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36. Nessuno è perfetto.


Lo fissai.

Fissai la sua schiena un po' ricurva, mentre si allontanava da me, disgustato e distrutto, come dargli torto.

Non riuscii a distogliere lo sguardo neanche per una frazione di secondo finché Cam non girò l'angolo sparendo dalla mia visuale.
Solo allora rilasciai un sospiro di sollievo.

Litigare con lui mi aveva fatto passare la sbronza.
Era stato molto più facile scacciarlo da brilla, sapevo che se fossi stata completamente lucida non ci sarei mai e poi mai riuscita.

"Sei tu Natasha?" la voce del ragazzo di fianco a me mi riportò bruscamente alla realtà.

"Non sono io Natasha, hai sbagliato persona.." gli dissi brusca.
Non sapevo nemmeno chi fosse quel ragazzo e da dove fosse spuntato, ma avevo visto il viso di Cam sconsolato dopo aver visto quel ragazzo raggiungermi.

Non avevo neanche provato a spiegargli.
Avevo lasciato che ciò che doveva succedere facesse il suo corso.
Era giusto così, era meglio per lui.

"Scusa.." disse il ragazzo stizzito dal mio tono scontroso e poi si allontanò da me.

Dovevo essergli apparsa proprio come una persona spregevole.

Mi mossi all'indietro e pestai i pezzi di vetro della bottiglia a terra.
Non ero mai stata brava a mentire o a recitare, ma quella volta grazie all'alcool avevo superato me stessa.

Guardai il liquido sparso sul pavimento.
Quel liquido che mi aveva già creato tanti problemi in passato e che me ne aveva creati altri nell'ultimo periodo.

Mi allontanai e mi avvicinai al bancone dove avevo lasciato la mia borsa.
Ci rovistai dentro un po' e solo quando trovai il cellulare riuscii a calmarmi.

Lo presi e composi velocemente il numero che sapevo a memoria da sempre.

"Pronto?" non sentii subito molto chiaramente la voce di Alexis, anzi mi sembrò sovrastata da musica e caos.

"Alexis?" biasciai.

Mi girava la testa e tutto quel bere mi aveva fatto venire la nausea.

"Sasha! O mio dio! Ma che è successo? Dovrebbe essere piena notte a Parigi. State bene?" Sapevo che Alexis anche involontariamente aveva colto quel tono di voce che assumevo in particolare situazioni.

Situazioni che avevo superato grazie a lei.

Solo lei sapeva come trattarmi in quei casi, e in quel momento stavo vivendo proprio uno di quei casi.

"Cam sta bene.. io no. Ho provato a fingere, ma Alexis ho bisogno che chiami la dottoressa Morrison.. so cosa mi sta succedendo.."

Mi sedetti per non cadere.

Pronunciare il nome di quella donna mi aveva fatto rendere conto che ciò a cui stavo andando in contro non era niente di buono.

"No.. Sasha.." la voce di Alexis esprimeva perfettamente quanto lei fosse mortificata, quasi come se provasse pena per me.
Sapeva perfettamente dove stavo andando a parare, lo sapeva fin troppo bene.

"Alexis chiamala e prenota una visita, il prima possibile... domani prenderò il primo volo e tornerò a casa..." le dissi sicura di me.

Era l'unica strada da percorrere. L'avevo già fatto e sapevo che a piccoli passi avrei risolto l'intero problema, o almeno lo speravo.
Se non avessi agitato per fermare il tutto sarebbe stato peggio, molto peggio e io non volevo arrivare a quei livelli.
Una volta mi era già bastata per l'intera vita.

"Va bene... ora prendi dell'acqua e chiuditi in camera... dormi. Quando arrivi all'aereoporto chiama che arrivo senza nessun problema..."

"Sarà fatto.. grazie Alexis, non sai quanto ti sia grata..." le dissi sospirando.
Lei c'era sempre stata e quelle situazioni erano la prova che ci sarebbe sempre stata.
Non so come avrei fatto senza di lei.

"Ti voglio bene Sasha, risolveremo tutto. Non bere più. Non ti fa bene né a te né alla situazione... fai la brava.."

"Va bene, ti voglio bene anch'io.." lei mi disse un ultimo ciao e poi chiuse la chiamata.

Rimasi ancora qualche secondo lì a fissare il mio cellulare sul bancone del bar.
Poi riuscii a trovare la forza per alzarmi da lì e tornare in camera mia.
Sapevo che Cam se n'era andato, gli avevo dato abbastanza tempo per fare su le sue cose e lasciare la stanza. Era proprio quello che volevo che facesse, nonostante tutto il male che stavo provando.

Mi mossi a piccoli passi aggrappandomi al muro quando i giramenti di testa si facevano più intensi.
Praticamente mi trascinai a fatica in camera e come avevo pensato le uniche cose rimaste erano le mie, anche se si sentiva ancora la sua presenza.

Il letto disfatto, il disordine che aveva lasciato facendo su le sue cose e ancora una sua maglietta abbandonata sulla sedia.

E lì crollai a piangere.

Piansi non perché mi pentissi di ciò che avevo fatto, perché anche se poteva sembrare strano, l'avevo fatto solo per il suo bene.
Piansi perché mi ero sempre illusa di essere una persona migliore, di essere migliore di lei, invece ero la sua copia perfetta.

Sapevo perfettamente come rovinare i rapporti con gli altri come aveva sempre fatto lei.
Sceglievo sempre gli uomini sbagliati, cosa che era sempre successa anche a lei.
Riuscivo sempre a rovinare tutto, era questa la grande abilità che mia madre mi aveva insegnato.

Mi avvicinai alla sedia e presi la sua maglia, me la portai al viso e inspirai sentendo perfettamente il suo profumo.
Non riuscii a riposarla sulla sedia, così le la portai a letto e mi ci aggrappai come se fosse la mia ultima speranza.

Mi sedetti sul letto e cercai di calmarmi.
Sapevo che pensarci su era inutile. Quello che era fatto era fatto e non potevo cambiarlo.

Mi coricai levandomi le scarpe e lanciandole da qualche parte nella stanza.

In tutto quel silenzio riuscivo perfettamente a sentire una delle domande che ormai mi stavano letteralmente tormentando.

Per quante volte ancora Cam sarebbe riuscito a perdonare i miei errori?
Per quante volte ancora mi avrebbe perdonato?

Inutile dire che non me lo meritavo.

Chiusi gli occhi e lì in quel momento in quel letto freddo e vuoto, in quella città che avevo sempre trovato magnifica, ma che in quel momento mi sembrava solo a pezzi come me, desiderai una sola cosa.

Desiderai di svegliarmi e di non ricordami nulla, di svegliarmi e accorgermi che tutto quello era stato semplicemente un sogno.
Di potermi svegliare con un'amnesia per scordarmi tutto, anche i ricordi da cui non sarei mai riuscita a scappare.

Lo sperai tanto, così tanto che esausta mi addormentai.


***

La mattina seguente mi svegliai tardi, non avevo neanche avuto la forza per mettere la sveglia la sera prima.

Mi alzai a fatica e come avevo immaginato mi venne un forte giramento di testa e dovetti rimanere ferma per qualche minuto prima che mi passasse.

Sentivo la testa pesante, come se stesse per scoppiarmi.
Tutto ciò che era successo la sera prima mi stava rimbombando nella mente e sapevo che non sarei riuscita a scacciarlo facilmente.

Mi alzai dal letto continuando a tenermi ad ogni cosa per paura di cadere.
Non avevo abbastanza forza neanche per reggermi sulle mie stesse gambe.

Mi mossi e ad ogni passo sentii i miei sensi di colpa aumentare.
Ora che ero totalmente lucida sentii perfettamente tutto il dolore che avevo provato ad allontanarlo da me in quel modo.
L'alcool aveva affievolito ogni cosa, la mia ragione, il mio autocontrollo e anche i miei sentimenti.

Sentii i raggi di sole entrare dalla finestra e battere caldi sulla mia pelle.

Sapevo che avevo fatto un casino, un irrimediabile disastro, ma sapevo anche avevo dovuto farlo.

Avevo dovuto guardare negli occhi l'amore della mia vita e lasciarlo andare.
Era così che funzionava se sapevi di non meritarti nulla, se ti conoscevi realmente.

Avevo visto così tante persone guardarsi allo specchio e non riconoscersi, non sapere nulla di loro stessi.
Fingere di essere qualcun altro e essere fieri di essere una persona sconosciuta.
Non capirsi, non accettarsi.

E io non avrei mai potuto commettere lo stesso errore, perché sapevo quello che avevo dentro, quello che avevo subito, quello che avevo commesso e le loro conseguenze.

Avevo fatto l'unica cosa che era giusta per me, corretta per lui.

Sapevo che mi amava e sapevo quanto io amassi lui, ma non avrei mai potuto obbligarlo ad accettarmi quando anch'io facevo fatica a farlo.

Arrivai in bagno e mi sciacquai il viso con dell'acqua fresca. Avevo ancora la bocca impastata dall'alcool così mi lavai i denti più volte per levarmi quel saporaccio dalla bocca.

Aprii l'acqua della doccia, mi spogliai ed entrai senza aspettare che diventasse un po' calda.
Era ora di finirla di piangermi addosso. Avevo fatto quello che dovevo. L'unica cosa che mi restava da fare era guardare avanti e tirarmi fuori da quel casino.

