipinta tutta la faccia di rosso?" mi chiese ridendo.
"Entrambe le cose credo" risposi, anche io ridendo.
"Ah, mi fa tanto piacere" rispose lei.
Mi si avvicinò, mi prese la mano e mi disse: "E così tu e Ciro state insieme adesso, eh? Mi fa tanto piacere, Cari. Speravo che ti accadesse questo, vi vedo così bene insieme! Sul serio!"
D'istinto l'abbracciai e lei mi diede un bacio sulla fronte.
"Ti avverto che rischi di scioglierti!"
"Ops! Troppo tardi!" dissi io ridendo.
Scoppiò a ridere anche lei e tutti insieme ci mettemmo seduti a un tavolo.
Passammo una bella serata tra scherzi "non di quelli cretini", e risate. Amavo stare insieme a loro, ma dopo un po' mi accorsi che Elen aveva qualcosa.
Mi avvicinai a lei e la tirai da parte.
"Che cos'hai, sei triste?" chiesi.
"Non sai quanto" rispose Elen tra i singhiozzi.
"Posso chiederti cosa ti è successo?"
"Ho visto Max con un'altra ragazza." Il mio cuore crollò. Si era innamorata di lui, ma se Max fosse rimasto lo stesso don Giovanni di sempre Elen avrebbe sofferto, io lo sentivo dentro.
Era una ragazza molto sensibile e non mi piaceva l'idea che stesse male per quel ragazzo che faceva star male anche me. Sapevo che poi avrebbe iniziato a girarle intorno come un moscone pur di averla al suo fianco e l'avrebbe fatta soffrire, sapevo che sarebbe stato così perché Max l'aveva fatto con Sandra e lo stava facendo anche con me.
Strinsi forte la mia amica, non sapevo cos'altro fare per cercare di farla stare meglio. Non potevo vederla così.
"Elen, tu sai com'è Max?" le domandai.
"Sì, lo so, ma contin"uo a provare un sentimento molto forte per lui, Cari."
"Io non ho esperienze come la tua, non credo di poterti aiutare, ma non so, non voglio che ti faccia stare male" dissi.
"Lo so, ma purtroppo è impossibile."
"Elen, ti prego, promettimi una cosa."
"Di che si tratta?"
"Promettimi che non farai sciocchezze."
"Te lo prometto" disse lei stringendosi a me come se fossi stata una roccia, anche se io non mi sentivo così forte.
"Te la senti di tornare dagli altri?"
"Sì, ma non voglio che vedano che ho pianto" disse Elen.
"Vieni, risolviamo subito" dissi mentre la conducevo alla fontana. Approfittai di questo per bagnarmi anche io il viso perché sentivo un forte calore che mi invadeva la testa e non volevo farmi notare troppo come la Rossa, il soprannome che io stessa mi ero data.
Tornammo dagli altri un po' più tranquille tutt'e due, ma il tempo volava ed era giunto il nostro "coprifuoco." Ciro mi accompagnò a casa e per salutarmi si avvicinò senza fare rumore e mi diede un bacio tanto dolce!
"A domani, angioletto" mi disse a bassa voce.
"A-a domani" balbettai emozionatissima.
Entrai in casa piano piano. Anche mia sorella era uscita e sarebbe tornata più tardi, quindi decisi di andare a letto.
Già sapevo cos'avrei sognato: dopo la trovata di quel giorno avrei sognato lui ne ero più che convinta! Infatti dopo pochi minuti mi addormentai ed iniziai a sognarlo, anche nei sogni era speciale!
Il giorno dopo, quando mi svegliai, corsi di sotto e mia sorella mi disse: "Cari, vieni a vedere, c'è una sorpresa per te!"
Corsi fuori e appeso a un albero del giardino c'era il foglio con le impronte delle nostre mani e intorno ad esse c'erano scritti i nostri nomi a forma di cuore: Ciro E Cari. Non potevo crederci! Ma quanto poteva essere romantico quel ragazzo?
"Visto che bello?" mi disse mia sorella avvicinandomisi visto che tremavo come sempre dall'emozione.
"Non ci posso credere! È bellissimo!"
Mi avvicinai ancora di più al disegno.
Mi piaceva tantissimo guardare le nostre mami che si stringevano e i nostri nomi che formavano un cuore intorno ad esse. Non sapevo come avesse fatto ma forse l'aveva aiutato F"lora, lei era molto brava a disegnare, oppure c'erano molte cose di Ciro che non sapevo, ad esempio che sapesse disegnare in quel modo. Era sempre così romantico ed io mi sentivo elettrizzata.
"Attenta, così rischi di cadere!" disse mia sorella stringendomi le spalle per non farmi perdere quel precario equilibrio che mantenevo per merito suo.
Guardai il cielo e mi sembrò che il mio amico, "inteso come il Sole", mi stesse in un certo senso sorridendo! D'istinto alzai la testa e fici lo stesso. Ero felice, davvero felice!
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