18- Fuga
Come già mi aspettavo il ristorante all'interno è un vero capolavoro. Le pareti sono interamente dipinte di un rosso bordeaux che da un atmosfera raffinata a tutta la struttura. Lampade a neon illuminano la sala. Tavoli coperti da una stoffa candida brillano di posate argentate e di piatti ricchi di prelibatezze da me mai gustate.
La gente brinda con i suoi calici di vetro, sorseggiando vini pregiati e costosi champagne. Abiti sfarzosi e eleganti fasciano il corpo a tutte le donne e ragazze presenti nella sala.
« È assolutamente perfetto! » Dico tenendo la mano di Federico.
« Vieni, andiamo a sederci al nostro tavolo. »
Mi accompagnia verso il fondo della sala dove ci aspetta un tavolo già aparecchiato solo per noi.
Federico prende la mia sedia e la tira fuori dal tavolo e con un gesto della mano mi invita a sedermi.
« Qualcuno ha ripassato il caro libro delle buone maniere, vedo. »
Mi siedo e Federico spinge leggermente la sedia verso l'interno. Poi si mette comodo dall'altra parte del tavolo.
« Per te questo ed altro, mia dolce principessa. »
« Oh, che tenero. Ma prima di dire cose sdolcinate lasciami gustare la cena e poi potremo passare al dessert. » Dico ironica. In realtà quel nomignolo mi ha fatto impazzire. Principessa, sono la sua principessa!
Un cameriere si avvicina a noi con un taccuino in mano. « Buonasera, cosa posso portarvi? »
Federico osserva il menu per pochi secondi e poi ordina « Un insalata di mare, pesce azzurro e bordeaux rosso. »
« E lei signorina? »
Io? Diamine se sono indecisa. Questo menu è da favola! Ci sono certi piatti che vorrai mangiare...
Sono tentata dall'ordinare tutta la pagina. Ma alla fine scelgo quello che mi sembra più allettante.
« Un polpettone di granchio e un insalata di caviale e calmari. »
« E da bere? »
« Quello che ha chiesto lui. »
Il cameriere si congeda lasciandoci soli.
« Questo posto è meraviglioso. Mi dispiace che tu debba spendere così tanto. »
« Ashley, smettila di preoccuparti e goditi la serata. »
Di colpo mi rattristo e lui lo nota perché subito mi chiede. « Che succede? »
« No è che... non mi chiami mai con il mio nome per intero. » Dico facendo la finta offesa. Anche se sono veramente offesa.
Sul volto di Federico si dipinge un ghigno divertito. Che per quanto irritante è anche meraviglioso.
« Allora ti piace quando ti chiamo Ash, è? »
« Sì, ora non montarti la testa. »
« Tranquilla. Avrò tutta la serata per farlo. » Dice ridendo.
« Allora, per quanto rimarrai a New York? » Chiedo con un pizzico di nervosismo. Non voglio che se ne vada ma lui non deve saperlo.
« Appena riuscirò a convincerti a tornare in Italia con me. » Dice lui con naturalezza.
« Sai che non tornerò, vero. »
« E tu sai che non mi arrenderò, vero. » Risponde guardandomi con aria di sfida.
In lontananza vedo il cameriere avvicinarsi con la nostra cena. Wow, sono stati velocissimi. E poi al McDonald's per un semplice panino devi aspettare non so quanto...
« Ecco a voi, spero sia di vostro gradimento. »
« Grazie. »
Con una forchetta taglio un pezzo del mio polpettone e quando me lo porto alla bocca... cavoli mi sento svenire per quanto è buono.
« Dio! È delizioso! » Esulto tutta contenta.
« Davvero? Mi fai assaggiare? »
Ne taglio un pezzo e avvicino la forchetta alle labbra di Federico. Lo sento gemere appena gli sfilo la portata dalla bocca. « Hai ragione. Sono dei maghi della cucina. Vuoi assaggiare il mio pesce? »
Annuisco. Federico con delicatezza avvicina la forchetta alle mie labbra. Più che gustarmi il pesce mi concentro sul sapore della bocca di Federico. È caldo, pungente, dolce...
Da un retrogusto delizioso...
« Allora? »
« E-eh? C-cosa? » Balbetto ancora inebriata da quel dolce nettare prezioso.
« Il pesce? Ti piace? »
Ah, il pesce... « Sì sì, buonissimo. Il pesce certo, cos'altro se no. »
« Sono contento. » Dice Federico regalandomi uno dei suoi meravigliosi sorrisi. Accidenti, i suoi denti sono così bianchi e perfetti che dovrebbe fare da icona alla mentadent.
