6- L'Esagono
Soffia un vento tagliente e impetuoso e il freddo pungente istiga brividi gelati al contatto con la sua pelle.
L'aria comincia a girare su se stessa.
Si tramuta in tornado e spazza via tutto.
Ma quale tutto?
Non c'è niente.
Nel bianco candido della sua immaginazione il tornado si sdoppia e due colonne vorticose ondeggiano una affianco all'altra.
Girano in versi opposti, ma non si spostano da dove sono, quasi fossero incatenati al suolo.
Ogni tanto dai vortici grigi emergonl strane sagome. Uccelli.
A volte sono passeri, altre merli, altre ancora cornacchie.
Corvi d'aria grigia volano fuori da un tornado per essere assorbiti dall'altro.
Gabbiani di polvere e fumo fanno capolino tra le rapide spirali per poi rituffarvisi.
E dai gabbiani si passa via via ad uccelli più grandi nel frattemo che si risalgono i due tornadi solitari.
In alto, intorno a dei rigonfiamenti più grossi svolazzano degli avvoltoi.
Poi, forse dal nulla o forse no, due uccelli sconosciuti appaiono intorno ai tornadi.
Sono identici e si muovono simmetricamente.
Le loro grosse penne blu sono così lucide che sembrano di metallo.
Il becco lungo e appuntito e gli artigli affilati e arcuati sono di un bianco argenteo che contrasta con il resto del corpo.
Gli occhi solo leggermente allungati sono completamente bianchi, senza distinzione tra iride e pupilla.
Sono due animali enormi e inquietanti.
Volano rapidi sempre più in alto girando intorno ai due vortici.
La sua visuale li segue finché non si trovano al di sopra dei due tornadi di cui è possibile vedere il fondo scuro, proprio nel centro.
I due uccelli si fermano proprio sopra le due spirali e per un po' girano in tondo, sempre più veloci, senza una meta.
Come se il colore delle loro penne dipendesse dalla temperatura, cominciano a sfumare dal blu al viola.
E dal viola al rosso.
Un rosso screziato di riflessi arancioni e lampi dorati sul quale spiccano gli artigli e il becco argentati e gli occhi bianchi.
Un rosso vivo.
Vivo come il fuoco.
Presto i due uccelli si infiammano e cominciano a cadere in picchiata, ai lati dei tornadi.
Poco prima di toccare terra riacquistano il controllo, ma continuano a volare basso lasciando scie carbonizzate e irregolari.
Ma presto le scie cominciano ad incrociarsi e a creare un disegno.
Un volto.
In cui i tornadi non sono altro che iridi grige intorno alle quali gli uccelli stanno tracciando ciglia, ombre, sopracciglia, come fossero carboncini.
Il viso di un ragazzo dai capelli un po' lunghi per un maschio compare presto a contenere quegli occhi turbolenti.
Tende la mano per raggiungerlo.
Come non fosse stato altro che un riflesso sull'acqua il disegno ondeggia e i colori si mescolano irrimediabilmente in una macchia scura che libera l'aria furiosa dei tornadi che presto spazza via tutto.
I due uccelli infuocati vengono verso di lei, pronti a colpirla.
Si svaglia sobbalzando e soffocando un urlo.
Scatta a sedere con il fiatone.
Si guarda intorno e presto i suoi occhi si abituano al buio.
È ancora nell'infermeria.
Non ha idea da quanto tempo sia lì, visto che non si fida più dello scorrere dei giorni.
Ne ha contati due, ma uno è stato sicuramente più veloce del naturale, forse era per recuperare la lentezza di quello precedente.
Aspetta che il respiro le torni regolare.
Poi sente dei passi venire verso l'infermeria.
Si stende in modo che non si noti che è sveglia e che ha gli occhi bene aperti.
Ad entrare sono Alya e Marta che porta sulle spalle un ragazzo magro, ma dall'aria non proprio leggera.
Lo stendono sul letto.
Non lo vede bene, ma a occhio e croce è anche più piccolo di lei, almeno fisicamente.
La signorina Chase arriva poco dopo.
-Un altro ragazzo?- chiede in un sussurro angosciato.
-Sì, uno del primo anno stavolta. Oliver Shane.- risponde Marta a voce bassa.
-Dov'era?- chiede la signorina Chase.
-L'ho trovato appena fuori dalla sua stanza, l'ultima in fondo al corridoio.- mormora Alya -Vicino alla finestra.-
-Aperta?- chiede Marta.
-Forzata.- precisa l'anziana.
La signorina Chase si china sul ragazzo.
-Ha solo un taglio superficiale sulla fronte.- dichiara quasi sollevata.
Poi gli solleva una palpebra.
Mirta può vedere ció che c'è sotto fin da dove si trova.
Non c'è distinzione tra bianco, iride e pupilla, tutto è di un nero così intenso da dare l'impressione di oscurare tutto ciò che gli sta intorno, come una luce al contrario.
La signorina Chase allontana immediatamente la mano, spaventata.
-È stato stregato.- spiega Marta.
-Ma da chi?- replica l'infermiera.
-Evidentemente Mirta Suspirian non mentiva riguardo all'Occultatrice. Ce n'è un'altra che si agira indisturbata per la scuola.-
-Un'altra?- ripete sorpresa la signorina Chase.
-Una è nel mio corso, ma la tengo sotto controllo.-
-Chi?-
-La stessa dell'anno scorso.-
-Tess Silver? Ma non era uscita l'anno scorso con ottimi risultati?-
-È tornata, sai che possono cambiare aspetto. Le è bastato usare il nome vero questa volta.-
-Non ne ero al corrente.-
-Beh, lo siete adesso.-
La porta si apre e ne entrano Dafne e la Cooper.
La prima si china subito sul ragazzo.
La seconda si rivolge a Marta.
-È indecente e irresponsabile che mi si impedisca di svolgere il mio programma, a maggior ragione in queste delicate circostanze!-
-Non cominciate con le vostre lamentele, ai ragazzi verranno meno idee avventate se resteranno all'oscuro di tutto.-
-L'ignoranza non li aiuterà affatto se saranno in pericolo. E potranno compiere azioni avventata anche e sopratutto se non sapranno nulla. Devo insistere.-
-E cosa proponete di fare?-
-Spiegare loro i rudimenti dell'autodifesa.-
-L'autodifesa è istinto, non si può insegnare.-
-Conoscere i propri nemici e i propri limiti è fondamentale!-
-Allora, prego, pensateci voi!-
-Posso farlo per gli allievi della Terra, ma di certo non per quelli della Morte!-
-Allora fatevi da parte e lasciate fare a chi è più conpetente di voi!-
-Fatela finita!- ordina Dafne. -Prossoressa Cooper, avete tutto il diritto di insegnare agli studenti ciò che vi compete. Marta, tu vedi di cancellare l'immagine del ragazzo dalla vista di Suspirian.-
-Non mi sembra una questione urgente.-
-Invece ti consiglio di farlo, prima che veda anche gli altri!-
-Non puoi ordinarmi...-
-Sbrigati e taci.-
Mirta sente il suo cuore perdere un battito.
Dafne l'ha sentita?
Le ha letto nel pensiero e si è accorta che non sta dormendo?
È per questo che ora vuole che nessuno dica nulla di importante?
Serra gli occhi quando sente Marta avvicinarsi al suo letto.
Percepisce la sua energia sugli occhi, è come avere le lenti a contatto.
Si allontana.
Quando ripiomba nel sonno, subito dopo, si chiede se non sia un altro potere di Dafne.
È davanti ad un enorme specchio.
Ricopre tutta la parete.
All'improvviso ne ha uno tra le mani anche lei.
È perfettamente quadrato e alto abbastanza da arrivarle al tornace se lo poggia a terra.
Lo posiziona davanti a quello enorme che le sta difronte.
I due specchi si riflettono all'infinito creando una specie di tunnel lunghissimo.
