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6.Nuove possibilità.

Trascorsero 6 giorni.

6 giorni di vuoto totale.

Quel paesino era veramente noioso, non riuscivo a capacitarmi di come Jo avesse potuto vivere in un luogo del genere.
Era oltre il mio livello di pazienza.

Fortunamente era tornato il bel tempo, Jo era tornata a sorridere di più anche se non ero sicura che i suoi sorrisi fossero veri.
Nonostante sorridesse vedevo sempre qualcosa nel suo sguardo, come se le mancasse una parte di sè.

Io e Cam insieme a Beau e Jonathan, avevamo cercato di fare qualcosa insieme a lei.
Avevo scoperto che Jonathan era il suo fratello gemello, ma nonostante questo sempre maggiore per qualche minuto.

Poi tutti i suoi fratelli erano ripartiti, tornando alle loro vite da universitari, e per un istante avevo avuto molta paura.
Paura di perdere anche Cam.

Ma lui era rimasto, rimasto per sua sorella e mi piaceva pensare che fosse rimasto anche per me.

Che poi non sapevo neanche perché avevo paura?
Perché alla fine temevo così tanto la sua perdita?
Cos'era lui per me?

2 settimane e mezza.

Lo conoscevo da due settimane e mezza e avevo paura di perderlo?
Come facevo a sapere che lui non mi avrebbe ferito come tutti gli altri?
Cos'aveva lui più di tutti gli altri?

Nonostante avessi tutte queste domande in sospeso, sapevo solo una risposta.
Sapevo cosa aveva lui più degli altri, lo sapevo esattamente.

Non voleva niente da me.

Dopo quel giorno del quasi bacio non mi aveva più sfiorato, né chiesto niente, si era comportato da vero amico..

Ecco cosa mi lasciava perplessa..

Avevo sempre cercato una persona così e ora che l'avevo trovata cosa mi bloccava?

Logan, Elizabeth, le insicurezze e i pregiudizi.

Forse non riuscivo ad ammetterlo, ma nonostante io mi sforzassi in tutti i modi di sembrare sicura di me ero tutt'altro.

Scossi la testa cercando di pensare ad altro.

Mi alzai dal divano beige di nonna Maggie e mi avvicinai ad un mobile pieno di fotografie.
C'ero io e Ash e suo padre.
Anche Elizabeth.

Sembravamo così felici prima che tutto precipitasse.

"Non sei curiosa?" sobbalzai al suono della voce di mia nonna alle mie spalle.
Ero così persa in quei ricordi che mi spaventai.

Mi girai verso di lei senza capire a cosa si riferisse.

"Cosa?" le chiesi avvicinandomi e sedendomi nuovamente sul divano, lei sorrise amaramente come se sapesse già la fine di qualunque cosa stesse per dirmi.

Si sedette al mio fianco e dopo aver unito le mie mani con sue, finalmente mi spiegò.

"Sai io l'ho visto una volta, hai il suo sorriso.. non sei curiosa di conoscerlo?"

Avevo capito, e stavo già soffrendo.
Sentivo una morsa al petto, una sensazione che ti sale dallo stomaco e ti chiude la gola.

Perché avrei voluto conoscerlo? Lui non si era fatto vivo per tutti questi anni.. e io dopo 21 anni avrei dovuto conoscerlo..?

"No.. non lo sono e non voglio conoscerlo, lui mi ha abbandonato.. non so neanche il suo nome, come potrei volerlo conoscere, nonna?" le dissi con voce quasi disperata.

Io ci avevo pensato, in tutti quegli anni, di scappare e cercarlo.
Era stata la mia ossessione, trovare il mio vero padre conoscerlo, e sperare che fosse migliore di mia madre, almeno lui.

Non so perché alla fine non decisi di cercarlo, cosa mi aveva bloccato?

"Sei sicura bimba mia? Non ti farebbe bene.. cambiare aria e magari rendere la tua vita migliore? Ne hai già passate tante.. - nonna Maggie abbassò il viso sulle nostre mani incrociate, sapevo che si riferiva a Logan, ma lo disse come se fosse colpa mia, come se io avessi voluto vivere senza il mio vero padre o come se avessi voluto essere stuprata.... non era colpa mia - io credo che tu dovresti conoscerlo.." finì il suo discorso nonna Maggie.

Io deglutii ragionando sulle sue parole, poi senza dire niente mi alzai,dopo averle lasciato un bacio sulla guancia, e andai in camera mia, dovevo stare un po' da sola.



***

Sentii bussare alla porta, così mi alzai mettendomi seduta sul letto.

"Avanti.." era strano perché nonna Maggie non bussava mai, lei entrava e invadeva i miei spazi, ma era per questo che la adoravo.

Infatti gli occhi che incontrai non erano i suoi verdi chiari, ma quelli di Cam.

Il respiro mi si bloccò per un istante, ma poi mi scossi e cercai di riprendere il controllo di me stessa.

"Ciao.." gli dissi sorridendo e invitandolo a sedersi vicino a me.

Ero molto più tranquilla in sua presenza, ora mi sforzavo di pensare a Cam solo come un amico, non come il ragazzo più sexy, dolce...e basta!
Scossi la testa per scacciare quel pensiero.

Vidi che non mi rispondeva.

Lo osservai.

Stava guardando attentamente le sue mani incrociate sulle gambe. Sembrava che stesse ragionando su un grosso argomento.

"Dovresti cercarlo.." disse lasciandomi ancora senza fiato e soprattutto senza capire.

Non feci in tempo a chiedergli di cosa stesse parlando, che lui mi rispose con quattro semplici e agghiaccianti parole.

"Mio padre è morto, avevo 10 anni quando è successo, è stato per tutti un duro colpo. Io cercherei mio padre fino in capo al mondo se ne avessi la possibilità.. quindi cercalo." mi spiegò con semplici e circoncise parole.
Non sembrava voler entrare nei dettagli, immaginai fossero troppo dolorosi.

Non potevo capirlo, mio padre non era morto, ma io avevo paura.
Per tutta la mia vita mi ero immaginata un uomo forte, intelligente, che fosse un vero padre, e ora avevo paura di ciò che avrei potuto ritrovarmi davanti.

Se lui non fosse ciò che avevo pensato?
Se ne rimanessi delusa?

Cam non aveva più un padre e sentire la sua voce a pezzi mi spezzava il cuore.

"Io, mmh - balbettai incapace di respirare l'aria pesante che si era creata intorno a noi - mi dispiace, Cam.." mi avvicinai leggermente a lui e gli posai una mano sulla spalla.

Nonostante gli sguardi fugaci, i brividi ad ogni tocco, e i battiti accellerati in sua presenza, volevo restare solo sua amica.

Ma non opposi resistenza quando lui prese la mia mano e la sposto dalla sua spalla fino alle sue mani intrappolandola tra esse.

"Posso aiutarti, se non vuoi affrontare tutto da sola.. come amici.." aggiunse alla fine alzando finalmente i suoi occhi da terra e puntandoli nei miei.

Era dura ammetterlo, ma mi era mancato vedere i suoi occhi così da vicino, perdermi dentro quel bellissimo color nocciola e uscirne più viva che mai.

"Mi piacerebbe molto,ma io torno a Chicago tra due giorni.. la mia vita è lì.." gli spiegai.

Come se tutta questa strana situazione non fosse abbastanza, la vita reale era tornata a bussare alla mia porta con una bellissima e-mail direttamente dal mio capo.

Tra pochi giorni Agosto sarebbe finito, e io in meno di una settimana mi risarei trovata a lavorare in un ufficio odiando ogni minuto, solo per raggiungere il mio unico scopo.
Diventare una vera giornalista.

Più ci pensavo e più mi sembrava strano.

Io e Cam ci eravamo baciati due volte e quasi baciati una volta, ora lo conoscevo meglio, ma molti lati di lui e del suo carattere non mi erano ancora chiari, eppure non volevo staccarmi da lui.

Cam si fermò come se finalmente avesse compreso la realtà.
Le ultime settimane insieme erano state belle e divertenti, ma lui aveva una vita e io ne avevo una e la mia non era lì.

Mi sentivo veramente stupida e ingenua nel non volermi allontanare da lui.
Mi chiedevo come fosse possibile essere attratta da una persona che conoscevo da così poco..

"Mi spiace, Cam, ma io devo tornare... tutto quello che ho è lì.."

Come se si fosse risvegliato dai suoi pensieri, annuì, sembrava avesse ragionato abbastanza sulle mie parole e avesse capito.
Si alzò continuando a guardare in basso e poi dopo qualche minuto di totale silenzio disse.

"Parti tra due giorni?"

"Si parto domenica pomeriggio.." gli risposi cercando di non agitarmi troppo sotto il suo sguardo.

Com'era possibile che i suoi occhi provocassero tutte queste sensazioni in me?
Avrei tanto voluto sentire le sue labbra sulle mie ancora...

"Ti va di.. uscire sabato sera?" mi chiese d'un tratto facendo incontrare i nostri occhi.

D'istinto mi alzai e mi avvicinai, gli posai un bacio sulla guancia e poi annuì.

"A domani, Sasha.." disse Cam passandosi una mano tra i capelli e facendo alzare un po' la sua maglietta.

Io deglutii.

"Ciao.." lo salutai e finalmente uscì dalla mia stanza permettendomi di respirare ancora.

Tutto ciò era assurdo, mi sentivo come un'adolescente innamorata impreda agli ormoni!
Avevo vent'anni e quel ragazzo mi stava rendendo una pazza.

Suo padre era morto, e io avrei potuto conoscere il mio...

Corsi giù da nonna Maggie e quando la trovai fuori in veranda a sistemare i fiori le dissi.

"Si, nonna, io credo di poterci riuscire, voglio cercarlo.."

Lei alzò lo sguardo dal vaso con il terriccio appena messo e mi sorrise.

"Avresti qualche cosa da darmi per iniziare?" le chiesi curiosa.

Infondo sia lei che Cam avevano ragione.
Non avrei mai saputo come era mio padre senza neanche provarci.

Nonna Maggie si tolse i guanti e con un grande sorriso mi fece cenno di seguirla in casa, così lo feci e mi sedetti sul divano sotto suo ordine.

Lei prese un fascicolo con tutti dei fogli sparsi.

"Robin era il miglior amico di Christopher, dall'asilo forse. Erano inseparabili, e non avrebbero mai fatto niente per rovinare la loro amicizia. Io l'ho visto, mio figlio e Robin erano veramente grandi amici. Al liceo il padre di Ash ha conosciuto Elizabeth, tua madre, e sì sono innamorati, appena finito il liceo si sono sposati poi Elizabeth una sera, era ubriaca, ha frequentato Robin e sei nata tu, ma dopo ha nascosto che Robin fosse tuo padre facendo credere che Christopher fosse tuo padre, poi è nato Ash..."

Mia madre aveva tradito il padre di Ash con mio padre..
Ero senza parole.
In più mio padre era il suo migliore amico..

"Qui ho delle foto di Robin da bambino.." disse nonna Maggie cercandole.

Robin..

Me ne passò una e io la osservai.

C'erano due bambini sui 7 anni abbracciati, ridevano entrambi.
Dietro di loro delle altalene e altri bambini che correvano felici.
Sembrava una festa di compleanno.

Focalizzai la mia attenzione sui due bambini.
Entrambi avevano gli occhi chiari ma non chiari come quelli di Elizabeth che io avevo ereditato.

Per un momento non riuscì a riconoscere quale dei due fosse mio padre, ma poi vidi bene il colore dei suoi capelli, castani.
Come i miei, nonostante me li tingessi di nero, io li avevo castani..

Il mio cuore smise di battere per un istante, mentre osservavo il sorriso di quel bimbo dai capelli castani.

Osservandolo meglio, riuscivo quasi a vedere qualcosa di sé in me.
Mi vennero i brividi per tutta la schiena dritti fino al cuore.

"Dove abita?" Chiesi ormai troppo curiosa a nonna Maggie.

"L'ultimo indirizzo che ho è in un paese vicino a Chicago.. Lemont, 24 Cass street.."

Nonna Maggie mi passó i documenti e io li osservai.

Lemont...

Mi sembrava un nome famigliare..




*Flash-back*

"Da dove vieni?" Gli chiesi mentre lui giocava con le mie piccola dita smaltate di rosa pallido.

"Non sono di Chicago.." mi disse Logan sorridendomi e intrecciando le sue dita con le mie.

Fremiti mi attraversarono tutta.

"Sono di Lemont... è un paesino a 40km da Chicago.. potrei portarti un giorno se ti va.." disse Logan avvicinandosi a me.

Io annuii incapace di parlare, mentre le sue dita accarezzavano la mia guancia.
Sarei andata ovunque con lui.



*Fine Flash-Back*

Logan.
Logan veniva da lì.

Mi vennero i brividi, ma decisi una cosa.

Avevo bisogno di scoprire come fosse mio padre.
Avevo vissuto la mia infanzia con mille domande e dubbi.
Avevo sofferto, e ora mi sembrava il momento giusto per migliorare le cose..

Presi in mano tutti i fogli di Nonna Maggie e mi rinchiusi in camera.
Volevo leggerli tutti attentamente.

Avrei potuto conoscere Robin, mio padre..

Sorrisi.

Mi sentivo diversa, con nuove possibilità e se questa era la mia occasione, non me la sarei lasciata sfuggire per nulla al mondo.



~~~~~~~~~~

Mi starete odiando e ve ne do il permesso, ma sono state settimane dure.
Ero sempre presa da qualcosa d'altro, talmente stressata che non sono riuscita a buttare giù una riga.

Questo capitolo è solo di passaggio..
Non penso sia granché, ma è il meglio che sono riuscita a scrivere., mi spiace.

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GRAZIE GRAZIE GRAZIE!

Spero vi piaccia..

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Scusate ancora e grazie.

Baci belle.

xoxome

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