Perché mi piace leggere?
Una domanda semplice.
O no?
A me piace leggere, perché con i libri posso fuggire dalla realtà. Posso scappare in un mondo solo mio, dove mi aspettano mille e mille amici, che non mi feriranno mai. Posso immaginare, posso sognare storie, posso piangere per una morte mai avvenuta nella realtà, ma stampata nero su bianco, su un foglio di carta, e sul mio cuore. Posso ridere di battute squallide, e non è raro vedermi scoppiare a ridere dal niente, per una situazione, una parola buffa che ho letto. Posso arrabbiarmi con un personaggio e sfogare la mia rabbia su di lui.
Perché ce n'é tanta dentro di me.
C'è una voglia di combattere, di essere selvaggia, impetuosa, di correre, di saltare, di gridare, dietro al guscio di persona timida e insicura che mi avvolge.
Dentro di me c'è un pezzo, un frammento di ogni singolo personaggio di cui io abbia letto.
Posso averlo odiato, amato, posso aver riso con lui, pianto per lui, posso avergli urlato di essere un demente, posso aver lanciato il libro contro al muro quando ha fatto una cosa stupida.
Ma mi rimane dentro, e lascia un segno indelebile su di me, sul mio modo di pensare, parlare, comportarmi, vestirmi.
La mia seconda casa è la biblioteca del parco della mia città, e se ci andaste e chiedeste della Mangialibri, vi risponderebbero "Ah, Lucia!"
Perché durante i lunghi, lunghi pomeriggi nella biblioteca, raggomitolata sulla mia poltrona preferita, sono diventata ormai parte del mobilio, la regina della sezione fantasy.
Mi capita di smettere di leggere all'improvviso e risvegliarmi come da una trance, perché qualcuno mi scuote per la spalla, cercando di sbambolarmi, come dice mia madre.
Perché qui, signori e signore, trovate me, solo me, Lucia, una dodicenne come tutte le altre.
O forse no.