Mirta si mette in mezzo agli specchi.
Il suo riflesso si ripete all'infinito.
Alza la mano e sfiora la superficie metallica.
La ragazza riflessa non obbedisce al suo originale.
La mano esce dallo specchio e afferra la vera Mirta.
La trascina in quel tunnel senza fine.
Mirta cerca di uscire di nuovo, ma il suo alter ego la trattiene ed esce precedendola.
A quel punto lei è intrappolata lì dentro.
Cerca di uscire, ma lo specchio è duro e invalicabile.
La Mirta dall'altra parte alza una mano.
Lei sente come un filo strigersi intorno alla sua e sollevarla per imitare l'altra ragazza.
Quella sorride maligna.
Mirta sente il suo volto contorcersi dolorosamente per imitarla.
La ragazza dall'altra parte inizia a danzare.
Sempre più lacci intrappolano il corpo di Mirta per costringerlo a muoversi.
Più lei tenta di ribellarsi più i lacci si stringono.
Si sente un burattino imprigionato nel suo ruolo di riflesso.
È dolorante per i movimenti non voluti.
Lasciarsi muovere e basta non da sollievo, perché viene spostata di peso e potrebbe essere peggio.
Deve imitare le mosse della sua alter ego.
Ma non sempre ci riesce.
L'altra Mirta ride e lei è costretta a ridere con lei.
Ma senza voce.
Non un suono esce dalla sua gola.
Potrebbe urlare, e nessuno la sentirebbe.
Ma lei sta urlando.
Anche se non può sentirlo.
-Mirta! Mirta!-
Spalanca gli occhi.
-Stai svegliando tutta la scuola!-
Riprende fiato.
Il cuore le batte a mille.
Si volta verso il fantasma di Chiara.
Non riesce a formulare una risposta.
La signorina Chase entra nel suo campo visivo.
-Mi hai fatta spaventare!-
Mirta non risponde, si limita a fissare il soffitto.
-Preparati, Marta ha detto che potete tornare nelle vostre camere.-
Mirta annuisce e aspetta che la signorina Chase se ne sia andata per alzarsi.
Si guarda intorno.
Tutti i lettini sembrano vuoti.
Anche se ricorda bene che quel ragazzo, Oliver, è stato messo proprio di fronte a lei.
Individuare la magia di Marta è quasi impossibile.
Mirta ci rinuncia presto.
Si alza e si infila velocemente in una maglietta a maniche corte arancione con una scollatura a V e un paio di jeans chiari.
Recupera le convers rosse e comincia ad armeggiare con i lacci lunghissimi della prima.
La seconda scivola dalla parte opposta della stanza come se il pavimento si fosse inclinato.
Alzando un sopracciglio la va a riprendere da sotto il letto difronte al suo.
Mentre allunga una mano qualcosa le artiglia la spalla.
Lancia un urlo di spavento, ma si ferma quasi subito.
Non vede nulla, ma sente chiaramente una mano stringerle la spalla.
E in quel momento si fida sicuramente più del suo tatto che dei suoi occhi.
Tasta l'aria finché afferra quello che dovrebbe essere il polso di Oliver.
O almeno spera che sia di Oliver.
Si libera dalla sua stretta non particolarmente forte.
La sua scarpa scivola di nuovo da sotto il letto fino alla destra del suo comodino, proprio dov'era prima.
Corre a prenderla prima che possa spostarsi di nuovo.
La signorina Chase arriva in quel momento.
-Ti ho sentita strillare.-
Mirta cerca di metterci più tempo possibile a voltarsi.
-Ho sentito... un rumore, una specie di respiro.- sposta lo sguardo appositamente vago sul lettino di Oliver.
L'infermiera adocchia subito qualcosa in quella direzione, ma fa finta di niente.
-Sei piuttosto suscettibile.- commenta.
-Sono nervosa.- ribatte Mirta.
È ora di lezione, ma sono tutti nelle loro camere.
Lucy alza la testa sorpresa quando la vede entrare.
-Credevo non ti facessero più uscire- dice abbracciandola con slacio.
-Lo credevo anch'io. Si può sapere che succede?-
Lucy scioglie l'abbraccio sorridendo.
-Oggi è il 30 settembre, e come ogni fine mese ci si raduna nell'esagono.-
-Esagono?-
-Non posso anticiparti nulla, ordini di Marta, ma capirete tutto tra poco.-
-Noi? Io e chi?-
-E tutti quelli del primo anno.-
-Anche degli altri corsi?-
-Certo, te l'avevo detto che avresti rivisto tuo fratello ogni finemese.-
-E... quando?-
-Di solito alla prima e seconda ora ci sono quelli di quinto, ma non sono ammessi "spettatori" più piccoli. Dalla terza ci portano nell'esagono Noi del primo siamo gli ultimi, il nostro turno quasi sicuramente sarà di pomeriggio, ma ci porteranno lì appena toccherà al quarto.-
-L'esagono?- chiede di nuovo.
-È una specie di palestra, poi vedrai.-
-Durante queste prime due ore che si fa?-
-Alla prima avremmo Marta, quindi niente, alla seconda c'è la Cooper.
Lucy sembra incredibilmente sorpresa che la Cooper voglia fare veramente lezione.
La donna, dal canto suo, non ha voluto sentire ragioni.
-Oggi c'era latino o rune?- chiede Mirta a Lucy cercando di parlare il più piano possibile.
La Cooper la sente lo stesso.
-Nessuna delle due.- risponde la donna passando tra i banchi per arrivare alla cattedra e attirando l'attenzione di tutti con la sua altezza e la sua singolare bellezza.
-Quello di cui tratteremo oggi sarebbe parte del programma di Marta, ma dovrò supplementare alle sue mancanze.-
Il tono serio mascherava un velo di disapprovazione nei confronti della ragazza nera.
-Lo studio delle Creature.-
-Quali creature?- chiede Caleb.
-Le cosiddette Creature runiche. Runiche perché conoscono e reagiscono alle rune.-
-L'anno scorso questo argomento non è stato trattato.- osserva Lucy.
La Cooper annuisce cupa.
-Prima era programma di quinto, poi è stato spostato al primo, ma Marta è molto disorganizzata, e quelli di mezzo sono rimasti senza un programma preciso.-
Nella classe è calato il silenzio, forse dovuto all'interesse di tutti, forse all'insolita energia con cui la Cooper ha iniziato la lezione.
La donna se ne accorge e si risistema velocemente.
Il suo tono torna quello di sempre, più o meno.
-Prima di cominciare bisogna mettere bene in chiaro una cosa.
Nei secoli diverse persone hanno considerato queste creature esseri demoniaci e spregevoli, trovando giusto dare loro la caccia per sterminarle. Esse invece vivono sulla Terra da poco più di noi e non sono così diverse da noi o dagli aninali. Sono intelligenti, ognuna a modo proprio, e possono essere più o meno pericolose. A volte anche letali, è vero, ma non più di quanto lo siano i predatori animali o gli uomini stessi. Bisogna conoscerle per salvaguardia personale, ma non dovrete considerle tanto diversamente da particolari specie aninali o ad altre culture umane, a seconda dei casi.-
Una ragazza alza timidamente la mano.
-Se sono così... "normali"... perché non si conoscono?-
-È una tecnica di difesa chiamata mimetismo. Sono in minoranza e sanno bene che, se venissero scoperti, probabilmente l'intera specie sarebbe a rischio. Si mescolano a noi umani abbastanza da confondersi agli occhi discreti, ma non tanto da sfuggire a quelli più attenti.-
-Perché?- la incalza Caleb.
-Se tu scoprissi che esistono i lupi mannari cosa faresti? Con i tempi che corrono ne resteresti affascinato e desidereresti persino unirti a loro, magari. Ma la maggior parte delle persone vedrebbe in loro la minaccia e comincerebbe a dare loro la caccia. Non sei d'accordo?-
Caleb studia la professoressa per alcuni secondi.
