Digito il numero di Anna e rimango in attesa. Dopo un paio di minuti sento la sua bellissima voce chiamarmi.

« Ashley! »

« Anna come stai? »

« Mi manchi tanto! Sto bene grazia al cielo. Anzi, stiamo bene. »

« Sono contenta. E Ben? »

La sento ridacchiare felice. « Non ci crederai mai... »

« A cosa? » Chiedo curiosa.

« Mi ha chiesto di sposarlo! » Urla entusiasta.

« Davvero? Sono così contenta per voi!  » Ed è vero. Non mi sarei mai aspettata di vederla così felice.

« Grazie. E invece tu, come va a New York? Con Federico hai risolto? »  

« Sì, la situazione è migliorata. »   Preferisco aspettare prima di dirli di noi. « Mi dispiace lasciarti ma ora devo proprio andare. Volevo farti un saluto. »

« Ashley! »    

« Sì? » 

« Quando torni in Italia?»  

Bella domanda. Ora che io e Federico stiamo insieme teoricamente dovrei tornare con lui, visto che la sua vita è a Modena. Ma credo che sia ancora troppo presto per decidere...

« Non lo so ancora... »  Rispondo sinceramente. 

« Mi manchi.  »    

« Anche tu, ti voglio bene Anna. »   E chiudo la chiamata.

« Ash! Ti vuoi muovere! »  Urla Federico dal salotto. Mi ero dimenticata di lui. Dobbiamo uscire insieme e sono corsa in camera per prepararmi. Ma poi ho intravisto il telefono e ho pensato di fare uno squillo ad Anna.

« Sì, cinque minuti e sono da te. Ho quasi finito. » In realtà non ho neanche iniziato. Corro verso l'armadio e tiro fuori un paio di jeans scuri e una maglia a maniche corte rosa. Indosso un giacchetto di pelle color cachi e infilo i miei stivaletti neri. Mi pettino i lunghi capelli corvini e inizio ad acconciarli in una treccia laterale. Ma visto che sono in incapace di primo livello gli slego e gli lascio sciolti. Devo andare dal parrucchiere uno di questi giorni. Sono troppo lunghi.

« Ash! » Urla di nuovo Federico. Accidenti, non ho ancora finito di truccarmi. Non può chiudere il becco per altri cinque minuti.

Esco un secondo per dirgliele quattro. « Federico Rossi se non chiudi quella tua lurida bocca babbana ti spedisco negli abissi del Tartaro! » Urlo da brava Fangirl quale sono. 

« Il tuo essere sempre dolce e delicata nelle parole mi affascina ogni giorno di più. »  Mi prende in giro con un sorriso strafottente che troverei carino in un'altra situazione.

 « E invece il tuo essere permaloso mi irrita ogni giorno che passa. » Ritorno in camera e finisco di truccarmi. Rossetto rosso e mascara. Nulla di più semplice. « Ecco, ho finito. Ci voleva tanto aspettare cinque minuti. »

« Ci hai messo venti minuti, porca miseria! » 

« Oh ma taci!  » Lo zittisco tirandogli uno schiaffo sul braccio. Lui mette le sue mani lungo i miei fianchi e mi attira a se. Con un gesto fulmineo attacca le mie labbra con le sue. Solo che non mi sta baciando, me le sta leccando.

« Ma che fai? »    

« Ti ho tolto il rossetto. Sei più carina senza. E poi le tue labbra sono già rosse da sole.»    

Non so se ringraziarlo per il complimento o prenderlo a manate solo perchè mia rovinato il trucco. Nel dubbio lo picchio. « Ma che razza di maniaco sei? » lo prendo in giro. 

« Quello che ti accompagnerà a prendere un bel caffè in città. »    

« Io ci lavoro in un caffè. Qualcosa di più originale...? »    

« Sushi! »  Esulta lui sistemandosi il ciuffo. 

« Sai che lo odio... »  Mi ritorna in mente il nostro primo appuntamento. 

« E tu sai che lo amo. Ma va bene, allora andremo a prenderci un tradizionale Hot Dog. »    

« Ehi! Guarda che ci sono cresciuta con quei panini. »    

« Io invece mi ingozzavo di maccheroni al formaggio, ma sono dettagli. Vogliamo rimanere qui a parlare dei nostri pasti preferiti della nostra ormai passata infanzia oppure andare via.» 

« Babbano.» Lo insulto uscendo di casa con lui dietro.

|| Ben. ||

Apro gli occhi lentamente. Devo essermi addormentato. Ieri a cena ho mangiato così tanto che sono praticamente crollato. Mi metto a sedere su un fianco e ammiro la mia bellissima principessa che dorme. I suoi lunghi capelli biondi sono sparsi su tutto il cuscino. Una ciocca sfiora il mio naso facendomi il solletico. Mi lascio sfuggire un sorriso appena vedo cosa ha tra le braccia. La mia Anna tiene stretta a se Mucchino. Sembra una bambina, che amore. Sono un tantino geloso, anche io voglio un abbraccio. Mi avvicino a lei e le circondo la vita con un braccio.

Sono quasi le otto. E' meglio svegliarla. Oggi vuole che la porti in piscina. Le lascio dei piccoli baci lungo il collo per poi dedicarmi alla sua morbida guancia.

Le sue palpebre si alzano rivelando i suoi magnifici occhi bruni. 

  « 'giorno amore. »    

  « Che ore sono? » Chiede stiracchiandosi.

  « E' ora di andare. Se vuoi passare un po' di tempo in piscina. »  La ginecolaga le ha consigliato di passare del tempo in acqua, anche solo nella semplice vasca del bagno. Così da mettere a proprio agio il bambino. Non so come ma è così. E poi a me non dispiace. Almeno mi abbronzo. Se ci fosse qua Federico scoppierebbe a ridere dandomi della mozzarella. Quell'ingrato, come osa. Oggi gliela farò pagare. 

*

Quando apro gli occhi intravedo il magnifico azzurro del nostro ombrellone. No! Ditemi che il vento non lo ha spostato e che sono stato all'ombra per tutto questo tempo.Quando mi metto a sedere scopro che è così, tutto il mio corpo è messo in ombra dall'ombrellone. Tutto tranne il mio piede.

Non ci credo...

  « Per una volta che riesco a prendere il sole mi abbronzo solo il piede! »  Sbraito a voce alta. La mia gamba è tutta bianca ma dal tallone in poi diventa leggermente più ambrata. 'Fanculo.

MI guardo intorno cercando con lo sguardo Anna e la trovo nella parte bassa della piscina che chiacchera con una ragazza. E io che pensavo che sentisse la mia mancanza. Rivolgo di nuovo la mia attenzione davanti a me e trovo Mucchino comodamente seduto su una ciambella gonfiabile. Ma non era con Anna? Subito dopo dei bambino lo accerchiano e iniziano ad usarlo come palla per gicocare a pallavolo.

Ma che razza di film horror ho davanti!?!

Uno lo manca e Mucchino va a finire dall'altra parte della piscina. O Dio! Lui non sa nuotare.

  « Mucchino! Ti salvo io! »  Urlo tuffandomi in acqua. Nuoto fino a quando non riesco ad afferrarlo.

  « Che cosa ti hanno fatto? »    

Ma quando distolgo la mia attenzione da lui mi ritrovo accerchiato da quei bambini, che mi stanno guardando male. « Ehm... salve ragazzi. » Iniziano a farmi paura. Uno mi sta guardando con gli occhi socchiusi. 

Una bambina mi schizza l'acqua in faccia. « Non è tuo! Ridamelo! Tocca me giocarci. »

  « Cosa? » Ma di che parla?

  « No, Francesca tu ci hai già giocato. Ora tocca a me.»  Ribatte un altro bambino che cerca  di schizzarle dell'acqua addosso ma che sfortunatamente la prendo io in faccia.

« Veramente tocca a me e Claudia. Dobbiamo andare in fila. »  I bambini si sono messi a litigare come se nulla fosse, come se io non ci fossi. 

  « Ragazzi, ragazzi. Calmatevi. Credo ci sia un malinteso. Lui è Mucchino, ed è mio.  »    

  « No, non è tuo. E' di quella ragazza la giù. Ci ha dato il permesso di giocarci. »  La bambina di prima, si suppone si chiami Francesca, indica Anna che sta ancora parlando amichevolmente con la stessa ragazza di prima, all'oscuro dal fatto che il suo ragazzo sta per essere ucciso da una cerchia di bambini pericolosi. 

  « Sì, ma quella è la mia ragazza. »

  « Lei non uscirebbe mai con uno che gioca ancora con i peluche. »

Ok, questo è crudele. Sono appena stato insultato da un bambino di appena otto anni. 

  « Perchè non cerchiamo una soluzione pacifica?  » Parole al vento perchè subito si scagliano su di me picchiandomi. « Ahia! Mi fate male...ahio!  »

 Con tutta quella confusione sono stato privato del mio Mucchino. Quando riesco a riprendermi li trovo dall'altra parte della piscina a giocare come se nulla fosse.

Bambini cattivi.

Anna cattiva, ancora non mi ha degnato di uno sguardo. 

Esco dall'acqua e ritorno di nuovo all'ombrellone. 

Ci ho messo un po' a scriverlo. Spero vi piaccia! Scusate il ritardo. Per quelli interessati alla mia storia su Niall ho aggiornato il secondo capitolo.

Votate se vi  piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate.