Paolo
Pov's Paolo
Anche oggi il nostro allenamento serale era giunto al termine alle sette precise, proprio come il mister mi aveva detto, pochi giorni fa, di fare.
Velocemente saluto tutti i miei compagni di squadra e come un razzo salgo le scale e velocemente corro verso casa.
Appena mi ritrovo davanti il cancello di casa busso e in men che non si dica si spalanca come per magia.
Appena entro in casa tolgo subito le scarpette da calcio e, prima di salire di sopra in bagno per potermi dare una rinfrescata, passo in cucina e lascio un bacio sulla guancia alla mia dolce governante di casa, Elly.
<<Puntuale come sempre Paolo>> mi dice subito lei guardando l'orologio dinanzi i suoi occhi.
Di tutta risposta, esco dalla cucina, e in lontananza le dico: <<Vado a darmi una rinfrescata veloce, dopo voglio andare dinuovo al campo>>
E subito poi, senza aspettare una risposta mi teletrasporto nel bagno.
Appena entro noto subito che la mia seconda divisa da calcio e i miei boxer erano stati poggiati sul mobile alla sinistra della doccia.
Elly era davvero una governante fantastica, ormai mi conosceva meglio della mia vera mamma...
Subito però mi do un piccolo schiaffo sul viso per risvegliarmi dal momento malinconico in cui stavo cadendo e, velocemente, mi tolgo la tuta sudata, i calzini e i boxer ed entro nella cabina doccia.
Dopo circa cinque minuti esco, mi asciugo il corpo, mentre i capelli li lascio gocciolanti, mi vesto e subito scendo nuovamente giù in cucina, con ancora i capelli umidi.
Appena mi siedo a tavola, Elly mi porge un piatto di pasta al sugo e, prima di lasciarmi mangiare, con voce dolce i dice: <<I tuoi genitori mi hanno detto di dirti che torneranno tra un paio di giorni>>
Come sempre, erano costantemente in viaggio di lavoro.
Paolo era sempre l'ultima ruota del carro ormai la mia famiglia era solo Elly...
Di tutta risposta mi limito a guardarla in modo passivo e poi, subito inizio a mangiare il più presto possibile.
Appena finisco poggio il piatto nel lavello e guardando la mia governante negli occhi le dico: <<Io ora vado al campo ad allenarmi ancora un po' tu non preoccuparti, cercherò di non fare troppo tardi...>>
Di rimando Elly, con un sorriso in volto, mi dice: <<Ti aspetterò sveglia come tutti i giorni>>
E subito poi mi stampa un bacio sulla fronte, proprio come avrebbe fatto una vera mamma...
Subito poi vado in salone, mi infilo un paio di calzini che stavano sul divano, vado poi all'ingresso a mettere le scarpe e in men che non si dica esco fuori dalla casa.
Immediatamente esco anche dal cancello e, mantenendo un passo abbastanza veloce, inizio ad avviarmi verso il campo da calcio che avevo lascio circa un'oretta fa.
Durante questa mia breve passeggiata, una cosa mi lascia confuso.
La casa di Alissia aveva luci accese ovunque, strano, solitamente l'avevo sempre vista sola...
Forse aveva ospiti.
Subito però, con ancora le idee confuse, continuo a camminare e in men che non si dica mi ritrovo al campo da calcio.
Prontamente e facendo attenzione scendo le scale, anche perché non avevo affatto intenzione di rotolare giù per la discesa e rischiare poi di non giocare con la mia squadra al football frontier international.
Appena metto piede in campo mi dirigo verso la panchina al bordo sinistro del campo, prendo il pallone che avevamo precedentemente posato lì sotto e subito inizio a calciare il più forte e preciso possibile il pallone verso la rete.
Il mio obiettivo era quello di migliorare il mio tiro, per poter essere i campioni del mondo.
Io e l'Orfeo, la mia squadra, dovevamo essere perfetti, ma allo stesso tempo dovevamo anche divertirci.
Dopo circa una quindicina di tiri abbastanza forti, decido di provare una tecnica nella quale ancora non ero abbastanza bravo e alla quale ancora non avevo dato un nome.
Questa volta però non so per quale ragione, era come se una forza dentro di me mi dicesse che era la volta buona.
Subito quindi mi appresto a tirare e nel farlo, una forza disumana avvolge il mio corpo e rende il tiro talmente potetente da far bucare la rete.
Appena ciò accade resto immobile, come cazzo avevo fatto?
D'improvviso però un rumore attira la mia attenzione, prontamente mi giro alla mia destra e nel farlo vedo una ragazza dal vestito rosso stesa sul prato del campo.
Come ci era arrivata qui una ragazza che neanche avevo mai visto?...
In men che non si dica raggiungo la ragazza che si trovava stesa al centro del campo e subito, preoccupato che su fosse fatta male, le dico: <<Va tutto bene? >>
In men che non si dica la ragazza dai lunghi capelli castani apre gli occhi e guardandomi con un'espressione stordita mi dice: <<Quanti metri sono quelli?>>
E subito poi mi indica la grande discesa dalla quale era probabilmente caduta.