-Non esistono i lupi mannari, vero?- chiede.
-Oh, certo che esistono.- risponde la Cooper con un sorriso quasi compassionevole. -Nell'ultimo secolo si sono sentiti pochissimo in quanto loro sono veramente in via di estinzione.- fa una pausa. -Vogliamo cominciare da loro?-
-Perché non cominciamo dalle Ombre?- chiede invece Mirta.
La Cooper la guarda sorpresa e sospettosa.
-Cosa sapete delle Ombre?- chiede rivolta a tutti e a nessuno.
-Solo che sono una metà di un'Occultatrice.-
La Cooper continua a fissare Mirta, sul volto un'espressione indecifrabile.
Poi sembra ricordarsi di qualcosa e annuisce.
-Vada per le Ombre.- dichiara e si pianta davanti alla cattedra, appoggiata al piano di legno.
-Le Ombre non hanno problemi a mostrarsi alla luce del sole, ma quando si muovono al buio nessuno le vede e questo da loro un notevole vantaggio. Non hanno una forma propria, si adeguano agli spazi come una macchia d'olio particolarmente densa. Sono in parte soggette alla gravità e, non avendo nulla che funga da "scheletro" sono costrette a muoversi strisciando, ma possono risalire muri e ritrovarsi "a testa in giù" senza problemi. Non sono suddivise in organi, sono... come dire... masse intelligenti di fluido nero.-
-Foooorte.- fanno alcuni ragazzi, estasiati.
-Lo trovereste molto meno forte se ve le ritrovaste addosso mentre vi si insinuano nel cervello alla ricerca di nutrimento.-
-Nu-nutrimento?- balbetta Mirta.
-Le Ombre si nutrono delle nostre paure. Sono in grado di insinuarsi nella mente e rovistarvi finché non trovano ciò che vogliono.-
-E poi?-
-Poi?-
-Che succede dopo che hanno "preso" le nostre paure?-
-Le paure sono legate ai ricordi. Le Ombre, seppur lentamente, ti svuotano finchè di te non rimane nulla. Perché quando credi di aver esaurito tutto ciò che di spaventoso c'è nella tua testa loro cominciano a mostrarti il peggio dei tuoi ricordi felici e, nel mimento in cui riesci a temerli, loro si prendono anche quelli. E a te non resta più nulla. A quel punto perdi il senno.-
Mirta inizia a temere gli occhi scuri della donna e il suo sguardo profondo e penetrante che ispezione con calme metodica la classe.
-Le Ombre sono parassiti intelligenti. Proprio per questo la maggior parte di loro sa che non è saggio prosciugare le proprie vittime, altrimenti non potranno tornare utili. Alcune si avvicinano ad un piccolo gruppo e passano da una persona all'altra ad intervalli più o meno regolari. Altre saltano indifferentemente da persona a persona. Più le Ombre sono "anziane" più sono intelligenti e più sono grandi, ma hanno anche meno bisogno di nutrimento, questo le rende meno pericolose, ma più scaltre. Ne ho vista una, diverso tempo fa, che si era impiantata in un ragazzo, un uomo a dire il vero, e che prendeva energia non dai suoi ricordi, ma direttamente dal presente, era entrata così in sintonia con quel ragazzo che assorbiva gran parte della paure o della tristezza che lui provava nel presente, facendo rimanere solo i sentimenti felici. Era l'uomo più allegro e ottimista che avessi mai conosciuto.-
-Era uno studente?- chiede Caleb.
-No, non sapeva nulla di tutto questo, ma ha dovuto avere le dovute spiegazioni quando lo ha scoperto.-
-Lo ha scoperto?- chiede Lucy visibilmente sorpresa.
-Fosse stato per lui non se ne sarebbe mai accorto.- ammete la Cooper -Ma ad un certo punto l'Ombra si è rivelata. Ora, vi ho spiegato che le Ombre non hanno forma propria, ma possono adattarsi a tutto ciò che le circonda. Possono, perciò, entrare in dei vestiti e assumere una forma umanoide.-
Come in un flesh nella mente di Mirta appare l'immagine degli uomini completamente incappucciati che giravano per la scuola mentre loro erano bloccati nella sala comune.
L'"uomo" con il canelupo accanto a Marta. Era un'Ombra. Forse proprio una di quelle che l'hanno inseguita all'esterno della scuola.
Può solo inorridire al pensiero di cosa sarebbe potuto succedere se fossero riuscite a prendere lei ed Irvan.
La Copper, intanto, sta continuando la sua singolare spiegazione.
-Le Ombre non hanno un vero e proprio sistema di riproduzione. Ad un certo punto della loro vita, quando sono abbastanza grandi, si dividono in due nuove Ombre in tutto e per tutto uguali alla precedente, cosa che ricorda molto i batteri. Questo crea, nel tempo, gruppi di Ombre particolarmente uniti e organizzati che possono unire le forze e comportarsi come un unico, grande, essere.-
La Cooper si interrompe in attesa che cessi il brusio che ormai si è formato.
-E le Occultatrici?- chiede a quel punto Mirta.
La Cooper riprende a parlare con lo sguardo perso nel vuoto, ma così fisso da fare impressione.
-Le Occultatrici, o gli Occultatori, a seconda del sesso, sono per metà Ombre e per metà uomini.-
-Ma com'è possibile?- scatta Caleb -Com'è fisicamente possibile? Siamo troppo diversi!-
-Scherzi della natura.- taglia corto la Cooper lanciando un'occhiata contrariata all'orologio. -Per questi ibridi vi sono maschi e femmine come per gli uomini, ma sviluppano una mentalità pressocché identica a quella del genitore Ombra. Sono sembre del sesso opposto a quello del loro genitore umano. Hanno inoltre tre diverse forme fisiche: quella umana, quella di ombre e una di mezzo, completamente nuova. In più vi sono dei sottili stadi di mezzo che sono i modi in cui appaiono mentre passano da una forma all'altra, capacità che hanno e sfruttano già da appena nati.-
-Forte!- esclama Lilian con il tono di chi sta sognando ad occhi aperti.
La Cooper la ignora.
-Non è questo il punto. Occultatori ed Occultatrici hanno poteri diversi dai loro genitori e completamente nuovi rispetto alle altre spiecie.-
-Che tipo di poteri?- la incalza Mirta, affascinata.
La Cooper non ha il tempo di dirlo.
Un ragazzo di quinta con un braccio interamente bendato, il naso rosso e una confezione di ghiaccio in mano entra nell'aula prima che la professoressa possa parlare.
-Noi abbiamo finito, potete andare.- dichiara.
La Cooper annuisce e il ragazzo esce zoppicando.
-Ma che diavolo gli è successo?- commenta Lilian.
-Nulla di grave, Dafne lo guarirà presto,- risponde l'insegnante piuttosto tranquilla -al momento penso che l'infermeria si stia riempiendo.-
I ragazzi si guardano confusi mentre viene fatto loro segno di alzarsi e seguire la prof.
L'esagono si trova al centro esatto della Victoria Accademy ed è l'unico ambiente a cui è possibile accedere da ognuno dei sei edifici della scuola.
È una palestra esagonale a dir poco enorme, capace di contenere tutti e 1500 i ragazzi e avere ancora tantissimo spazio libero.
È anche la palestra più strana che si sia mai vista.
È divisa in sei spicchi, uno per ogni elemento, separati da pareti di vetro praticamente invisibile e quasi indistruttibile in modo che i ragazzi di elementi diversi si possano vedere ma non parlare.
Al centro una grossa aria, sempre esagonale, grande più o meno quanto un'aula vuota, è accessibile da ognuno degli spicchi.
Il pavimento, all'interno degli spicchi, è inclinato verso il basso in modo che, sedondosi in fondo, si possa benissimo vedere il centro.
Ricorda vagamente un teatro greco.
Il soffitto a cupola rappresenta un cielo azzurro sul quale però, si distinguono le stelle e il sole, se si guarda bene, si sovrappone alla luna.
Il pavimento è un meraviglioso mosaico di marmi pregiati. Il numero incredibile di studenti rende impossibile capire cosa ritrae.
L'esagono interno ha invece un pavimento interamente ricoperto di mattonelle esagonali dorate, sembra un enorme aveare.
Tutti i ragazzi del primo si guardano intorno estasiati.
Quelli di quarto, invece, in un attimo si posizionano seduti a terra in prima fila. Dietro di loro si mettono quelli dei terzo, poi di secondo e a quelli di primo non resta che sistemarsi infondo.
D'istinto Mirta afferra il braccio di Lucy e si siede a terra.
Alla sua destra c'è il vetro che divide il suo spicchio da quello del fuoco.
Le seconde del fuoco sono parecchie e qualche ragazzo si siede proprio alla sua destra.
Un ragazzo dai capelli biondo-rossicci e gli occhi neri le rivolge un sorriso enorme e lei sobbalza.
-Noah!- escama.
Lucy la guarda senza capire.
-Chi?-
-Noah!-
Mirta comincia a battere la mano sul vetro.
-Chi è Noah?-
-Questo ragazzo proprio accanto a me. È mio cugino Noah.-
-Non sapevo avessi un cugino alla Victoria Accademy.-
-Non avevo più pensato a lui, è Noah che ci ha consigliato di venire in questa scuola.-
-Consigliato? Chi è così scemo da consigliare questa scuola?-
Mirta agita la mano per salutare Noah e lui fa altrettanto.
-Cavolo, è vero, vi somigliate!-
-Mirta dove sei?-
Irvan! Nel mio spicchio, non indovinerai mai chi hi visto in quello del Fuoco.
-Spara!-
Noah.
-Fammi vedere!-
Per un attimo si ritrova nello spicchio della Vita, poi di nuovo nel suo.
-Cavolo è proprio lui! Ora lo chiamo, vediamo che faccia fa.-
Noah solleva la testa di scatto e si guarda intorno confuso.
-Ma che diavolo....-
-Ciao Noah.-
-Irvan?-
-E Mirta.-
-Dove?-
Qui! Ciao Noah.
-Un contatto? ma che diavolo significa?-
-Sono stato io, ho imparato per poter chiamare Mirta.-
-Perché, tu dove sei?-
-Vita.-
Io Morte.
-Lo so, ti vedo, non sono stupido.-
Ehi calma!
-Scusate è che sono nervoso.-
-Perché?-
Già, perché? Si può sapere cosa deve succedere oggi?
-Ecco cominciano! Chiudi questo contatto Irvan, mi devo concentrare!-
-...ok...-
Vi è un momento di silezio.
Mirta vede Noah rilassarsi dall'altra parte del vetro e sorriderle.
-Sbaglio o era leggermente nervoso?-
Solo leggermente?
Dafne, Marta, Vicky, Sarah, Alya e Diana arrivano al centro dell'esagono interno.
Dafne prende la parola.
-Gli scontri di fine mese cominceranno tra qualche minuto, come tutti gli anni si sfideranno prima i quarti, poi i terzi, i secondi e infine i primi. Le regole sono sempre le stesse, valgono le ferite superficiali e eventuali lividi, ma ogni altro tipo di danno o infortunio varrà la squalifica per voi e punti regalati alla squadra danneggiata. Ogni classe è una squadra.-
Seguono alcuni momenti di confusione mentre le sei donne prendono posto all'interno dei rispettivi sesti, perché così si chiamano gli spicchi.
-Come funziona?- chiede Mirta confusa.
Lucy le si avvicina per poterle sussurrare.
-Si gareggia sei classi alla volta, una per ogni elemento. Comincia sempre la vita. Un ragazzo o una ragazza si deve lanciare la sfida.-
-Cioé?-
-Alzarsi, è una specie di "io combatto, chi mi sfida?".-
Un ragazzo alto, ma piuttosto rotondetto si fa avanti dal sesto della Vita ed entra nell'esagono interno.
Lucy riprende.
-Ora in ognuna delle altre classi di turno deve farsi avanti uno sfidante e nel caso non ci sia nessuno sono Loro a scegliere. Gli sfidanti non si devono alzare e non si devono fare notare finché non sono tutti. A quel punto vanno tutti nell'esagono interno.-
-Perché prima non si devono far vedere?-
-Sono le regole. In questo modo, se decidi di raccogliere la sfida, non puoi sapere chi sono gli altri sfidanti finché non siete tutti.-
-Ci si può tirare indietro?-
-Ti puoi solo arrendere a tavolino. In quel caso devi dichiararlo prima di cominciare e fai perdere punti alla tua squadra.-
-Punti? Come funzionano?-
-Tanta fatica per ottenerli e pochi secondi per perderli. La vittoria vale 6 punti. Se a vincere è chi ha lanciato la sfida allora sono 12. I falli valgono -3, la resa a tavolino -1, l'eliminazione durante lo scontro -6, la sola partecipazione +1, e ottieni 3 punti se un ti fai seriamente male per colpa di un avversario che in quel caso fa fallo. Dopo due falli vieni eliminato.-
Intanto nell'esagono interno si sono radunati sei ragazzi.
-È molto più facile perdere punti che vincerne.-
-Già, e si scende anche sotto zero se necessario. Quando i ragazzi finiscono vince la squadra che ha accumulato più punti.-
Mirta annuisce.
Dafne sta per dare il via.
-Aspetta un attimo!- fa Mirta. -Infortuni seri?-
Lo scontro ha inizio.
Tutti scattano sull'attenti, come animali pronti a caricare.
Il ragazzo della Morte allarga le braccia e il buio di impadronisce dell'esagono interno.
Rumori stridenti di metallo contro metallo.
Un lampo.
Il buio di dirada.
La ragazza dell'Aria non si vede, quello della Vita e quello della Morte sono uno di fronte all'altro.
La ragazza del Fuoco, quella dell'Acqua e il ragazzo della Terra sono incatenati a terra.
Sul vetro dell'esagono interno dei sesti di questi ultimi tre compare un grosso uno.
Sul pavimento appaiono delle rune che li riportano nei loro sesti.
Le catene si ritirano nel pavimento come serpenti e le mattonelle che che coprivano si richiudono.
-Tutte le mattonelle...- mormora Mirta.
-Sì. Se sai come farle scattare.-
Il ragazzo della Morte fa un passo avanti in una finta, ma l'altro non si sposta di un millimetro.
Il ragazzo della Morte salta.
Quello della Vita rotola a terra e si sposta.
Quello della Morte atterra e si sente l'urlo di una ragazza.
Lui da un pugno al pavimento.
Una catena scatta verso l'alto.
Si scansa all'ultimo secondo e la catena imbrigiona la ragazza dell'Aria che subito riappare ringhiando.
Poi una runa la riporta nel suo sesto e sul vetro compare un uno.
I due ragazzi rimasti si fronteggiano senza però muoversi.
-Che stanno facendo?-
-Non lo so con certezza. Stanno usando i loro poteri. Penso che il nero stia creando delle illusioni per far credere al bianco che sta attaccando, ma il bianco è uno forte, legge nel pensiero, penso sappia riconoscere le illusioni dalla realtà.-
Sorprendentemente vince il ragazzo della Morte.
Chiude gli occhi e inizia a muoversi a casaccio, o almeno così sembra.
Il resto è confuso perché cala di nuovo il buio.
Gli scontri successivi sono molto più violenti e moltissimi punti vengono sottratti per gli innumerevoli falli.
Certi ragazzi vengono portati direttamente in infermeria.
-Ma è orribile! È una cosa da barbari!- protesta Mirta strillando per sovrastare il tifo sfrenato del suo sesto.
