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35. Devo lasciarti andare.

Cam's POV

"Merci.." ringraziai il conducente del taxi lasciandogli i soldi per il viaggio fino al nostro hotel.

Sasha si era addormentata, così uscii dal taxi e poi la presi nuovamente in braccio trasportandola nell'hotel.
Mi feci dare la chiave alla reception e poi presi l'ascensore.

Aspettai che arrivasse al nostro piano e nel mentre non potei fare a meno di abbassare lo sguardo sul suo viso.
Era così maledettamente bella, sempre.

Se solo qualcuno avesse potuto capire quanto amavo la ragazza che tenevo tra le braccia, avrebbe capito che non avevo mai provato nulla per nessuna, nemmeno per Seline.

Io sarei morto per lei, senza pensarci due volte.

Sentii il bip dell'ascensore così mi mossi in avanti e percorsi il corridoio fino alla nostra camera.
Cercai senza svegliarla di aprire la porta e quando ci riuscii la richiusi dietro di me facendo il più piano possibile.

Accesi una luce e mi mossi verso il letto appoggiandoci sopra Sasha.
Lei muguló qualcosa di strano e si girò coricandosi su un fianco e riprendendo il suo sonno subito dopo.

Mi lasciai cadere sulla poltrona di fianco al letto e restai lì a guardare la donna che mi aveva rubato il cuore mentre dormiva tranquilla.

Solo guardandola lì stesa sul letto, con i capelli neri sparsi sulle lenzuola bianche, mi ritrovai sempre più innamorato.

Per tutta la vita avevo sempre cercato un punto di riferimento, di appoggio. Ero sempre stato così debole e poi avevo incontrato Seline, lei mi aveva aiutato, ma Sasha.. Sasha era tutt'altra cosa.

Lei era il mio punto fermo, era come se fosse una calamita, mi attirava a sé come nulla prima e io non potevo fare a meno di starle vicino.
Lei mi aveva letteralmente investito, era stata la mia tempesta personale e mai sarei riuscito a lasciarla andare.

Mi alzai e andai in bagno, mi tolsi velocemente i vestiti e poi entrai nella doccia.
La giornata era stata lunga ed ero stanco, ma vedere Sasha così sorpresa e felice aveva ripagato tutti gli sforzi che avevo fatto per organizzare il tutto.

Accesi l'acqua fresca e mi misi sotto ignorando la pelle d'oca e rimanendo lì sotto.
Non avevo bisogno di svegliarmi, o di schiarirmi le idee, avevo solo bisogno di stare lì a sentire l'acqua fresca scorrere sul mio corpo, bagnare i miei capelli e rinfrescarmi.

Avevo solo paura di una cosa con Sasha.

Lei era così esplosiva, vivace, fiera e determinata e quando stavo con lei avevo paura di non essere abbastanza.

Quando la vedevo così sicura di sé, dentro di me si accendeva qualcosa, e partiva quella reazione.
La reazione che avevo sempre avuto sin da piccolo.
Farmi da parte, chiudermi in me stesso perché non c'era posto per me vicino alle persone forti.

E ciò portava a chiedermi cosa sarebbe successo?

Se avessi continuato così, avremmo fatto dei piani. Sasha mi avrebbe chiesto delle cose ed ero sicuro che alcune non sarei riuscito a dargliele.

E non perché non volessi, semplicemente perché non potevo.

Avevo semplicemente paura di deluderla.

Mi passai le mani tra i capelli bagnati finendo di sciacquarli e chiusi per un secondo gli occhi.
Dovevo riuscire a superare le mie insicurezze e tutto sarebbe andato bene.
Lo ripetei qualche volta nella testa cercando di convincermi e poi quando finii di lavarmi, uscii dalla doccia avvolgendomi un asciugamano pulito in vita.

Mi fissai per qualche secondo nello specchio e poi con un altro asciugamano mi asciugai leggermente i capelli e il petto.

Uscii dal bagno tenendo solo la luce del bagno accesa per non svegliare Sasha, ma per vedere qualcosa nel buio della stanza.

Mi avvicinai alla valigia e presi una maglia e dei pantaloncini sportivi per dormire.
Li indossai dando la schiena a Sasha e quando fui a posto spensi la luce del bagno e raggiunsi il letto.

Mi coricai e mossi un braccio in cerca di Sasha.
Rimasi tranquillo fino a quando tastando di fianco a me trovai il materasso vuoto.

Mi misi a sedere di scatto e accesi la piccola lampada sul comodino, e così come avevo provato con il tatto, anche con la vista constatai che il letto era vuoto.

Dov'era andata?

Ero stato sotto al doccia cinque minuti e l'avevo lasciata mentre dormiva, come aveva fatto a sparire così?

Notai subito la finestra che dava sul balcone aperta e così controllai subito lì.
Magari non si era sentita bene e aveva avuto bisogno di un po' d'aria.

Il balcone era vuoto.

Non capii subito perché, ma sentii una brutta sensazione, così mi infilai le scarpe da ginnastica il più in fretta possibile e uscii dalla camera quasi di corsa portando con me le chiavi.

Conoscevo Sasha e avevo imparato che situazioni simili con lei non portavano mai a niente di buono e avevo la netta sensazione che l'uragano Sasha fosse pronto ad investirmi in pieno.

Mossi lo sguardo nel corridoio, ma non vidi nulla, così mi fermai davanti all'ascensore e schiacciai il pulsante rosso.

Aspettai pensando in quale potesse essere andata?
E se fosse uscita? Da ubriaca, a quell'ora della notte e soprattutto sola, non era per niente uno scenario incoraggiante.

Fissai l'ascensore ancora chiuso.

"Ma quanto ci mette? - aspettai ancora qualche istante, ma rimase chiuso - Ah al diavolo!" Preoccupato mi mossi verso le scale e cominciai a scenderle correndo.
Ad ogni piano mi fermai per dare una controllata nei corridoi, ma non la vidi da nessuna parte.

Quando arrivai alla reception mi fermai preoccupato al bancone, chiedendo alla signorina se avesse visto una ragazza alta, dai capelli neri un po' ubriaca.

Lei sembrò pensarci e io sperai di averla descritta bene nonostante la mia agitazione che mi aveva fatto perdere per un secondo il controllo delle mie parole.

"Oui, alla salle del bar.." disse la ragazza metà in francese, metà nella mia lingua.
La ringraziai sorridendo e corsi letteralmente verso il bar.

Dovevo sembrare pazzo mentre correvo come un disperato nella hall dell'hotel a quell'ora della notte.

Quando entrai non mi fu difficile trovarla.
Era l'unica persona presente oltre al barista in tutta la sala.
Era seduta su uno sgabello al bancone e stava sorseggiando tranquillamente un cocktail.
La guardai finirlo in un sorso e poi senza permesso del barista prendere direttamente una bottiglia di whisky in mano.
Vidi il barista mentre cercava gentilmente di fermarla, ma lei non gli diede ascolto.

Fu allora che mi mossi verso di lei e riuscii a strapparle la bottiglia di mano prima che se la portasse alla bocca.

"Sasha!" sbottai e solo dopo aver parlato mi accorsi di quanto fosse alta la mia voce.

Lei si girò.

Mi aspettai che mi guardasse, che ridesse, che si scusasse, qualunque cosa, ma non quella che fece.

Si girò e invece che guardare me, fissó la bottiglia chiusa nella mia mano.
Non distolse gli occhi da essa e provó a riprenderla.

Quando io la scostai lei finalmente mi guardò.
Aveva gli occhi rossi e sembrava esausta.

Perché stava bevendo così tanto?

"Ridammela.." disse e si alzò dallo sgabello cercando di raggiungermi e di prendere la bottiglia, ma era così ubriaca che non riuscì neanche a reggersi in piedi.
Infatti si appoggiò con una mano al bancone per non cadere.

Si portò una mano sulla fronte come se con quel gesto potesse fermare il giramento di testa.

E io rimasi a guardarla.
Non sapevo che cosa fare.

Volevo che mi spiegasse perché aveva continuato a bere così tanto, come se fosse insoddisfatta della sua vita.
Come se fosse infelice, infelice della sua vita con me.

Distolsi lo sguardo da lei, non riuscivo a fissarla, mi sentivo impotente.

"Scusa.. quanti cocktails ha bevuto..?" chiesi la barista che si era allontanato lasciandoci un po' di privacy.

Non disse nulla, ma con uno sguardo mi indicò i 5 bicchieri e la bottiglia vuota a poca distanza da lui.

"Dammela! Ne ho bisogno.." mi girai nuovamente verso di lei e mi allontanai quando la vidi avvicinarsi troppo alla bottiglia.

E la cosa che mi sorprese di più fu che lei non stava cercando di giustificarsi ne di scusarsi, la mia presenza non aveva fatto differenza per lei, Sasha voleva solo quella bottiglia e testarda com'era l'avrebbe ottenuta.

Cercai di concentrarmi perché vederla in quello stato, in quella situazione mi stava facendo venire mille dubbi, mille domande a cui non sapevo rispondere.
E tutto ciò mi spaventava troppo.

Quando Sasha alzò lo sguardo verso di me vidi la rabbia, la frustrazione, la determinazione, ma anche la tristezza.

Perché era così?

Cosa avevo fatto?

"No Sasha! Direi che per sta sera è abbastanza non credi?" ribattei cercando di rimanere calmo.
Vederla così risvegliava in me qualcosa che avrei voluto tenere nascosto.

"E tu chi sei per dirmelo? Se voglio bere ancora berró non puoi impedirmelo! Io non sono tua sorella, non mi puoi controllare Cam!" urlò Sasha, tanto forte che il barista mi guardò con sguardo preoccupato, ma io gli feci cenno di andare.

"Io non sto cercando di controllare nessuno! Voglio solo aiutarti, lo sto facendo per il tuo bene!" le dissi cercando di convincerla.

Lei mi guardò e strinse gli occhi.

Non era abbastanza lucida per ragionare sulle mie parole, infatti invece che rispondermi si allungò e prese un'altra bottiglia di whisky, l'aprí e se la portó alla bocca con sguardo trionfante.

Ne bevve un lungo sorso e poi soddisfatta la allontanò tenendola sempre nella mano.

"Ho sempre criticato mia madre, ma ora so come si sentiva. Bere aiuta a dimenticare tutto.. dovresti provare sai? Potresti farti due bicchierini e dimenticare tutto.. Potresti smetterla di fare la parte del principe azzurro sai? Io non sono Cenerentola, non mi devi salvare, non devi fare finta di essere perfetto!!" Sasha urlò e poi bevve un altro sorso questa volta più lungo.

Mi guardò un'altra volta e poi fece altri passi lontano da me.
Mi puntò la bottiglia contro e sorrise.

"Su bevi!"

La guardai.

Era questo che voleva?
Che mi lasciassi andare? Che la smettessi di essere il perfetto fidanzato per lei?

Bene, l'avrebbe avuto.

Mi portai la bottiglia alla bocca e bevvi.
Al primo sorso la gola mi bruciò dannatamente tanto, al secondo un po' meno e al terzo quasi per nulla.

"E così è questo che vuoi? Vuoi vedere tutto cadere in pezzi!?? Perché se è questo che vuoi questo avrai! Sono stufo di dover stare attento ad ogni cosa per te!! Mi sto sforzando per te Sasha, l'ho sempre fatto e ora ti vedo lì insoddisfatta che mi guardi come se mi odiassi.. cosa dovrei fare ora? - la guardai cercando di riprendere fiato, urlare quelle parole era stato liberatorio, ma mi aveva lasciato senza fiato - Dimmelo tu perché io non lo so più!"

Sasha si girò distogliendo lo sguardo da me, bevve ancora e poi strinse i denti.

"Non lo so okay? Se non l'avessi ancora capito io sono un casino.. Cam prima di te questo - disse indicando la bottiglia - era la mia normalità e sto impazzendo.. avevo bisogno di bere!! Perché non capisci??!!"

Mi aveva veramente appena chiesto di capire perché avesse voglia di ubriacarsi fino a stare male?

Più parlava e più le sue motivazioni non stavano in piedi..

Cosa nascondeva ancora?
Cosa si era ancora dimenticata di rivelarmi?

Bevve ancora e poi strinse i pugni. Si girò e colpì il muro con un pugno. Mi guardò e poi spaccó la bottiglia mezza piena contro il muro provocando un grande schianto e un mare di pezzi di vetro per terra.

Guardai quei pezzi per terra e fu come vedere la nostra storia lì sul pavimento rotta in milioni di frammenti.
Sembrava che fossimo sulla giusta strada, ma vedendo lei e quella bottiglia ormai frantumata non ne fui più così sicuro.

