12
Agueda
Sarei restata ancora per pochi giorni nella casa di Estella e poi sarei andata via. Avevo bisogno di cercarmi un lavoro stabile e un posto dove stare, perché di sicuro non sarei andata a vivere in strada. Avevo bisogno di andarmene da quella casa, mi ero affezionata fin troppo a Estella e questo mi aveva fregata. Quella ragazza era un mix di cose, ti faceva sentire felice e un attimo dopo ti faceva stare da schifo. Era così incredibile, così stronza ma io non riuscivo a togliermela dalla testa. Qualche notte la sognavo, sognavo di fare l'amore con lei, sognavo di stare bene accanto a lei...
Agueda, basta! Devi togliertela dalla testa!
Erano passati alcuni mesi ormai da quando ero stata cacciata di casa. Ancora mi chiedevo di come delle persone che ti davano la vita, ti cacciavano via di casa solo perché si aveva un orientamento sessuale diverso. Mi mancavano i miei genitori, ma a loro non importava niente di me e perciò dovevo mettere una pietra sopra e andare avanti con la mia vita.
Ero in cucina seduta sul divano mentre la nonna di Estella preparava una torta al cioccolato. La stronza stava dall'altra parte del divano e ogni tanto, notavo che mi stesse guardando.
Era così sexy con le gambe aperte ed era seduta male, lei non era la classica ragazza che accavvallava le gambe.
Quando Estella mi stava vicino io mi perdevo, non trovavo le parole adatte, diventavo nervosa e poi impazzivo ogni volta che usava quel tono di voce così tremendamente eccitante. Il punto, era che lei aveva pure scoperto e ora, era molto più sicura di sé, perché sapeva che mi faceva effetto.
Mi alzai dal divano per prendere un bicchiere d'acqua e...
"E così la mia ex compagna ebbe un orgasmo multiplo." Se ne uscì sua nonna all'improvviso.
Oddio! Mi stavo per strozzare con l'acqua quando aveva pronunciato quella frase.
Sua nonna era molto pervertita, come la nipote del resto.
"Nonna, lo so che tu hai avuto molte esperienze, però non mi sembra il caso che tu le racconti davanti ad Agueda." Intervenì la castana.
Lei mi credeva una bambina, pensava che mi imbarazzasse così tanto l'argomento del sesso, ma si sbagliava.
''Mi racconti di più signora, sono molto curiosa invece." Dissi decisa mentre guardai Estella con aria di sfida.
"Una volta in aereo ho avuto degli esami orali, diciamo..." Iniziò la nonnina a raccontare.
Tra un racconto e un altro, la signora Alonso finì di preparare la torta e ci diede una fetta a entrambe.
Certo che era proprio brava a fare i dolci!
"È molto buona, signora." Mi complimentai con la nonna mentre stava finendo di lavare il lavandino.
"Ho assaggiato cose più dolci." Disse Estella con un ghigno in faccia.
Che pervertita!
''Signora Alonso, come mai non avete mai parlato dei genitori di Estella?" Chiesi curiosa.
Volevo sapere un po' di più sulla storia di quella stronza. Non sapevo quasi niente della sua vita e perciò volevo scoprire qualcosa di più.
"Ma chi ti credi di essere per chiedere dei miei genitori, eh? Non permetterti mai più!" Sbraitò Estella alzandosi dal divano e andando nella camera da letto mentre sentii sbattere la porta.
Ma cosa avevo detto di male?
"Perdonala cara, ecco vedi...mio figlio è morto e anche la mia nuora e quindi Estella è rimasta senza i genitori da piccola. L'ho cresciuta io, ho cercato di non farle mancare mai niente, ho sempre fatto di tutto per lei. Estella però si ritiene colpevole della morte dei suoi genitori, per questo ha reagito così." Spiegò sua nonna, si capiva il dolore che provava nell'aver perso il figlio e vedere Estella stare in quel modo.
"Mi dispiace, io non lo sapevo, davvero...io non avrei dovuto." Cercai di scusarmi, non avrei mai voluto toccare un tasto così dolente.
"Agueda, cara, aiutala tu mia nipote a stare meglio, non lasciarla. Lei è già sola, dice di stare bene e di non avere bisogno di nessuno ma non è così. Ha solo paura." Le sue parole erano sincere e piene di dolore.
Forse Estella era così fredda e aveva quel comportamento perché aveva paura, aveva sofferto da sempre e ormai aveva paura a lasciarsi andare.
Dissi che avrei provato a stare vicino a Estella e sua nonna si mostrò contenta per questo, dopo di che, lei andò a casa sua.
Eravamo rimaste di nuovo noi due a casa, con la sola differenza che io ero in cucina ed Estella forse era in camera o in bagno a pianificare la mia morte.
Dovevo parlarle, scusarmi per aver chiesto di una cosa che non avrei dovuto. Avevo bisogno di vedere come stava.
Presi coraggio e andai nella camera da letto, era in bagno, si stava facendo la doccia, perché si sentiva il rumore dell'acqua. La porta era semiaperta, dovevo entrare lì in quel momento.
E se avesse deciso che il luogo della mia morte fosse proprio il bagno?
Forza, Agueda! Entra e non fare la codarda. Almeno l'avrò vista nuda prima di morire.
Oddio stavo diventando pervertita!
Aprii la porta e quando entrai, vidi una cosa scioccante.
Si stava lavando con l'acqua bollente, aveva la schiena rossissima.
"Estella, fermati! Cosa cavolo fai?" Mi diressi subito verso la doccia per femare l'acqua.
"Vattene Agueda!"
"No!"
I suoi occhi azzurri furono inondati dalle lacrime, stava tremando, non l'avevo mai vista così. Riuscii a chiudere l'acqua, doveva calmarsi.
"Vattene e lasciami sola!" Urlò mentre voleva aprire di nuovo quell'acqua bollente.
Ma perché si torturava in questo modo?
"No Estella, non ti lascio sola..."
Continua...
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