Lucy la guarda come se quello che ha detto fosse solo un dettaglio.
-Quell'esagono è il cuore della scuola! Questi combattimenti sono il cuore della Victoria Accademy!- esclama, ma capisce bene cosa prova Mirta, cosa provano tutti quelli del primo anno. -È così che superemo qualsiasi tipo di esame: con la pratica. È il motivo per cui mi hanno bocciata.-
-È orribile lo stesso. Mi rifiuto di partecipare!-
Lucy la guarda quasi con compassione.
-Non hai scelta.- mormora.
-Posso arrendermi a tavolino.-
Lucy la studia.
-Non lo farai.-
-Chi te lo dice?-
-È l'unica vera occasione che hai di mettere alla prova i tuoi poteri, non ti tirerai indietro.-
Mirta distoglie lo sguardo per posarlo di nuovo sull'esagono.
Sono rimasti una ragazza dell'Aria e uno del Fuoco.
Lui ha un labbro spaccato e sanguinante, come il naso; lei ha un polso ustionato e una vecchia cicatrice sullo stesso braccio.
Entrambi guardano l'altro con molto più odio di quanto ce ne dovesse essere, come se lo preferirebbero morto che ferito.
Tutto in Mirta si oppone a quella vista e si giura che non si lascerà trasformare in un mostro simile.
La ragazza dell'Aria fa scattare due catene accanto a lei, ma prima che possano catturarla ne assume mentalmente il controllo.
Le catene restano verticali, attraversate da onde ascendenti.
Il ragazzo indietreggia, ma appena si muove le catene scattano in sincronia con il braccio di lei.
Con un'agilità più che sorpendente lui evita i colpi esibendosi in numerose capriole in aria.
Le catene aumentano, è cicornato.
Ne schiva una a destra, poi si abbassa per sfuggire ad un di sinistra.
Salta una che gli viene contro e nel frattempo il colpo alla schiena di un'altra lo atterra.
Rotola per sfuggire alle catene che, schiantandosi a terra, ne fanno scattare altre.
La ragazza sta muovendo le braccia come una forsennata.
Una catena afferra la gamba del ragazzo e gli si attorciglia intorno al polpaccio con ferocia.
Lui si immobilizza, ma non si arrende.
Raccoglie le energie.
Si sdoppia.
Sembra di staccare una figurina dalla plastica prima di attaccarla altrove, l'effetto è molto simile.
All'improvviso nella catena ci sono le gambe destra dei due ragazzi e quella si allarga.
I due ne escono all'istante e si avventano sulla ragazza.
Ma non sono molto coordinati, o meglio, lo sono troppo.
Compiono gli stessi identici movimenti, e mentre uno la atterra davvero l'altro fa le stesse identiche mosse alla loro sinistra, lottando con il vuoto.
Lei addenta il polso del ragazzo e entrambe le copie strillano dal dolore.
Ma è una ferita superficiale, non vale come fallo.
Lui ha allentato la presa.
Una catena si solleva, più alta delle altre. Si abbatte su di loro.
La ragazza fa appena in tempo a rotolare di lato e a scomparire.
La catena si avvolge intorno al ragazzo deformando il suo corpo come fosse di gomma.
L'altro ragazzo si contorce in una smorfia di dolore, poi all'improvviso si rilassa e il suo alter-ego tra le catene si dissolve in fumo nero e denso. Fumo che si sposta verso il ragazzo e che si scontra con il corpo invisibile della ragazza, rivelandone per un attimo la posizione.
Il fumo si ricopone al ragazzo che resta immobile con gli occhi serrati.
L'attimo dopo si sente un urlo.
La ragazza riappare e cade in ginocchio portandosi le mani sulle tempie e arpionando ciocche di capelli spettinati.
Sembra respirare a fatica.
Lancia un gemito.
Il ragazzo apra lentamente gli occhi e le si avvicina.
In qualche modo fa scattare una catena, le altre sono scomparse, e quella si avvolge come un serpente intorno alla ragazza dell'aria, troppo presa dalla sua improvvisa e lacerante emicrania.
La vittoria del ragazzo del fuoco viene accolta dalle urla eccitate del suo sesto che fanno vibrare i vetri divisori, anche se non possono superarli.
Mirta di alza.
-Dove vai?- chiede Lucy.
-Si può uscire?-
L'amica annuisce.
Si alza a sua volta, la prende per mano e la accompagna fuori.
-Ci è permesso stare nel cortile esterno, ma dobbiamo rientrare quando tocca alle prime.-
Mirta annuisce e si guarda intorno.
C'è molta meno gente di quanto si aspettasse.
Non è mai stata in questa parte della scuola.
-Ma quanto è grande?-
-Quanto una città.-
-Cosa?!-
-Questa è una città.-
-Ma...-
-Un passaggio ti porta dal cancello direttamente all'entrata della scula, in modo che i tuoi genitori non vedano niente. In più ci sono diverse anomalie.-
-Cosa c'è nella città?-
-Qualche volta vi ci pirteranno.-
Mirta si guarda di nuovo intorno.
Intorno all'enorme esagono si aproni sei porte, una per spicchio, ma danno sull'esterno.
Non c'è traccia degli edifici scolastici.
-Passaggi?- chiede rivolta a Lucy che si è seduta su una panchina in marmo.
La ragazza annuisce.
L'esagono è perimetrato da una lastra di marmo che forma uno scalino rispetto al prato inglese fitto e verde che lo circonda.
Dal marmo si alzano colonne interamente decorate da incisioni che sembrano rune contorte.
Le colonne sorreggono il tetto completamente nero.
-I sei edifici che compongono la scuola sono collocati nelle sei punte della città che è a forma di stella. Dei passaggi le collegano alla sala riunioni che invece si trova in una struttura a parte molto vicina all'accesso principale della città.-
-E quanto è grande? La città.-
-Quanto un paesino in realtà, ma è imponente.-
-Cosa ne sai?-
-Sono "evasa" un paio di volte.-
-Davvero?-
-È un altro dei motivi per cui mi hanno bocciata. In realtà Morte è molto tollerante per queste cose, ma forse sarebbe meglio dire menefreghista. Dice "se non sono dei ribelli i miei allievi allora quali lo devono essere?", e a noi sta bene così.-
-Noi?-
-Noi che evadiamo. Siamo pochi, ma ci riuniamo e facciamo un bel gruppetto.-
-Tutti della Morte?-
-Solo una buona parte.-
Mirta si siede a sua volta sulla panchina.
In quelle occasioni potrebbe rivedere Irvan, ma significherebbe avere qualcos'altro da nascondere a Danfe.
-Cornelia è una maga delle evasioni.-
-La sorella di Lilian?-
Lucy annuisce. Si alza in piedi sulla panchina, poi si siede sullo schinale.
-Chi altro c'è nella città?-
-Le creature che non sanno mimetizzarsi o che sono troppo deboli o stupide per farlo. Per i tempi che corrono, questa città sta cadendo a pezzi, abbandonata.-
Ma Mirta non la sta più ascoltando.
C'è qualcos'altro che la turba.
Lucy ha detto che i sei edifici della scuola sono il più distanti possibile.
E allora come ha fatto Irvan, quella notte, a raggiungerla così presto se non sa disegnare le rune?
È il turno delle prime classi che ora sono passate in prima fila e hanno alle spalle quelli fi seconda che non sono finiti in infermeria.
Riesce ad individuare Noah.
Lui non la vede, ma, a giudicare dal fatto che è ancora tutto intero e dalle pacche che i suoi compagni gli danno sulla spalla, deve aver vinto.
-Tranquilla, gli incantesimi che abbiamo studiato sono molto semplici, i nostri scontri saranno molto meno cruenti.- sussurra Lucy.
-Wow...rassicurante!-
Lucy balza in piedi come ad un segnale ben preciso.
-Dove vai?-
-I ripetenti si possono scontrare solo tra di loro e l'anno scorso siamo stati bocciati in pochi.-
Lucy entra nell'esagono quasi saltellando.
Le sue parole risultano vere.
Non conoscono quasi nessun incantesimo utile per il combattimento e quasi subito la faccenda finisce con una rissa più o meno normale.
Lucy non è granché come forza fisica, ma è agile e sembra che i colpi che riceve facciano male solo all'artefice.
Ogni tanto qualcuno lancia qualche incantesimo, ma sembrano banalità in confronto a quello che hanno fatto i ragazzi di quarto.
La ragazza dell'Acqua non sembra avere il minimo interesse per il combattimento e, dopo aver passato tutto il tempo a difendere le sue unghie laccate più che il resto di se stessa, si dichiara battuta al primo calcio che prende.
Il ragazzo dell'Aria si è arreso a tavolino e quella della Vita è stata sconfitta facilmente.
Non si concentra particolarmente sullo scontro finché non rimangono solo Lucy e un ragazzo della Terra.
Si battono in modi così diversi da riuscire quasi sempre a colpirsi e quasi mai a difendersi.
Ma non è questo a colpirla.
È la sensazione, il forte deja-vu che prova guardandolo.
I capelli castano scuro corti vanno in tutte le direzioni.
Gli occhi chiari azzurro cielo sono quasi inquietanti, ma non perché siano strani. In qualche modo il ragazzo riesce a dilatare e rimpicciolire le pupille a piacimento e l'effetto è così singolare da incuriosire e spaventare allo stesso tempo.
Mirta è confusa.
Non riconosce affatto il suo viso.
Ma nei suoi movimenti nota qualcosa di familiare, qualcosa che è sicura di aver già visto.
Poi, quando sferra un pugno nella pancia a Lucy, la manica della maglietta gli sale leggermente rivelando un tatuaggio intorno al polso.
Rovi intrecciati.
Mirta sussulta.
Si alza in piedi ignorando quelli dietro di lei che si lamentano.
Si sposta leggermente in cerca di una visuale migliore sul ragazzo.
La maglietta aderente rivela il fisico atletico e muscoloso e la colonna vertebrale un po' sporgente.
Anche quella l'ha già vista.
Ne è sicura.
Ma dove? Dove?
E poi ricorda.
Ma non ci crede.
Eppure è già successo.
No. Deve esserne sicura.
Si sposta ancora, cercando di intercettare i movimenti del colletto del ragazzo.
Senza volerlo, Lucy le viene in aiuto.
Fa scattare una catena che si attorciglia intorno al braccio del ragazzo e che tende la maglietta.
Scopre la base del collo.
Sulla destra c'è una voglia a forma di foglia.
È lui.
È il ragazzo del suo sogno.
Quello con il serpente.
Quello nella foresta.
Qualcuno, Caleb, la afferra per la maglietta e la costringe a risedersi.
Nel frattempo il ragazzo ha afferrato Lucy e le ha stretto il braccio imprigionato intorno al collo.
Tira la catena per farla allungare, poi trova il modo di avvolgerla intorno alle gambe di Lucy.
Lei si dibatte e appoggiandosi di peso al ragazzo riesce a farlo cadere a terra.
Riesce a ribaltare la situazione con estrema facilità, ma poi si ferma, indugia, tentenna.
Questo le fa guadagnare un brutto colpo al fianco e poi una testa contro il pavimento che fa scattare un'altra catena che imprigiona entrambi.
Ma a quel punto le parti di catene che si stringono intorno al ragazzo cominciano a tremare per poi immobilizzarsi e permettere al ragazzo di sfilare il braccio.
Lui rotola via e Lucy rimane l'unica intrappolata.
La Terra vince.
Lucy riappare nel suo sesto con un'espressione rabbiosa mentre si massaggia il corpo dolorante e le braccia piene di lividi.
Mirta continua a fissarla contrariata.
-Mirta...-
-Chi è quel ragazzo?-
-Quale?-
-Quello della Terra che ti ha battuta.-
Lucy alza un sopracciglio perplessa.
-Credo si chiami Derek. Lo odio dalla prima volta che mi ha battuta. Perché?-
-Niente.-
Lucy quasi si mette a ridere.
-Niente? Ma se sembra che tu abbia visto un fantasma!-
-Lascia perdere. È solo...-
-"solo"... cosa? Hai visto un altro fantasma?-
In un certo senso è proprio così.
Perché a lanciare la prossima sfida è stato un ragazzo dell'Aria.
Oliver Shane.
Quello che questa notte è stato portato in infermeria stregato e che c'era ancora questa mattina.
E che non può trovarsi qui.
-Mirta che ti prende? Ti ho sentita fino a qui!-
Cos'hai sentito?
-Il tuo stupire, o incredulità, o quello che era.-
Quel ragazzo! Non può essere vero, è in infermeria!
-Ma com'è possibile?-
Non lo so!
-Io lo sfido.-
No Irvan non farlo!
-Troppo tardi.-
Marta li sta guardando per vedere chi raccoglie la sfida e sta già indicando Lilian.
Mirta non può permettere che Irvan si scontri con Oliver, o chi per lui. Non da solo.
Si alza in piedi attirando l'attenzione di Marta.
-Vado io!- grida, sapendo che negli altri sesti non possono sentirla.
Marta la studia stranita, poi annuisce e si fa da parte per farla entrare nell'esagono interno.
Il primo che vede, proprio davanti a lei, è il fratello.
Fissa il sesto dell'Acqua.
Quasi non si sorprende quando ne vede uscire una ragazza con gli occhi tra il verde e l'azzurro, di un meraviglioso verde acqua, e i capelli ondulati non particolarmente lunghi tinti dello stesso colore.
Ricorda il suo nome come se la conoscesse da una vita.
Astrid.
La sirena del suo sogno. Quella nella metropolitana.
Quella che probabilmente ha fatto finire nei guai quando ha sostituito il duo riflesso con il suo quella notte, nel dormitorio dell'Acqua.
Le due si fissano a lungo, si studiano, ma Astrid non da segni di riconoscimento.
Ha la stessa espressione fiera e determinata del suo sogno.
Improvvisamente Mirta si sente vulnerabile.
Che deve fare?
Arrendersi a tavolino?
E lasciare il fratello a combattere dal solo contro una sirena feroce e un ragazzo che non dovrebbe essere lì?
Gli darebbe un'avversaria di meno, ma anche una di meno a tenere a bada gli altri.
Un'alleata in meno.
L'unica.
È quasi sicura che coalizzarsi durante gli scontri sia vietato, ma lei è disposta a rischiare.
Nell'esagono entra un ragazzo della Terra.
È slanciato e magro, cosa che lo fa sembrare ancora più alto.
Ha l'aria di chi si finge sicuro, ma che in realtà non lo è.
Non lo conosce.
Direbbe lo stesso della ragazza del Fuoco, ma ormai ha rievocato i suoi sogni e non può non riconoscere anche lei, seppur a fatica.
Ha i capelli soffici così biondo chiarissimo, ma con qualche riflesso dorato.
È davvero bassa, supera di pochissimo il metro e cinquanta e ha un'aria buffa quanto dolce, ma è sicuramente più a suo agio del ragazzo della Terra e di Mirta.
Forse anche di Irvan.
Mirta può leggere chiaramente l'agitazione negli occhi verdi del fratello.
I suoi occhi verdi.
In un certo senso non ha scelta.
Lei e suo fratello sono alleati di natura.
Non può ritirarsi.
Deve aiutarlo a vincere.
Poco importa se non si può arrivare pari.
Si è persa il nome del ragazzo della Terra, ma sente quello della bionda del Fuoco.
Grace.
Grace Cahill.
Il nome le calza a pennello.
Dafne chiede se qualcuno si ritira.
Tutti si guardano a vicenda, ma nessuno fiata.
Si mettono in cerchio, in attesa del via.
Mirta fissa il fratello.
-Alleati?-
C'è da chiederlo?
-Non si sa mai.-
Mirta prende fiato.
Il via.
Prima ancora che riesca a capire qualcosa si ritrova a terra.
Con Astrid addosso.
Sta cercando di far scattare le catene.
Mirta si abbandona all'istinto ed estende la sua energia.
Invade il campo visivo di Astrid riuscendo a farle credere che certe catene siano scattate.
Astrid tentenna.
Mirta capisce perché: non ne ha sentito il rumore.
Si comcentra sulle sue orecchie e svelta completa l'opera.
Agli occhi di Astrid si lascia incatenare provando a mala pena a scalciare.
Quando la ragazza la vede sparire sul suo volto si dipinge un'espressione quasi delusa.
Nel momento in cui si volta e punta verso Irvan, Mirta la colpisce alla schiena e lei cade a terra.
Mirta però non sa che fare e Astrid ha tutto il tempo di rialzarsi e riprendersi dallo stupore di vederla ancora in gioco.
Le due si fronteggiano per alcuni secondi si sfila un bracciale e quello diventa una corda robusta, quasi una frusta.
Mirta indietreggia.
Come cavolo ha fatto?
Quelli dell'Acqua possono davvero modificare gli oggetti a loro piacimento?
E lei cosa può fare?
Stringe un pugno e usa di nuovo la sua energia.
Astrid vede apparire una frusta anche tra le mani di Mirta, ma questa volta non si lascia ingannare, o forse non si fa intimidire.
Grazie a dei riflessi che non credeva di avere Mirta riesce a schivare il primo colpo, ma al secondo la corda-frusta le si attorciglia intorno al braccio stritolandole il polso.
Perde il controllo della sua energia e la frusta che fingeva di tenere in mano a sua volta scompare dalla vista di Astrid che tirando la corda di scatto fa scivolare Mirta.
Lei stringe la presa sulla corda e tira Astrid a terra con lei.
Si ritrovano a rotolarsi, muovendosi troppo in fretta per poter scagliare incantesimi decenti.
Mirta si ritrova in vantaggio, merito delle numerose zuffe con Irvan.
Già, Irvan.
Cercando di tenere ferma Astrid, volta la testa verso il fratello.
Irvan se la sta prendendo con la ragazzetta del Fuoco, Grace.
Salta subito all'occhio che nessuno dei due vuole fare del male all'altro, che stanno combattendo solo perché sono stati costretti a farlo.
Nel frattempo lo spilungone della Terra, alle prese con Oliver, fa scattare una catena che comincia a muoversi a terra come un serpente in cerca di qualcuno a cui avvinghiarsi.
Oliver la salta appena ogni volta che viene verso di lui.
In un certo senso sembra che non salti affatto.
Che la catena gli attraversi i piedi.
Ma notare questo fa distrarre Mirta e Astrid ribalta la situazione.
-Mirta qui c'è bisogno di aiuto.-
TU hai bisogno di aiuto?
-Beh, diciamo che questa Grace è tanto graziosa quanto... fastidiosa. Non sembra pericolosa ma non riesco a levarmela di dosso.-
Astrid ci va giù molto più pesante, credimi.
Un momento di silenzio in cui Mirta afferra i polsi di Astrid tentabdo di impedorle di far scattare delle catene.
Sente su di sé tutto il peso della sua avversaria e tutta la forsa che sta impiegando nel tentativo di schiacciarla e farla soccombere alla sua forza.
Il ricordo sempre più vivido del suo sogno, dove Astrd affrontava senza apparente sforzo quel ragazzo, quella creatura, non fa altro che farla fremere sotto lo sguardo verdeacqua della ragazza.
Occhi così belli sono più unici che rari.
Ma non deve farsi distrarre.
Nel suo disperato braccio di ferro, Mirta volta la testa verso sinistra e, dietro la catena che vortica a terra continuando ad attraversare i piedi di Oliver, vede suo fratello afferrare Grace per le spalle, ma lei è molto più bassa di Irvan e la sua presa è tutt'altro che salda.
È come se per un momento il tempo scorresse al rallentatore.
Incrocia lo sguardo verde intenso di Irvan e tra loro scatta qualcosa.
Un'intesa.
Più forte che se l'avessero urlata.
Un'idea attraversa la mente di entrambi mentre la catena serpentina impedisce loro di vedere perfettamente l'altro.
Sanno di essere d'accordo senza aver bisogno di leggersi nel pensiero.
In parte è frutto degli anni passati insieme, indivisibili o inevitabilmente legati e collegati.
E in parte è qualcosa di nuovo.
Oscuro quanto luminoso.
L'istante dopo la realtà piomba nuovamente su di loro, pesante come un macigno.
Mirta si concede un attimo di svantaggio per recuperare le forze.
Poi sfrutta la forza stessa che Astrid sta utilittando per schiacciarla per allontabarla da sé.
La scaglia nella traiettoia della catena.
E lo stesso fa Irvan, nello stesso istante.
Ma qualcosa va storto.
Astrid e Grace si scontrano involontariamente e deviano una il percorso dell'altra.
A cadere imprigionato è lo spilungone della Terra che, impreparato a quel fuori programma, non ha il tempo di reagire.
Il minuto dopo è di nuovo nel suo sesto.
-Accidenti! Quasi cinque minuti e ne abbiamo fatto fuori solo uno. Gli altri scontri sono stati molto più veloci. Noah ci ha messo due minuti per stracciare tutti gli avversari! Anche se uno si era arreso a tavolino.-
Non è il momento di perdere tempo Irvan!
-Giusto.-
Astrid e Grace si rialzano e, fortunatamente, comiciano a lottare tra di loro.
Mirta e Irvan si voltano cautamente verso Oliver.
Non si è mosso quasi per niente da quando le due ragazze sono finite su quello della Terra.
Irvan è il primo che si fa avanti e tenta di sferrargli un pugno sull'addome gracile.
Oliver schiva il colpo con estrema agilità, troppa.
Nessuno dei successivi colpi di Irvan va a segno.
Oliver non sembra prevedere le sue mosse, semplicemente risponde con estrema ficilità.
Schiva i colpi più semplici e i più difficili li assorbe senza fare una piega.
È come se in realtà nulla lo colpisse davvero.
Come la catena che gli attraversava i piedi.
Quel ragazzo non può essere vero.
Il vero Oliver Shane è in infermeria, stregato.
Allora chi è quello?
Uno dell'Acqua con le sue sembianze?
No, da escludere.
Non reagirebbe un modo così innaturale come un'illusione.
Un'illusione!
Ecco cos'è.
Mirta si da della stupida per non averlo capito prima.
Ma come si sconfigge un'illusione?
Con un'altra illusione?
Espande la sua energia.
A conferma dei suoi pensieri non percepisce Oliver come una presenza.
Oliver è solo nell'energia che si trova davanti ai suoi occhi e che le distorce im campo visivo.
Agire su sé stessa sembra stupido, ma funziona.
Si mostra una catena che compare dal nulla.
E imprigiona Oliver, o chi per lui, e lo elimina.
L'illusione scompare e esplode in una violenta ondata di energia che scaraventa tutti contro le pareti dell'esagono interno.
Oliver non c'è più.
Con la coda dell'occhio Mirta vede Marta scattare in piedi, un'espressione indecifrabile sul volto.
-Comediavolohaifatto?-
Te lo spiego dopo, ora occupati della nostra sirenetta.
-Chi?-
Astrid.
-Perché "sirenetta"?-
Ma non eri tu quello che aveva fretta di finire questo scontro?
Irvan salta su Astrid da dietro.
Le stringe le braccia lungo i fianchi bloccandola, ma lei solleva i piedi facendogli perdere l'equilibrio.
