Capitolo 13: Una sorpresa per Lucia
Da quell'uscita passò più di un mese e io non facevo altro che pensare a quell'aquilone gigante a forma di cuore.
Non tanto per l'aquilone, ma per chi l'aveva fatto, per chi aveva scritto quelle cose così belle! Insomma, pensavo a Ciro, ma pur avendogli dato quel foglio non riuscivo a fare io il primo passo. Proprio non ci riuscivo.
In quel periodo era da un bel po' che Lucia e Mirko non si vedevano e sentivo che a Lucia sarebbe piaciuto rivederlo. In questo eravamo identiche.
Allora decisi di farle una sorpresa per il suo compleanno perché lei me ne aveva fatte tante e mi aveva resa felice. Sperai di non ottenere il contrario nel fare quella cosa, ma il mio desiderio più grande nei suoi confronti in quel momento era quello di ripagarla in qualche modo, anche un po' per volta, per quello che mi aveva dato.
Mi misi d'accordo con i miei amici e mio cognato cercando di essere discreta.
Finalmente arrivò il giorno del suo compleanno.
La prima cosa che feci fu metterle un biglietto sotto il cuscino la sera prima mentre lei non c'era, scritto un po' da tutti, anche s€ la calligrafia era unica. Sul retro, poi, c'erano le impronte delle mani raccolte in una L.
L come Lucia.
Il giorno dopo cercammo di non farle scoprire nulla, ma volevamo che fosse tranquilla e che si rilassasse. Lucia trovò il biglietto e lo lesse. Ognuno di noi aveva scritto un pensiero per lei: "Grazie mille per essere stata la sorella migliore del mondo, per avermi ascoltata e sopportata in ogni momento."
"Grazie per essere stata un angelo custode quando ho sofferto per colpa di ragazzi troppo presuntuosi."
"Grazie per essere stata sempre una figlia allegra, meravigliosa, per aver sempre rotto la tensione quando c'era."
"Grazie per essere stata sempre così come sei."
Lei ci strinse in un unico abbraccio.
"Tutto questo? Pensate davvero questo?"
In quel momento mi sembrava di vedere me quando mi sentivo in quello stato.
"Non pensiamo! Sappiamo!" dissi d'istinto. "Sappiamo che sei speciale!"
Andai a prendere un pacchetto che era sempre stato nel mio armadio e lo diedi a mia sorella. Lei scartò il mio regalo: un ciondolo a forma di cuore con su inciso un: "Ti voglio bene." Visto che avevo frequentato un corso per fare quelle cose non mi era stato difficile farlo e la mia insegnante l'aveva cotto.
Io l'avevo infilato in uno spago per farne una collana.
Tommaso andò a prendere il suo regalo: un libro che lei desiderava da molto. Da parte dei miei genitori ricevette un cellulare.
"Non voglio immaginare quello che avrete combinato per dopo!" disse Lucia ridendo.
"Io spero che ti faccia piacere" dissi.
Andammo a preparare tutto quello che serviva per la sera, l'incontro tra mia sorella e mio cognato dopo molto tempo.
Andammo sempre in quello spazio aperto, mettemmo un tavolo al centro per loro e i fuochi d'artificio. Avevamo un amico esperto in materia che si era offerto di darci una mano con i fuochi, quindi non avremmo avuto problemi a riguardo.
"È tutto pronto?" chiesi mentre sistemavo una specie di barriera attorno alla zona dove sarebbero stati loro perché potessero stare tranquilli.
"Tutto pronto" rispose Mariano, dandomi la mano per farmi coraggio. "E vedrai che le piacerà molto la sorpresa e soprattutto sapere che l'idea è stata tua."
"Spero che vada tutto bene" dissi. Ero molto agitata perché era la prima volta che facevo una sorpresa di quel genere.
"_Certo che andrà tutto bene!" Quella voce mi fece battere forte il cuore. Mi voltai e vidi Ciro che mi prese la mano e la strinse. "Lucia sarà felice!"
"E poi è una cosa bella e solo tu avresti potuto avere un'idea simile." mi disse Sandra. "Sei un tesoro!"
Alla parola: "Tesoro" per poco non crollai a terra, ricordandomi di quando Ciro mi aveva scaldato la mano e mi aveva chiamata così per chiedermi se mi sentissi un po' meglio. Abbassai la testa per non far vedere che ero rossa.
"Fidati, quando Lucia vedrà questa sorpresa non potrà crederci!" disse Chiara. "Non lo dico perché si tratta di un gala, ma proprio perché è una cosa semplice, genuina, pensata con il cuore e non con la testa! Andrà tutto bene!"
"Ora dovremmo avvertire Mirko" disse Cosimo, "e tu dovresti andare a prendere Lucia e farla venire qui, Cari."
"Mi occupo io di avvertire Mirko" disse Flora.
Andai a prendere mia sorella.
"Vieni, Lucia! C'è una persona che ti vorrebbe vedere!" dissi sorridendo.
"Dove?" chiese Lucia.
"Chiudi gli occhi, ti ci accompagno io" dissi prendendola per mano.
Lei chiuse gli occhi e andammo nel posto destinato a quell'incontro. La feci mettere seduta, mi allontanai e feci segno a Mirko di avvicinarsi a lei. Poi mi voltai verso Lucia e dissi sottovoce: "Se vuoi apri gli occhi."
Lucia aprì gli occhi e si guardò attorno molto sorpresa, quasi senza fiato.
"Non ci posso credere!" disse sorpresa.
Si alzò e corse ad abbracciare Mirko.
Il mio cuore prese a battere fortissimo menjre correvo dalla parte opposta per preparare gli effetti della nebbia e poi fare la sorpresa dei fuochi. Correvo verso gli altri con il cuore ballerino.
Ballerino perché lo sentivo come se si stesse muovendo nel mio petto. Correvo sperando che andasse tutto per il meglio e che Lucia avesse un bel ricordo del suo compleanno. Di colpo sentii che una mano si posava sulla mia spalla. Mi voltai e vidi Ciro che mi sorrideva.
"Sapessi come batte forte il tuo cuoricino! Sai che è molto bello quello che stai facendo per Lucia, piccola?"
"Tu credi davvero che sia bello?" chiesi timidamente, arrossendo di colpo.
"Non lo credo, lo so" disse Ciro, usando un'espressione tipica di Lucia.
Poi mi prese per mano e disse: "Adesso andiamo, gli altri ci stanno cercando."
Raggiungemmo gli altri e preparammo il materiale per l'effetto nebbia. Quando fu l'ora di usarli ci mettemmo in posizione e ognuno svolse il suo compito alla perfezione. Poi, quando il nostro amico preparò i fuochi, smontammo tutto il materiale e ci allontanammo di corsa perché Lucia e Mirko potessero godere quel momento al cento per cento. Tutti si congratulavano con tutti e fui contenta di vedere l'espressione di mia sorella così sorridente quando lei e Mirko uscirono dal loro posto appartato tenendosi sottobraccio. Corsi incontro a mia sorella, la strinsi forte e le dissi: "Tanti auguri, Lucia!"
"Sei stata tu a pensare tutto questo?"
Diventai rossa e la voce mi venne meno.
"Sì, è stata una sua idea" disse Mariano sorridendo. "È stata davvero dolcissima nel fare quello che ha fatto!"
"Grazie piccola!" mi disse mia sorella.
"Sono io che devo ringraziarti!" dissi.
"Perché?"
"Per quello che fai per me, sorellina!"
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro