12- Coccole e riflessi
La mia guancia è appoggiata su qualcosa di notevolmente comodo, soffice, inebriante, fresco...
Vivo...
Vivo?
Non può essere vero!
Apro gli occhi e mi ritrovo appoggiata al petto di Federico, che dorme beatamente vicino a me nel mio letto.
Mi butto per terra per lo spavento.
O cavoli e ora che faccio?!
Inizio a gettonare sul pavimento come un'anima persa in un girone dantesco.
« Ash? » Mi chiama Federico con voce ancora impastata dal sonno. « Che stai facendo? »
E ora che diamine gli dico?
"Scusa ma mi sono svegliata su di te e ora sto cercando di starti alla larga il più possibile" non suona bene di prima mattina.
« Io...cercavo...cercavo i miei occhiali » Invento una scusa.
« I tuoi che? » Domanda Federico mettendosi a sedere. Ha la felpa leggermente slacciata e riesco ad intravedere un pezzetto del suo petto abbronzato. « Da quando porti gli occhiali? »
« Da una vita! » Mento alzandomi. « Io vado a fare colazione! » E mi precipito in cucina prima che possa fare altre domande a cui io non saprei rispondere.
Appena vedo il bianco lucente del mio frigo i miei occhi si illuminano. Ma appena vedo la figura che c'è accanto per poco non grido come una pazza.
« Ma come...? » Qualcuno mi spiega per quale motivo Federico è arrivato in cucina prima di me? E sopratutto, per quale motivo sta mangiando una delle mie brioche?
« Sei tu che ti sei messa a fare il giro completo dell'appartamento... » Sì giustifica. « Sei adorabile... »
« Eh? » Che cosa hanno appena sentito le mie povere orecchie?
« Sei adorabile quando dormi. Le tua guance diventano tutte rosse. Sembri una piccola bambina dai capelli arruffati. » Dice lui con voce infantile.
« Io non sono una bambina! » Dico mettendo il broncio. « E non sono nemmeno piccola! »
« Oh si che lo sei! Sei la mia piccola. » Lo vedo avvicinarsi a me ma io inizio a correre lontano da lui.
Federico inizia ad inseguirmi per tutto l'appartamento.
« Ferma! Vieni subito qui! »
« Prendimi se ci riesci! » Urlo io beffandomi di lui. Ho un sorriso a trentadue denti in faccia. Mi sento così leggera. Forse è perché non mi sono ancora abbuffata di dolciumi.
« Vieni qui! Voglio coccole! » Urla come un bambino.
A forze di ridere inciampo e rischio di cadere. Ma Federico mi prende al volo e mi scaraventa sul divanetto in salotto.
« Federico! » Grido tra le risate. Senza accorgersene mi sta facendo il solletico.
« Voglio un bacino...» Mi chiede lui con un faccino tenero, mettendo il labbruccio.
« No! » Dico con altrettanta voce infantile.
« Bacino? Bacino... » Mi supplica lui.
« Non sei abbastanza sexy per avere una bacio da me. » Dico fingendomi indifferente, con fare altezzoso.
« E tu ti credi sexy? » Mi chiede lui divertito. Si è praticamente messo a cavalcioni su di me, e mi tiene i polsi legati.
« Io sono sexy. »
« E cosa devo fare per essere sexy... » Mi sussurra lui all'orecchio con uno sguardo malizioso.
La situazione sta prendendo una brutta piega.
Ma la mia mano arriva come un treno sulla sua faccia scaraventandolo a terra.
« Inizia con l'avere dei riflessi, tesoro
» E mi alzo andando in cucina.
*
« Lo chiami tu un taxi o lo faccio io? » Mi chiede Federico sul ciglio della strada.
« Ti lascio l'onore. »
Lui si finge commosso ed inizia a sventolare il proprio braccio alla ricerca di un veicolo che ci porti in centro.
« Eccolo! »
Mi sporgo per vederlo ma appena noto il numero del taxi sbarro gli occhi: 268.
« Ehi ma non è... »
Anche l'autista deve averci riconosciuto perché fa retro marcia e corre via.
« Ma per quale motivo se n'è andato? » Chiedo irritata.
« Non gli stiamo molto simpatici. »
« Che intuito, mister miglior osservazione! » Lo prendo in giro io.
Lui mi mette un braccio intorno alle spalle e mi sorride.
« Guarda che non ti ho ancora perdonato! » Dico vedendolo un po' troppo felice.
« No, non si direbbe. »
« Non provocarmi. » Lo minaccio io.
« Dopo questo pomeriggio cambierai idea. Ne sono sicuro. Andiamo, ci aspetta una bella camminata.»
*******
Scusate se aggiorno tardi.
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