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1.

Cesare e Nicolas erano ormai fidanzati da tempo. Precisamente, tra pochi giorni, sarebbero stati esattamente dieci mesi. Dieci mesi di convivenza. Dieci mesi dalla loro uscita allo scoperto, stravolgendo così in modo permanente il loro mondo di menzogne in cui avevano vissuto. Dieci mesi di loro, della loro verità.
Con alcune piccole difficoltà, che soltanto il tempo dissipò, iniziò così la loro storia d'amore che adesso è soltanto da invidiare. Sono l'uno fatto per l'altro. Si completano. Si sono cercati, rincorsi, per così tanto tempo che adesso è difficile dividerli. Tanto tempo sprecato tra incertezze e dubbi che però poi ha ripagato con un amore puro, vero e sincero.
Mmh... vero e sincero, sicuramente. Puro... forse non molto.
Si erano fatti una solenne promessa, ovvero quella che nessuno dei due doveva tenere dei segreti all'altro. Volevano una simbiosi unica come lo era già di base il loro rapporto. Desideravano una sinergia tale da risultare un solo individuo. Così Cesare con riluttanza aveva confessato questa cosa che si portava dentro come un oscuro segreto di cui a volte non ne andava molto fiero, ovvero la sua perversione da Dominatore!
Sbigottito dalla confessione, Nicolas reagì in modo brusco. Non se lo aspettava davvero e da ignorante in materia, sulla vasta gamma di pratiche BDSM, era ancora più spaventato.

Si ha sempre paura dell'ignoto.

Dal momento della confessione poi l'argomento passò subito in secondo piano. Nicolas lo amava e non lo avrebbe di certo lasciato per una simile sciocchezza. Era un lato di Cesare che doveva e voleva accettare.
In amore funziona così. Si accettano cose che non si penserebbe mai di accettare. Si scende a compromessi superando e inghiottendo l'orgoglio se serve. Tutto per amore. Tutto per la persona che si ama. Tutto per stare bene con essa. Cesare non lo obbligò mai a fare nulla che lui non volesse fare. Gli aveva parlato del mondo BDSM ma non lo aveva mai costretto a fare qualcosa che apparteneva ad esso. Semplicemente l'argomento era stato chiuso in un cassetto nel suo animo.
Nonostante questa chiusura mentale nello sperimentare nuove pratiche sulla sfera erotica, Nicolas si era dimostrato sempre lievemente interessato all'argomento.
Sarà lo stesso fascino dell'ignoto che tanto lo spaventava forse?
La curiosità fa compiere gesti estremi a volte ed è meglio non sapere rimanendo nell'ignoranza. Ma in questo caso non c'era nulla di preoccupante o pericoloso per non scoprirne di più.
Con domande, con storie sul passato del fidanzato riguardo le pratiche sconosciute da lui, con richieste sulla spiegazione di una sessione BDSM, Nicolas con il passare del tempo imparava sempre qualcosa in più. Tasselli di un grande puzzle che man mano si univano. Sembrava velatamente interessato a questo nuovo mondo.
Durante i loro rapporti sessuali, quando ormai l'ormone era il completo regnante di entrambi i loro corpi soggiogando le loro menti, Cesare forse inconsciamente agiva comunque con dei modi da Dominatore. In dei gesti che potevano sembrare semplici e dettati dalla passione focosa, per lui in realtà erano qualcosa di oltre proiettando automaticamente quel mondo che un po' gli mancava.
Per esempio: tramite la costrizione dei polsi o delle braccia usando la propria forza, nettamente superiore a quella dell'altro per via del fisico robusto e muscoloso; tramite una semplice mano davanti la bocca per impedirgli di parlare mentre lo penetrava; tramite delle sculacciate molto forti; tramite ancora l'uso delle sue grandi mani sul collo del più piccolo per opprimergli leggermente la trachea; il Dominatore in questo modo esternava naturalmente dei lati che erano nella sua indole, dei lati riguardo quel mondo sconosciuto a Nicolas. Era più forte di lui, non lo faceva di proposito ma agiva tramite istinto, di riflesso al suo animo macchiato dalla lussuria!
Non esternava atti e modi violenti nella normale vita quotidiana, nel modo più assoluto, era soltanto una pura questione di soddisfazione causata da gesti e pratiche che lui ben conosceva e che voleva far scoprire anche al proprio amato. A lui infatti non sembrava dispiacere tutto questo anzi, era molto coinvolto e partecipe.
Che inconsciamente il fidanzato lo abbia già portato sulla dissestata strada della lussuria?

Una tranquilla sera d'inizio autunno, Nicolas era a casa a lavorare al computer mentre Cesare era uscito per delle commissione altrettanto lavorative.
In giro per Bologna, quest'ultimo, mentre acquistava del materiale che sarebbe servito per lavoro, si imbatté in un sexy shop. Un negozio che vende articoli sessuali, accessori erotici e molto altro ancora. Tutto nel campo dell'Eros. La tentazione di quel mondo, del suo mondo, fu così forte che non seppe resistere ed entrò. Gli mancava quel lato sporco di sé. Quel lato perverso e provocatorio. Quel lato che tanto gli procurava eccitazione. Amava così tanto Nicolas che aveva accantonato, sconfortato leggermente, quel mondo contorto ed intricato.
Ma in fondo, chi siamo noi per decidere ciò che è contorto e ciò che è normale?
Chi stabilisce esattamente la follia?
Quello che per una persona può essere normalità per un'altra può sembrare totale follia e viceversa.
Non ci sono delle regole ben precise a riguardo. È tutto un grande gioco.
Nostalgico, non seppe resistere di nuovo nel non acquistare un particolare oggetto: un collare! Un choker nel mondo BDSM.
Di solito i dominatori donano quest'oggetto al sottomesso anche in segno d'affetto. È una cosa importante. Il collare vuol dire: "Sei mio! Mi appartieni. Io sono il tuo Padrone e non solo tu sei solo mio ma anch'io, Dominatore, sarò solo tuo per sempre se dovessi accettarmi e lo vorrai."
Non si tratta solo di un rapporto D/s tramite un oggetto, ma di un senso di appartenenza e abbandono totale nell'altro reciprocamente. C'è dietro una filosofia molto ampia in campo di romanticismo differente dal comune significato del termine.
Era uno splendido collare nero opaco di pelle con il classico anello centrale.
È molto basico, certo, ma starebbe perfettamente sul collo di Nic. Gli starebbe così bene, fantasticava e viaggiava nel suo mondo mentre porgeva i soldi alla commessa.

Il buio era ormai calato del tutto quando Cesare varcò la soglia di casa. «Ci hai messo un po'» lo accolse così Nicolas con lo sguardo ancora sul computer.
Se non si fosse fermato al sexy shop avrebbe fatto sicuramente prima. «C'era traffico» abbozzò la prima scusa che gli venisse in mente.
Controllando se avesse comprato tutto, mentre Cesare era di là in cucina, Nicolas trovò un pacchetto chiuso e ben confezionato. Sembrava quasi un regalo.
«E questo cos'è?» si rivolse incuriosito, e sospettoso allo stesso tempo, a colui che era indaffarato a preparare la cena.
Dovevo portarlo subito al sicuro, lo sapevo, si maledì mentalmente.
«No, nulla, niente di che. Sono dei cioccolatini che ti avevo comprato. Mi hai rovinato la sorpresa, contento?» Ridendo nervosamente sperò così di dissuaderlo nell'aprire il cofanetto. Tutto vano. La curiosità, o forse la gola, ebbe il sopravvento su Nicolas.
«Non avevo mai visto questo tipo di cioccolatini prima d'ora» ironizzò prendendo il collare in mano e mostrandolo all'altro.
Nicolas faceva roteare l'oggetto nel suo indice sinistro attendendo una chiara risposta. Sentendosi alle strette, impossibilitato nell'inventare scuse plausibile, scelse di raccontargli tutto.
«La verità è che mentre stavo prendendo il materiale che serviva mi sono imbattuto in un sexy shop. Non ho resistito e sono entrato. Non ho resistito ancora e l'ho comprato pensando a quanto starebbe bene ad adornare il tuo collo amore» confessò schietto come il suo solito fare. «Davvero pensi che mi starebbe bene?» Si appoggiò alla buona l'oggetto vicino al collo.
Sconcertato, Cesare sgranò gli occhi. Non solo Nicolas non aveva proferito domande strane annesse all'acquisto, ma anzi lo stava quasi per indossare.
«Toglitelo!» Ruggì serioso.
Sapeva che voleva soltanto scherzare ed essere provocatorio, ma la sua voglia andava ben oltre quella dello scherzo e della mera provocazione.
Così si concentrarono entrambi sulla cena da preparare glissando l'argomento.

