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Estella

"Dammela."

"Cosa?" Chiese stupita.

"Ma come cosa, Cristo santo! La vernice!"

"Ah si certo." Rispose cercando di uscire dal suo mondo e per poi passarmi la vernice.

Incredibile dovevo pitturare le pareti e come aiuto mi era capitata questa incompetente. Sembrava pensierosa, cercava di guardare le pareti per non far incrociare il suo sguardo con il mio. Avevo passato una nottata di merda, non ero riuscita a trovare una posizione comoda, inoltre stavo ripensando ai lividi di Agueda che aveva sul corpo. Erano terribili e avrei voluto sapere chi era stato e sopratutto il motivo.

"Passami quel straccio." Mi ero sporcata una mano con la vernice e mi girai per vedere meglio Agueda mentre si piegava per passarmi ciò che le avevo chiesto. Indossava ancora la felpa grande che le avevo dato ieri. Si abbassò per prendere lo straccio da terra, regalandomi il panorama del suo culo e delle sue cosce, che chiunque avrebbe voluto toccare. Stava per passarmi lo straccio, ma questo cadette nella vernice.

Dio, se era imbranata!

"Oddio scusami...non l'ho fatto apposta." Si scusò mordendosi forte il labbro inferiore. Avevo notato una cosa di lei, quando era in ansia o aveva paura per qualcosa che diceva o faceva si mordeva il labbro. Decisi semplicemente di fulminarla con lo sguardo e sbuffai senza rimproverarla ancora.

"Come mai ieri volevi farla finita?" Domandai, non che me ne fregasse qualcosa...

Si come no. Ma se volevi scoparla lì sul tavolo!  E poi stanotte, stavi ripensando ai suoi lividi...

Sparisci stupida coscienza del cazzo!

"Perché non sarei mancata a nessuno, i miei mi hanno cacciata di casa, non ho amici, non ho niente insomma." Rispose guardando la parete che stavo verniciando di grigio.

"Non mi dire che ti hanno cacciata via di casa perché sei scappata col fidanzatino e poi ti hanno scoperta." Risi, sembrava la classica ragazzina che si innamorava del ragazzo più figo dell'università e che con lui avrebbe fatto un sacco di pazzie.

"In realtà mi piacciono le ragazze..." Rispose all'improvviso.

Bingo! Ora si che puoi fartela.

Ma vai via, stupida vocina!

"Seriamente ti hanno cacciata via di casa perché ti piacciono le ragazze? Ma andiamo, non siamo più nel Medioevo!"

Purtroppo vivevamo in una società che pensava ancora come nell'antichità. La gente non accettava il fatto che due persone dello stesso sesso potessero amarsi. Criticavano sempre e dicevano parole molto brutte a coloro che erano omosessuali. A causa di quelle persone ignoranti, molte persone si tagliavano le vene, finivano in ospedale, cominciavano a drogarsi oppure si toglievano direttamente la vita. Questo era accaduto a mio fratello, anche lui era omosessuale. Victor aveva solo sedici anni, quando un giorno una ragazzina gli propose di fare sesso per convincerlo che gli piacevano le ragazze, lui rifiutò e gli amici della ragazzina lo denudarono, gli fecero delle foto e le distribuirono in internet. Mio fratello decise di non parlarne con nessuno e agì nel modo sbagliato, andò sul ponte dello scorpione e si buttò,  esattamente come avrebbe voluto fare Agueda un giorno fa. Ieri mi trovavo anche io in quel posto, perché quel luogo mi faceva pensare a mio fratello, andavo lì per ricordare i bei momenti passati insieme. Io avevo solo sei anni quando lui morì, era il mio fratellone, quello che mi dava le sue caramelle piuttosto che mangiarsele lui, quello che interrompeva di guardare i suoi film per farmi guardare le Winx ed Inazuma eleven, quello che mi metteva i cerotti quando mi sbucciavo le ginocchia, quello che rinunciava di uscire con gli amici per portarmi al parco. Ma ora lui non c'era più e mi mancava, cazzo si se mi mancava. Se solo pensavo che i genitori di Agueda l'avevano picchiata perché aveva fatto coming out, mi saliva la rabbia. Loro non erano degni di essere chiamati 'genitori'. A volte Dio donava i figli a chi non li meritava.

"Si, sono la vergogna della famiglia in pratica." Continuò a parlare mentre si legò i capelli in una coda alta mettendo in risalto il suo viso angelico.

"Ascoltami Agueda...tu non devi vergognarti proprio di nulla. Gli assassini, gli stupratori, i ladri, i falsi dovrebbero vergognarsi, ma non tu. Ognuno è libero di amare chi vuole indipendentemente da tutto. Mi hai capito?" Le dissi prendendo una sigaretta per fumarmela.

Sembrava stupita dalle mie parole. Ma era la verità, era ciò che pensavo. Ero stanca delle persone ignoranti che pensavano che l'amore esisteva solo tra uomo e donna. Ero stanca dei pensieri del cazzo che la gente si faceva sempre su quel tema. Buttai fuori il fumo e poi mi alzai in piedi per sgranchirmi le gambe. La ragazzina mi fissò per un momento ma poi tolse lo sguardo appena vide che la notai, cominciò a stringere i pugni graffiandosi i palmi con le unghie. Decisi di avvicinarmi e lei si meravigliò, continuava a mordersi il labbro inferiore insistentemente. Ma porca troia mi mandava il cervello a puttane quando lo faceva. Mi avvicinai ancor di più a lei, eravamo a pochi centimetri di distanza e mi sembrava tutto così fottutamente eccitante.

"Smettila di torturati le mani..." Le sussurai all'orecchio mentre le sfiorai le mani con delicatezza.

Continua...

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