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Il nastro del tappeto rotante proseguiva a una velocità di chissà quanti megahertz e la t-shirt grigio scuro di Clark era completamente madida, fradicia per via del sudore che sgorgava durante l'incessante corsa. La musica in sotto fondo proveniva dalla parte opposta dell'open space di casa Douglas ed era i l brano di Bob Marley che rullava a tutto spiano, la figlia rapita da quella tonalità non faceva altro che ballare avanti e indietro per lo scarlatto parquet di casa.
Era una domenica gelida che provocava una certa poca voglia di uscire, cosa non del tutto insolita per una famiglia da pantofolai cronici come quella di uno dei CEO più rinomati della zona. Egli se ne stava lì in quell'angolo di salotto luminoso per via di un'ampia vetrata in stile vittoriano che si ergeva egemone sull'interminabile parete impreziosita elegantemente da veneziane di un rosa antico che nell'impatto cristallino brillava come neve cristallina in una prima giornata di sole, pur essendo il cielo uggioso non impediva a quella di filtrarne la luce che si prospettava silente aldilà del quasi sconfinato caseggiato in pietra vermiglia scozzese come una tipica abitazione storica londinese ai confini della medesima, più caotica e altrettanto reale località.
Calma piatta per così dire, la pace festiva era spavaldamente frantumata da un frusciare di fogliame costante quando una leggera brezza s'apprestò a installarsi in un repentino fiorire dell'ombra pomeridiana, adesso era fieramente lì tutta intenta e al tempo stesso sperduta nel suo incantevole sciabordare l'ampio quadrangolare prato all'inglese del giardino principale e per mezzo di cui si accedeva all'ingresso della tenuta padronale. Tuttavia non era l'unica cosa a spezzarne improvvisamente quel momento possibile di relax religioso, quotidiano e campagnolo.
Solo poi quella figura, imperturbabile e ndomabile come non mai. Era colei che in preda al suo più pieno e puntuale erotismo crepuscolare emetteva solo alcuni dei suoi gemiti più felini.
L'uomo appariva completamente perso in quel movimento ripetitivo ora inarcato, poi rilassato. Era quasi come se prima d'ora non avesse vissuto un amplesso, in parte era vero poichè sapeva e ammetteva di non aver mai goduto in una maniera simile come in quel giorno.
Caro Diario,
sono appena giunta a casa. Sai, hai presente quell'appartamento della mia nuova amica in centro città? Uno piccolo, antico e raffinato che dà su Regent Street e che ho sempre amato da quando sono a Londra ovvero da quando ho trovato il lavoro che ho ancor più desiderato. Ecco, esattamente quello ed è una vera bomboniera secondo il mio più ostinato parere.
Scusa se ti apro adesso ma non ho avuto proprio tempo sin d'ora, sono stati giorni piuttosto intensi questi e soprattutto gli ultimi due appena trascorsi.
Sono appena tornata in vista del fatto che il mio ragazzo stasera non può stare con me, mi ha detto poco prima di salutarci e nonchè poco prima di scriverti. Aveva una partita di calcetto da disputare con i suoi amici di sempre e col padre, poi cena in famiglia come ai vecchi tempi che non penso capirò visto che io neppure so cosa sia una famiglia mai dato che non l'ho mai avuta poichè la mia lo era per così dire, dopotutto, che dire? Non l'ho mai vista unita, sinceramente cos'è se non quel calore illusorio e che trasmettono specialmente nei films?
Comunque, torniamo a noi perchè sono sicura che tu è da tempo che mi aspetterai.
Allora cominciamo da oggi, sul tardo pomeriggio ci diamo appuntamento e poi mi porta da lui. Sai, com'è? Ogni volta che ci faccio l'amore è qualcosa di veramente romantico e chissà se se lo merita una cosa tale una come me che non ha minimamente a che vedere con questo.
Esatto perchè io sono stata puntualmente come una ribelle sfuggente e per tutti, non vedi? Dopo tutto, mio fratello che fine ha fatto in vista del mio semplice rifiuto? Si è buttato giù dal balcone e questo mi sta bene perchè solo i sensi di colpa mi calzano a pennello, mi donano e mi stanno su tutto, pure da tempo ormai? Se poi pensi che l'abbia fatto non per sfuggire all'amore incestuoso ma solo per vana gloria di libertà, per puro piacere e ludico divertimento. Quella è tutt'altra storia, ahimè e che razza di stronza che sono stata ma lo sono e lo sarò per sempre. D'altronde, è la mia me e qui ci rimane purtroppo poco da fare.
Se solo ti dicessi un'altra cosa, poi, mi diresti che sono ancora più un mostro. Sto pensando ancora alla serata di ieri al Savoy e a quell'uomo dagli occhi gelidi che mi fissava. Ahimè, che faceva. Sembrava quasi spogliarmi e divorarmi con il solo pensiero e a pensarci sono brividi veri, chissà se mi capiterà mai di vederlo più. Cosa? Come non detto, sei fidanzata e sei solo una Giuda.
E niente, solo orecchio da mercante perchè io continuerò sempre a parlarne. Era un tutto fascino ed eleganza, non recava cravatta ma certamente non è l'abito a farne il monaco. I modi, tuttavia, a questi ci abbiamo pensato mai? Ma si che lo rincontrerò, dopo tutto è con la sua ditta che dobbiamo avere a che fare. Con questo, chissà cosa ne sarà? Ma sei fidanzata, già. Ma se continuo a sollevare il sopracciglio, nemmeno il tempo di annunciartelo e quello viene spontaneo, parla da sè e adesso? Ancora niente, sono più combattuta che mai.
La finisco qua semplicemente perchè la mia amica bussa alla porta.
Baci e abbracci,
la tua piccola.
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