La questione "collare" era ormai stata accantonata apparentemente e rapidamente la cena era trascorsa in modo tranquillo e abitudinario.
Piccolo twist della serata, un ottimo  vino rosso corposo in perfetto abbinamento alle pietanze di carne della loro cena. La scelta del vino era ricaduta su Cesare. Era lui l'esperto. Diciamo che tra i due era lui che preferiva maggiormente bere, l'altro lo seguiva a ruota solo per piacere e compagnia.
Cesare stava sparecchiando quando il compagno si dileguò all'improvviso. «Che ne pensi?» Si palesò poco dopo con solo il collare indosso e una t-shirt del fidanzato che gli calzava decisamente larga e grande.
Il Dominatore era più alto e robusto di lui. Più muscoloso e con un fisico impostato e al fidanzato anche una sua semplice t-shirt gli stava a mo' di vestitino. Arrivava a coprire poco prima le ginocchia.
«Nic...» accennò soltanto il diretto interessato delle sue attenzioni scuotendo la testa, con uno strano ghigno in volto.
Compiendo un giro su sé stesso, facendo alzare svolazzante la t-shirt larga di proposito, mostrò così che sotto non indossava nulla!
Lo provocò ancora una volta questa sera. Chiudere gli occhi, continuare a scuotere la testa e tornare a fare i piatti furono le uniche risposte indirette di Cesare. Ma in realtà stava solo cercando il modo di contenersi.
Il capellone dalla folta chioma corvina sapeva perfettamente quanto eccitasse l'altro vederlo con i propri vestiti indosso. Era una questione di: "Indossi qualcosa che è mio, con il mio odore sopra, ed il pensiero che esso si possa trasferire sulla tua pelle, trasferendo così una piccola parte di me, mi fa sentire tuo e mi eccita."
Poi, come se non bastasse questo, indossava anche quello splendido collare che Cesare tanto apprezzava e che aveva preso appositamente per lui.
«Che c'è, queste cose non ti piacciono più?» Continuò imperterrito con le provocazioni mentre il mal capitato faceva i piatti.
«Non scherzare con me Nicolas...» senza guardarlo lo rispose cercando, in modo disastrosamente fallimentare, di tenere l'ormone a bada.
«Perché? Se no cosa fai?»
Quella sera Nicolas sembrava proprio irriconoscibile, un'altra persona.
«Non scherzare con il fuoco, finirai per bruciarti poi!» Frenò ancora una volta i suoi istinti, sentendo quella forte e dura erezione che premeva contro il mobile dove vi era posizionato il lavello.
«E se volessi bruciarmi invece?» Quasi retorico domandò l'imperterrito provocatore, alzandosi sulla punta dei piedi per arrivare a baciargli il collo sporgendosi da dietro la schiena dell'amato.
In uno scatto repentino, Cesare si voltò e profondamente lo guardò negli occhi mentre gli teneva i fianchi. Calò il silenzio. Occhi negli occhi.
Parole dette e gridate imploranti in quegli sguardi. Così cominciarono a baciarsi appassionatamente. Con le mani bagnate e piene di sapone, Cesare alzò con molta semplicità Nicolas sul tavolo della cucina.
I baci erano ben poco casti ricolmi di foga e desiderio. Le mani del più grosso scivolarono a stringere i glutei del più piccolo mentre lui si aggrappava al suo collo.
Fu quest'ultimo a bloccare tutto fermando Cesare dalla penetrazione imminente.
«Aspetta!» Facendo sollevare il fidanzato dal proprio corpo e rimettendosi di nuovo seduto disse. «Sono pronto per altro» lo guardava intensamente in quegli occhi color nocciola accarezzando il collare che aveva indosso.
Cesare si trovò spaesato. Non capiva se avesse inteso bene o avesse frainteso tutto preso dalla foga del momento.
«Voglio farlo amore, mi sento pronto adesso» continuò lui serio.
«Pensiamo la stessa cosa?» Cesare cercò una conferma nei suoi occhi, guizzanti di una particolare scintilla adesso.
«Sì!» Chiaro, fermo e diretto replicò.
Il più muscoloso si aprì così in un enorme, spontaneo e genuino sorriso. «A saperlo ti avrei fatto ubriacare molto tempo fa» esorcizzò prendendolo un po' in giro.
Nicolas, che non era affatto ubriaco, si fece una grande risata per poi baciarlo dolcemente.
«E ora cosa si fa?» Curioso domandò ancora seduto sul tavolo della cucina. «Aspettami qui e poi vedrai...» Cesare si pronunciò dopo avergli tolto il collare.
Accarezzandogli il membro, mentre gli stampava un bacio sulle labbra, scappò verso la loro camera da letto lasciandolo momentaneamente da solo seduto sul tavolo della cucina.

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