Subito poi la prendo facilmente in braccio e solo dopo averla fatta sedere su una panchina a bordo campo, indicando di rimando la discesa le dico: <<Credo tre metri circa>>
<<Oh cazzo, ma sono un supereroe allora se sono sopravvissuta! >> mi dice subito di rimando spalancano gli occhi per lo stupore.
Appena le sue parole giungono alle mie orecchie scoppio a ridere per la sua buffa espressione e poi con un sorriso dolce in volto le dico: <<Ma in realtà dovresti essere una supereroina , mi sembri femmina>>
Almeno d'aspetto ero sicuro fosse femmina al 100%.
Subito la vedo grattarsi la nuca e con la voce imbarazzata mi dice: <<Hai ragione tu>>
Certo che una ragazza che mi dava ragione non mi era mi capitata in diciotto anni di vita!
E dopo aver detto questo, allegro, perché mi aveva appena dato ragione, le porgo la mano destra, che prontamente mi stringe, e poi le dico: <<Mi chiamo Paolo Bianchi>>
Dovevo presentarmi, volevo sapere il suo nome, mi incuriosiva questa ragazza dagli occhi limpidi come il cielo stellato che era d'improvviso apparsa sul campo.
Di tutta risposta mi sorride e di rimando mi dice: <<È un piacere conoscerti Paolo, io, invece, mi chiamo Anna Smith>>
Anna Smith.
Non l'avrei più dimenticato il suo nome, ne ero sicuro.
Subito dopo la nostra presentazione si limita a guardarmi, forse mi stava ispezionando proprio come io avevo fatto precedentemente con lei.
Dopo poco si alza dalla panchina e guardandomi negli occhi, con voce dolce, mi dice: <<Hai un tiro veramente potente Paolo>>
Come faceva a saperlo, mi stava spiando?
Forse quella forza interiore che avevo sentito poco fa era stata causata da lei?
Di tutta risposta scacco via i miei pensieri, prontamente le faccio un inchino e con un'espressione divertita in volto, lasciando perdere le mie strambe teorie, le dico: <<Mi stavi spiando?>>
Subito la vedo scuotere la testa per poi alzare gli occhi al cielo e dirmi seria: <<Non ti stavo spiando, mi ha fatto piacere conoscerti, però ora devo andare via>>
Già doveva andare via?
Avevo ancora tanto da chiederle...
Subito quindi mi alzo e con voce seria le dico:<<Vuoi che ti accompagni? Mi sembri molto confusa>>
Di tutta risposta lei scuote la testa a destra e a sinistra e subito inizia a salire le scale, allontanandosi da me.
Appena, però, arriva in cima, abbassa finalmente lo sguardo verso di me che non avevo smesso di fissarla neanche per un secondo e subito una domanda mi sorge spontanea.
Ci saremmo più rivisti?
Subito quindi, senza perdere tempo a gran voce le dico: <<Ci rivedremo?>>
Di tutta risposta, la ragazza dal vestito rosso, Anna, mi saluta in lontananza con la mano e con un sorriso in volto mi dice: <<Se il destino vuole si>>
Se il destino vuole, il destino avrebbe voluto?
E subito dopo aver detto questo la vedo andar via senza pii voltarsi indietro.
Era davvero una ragazza strana, mi incuriosiva, però cazzo, non dovevo distrarmi!
In men che non si dica caccio dalla mia mente l'immagine di Anna e solo dopo aver preso nuovamente il pallone cerco di rifare il micidiale tiro di pochi minuti fa.
Provo e riprovo, ma nulla.
Il tiro non era minimamente potente come quello della prima volta.
Avevo bisogno di lei, era stata senza dubbio lei a infondermi quella strana forza, anche se probabilmente non lo sapeva.
Stufo, stanco e amareggiato, poggio nuovamente il pallone sotto la panchina sinistra e velocemente salgo le scale e vado verso casa.
Perché quel tiro non riuscivo più a rifarlo, cosa mi mancava, cosa!
D'improvviso mentre pensavo e ripensavo a cosa non andasse nel tiro, vedo una delle tante finistre di casa di Alissia aperte e proprio mentre la stavo fissando, vedo la ragazza di prima affacciarsi.
Anna era la figlia di Alissia?!
Senza farmi vedere inizio a correre verso casa, ero confuso e doppiamente amareggiato, come poteva Alissia aver mentito a tutta la squadra?
Non poteva essere vero, forse avevo le allucinazioni, che stava succedendo...?
Velocemente entro in casa e con lo sguardo basso mi dirigo in camera, senza salutare Elly.
Non volevo essere scortese con lei ed Elly lo sapeva, ma ora come ora avevo solo bisogno del buio e del silenzio per poter dare sfogo ai miei pensieri.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro