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Capitolo 5

~ Da ascoltare: Futari no Kyori - Shugo Chara (OST) ~

https://youtu.be/cqPAHPQxO4E

Il letto è così morbido, soffoco tutti i miei innumerevoli pensieri in questi candidi cuscini, non voglio riflettere.

È stato un sogno. Mi sono svegliata sul pavimento, mentre dalla finestra ancora aperta entrava un vento caldo che faceva volare le tende bianche. Caldo, già. È incredibile, ho pensato. Poco fa pioveva.
Il clima estivo è così vulnerabile, cambia in fretta. Capriccioso.

In realtà l'estate sta finendo ormai. Siamo a settembre, proprio oggi è stato il mio primo giorno di scuola. Frequento il terzo anno di un liceo artistico e non ho legato con nessuno dei miei compagni di classe. Sono tutti così superficiali, se dovessi esprimere i miei pensieri con loro mi sembrerebbe di svalorizzarli.

Quando mi sono svegliata per terra, in camera mia, ero ancora molto confusa. Poi ho raccolto il mio disegno, l'acchiappasogni a cui avevo lavorato con tantissima passione. È veramente bello, ma guardarlo mi turba, ho paura che se lo osservo troppo a lungo il foglio arrivi di nuovo a coprire l'intera stanza e ho paura di provare di nuovo la sensazione di tuffarmi in una luce bianca e trovarmi in un campo di grano biondo...

Mi sono sdraiata sul letto, ma non voglio dormire di nuovo. Non voglio sognare, sognare mi turba e mi rende infelice. Non sono una persona che ama le cose astratte, le teorie, i desideri. Tutto ciò che ho in questo momento esiste, e tutto ciò che non ho non ha bisogno di essere pensato. Il passato e il futuro non devono influenzare la mia vita quotidiana. Io vivo nella reltà, con i miei pennelli, la natura e i pensieri tranquilli di una ragazza sola come me.

Sola...

Però, perché in quel sogno dicevo di non voler essere sola?

Mi sento così bene, da sola. Davvero, non ho bisogno di compagnia. Però perché lo sto ripetendo a me stessa? Suona quasi forzato... mi viene da sorridere. Heric Lail sicuramente avrebbe qualcosa da ridire in merito, altrimenti non mi avrebbe portato in quei luoghi del mio passato cercando di farmi conoscere l'abbandono, un sentimento che non provo e che non ho mai provato.

Cerco di mettermi l'anima in pace ed esco a fare una passeggiata nel mio quartiere.
Accidenti, fa davvero caldo. Il temporale di prima non ha rinfrescato l'aria nemmeno un po'.

Una volta sotto le lenzuola, di notte, con il ventilatore che rinfresca l'ambiente in camera mia, mi accorgo di non riuscire a prendere sonno. Del resto il pisolino che ho fatto di pomeriggio, per quanto turbato da quella visione, è stato rigenerante. Passa più di un'ora prima che riesca ad addormentarmi e la mattina dopo, appena sveglia, mi sento veramente in forma anche se nella mia mente aleggia il ricordo confuso della serata precedente.

La scuola inizia alle otto in punto, ma mi piace svegliarmi molto prima per potermi preparare in tutta tranquillità: la fretta e l'angoscia di arrivare in ritardo sono le mie più grandi nemiche. I miei libri sono già tutti nello zaino, e i pochi e semplici compiti che mi erano stati assegnati sono già stati finiti e sistemati ognuno al suo posto. Essere impeccabile è una delle armi che uso per allontanare da me i curiosi, gli indiscreti e chi ha qualcosa da ridire su di me.

Nessuno si è mai avvicinato ai miei pensieri, nessuno ha mai voluto conoscere a cosa mi interessassi o quale fosse la mia storia, negli sguardi delle persone che mi circondano non ho nemmeno mai visto curiosità, solo indifferenza e quasi disprezzo. «Mi dispiace per Violet,» aveva detto un giorno Alyssa, considerata da tutti la più carina e allegra della classe, parlando con i suoi amici. «Dev'essere brutto stare sempre da soli.»
Questa frase mi aveva fatto crescere una grande rabbia dentro: cosa può saperne della solitudine, lei che è sempre circondata da tante persone, impegni e problemi? Cosa può saperne di tutte quelle attività a cui mi dedico, dei miei dipinti, dei libri che leggo, della musica, dei miei pensieri infiniti?

Alle otto meno un quarto sono proprio davanti alla scuola, circondata da bellissimi alberi di ciliegio. Nella cartella ho l'acchiappasogni disegnato ieri... non riesco a separarmene e non smetto di pensare a quello strano sogno. Mi siedo su una panchina e lo tiro fuori per osservarlo meglio, ma un gruppo di ragazzi che passa correndo vicino a me lo fa volare via con una folata di vento.

Mi alzo di botto e sono furiosa, ma mi sforzo per non darlo a vedere.

«Oh mi dispiace tanto, Violet» si scusa Luke, un ragazzo che frequenta la mia stessa classe, vivace e sportivo. Raccoglie il foglio un po' bagnato e prima di consegnarmelo lo osserva attentamente e i suoi occhi sembrano illuminarsi. Io invece mi alzo di scatto dalla panchina, non voglio assolutamente che mi dica qualcosa su questo dipinto. Sto per chiedergli di consegnarmelo immediatamente quando lo sento esclamare «È veramente fantastico! Non dirmi che l'hai fatto tu...»

«Sì, l'ho fatto io» rispondo secca. «Me lo ridaresti?»
Lui tuttavia non ascolta nemmeno le mie parole e chiama gli altri compagni.
«Ehi ragazzi, venite a vedere! Questo disegno è favoloso!»

«Senti, per favore...»
È inutile, non mi ascolta.
In pochi secondi mi ritrovo circondata da una marea di ragazzi e ragazze che fissano un po' me e un po' il foglio nelle mani di Luke, passandoselo di mano in mano. Luke è così: capace di coinvolgere chiunque con i suoi modi pieni di vitalità.

«L'ha fatto Violet? Seriamente?»
«Se è così brava non c'è dubbio, farà vincere il primo premio alla nostra scuola!»
«Dovrebbe partecipare anche lei al concorso, no?»
Un attimo, di cosa stanno parlando?

«Ehi Violet,» mi chiede Luke venendo verso di me «secondo me saresti perfetta!»
Mi sento arrossire leggermente per l'imbarazzo, anche se dentro sono arrabbiata per la scenata che questo ragazzo invadente ha creato mostrando a tutti il mio dipinto.
«Per cosa?»
«Il concorso! Come sai a settembre ogni anno c'è una competizione tra quattro licei artistici di questa regione, tra cui la nostra... e quest'anno sicuramente vinceremo grazie a te.»

È vero, non ci avevo mai pensato... questo concorso si organizza a settembre dal secolo scorso, e sono ormai vent'anni che la nostra scuola non ottiene il primo posto. I ragazzi del liceo Degas sono praticamente imbattibili, la loro formazione è rigorosa e specialmente per quanto riguarda la prospettiva e l'uso dei colori non hanno rivali. È capitato poche volte in passato che le altre due scuole riuscissero ad aggiudicarsi il premio, per quanto riguarda il nostro liceo... possiamo ammettere di essere senza speranza.

Non ho mai voluto partecipare ad un concorso di pittura perché non mi piace mettermi in mostra, e anche se sono ritenuta dagli insegnanti di arte la più talentuosa della classe non ho mai pensato di poter vincere. E non mi interessa. Luke mi sta guardando con occhi imploranti, sembra che ci tenga veramente tanto a questa faccenda.

«Parteciperai?»

~~~

Cosa deciderà Violet? Ecco un primo accenno al rapporto della nostra amica con i suoi coetanei, eheh- vediamo come andrà a finire!
A proposito di sorprese, ho caricato il trailer di Past Colors nel primo capitolo assieme alla trama, vorrei davvero sapere cosa ne pensatee uwu


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