Sasha fissó la bottiglia per terra e quasi disgustata da sé stessa e da quello che aveva fatto fece dei passi all'indietro stringendo le braccia al petto.

Passarono alcuni minuti dove non ci fu nessun rumore, solo silenzio. Poi Sasha si decise, finalmente, a guardarmi.

"Mi sento oppressa.. la parte da brava ragazza e da amorevole fidanzata non fa per me Cam.. io non sono così.. non posso continuare.. è come se mi sentissi morire.
Ho bisogno di spazio.."

La fissai.

Tutto quello era per colpa mia?
Io la stavo opprimendo?

"Sasha.. ma cosa..?" non riuscii a dire di più.

Più lei parlava e più io non capivo cosa intendesse.
Era la verità o erano solo delle scuse?

"Basta Cam! Tu non fai che controllarmi, io non ne posso più. Sono stufa di te che organizzi tutto che ti ostini a proteggermi, che ti ostini a farmi credere che mi merito tutto che sono una persona speciale.. Non è così! Non mi sono mai piaciute le storie d'amore e mai mi piaceranno. E giuro ci ho provato perché ti amo troppo, ma non ce la faccio. Mi manca l'aria.. mi manca vivere la mia vita come ho sempre fatto..." disse tutto così veloce che fu come se un treno mi avesse appena investito in pieno.

Pensavo di averle dato mille motivi per amarci, per amare la nostra storia d'amore.
Le avevo organizzato anche questa fottuta gita a Parigi a sorpresa.

"Sai che ti dico? Fai come vuoi, vivi la tua vita come vuoi. Vai alle feste, ubriacati ogni sera, portati a letto tutti i ragazzi che vuoi.. vai avanti così, ma sai una cosa? Arriverà il momento in cui una mattina ti sveglierai con i postumi di una sbornia in un letto vuoto e ti sentirai maledettamente sola e lì in quel momento non mi pensare... perché io ti ho dato tutto me stesso e tu mi hai appena distrutto..."

La fissai un'ultima volta e poi mi girai uscendo dalla stanza.

"Ehi piccola, mi cercavi?" appena sentii una voce maschile mi girai nuovamente e vidi un ragazzo avvicinarsi a Sasha.
Lei lo guardò e cercò di mandarlo via.

Voleva tenere le apparenze di fronte a me, ma era chiaro che era stata lei a cercarlo.
Aveva preferito uno qualunque a me, a noi.

Mi girai disgustato e con il cuore a pezzi.
Nessuna ragazza mi aveva mai portato così in alto e distrutto in mille pezzi come lei.

L'ascensore si aprì subito e io mi mossi a schiacciare il piano.
Dovevo andarmene da lì.

Avevo sprecato tutto.
I miei soldi, il mio tempo, il mio cuore per una persona che non meritava nulla.

Corsi in camera e raccolsi tutti i miei vestiti, li chiusi in valigia e poi me ne uscii.
Non volevo stare un minuto di più là dentro.
Non dopo le cose che mi aveva detto.

Uscii dall'hotel e salii sul primo taxi che mi portò all'aeroporto prendendo il primo volo per Chicago.

Non potei fare a meno di voltarmi prima di imbarcarme definitamente, con la minuscola speranza di vederla arrivare per scusarsi con me, ma nulla.

Così salii senza più voltarmi indietro provando a cancellare dalla mia memoria la ragazza che nonostante tutto non avrebbe mai abbandonato il mio cuore.











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Non ho scuse, non so nemmeno quanto tempo sia passato dall'ultima volta. Non starò qui a dirvi che sono stata super impegnata perché per la maggior parte del tempo non è stato così.

Ammetto che avrei potuto trovare tante ore per scrivere, ma ero bloccata totalmente.
Non avevo più idee e per un secondo ho anche pensato di lasciar perdere.
Ma invece eccomi qui.

Forse non con il capitolo che vi aspettavate, ma è così nella vita non è tutto rose e fiori.

Ringraziate questa ragazza se sono riuscita a scrivere qualcosa....  Mine1509

Bene spero di aver detto tutto.

Vi ringrazio per non avermi abbandonato!❤

A presto e con presto intendo molto presto, tranquille ;)

Scusate ancora.

xoxome

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