Cadono a terra, ma Irvan non la lascia.
A quel punto succede l'incredibile.
Astrid diventa Mirta.
Quest'ultima e Grace, una di fronte all'altra, si fermano per assistere alla scena.
-Lasciami sono io!- dice ad alta voce.
Irvan tentenna, ma non allenta la presa.
-Io chi?- chiede.
-Tua sorella deficente!- ok, questa risposta è proprio da Mirta.
Irvan alza lo sguardo sulla vera sorella.
-Quale sei?-
Di sicuro non quella che stai stringendo.
-Sicura?-
Irvan sono in piedi davanti a te!
-mmm-
Chidile come si chiama, se risponde "Mirta" allora sono io.
-Come ti chiami?-
-Sai il mio nome da quando siamo nati stupido! Ora lasciami!-
-Spiacente Astrid.-
-Come sai il mio...-
Irvan la colpisce, proprio sulla tempia, e lei sviene riprendendo le sue vere sembianze.
Una catena scatta da sola e Astrid scompare.
Il numero di punti sul vetro del sesto della Vita scende di 3 punti, segno che Irvan ha appena commesso un fallo, al prossimo sarà eliminato.
A quel punto rimangono solo loro due e Grace, che non immagina neanche il suo enorme svantaggio.
Ma Mirta non ha intenzione di farsi aiutare.
Per quanto barbaro sia, vuole sconfiggerla lei.
Si odia per questo pensiero.
È proprio quello che si era ripromessa di non diventare. Una pedina nelle loro mani.
Che combatte solo perché lo vogliono gli altri.
Questo le fa guadagnare una specie di sgambetto che la spedisce a terra.
Rotola per allontanarsi.
Vede Irvan appoggiarsi con le spalle ad una parete.
Interverrà solo se necessario.
E questo vuol dire che la situazione è completamente sotto controllo.
Grace non sembra tipo da azzuffarsi.
Forse sarebbe molto meglio confrontarsi con i poteri.
E questo anche sapendo che fisicamente Mirta l'avrebbe vinta.
Mirta si concentra.
Cosa può creare?
Per prima cosa fa sparire se stessa dal campo visivo di Grace. E si sostituisce con una specie di chimera. Simile a quelle che ha fatto apparire Talia nella sala degli specchi. Già, Talia...
No, non deve lasciarsi distrarre.
Il grosso leone nero con un serpente come coda avanza verso Grace.
Sente Irvan entrare nella sua testa per poter vedere quello che sta facendo. Lo lascia fare.
Grace all'inizio indietreggia difronte alla chimera, poi si ferma. Si costringe a farlo.
Mirta la vede incrociare le dita e poi portarsi le mani dietro la schiena.
L'"animale" ringhia minaccioso, Mirta si congratula con se stessa.
Ma poi Grace solleva di scatto la testa e fissa Mirta dritta negli occhi.
Lei sussulta.
Come può vederla?
L'illusione non ha funzionato?
Possibile?
Coglie un movimento del braccio destro di Grace, ancora dietro la sua schiena.
Poi si ferma.
E scompare.
È solo un attimo, poi sente Irvan tossire e cadere in avanti.
Si volta.
Grace è proprio dietro di lui, lo ha fatto cadere in ginocchio e ora gli sta tenendo un braccio intorno al collo.
In un attimo Mirta si sente ribollire.
È per questo che ha accettato di combattere: proteggere suo fratello. E qualcosa le dice che lui ha fatto la stessa identica cosa.
Prima ancora di essersene resa conto ha dato un pugno a Grace, dritto in faccia, probabilmente le verrà un occhio nero.
Ma non le importa.
La rialza accorgendosi appena dei suoi tentativi di resistenza.
Quando tenta di divincolarsi le torce un braccio dietro la schiena.
E le vede.
Le rune.
Ecco come ha fatto.
Grace ha usato delle rune.
-Astuta.- ammette Mirta -Ma nessuno fa del male a mio fratello!-
Grace si butta a terra trascinandola con sè e facendole picchiare la testa.
Poi però Grace viene trascinata più in là.
Mirta si solleva.
È stato Irvan che ora ha definitivamente immobilizzato Grace che ora è rossa di rabbia.
Rossa come il fuoco.
Il sogno.
Grace può davvero prebdere fuoco?
A Mirta non importa più. Vuole solo mettere fine allo scontro.
Irvan ha tutte e due le mani e una gamba occupate nel tenerla ferma.
È lei a dover agire.
Con un specie di rotazione le sferra un calcio.
Non doveva essere tanto forte, ma lei si è divincolata spostandosi all'ultimo minuto e l'ha preso priprio sul naso, ora sanguinante.
Mirta conclude l'azione e quando posa di nuovo la gamba a terra, per l'impatto, una catena scatta.
Irvan si sposta e Grace viene imprigionata.
I punti sul sesto della Morta diminuiscono di 3. Un fallo.
È poca cosa. Tanto ormai manca solo...
Irvan.
Sono rimasti solo loro.
E questo è un grosso problema perché non possono esserci due vincitori.
-Avanti fa' scattare una catena e facciamola finita.-
Scordatelo! Fallo tu.
-Non ci penso proprio.-
Per me è lo stesso. O pari o niente.
-Wow... e come pensi di farci arrivare pari?-
....mmm....
-Interessante.-
Il trucchetto delle dita!
-Come scusa?-
Sai quando facciamo quea cosa strana con le dita per farle scrocchiare e sembra che si sono rotte?
-Si e allora? Ah! Capito! Lo facciamo insieme, io a te e tu a me, fingiamo che siano rotte davvero e ci squalificano entrambi per il secondo fallo!-
Esattamente.
-Batti il cinque sorella!-
Lo fanno.
Di fronte a tutti si sorridono, si avvicinano e si battono il cinque.
Poi però restano con le dita intrecciate e se le storcano come solo loro sanno fare.
Sentirle scrocchiare è impressionante e non proprio piacevole per entrambi, ma raggiungono lo scopo desiderato.
Mirta ritrae la mano strillando mentre Irvan serra la mascella e socchiude gli occhi in una finta smorfia di dolore.
Si guardano in cagnesco l'un l'altra e il tentativo di trattenere le risate, frainteso, fa sembrare ancora più veritiera la messa in scena.
I punti della Morte e della Vita diminuiscono di 3 in contempiranea e in automatico Mirta e Irvan si ritrovano nei rispettivi sesti.
Seguono alcuni secondi di silenzio, poi scoppia una specie di finimondo.
Troppo presa dal fingere il dolore alle dita, Mirta riesce solo ad intercettare lo sguardo sbalordito di Lucy prima di essere afferrata per la collottola da Marta che la trascina fuori di peso.
Appena si ritrova all'aperto un colpo violento e inaspettato le fa bruciare la guancia.
Per la sorpresa Mirta dimentica la finta delle dita.
Si porta una mano alla guancia già rossa per lo schiaffo e fissa Marta sconcertata.
-Mai più!- urla e per qualche illusione la sua voce le rimbomba nelle orecchie. -Ciò che avete fatto vi costerà molto caro!-
Mirta abbassa la mano e la chiude in un pugno.
-non...- comuncia.
-Ve ne pentirete amaramente!-
________________________
POV autrice
è la prima volta che inserisco un commento personale e lo farò raramente perchè non mi piace interrompere la storia, ma per questa volta farò un'eccezione.
Vorrei ringraziare tutti quelli che mi seguono, mi votano e soprattutto quelli che commentano e mi sostengono.
A proposito, apprezzo tantissimo tutti i commenti e tenterò di rispondervi sempre!
Titty_Marty (nn ho ancora imparato il nuovo nome) parlo soprattutto con te! Ora ho aggiornato puoi anche risparmiarmi ^^
Domanda finale per tutti gli interessati: voi quale elemento avreste scelto?
Fatemi sapere ;)
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