« Che a me piaccia il pesce? » Chiedo innocente.
« No, ma che hai capito. Sono contento che tu abbia accettato di uscire con me stasera. »
« Dovevi farti perdonare... »
« Perdonare? Non ti è bastato il volo in elicottero? »
« Sei ancora convinto che con una cosa del genere avresti risolto i tuoi problemi?!? Hai solo peggiorato la situazione. »
« Ok, ok, forse hai ragione. Ma dimmi, con questa cena mi sono fatto perdonare? » Chiede con un faccino tenero, tirando fuori il labbruccio.
Sorrido a quella scena. « Prima vediamo il dessert e poi ne riparliamo. »
*
« Mi sento esplodere! » Si lamenta Federico toccandosi la pancia.
« Anche io! » Gli do corda. « Ma è stata una serata fantastica. »
« Già, a chi lo dici. » Risponde lui. « Il conto per favore! » Urla Federico e il cameriere si avvicina con un libretto in pelle nero. « Grazie. »
« Davvero, Fede... lascia che paghi la mia parte! »
« No, no. Non se ne parla nemmeno. Che razza di uomo sarei se lasciassi pagare una dolce segnorita. »
« Ma ti prego... » Continuo ad insistere. Lui sbuffa e inizia a cercare qualcosa nella tasca interna della sua giacca.
« Ashley, non rovinare la ser-... » Si blocca di colpo. Sfila la sua mano dalla tasca e inizia a cercare in quella dei pantaloni. Niente. Inizia a toccarsi ovunque con la speranza di trovare qualcosa, ma niente. Sembra non trovarla. « Oh, cielo! »
« Che hai?»
« Ho dimenticato il portafoglio! »
« Cosa?!? »
« I-io non so come sia potuto succedere... e ora.»
Sbuffo. « Tranquillo, ho io il portafoglio... » Abbasso la mano verso le mie gambe aspettandomi di trovare la mia borsa ma niente.
Com'è possibile?!? Io non esco mai senza la mia borsa.
« Oh no! Non ho portato con me la borsa! »
Federico si prende i capelli tra le mani e inizia borbottare parole senza senso.
« E ora che si fa? » Chiedo spaventata.
« Quello che si fa nei film. Usciamo dalla finestra nel bagno. »
« Cosa?!? Ma sei fuori?!? »
« No, ho un piano. Io corro a casa e prendo il portafoglio. Tu intanto aspetta qui. Non ci metto più di quindici minuti. »
« Non puoi lasciarmi qui! »
« Ho detto che ci metto quindici minuti. Tranquilla, andrà tutto bene.» Cerca di convincermi. « Spero... »
Federico si alza e corre in bagno.
Che faccia in fretta, almeno...
*
« Signorina, avete già pagato il conto? » Mi chiede il cameriere.
Federico è sparito da circa dieci minuti, solo che a me sembrano ore.
Ormai sto andando nel panico.
« Sto aspettando il mio compagno per pagare! »
« E dov'è il suo compagno? »
« In bagno. » Rispondo cercando di sembrare tranquilla...
« Per tutto questo tempo?!? »
« Sì! Lui ha...ha dei problemi...» Devo inventarmi qualcosa. « ...di digestione! »
« Va bene! Passerò tra cinque minuti.»
« Oh, grandioso! » Ma anche no...
Federico, dove diamine sei?!?
I miei occhi intravedono un ciuffo biondo e subito mi sento svenire.
L'idiota con cui sono andata a cena si avvicina al mio tavolo con un sorriso trionfante.
« Alla buon ora... » Sbuffo.
« Hai idea di quanto ho corso?!? »
« Sì, sì, ora paga e andiamocene. »
Chiamiamo il cameriere e Federico paga la cena. « Grazie per l'ottimo cibo. » Si complimenta quest'ultimo.
« Oh, non c'è di che. Spero che lei abbia risolto i suoi "problemi". »
Mi porto una mano alla bocca per trattenere una risata.
Federico è visibilmente confuso.
« Ma di cosa parlava? »
« Oh, niente. Meglio andare. »
*
Ho faticato sette camicie per scrivere questo capitolo ma ce l'ho fatta!
Vi piace la storia?!? Se si votate il capitolo con una ☆ (ci tengo mi raccomando) seguitemi per eventuali aggiornamenti.
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