19
Agueda
Non sapevo che ore fossero, ma ero decisamente scomoda sui sedili posteriori. Mi accorsi che ero sola, Estella non c'era più.
E se mi avesse abbandonata proprio qui?
Decisi di uscire dall'auto e vedere se veramente mi aveva abbandonata.
Facevo fatica a camminare a causa del dolore alla caviglia. Dopo un po' di passi, la vidi girata di spalle stava fumando ancora, sembrava molto nervosa.
"Pensavo mi avessi abbandonata qui..." Dissi con voce tremante.
"La differenza tra me e te Agueda, è che io non abbandono."
"Volevo ringraziarti per come mi hai trattata, per il fatto che mi hai legato la caviglia e..."
"Basta, fermati, odio tutte queste gentilezze da parte tua!'' Esclamò buttando il mozzicone per terra.
Ma perché era così arrabbiata?
Cosa le avevo fatto ?
"Perché ce l'hai così tanto con me?" Provai a chiedere timorosa.
"Zitta, non voglio sentire più nessuna domanda. Domani mattina te ne andrai dalla tua fidanzata." Rispose fredda.
Non sapevo il perché, ma quelle parole furono come una coltellata al cuore.
***
"Hai passato la notte con lei, vero?" Domandò Linda arrabbiata.
"Cosa?" Chiesi stupita.
Ero arrivata a casa da poco, volevo andare a cambiarmi, perché non sopportavo più quel vestito, ma Linda mi fermò.
"Perché non sei tornata dalla festa, a mezzanotte allora?"
I suoi occhi mi spaventavano, erano più scuri del solito.
"Rispondimi!" Urlò ancora.
Nella mia testa c'era un continuo rimbombo di parole.
"Io..." Non riuscii a dire qualcosa che mi arrivò uno schiaffo bello forte.
"Non mentire, lo so che eri con lei!" Continuò ancora.
La vista si appannò a causa delle lacrime, ero scioccata e delusa da Linda.
Lei che diceva di amarmi ora mi trattava come un oggetto.
Perché? Perché?
Linda si avvicinò ancor di più a me, mentre io non riuscivo a smettere di tremare.
"Perché mi fai questo?" Parlai ancora tra le lacrime.
"Vattene ora! Sparisci, non voglio più vederti!"
Era successo tutto così in fretta, non stavo capendo più niente. Io che pensavo di avere una bella storia d'amore con Linda, e ora invece lei mi aveva colpita e mi cacciata da casa sua.
Perché tutte le cose capitavano a me?
Dov'era la mia famiglia? Perché nessuno mi aveva mai cercata?
Avevo davvero perso la memoria?
Avevo tante domande ma zero risposte.
Decisi di accontentare Linda e senza dirle più niente, abbandonai l'abitazione.
Non sapevo dove andare. Non conoscevo nessuno, ero disperata, inoltre il dolore alla caviglia persisteva.
Avrei passato i prossimi giorni in strada, non avevo altra scelta. Andai in un parco e mi sedetti su una panchina. Osservai i bambini che giocavano spensierati sull'altalena. Sembravano così felici.
Avrei voluto anche io tornare ad essere una bambina, quando ancora non sapevamo dei problemi, quando giocavamo spensierati e credevamo in Babbo Natale.
Passai tutta la giornata in quel parco, avevo provato a ricordare qualcosa, ma non riuscivo, più cercavo di ricordare e più avevo mal di testa.
Arrivò la sera, fuori cominciò a fare freddo, il vento era molto forte, inoltre il parco ormai era vuoto. C'era un silenzio tombale.
Non mi sentivo più le mani a causa del freddo, ma dovevo resistere.
Ce la potevo fare!
Pensai che fosse meglio camminare e quindi uscii da quel parco e mi ritrovai in una strada sperduta.
Eppure i cartelli stradali mi sembravano familiari. Mi sembrava di conoscere già quella strada, perciò seguii l'istinto.
Dopo qualche minuto vidi delle case ed in particolare una mi colpì. Quel color grigio mi sembrava familiare...
Stavo forse diventando pazza?
Mi feci coraggio e mi avvicinai di più a quella casa che tanto mi attraeva.
Era forse la casa dei miei genitori?
Dovevo bussare o suonare il citofono.
Magari lì, abitavano davvero i miei.
Presi coraggio e bussai, ormai le mani non me le sentivo più.
Aspettai un po' perché nessuno venne ad aprirmi, ma poi bussai un'altra volta e pregavo che non uscisse qualche maniaco che volesse violentarmi o...
"Ma chi cazzo è a quest'ora?" La porta si aprì di colpo ed io rimasi stupita per chi avessi davanti.
"Estella...non chiedermi come sono arrivata qui..."
Indossava solo un accappatoio blu e...
"Entra!"
Certo che era sempre calma...
Entrai in casa chiudendo la porta, l'abitazione mi sembrava accogliente, le pareti erano grigie, mentre i mobili erano di color bianco come la neve.
"Comunque se mi ospiti qui per stanotte, allora io domani vado a cercarmi un posto dove stare e..."
"Certo, questa storia l'ho già sentita..." Replicò sbuffando.
Non le stavo proprio simpatica a questa.
In effetti neanche io la sopportavo, anche se la conoscevo da solo due giorni, era così odiosa quando parlava e...
All'improvviso un paio di frasi iniziarono a rimbombarmi nella testa.
Hai tutta la vita davanti...
Smettila di piagnucolare...
Queste...le voglio aperte ora...
E così la mia amica, ebbe un orgasmo multiplo...
Smettila di torturati le mani...
Basta, non ce la facevo più. Mi scoppiava la testa.
"Agueda che hai?" Chiese Estella preoccupata mentre arrivò verso di me.
Io invece non vidi più niente se non il buio totale.
Continua..
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