Quando uscii dalla doccia mi sentivo meglio, l'acqua fresca mi aveva aiutato a mettere da parte il mio dolore. Ero riuscita a rinchiuderlo in una piccola parte del mio cuore.
Sarebbe rimasto lì.

Mi vestii velocemente e non mi asciugai neanche i capelli, me li legai solamente in una coda.
Buttai alla rinfusa tutti i vestiti nella valigia, solo dopo aver controllato tre volte per paura di aver dimenticato qualcosa, la chiusi.

La alzai sbuffando affaticata e la trascinai fuori dalla stanza.
Chiusi la porta senza guardarmi alla spalle.

L'avevo già fatto un miliardo di volte, perché non sarei riuscita a superarlo quella volta?

Perché lui era Cam, l'uomo della mia vita.
Sapevo che alla fine di tutto sarei tornata da lui, sempre.

Dovevo solo resistere e sperare in un futuro migliore.

Uscii dall'albergo e chiamai un taxi. Caricai la valigia e chiesi al taxista di portarmi all'aeroporto.
Grazie al cielo il taxista riuscì a capirmi in inglese.

Ci mettemmo un po' ad arrivare a causa del traffico.
Cam era riuscito a prenotare un bellissimo albergo in centro città e aveva sia dei lati positivi che negativi, uno di questi il traffico.

Ne approffitai per godermi gli ultimi istanti di Parigi, scattai le ultime foto e cercai di imprimere ogni luogo, ogni angolo nella mia memoria e nel mio cuore.

Quando finalmente arrivammo in aeroporto tirai un sospiro di sollievo.
Pagai il taxista con i pochi soldi rimasti e presi la valigia.

Il caos in aeroporto era tre volte tanto di quello in centro.
Gente che correva da un lato per paura di perdere l'aereo.
Gente che scrutava la folla alla ricerca di qualcuno, forse alla ricerca di un familiare, di un amico o dell'amore della loro vita, chissà.

Mi mossi in mezzo alla folla e dopo aver fatto una coda a dir poco infinita riuscii a prenotare il primo volo per Chicago pagando con i soldi d'emergenza nella mia carta.

Aspettai due ore prima di passare al check-in e imbarcarmi.
Cercai di restare sveglia per evitare di sentirmi a pezzi a causa del fuso orario, ma non ce la feci e dopo poche ore mi addormentai, con solo una cosa distrutta in pezzi.
Il mio cuore.

***

"Signorina.. signorina - sentii una mano scuotermi delicatamente il braccio - stiamo per atterrare.." aprii gli occhi e mi trovai davanti l'hostess bionda che mi aveva accolto con un sorriso quando ero salita.

"Umh..grazie.." biascicai con ancora la voce impastata dal sonno.

Mi tirai su e mi passai le mani sugli occhi.
In quel momento sentii la voce metallica risuonare in tutto l'aereo per avvisarci di allacciare le cinture e rispettare le norme di sicurezza per l'atterraggio.
Ci furono un po' di turbolenze e avrei tanto voluto avere Cam al mio fianco in quel momento.

L'aereo atterró e io scesi.

Non appena rientrai in aeroporto aspettai un po' per le valigie e poi quando trovai la mia chiamai Alexis.

Fortunatamente partendo di pomeriggio dalla Francia ero riuscita ad arrivare di prima mattina a Chicago.

Lei rispose al secondo squillo.

"Ehi.. già arrivata?"
"Sì sono arrivata ora, comunque buongiorno anche a te.."

"Oh scusami, siamo scorbutiche eh, dammi dieci minuti e sono lì.."

Risi e annuii.

"Ti aspetto.."
"A tra poco chica!" Il suo tono e il suo umore mi fecero sorridere e pensare che forse tutto si sarebbe risolto.

Sorrisi e rimisi il cellulare in borsa.
Cercai un posto a sedere e trovai una sedia libera tra una signora anziana intenta a leggere un giornale e una ragazza incinta che doveva avere pochi anni più di me.

Cercai di non sbirciare sul giornale della signora, ma non avendo nulla da fare mi fu quasi impossibile.
Lessi qualche notizia locale che mi ero persa essendo in Francia.

Pensai che la signora non avesse notato le mie occhiate al suo giornale, ma poi sorrise e me lo passò.

Io arrossii imbarazzata.

"Oh mio dio, mi scusi. Non avrei dovuto, mi perdoni.."

"Oh suvvia ragazzina è solo un giornale, te lo regalo tanto io sto aspettando.." la signora non fece in tempo a finire la frase che qualcuno urlò il suo nome e lei si alzò sorridendo.

"Jason!" urlò la signora e camminó velocemente verso un ragazzo molto giovane.
"Ciao nonna.." le rispose lui stringendola in un abbraccio.

Guardandoli così mi venne in mente nonna Maggie e desiderai tanto poterla abbracciare in quel momento. Era da un sacco di tempo che non la vedevo.

Distolsi lo sguardo dalla signora e da suo nipote sentendomi di troppo.
Lo posai sul giornale che mi aveva dato e iniziai a sfogliarlo leggendo qualche notizia, la programmazione dei vari cinema in quei giorni, le offerte per delle auto sul fondo e altri articoli.

"Parigi deve averti proprio trasformata, non ti avevo mai visto leggere un giornale prima d'ora!"

Non appena sentii la sua voce lasciai perdere il giornale e alzai gli occhi.
A pochi metri da me trovai Alexis raggiante come al solito, a braccia aperte pronta per uno dei nostri abbracci.

Non ci impiegai più di due secondi a lanciarmi tra le sue braccia, tra le braccia della mia migliore amica, della sorella che non avevo mai avuto.

Lei mi strinse a sé, come aveva sempre fatto.

L'unica persona che mi aveva sempre accolto a braccia aperte, in qualunque circostanza.

"Mi sei mancata!" mi disse e sulle sue parole sentii il suo sorriso che poco dopo svaní.

"Mi dispiace così tanto Sasha, non sai quanto, ma ci sono io okay? Non ti lascio..." sentendo quelle parole non potei fare a meno di lasciarmi scappare una lacrime e il buon umore portato da Alexis svaní subito, lasciando spazio al dolore che avevo cercato di nascondere.

La strinsi ancora più forte e poi decisi di lasciarla andare.

Quando fummo di nuovo faccia a faccia, vidi una lacrima scendere sul suo viso e mi affrettai ad asciugarla, così come lei fece con la mia.

"Supereremo anche questa e poi potrai tornare da lui. Gli spiegheremo tutto, vedrai che capirà. Vi amate troppo perché tutto questo finisca e ricorda Sasha nessuno è perfetto, non incolparti se non lo sei." mi sorrise leggermente e io la ringraziai con un solo sguardo.

Presi la mia valigia e uscimmo dall'aeroporto.
La caricai sulla macchina di Alexis e poi salii al posto del passeggero.

"La visita l'ho prenotata per oggi pomeriggio alle 4.." mi disse mentre io tiravo giù i finestrini per far passare dell'aria.

"Va bene." le dissi cercando di prepararmi psicologicamente.

Alexis parcheggió davanti a casa mia ed entrò con me.

"Mentre tu ti fai una doccia e ti rilassi un attimo, io cerco qualcosa per pranzare.." mi disse e se ne andò in cucina.

Io feci come aveva detto.
Posai la valigia in camera mia e andai subito sotto la doccia per la seconda volta in quello strano giorno.

Mangiammo dell'insalata, poi lasciai un mazzo di chiavi ad Alexis.
Lei se ne andò a casa sua per preparsi promettendo che sarebbe tornata in tempo a prendermi.

Io mi stesi sul divano intenzionata a guardare un po' di televisione per cercare di svagarmi un po' e allontanare quei pensieri dalla mia mente.

Cosa che non riuscii a fare.

Dopo due ore, mi cambiai cercando qualche vestito più elegante.
Mi truccai appena giusto in tempo per l'arrivo di Alexis.
Anche lei si era messa in tiro con una gonna a tubino e una camicetta.

Prendemmo di nuovo posto in auto e lei guidò per le strade che conoscevamo fin troppo bene, verso il palazzo che avrei potuto distinguere tra mille.
Verso quelle scale bianche che avevo percorso altre volte, verso quella porta di legno per me sembrava solamente la porta per l'inferno.









~~~~~~

Buona sera, scusate l'orario e lunghi giorni di attesa, ma come ho già detto oggi sulla pagina instangram sono stata una settimana al mare e ho pensato solo a rilassarmi con i miei amici

Eccomi di nuovo qua.

Capitoli lunghi e difficili per me da scrivere.

Sasha è un personaggio complicato, ma che a parer mio rende tutto molto più interessante.

VI RINGRAZIO TANTISSIMO PER LE 770K DI VISUALIZZAZIONI, PER I COMMENTI E I VOTI. PER TUTTI I BELLISSIMI MESSAGGI.

VI ADORO TROPPO. ❤❤

e ora tornerò a leggere un libro che qui su Wattpad mi ha colpito moltissimo tanto da tenermi attaccata al telefono tutto il giorno.

"The one"

Passate a leggerlo ve lo consiglio.

Au revoir people!

Baci.

xoxome.


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