Sabato 10 luglio 2021 | Taormina
Questa mattina, dopo anni e per un imprevisto, ho avuto l'opportunità di tornare al mare.
Non un mare qualsiasi, il mare "di casa" come mi piace definirlo!
Ero emozionata, sì! Può sembrare una sciocchezza, ma sorprendentemente è quello che mi è successo.
Appena messo un piede sulla sabbia calda la prima reazione è stata quella di accelerare il passo e correre verso l'enorme distesa d'acqua blu. È successo e succede anche a voi, vero? Ammettetelo!
Non ho fatto molto. Ho solo appoggiato la borsa sulla sabbia, ho tolto il prendisole leggero, sfilato le infradito e senza stendere il telo mi sono diretta al bagnasciuga.
Quando l'acqua mi ha circondato i piedi e sotterrati lì, senza chiedermi il permesso, ho sorriso d'istinto, perché è proprio per questo che amo il mare: prende senza chiedere.
L'ho sempre visto come quell'amico un po' scortese ed egoista, ma che amo perché mi fa pensare e mi ascolta senza giudicare o senza dirmi che lo sto annoiando!
Confido nel fatto che tutti vorrebbero un amico così, no?
E poi questa sua supponenza di avere e prendersi ciò che vuole mi ha sempre affascinata, e oggi mi ha ricordato una persona che ha significato molto per me, che ha segnato in modo indelebile la mia vita.
Lì, davanti alla sua imponenza cristallina, mi sono seduta sui ciottoli pronta a far niente, se non ascoltarlo e lasciarmi condurre tra i miei pensieri.
E così mi sono lasciata trasportare dal suo suono incostante e formato da un mix di rumori presenti contemporaneamente che si alternano, si sovrappongono, crescono e diminuiscono continuamente. È qualcosa di meraviglioso, di benefico per il corpo e per la mente.
Non so per quanto tempo sono rimasta ipnotizzata lì, seduta da sola, tra i miei pensieri e i miei ricordi, ma quando mi sono guardata intorno la spiaggia era più popolata rispetto al mio arrivo.
Ho guardato tutti, uno ad uno, e un'altra sensazione di pace e di serenità mi ha invaso.
La gente intorno parlava tra sè, ma io non la sentiva. Non una parola.
Il mare, con il suo sciabordio, mi stava proteggendo... dagli altri, da me, dal mondo. Mi ricordava che in quel momento ero io sola con lui.
Non è una sensazione bellissima?
Come tanti anni fa, mi ha permesso di concentrarmi sulle cose importanti, non su quelle superficiali.
Ho pensato a me, solo ed unicamente a me.
Non a mio marito, non ai miei genitori, agli amici o al lavoro. Ero la mia priorità tra i miei pensieri.
Per l'enormità di tempo che è passato, non ricordavo questa sensazione. Ne avevo dimenticato la bellezza, la pace, la serenità.
Sono stata dissociata dal mondo, dalla gente, da tutto ciò che avevo intorno.
Mi sono ricordata di quando ero un'adolescente, del mio primo amore.
Sì, cari tutti! Il mio primo vero amore.
Mi sono ricordata di come la felicità mi riempiva in ogni dove nel vederlo arrivare in spiaggia, quando mi raggiungeva ancora addormentato.
Non so come, ma percepivo la sua presenza quando stava per arrivare. Ogni volta che avevo quella sensazione e alzavo gli occhi lui stava camminando verso di me, e iniziavo a sorridere spensierata. Vedevo solo lui, nient'altro. E così anche per lui.
Vi è mai capitato?
Io tornerei indietro tutti gli ultimi diciotto anni per rivivere quei momenti, quelle emozioni così forti e poter tornare me stessa in quella leggerezza.
Questa mattina, seduta sul bagnasciuga, ho rivissuto molti dei momenti che ho passato con lui, il primo ragazzo che mi ha fatto battere davvero il cuore.
Ho ricordato il modo in cui mi convinceva a seguirlo in acqua, tirandomi con delicatezza per un braccio e facendomi strada mentre mi diceva di seguire i suoi passi, così che la sabbia scottasse di meno. Sapevamo entrambi che non era vero, era una mera illusione, ma entrambi eravamo consapevoli che era il nostro modo per dirci "ti amo".
Mi è tornato in mente come giocavamo con gli amici in acqua, schizzandoci e lanciandosi come se non potesse capitarci mai nulla e come se il tempo fosse dalla nostra parte. Ho ricordato come lui mi sfidava e mi lanciava il più lontano possibile per non farmi prendere dagli altri, ma appena riemergevo dall'acqua lui era ancora vicino a me, sorridente e con le sue mani piccole e delicate sui miei fianchi.
Lui era lì, per me, e lo è sempre stato.
Persa tra questi ricordi mi sono sentita malinconica, ma felice.
Ho deciso di alzarmi, farmi coraggio e tuffarmi nell'acqua fredda e nuotare un po' per il largo.
Ho cercato più e più volte di stare sotto la superficie del mare perché lo risentivo vicino, sentivo la sua presenza e la sua protezione, come un tempo, come se fossi al sicuro e lui sarebbe stato pronto per me, ancora.
Sapevo che non era reale, ma mi ha fatto stare bene con me stessa crederlo.
Uscita dall'acqua mi sono sentita vuota, e oltre alla malinconia mi sono sentita vuota per un momento così lungo che sono dovuta scappare dalla spiaggia.
Sì, sono letteralmente scappata raccattando veloce le mie poche cose.
Salita sul lungo mare ed entrata nella cinquecento nera a noleggio, mi sono ritrovata con il respiro corto e il cuore che mi batteva forte nel petto.
Era tutto bellissimo, ma mi sono spaventata.
Spaventata per il fatto che un tempo è stato tutto vero, e dopo anni ho rivissuto le stesse emozioni di quando ne avevo quindici. E mi mancano, eccome se mi mancano.
Ho sospirato, passandomi le mani sul volto.
"Mai piangere sul latte versato" ho iniziato a ripetermi tra me, come una sorta di mantra.
Ingranata la prima mi sono decisa a partire e tornare verso casa.
Accelero. Seconda. Terza. Rallenta. Frena. Svolta. Accelera. E via così lungo la strada.
Curva dopo curva, per salire in collina, e con i capelli ribelli per il vento causato dai finestrini aperti, ecco che arriva un altro ricordo, un'altra immagine di noi.
Eravamo giovani e spesso indisciplinati, ma in moto siamo sempre stati ligi al nostro dovere e rispettosi della legge. C'è sempre stato un piccolo particolare che era un simbolo di noi, che ci rappresentava: io ero sempre con le braccia intorno alla sua vita, avvinghiata a lui.
Be', direte che è un classico, ma vi assicuro che non è vero!
La prima volta che sono salita con lui sulla sua Suzuki blu elettrico ho fatto presa sui poggia mani del passeggero, ma lui mi ha chiesto di tenermi a lui perché aveva paura di perdere l'equilibrio sui tornanti e non voleva che mi capitasse qualcosa. Era una cosa stupida, lo so, ma è con quella sua richiesta che nei nostri viaggi in moto la sua mano era sulla mia per più del quaranta per cento del tempo. Era questo che ci faceva riconoscere agli occhi degli altri, ma noi non ci accorgevamo di queste attenzioni. Eravamo semplicemente noi.
Solo oggi, dopo quasi tredici anni che non ci frequentiamo, mi è tornata in mente questa piccolezza, ma che in fondo era un altro modo per dirci "ti amo".
Tornata a casa, devo confessarlo, ero stanca per il turbinio di pensieri e per le mille emozioni riprovate.
Ho mangiato e ora sono qui, nel letto sul quale abbiamo passato molto tempo insieme, ridendo e scherzando, rimanendo noi, nel nostro vero essere e senza alcuna maschera.
Ricordo la sua premura nel far addormentare prima me e svegliarsi per primo, così che potessi sentirmi al sicuro vicino a lui.
Non so come faceva, ma tutte le volte accadeva.
Mi conosceva così bene che l'ha sempre avuta vinta giocando sulle mie debolezze. E così ricordo e sento ancora oggi il suo tocco delicato nell'accarezzarmi il braccio o la nuca per farmi cadere nel sonno, e sento il suo sguardo su di me per farmi svegliare.
Sarò qui ancora per poche ore, quindi tra poco tutto tornerà alla normalità.
Tornerò a casa da mio marito e dalla mia cucciola, sarò vicino ai miei genitori e ai miei amici, e sono contenta. Mi chiedo soltanto se, prima di partire, tornare nel luogo dove gli ho detto addio potrebbe aiutarmi ad allontanare questa sensazione di malinconia che vivo da questa mattina.
Ricordo ancora il suo sguardo nel dirgli che non potevamo andare avanti nella nostra storia complessa, così distanti e così diversi.
La sua fronte corrucciata nel non comprendere appieno le mie parole, le mie nuove esigenze.
Nella testa ancora il suo tono scomposto e amareggiato nel chiedermi "Perché solo ora? Perché non prima? Siamo cambiati, siamo sulla stessa via ora e i nostri percorsi si stanno avvicinando!"
Non ricordo cosa gli risposi all'epoca, ricordo soltanto che mi appoggiai con le braccia alla ringhiera del castello normanno del borgo medioevale di Castelmola, il nostro luogo preferito, a guardare la vista fantastica che concede sulla baia.
Indipendentemente dalla mia risposta, entrambi sapevamo che, nonostante l'amore che ci univa, ci eravamo persi anni prima.
Il nostro è stato un grande amore. Uno di quelli che ti fa battere veramente il cuore, che ti fa sentire le gambe molli quando non hai la persona al tuo fianco, uno di quelli per cui faresti di tutto per non perdere l'altra persona. Devo confessarvi però una cosa: è stato proprio quest'ultimo punto ad allontanarci.
Credo fermamente nel detto "se ami una persona, devi imparare a lasciarla andare".
Noi non lo abbiamo fatto, e ci siamo fatti molto male a vicenda.
Vivevamo a più di mille chilometri di distanza, io un'adolescente e lui appena entrato nel mondo degli adulti; io con delle passioni e lui con delle altre.
Non lo abbiamo mai dichiarato, per non farci del male, ma alla fine eravamo una coppia aperta, anche se solo nei periodi in cui eravamo distanti.
Abbiamo resistito per ben otto anni bellissimi, ma allo stesso tempo infernali.
Ricordo ancora il male al petto quando mi ha frantumato il cuore in un miliardo di pezzi, e vi giuro che fa veramente male.
Sapere che non sei l'unica ti fa sentire una nullità, e lui lo ha capito quando i ruoli si sono invertiti.
Eravamo due persone che si amavano alla follia, un'attrazione inspiegabile e magnetica anche per gli altri, ma due persone che si sono conosciute nel momento sbagliato.
Credo che entrambi non ci siamo dati il tempo per crescere come avremmo dovuto, per fare le esperienze che avremmo dovuto fare per la nostra età.
Rimpiango solo il fatto di non aver trovato la forza e di non esserci dati il tempo per riprovarci quando saremmo stati più grandi.
Forse io avrò perso la mia anima gemella, forse no, chi lo sa! Però so quanto è stato difficoltoso chiudere e iniziare un nuovo capitolo della mia vita, dare fiducia a un'altra persona e lasciarmi andare di nuovo, e purtroppo non ancora del tutto perché ho paura ad essere me stessa.
Amo mio marito, con tutto il mio cuore, ma una parte sarà sempre occupata dal lui del mio passato.
Su questo punto vorrei chiarire che appoggio la teoria dei due grandi amori.
Si dice che nella vita incontreremo sempre due amori: un amore con il quale si vivrà per sempre una vita felice, con il quale si costruirà qualcosa di concreto e che ci completa; l'altro amore, invece, sarà quello che si perderà, nonostante esista un collegamento così forte e dove ogni chimica distruggerà ogni tipo di ragione. Sarà quest'ultimo tipo di amore che ci impedirà di raggiungere una vera vita felice, un equilibrio.
Forse non mi sarei dovuta arrendere?
Mah, ancora oggi non trovo e non so quale sia la risposta corretta.
Rimane il fatto che non potrò mai dimenticare e non potrò mai smettere di provare queste emozioni, queste sensazioni.
Il tempo di certo aiuta e cura le ferite, ma ogni tanto non posso negare che mi manca; che sia per un attimo, per un ricordo, per un periodo prolungato.
A volte scende una lacrima, a volte sorrido e accetto le cose così per come sono andate.
Però ho scelto, e sono convinta di aver scelto il "meglio" per me.
***
Spazio per noi!
Ciao caro lettore,
e benvenuto nel turbinio dei miei pensieri!
Cosa ne pensi di quanto hai letto? Ti sei mai trovato a perderti tra i ricordi del tuo grande amore?
Un abbraccio, e spero di sentirti presto!
Chimer-a
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro