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Accarezzo delicatamente le dita di Tiberio, che sono posate sulla mia gamba, e poi inizio ad osservarlo, mentre penso a quando sia stata piacevole la serata che sta volgendo al termine. Abbiamo parlato così tanto, di tante cose, confrontandoci e confidandoci con naturalezza.

- Ti riaccompagno a casa?- spezza il silenzio con questa domanda, abbassando leggermente il volume della radio che sta riproducendo una canzoni anni '70 e spostando per un secondo la mano dalla mia coscia - Se vuoi puoi stare da me-

- È un invito? Pensavo fossi un bravo ragazzo, invece vuoi già sedurmi al primo appuntamento- mi fingo altezzosa, spostando la sua mano dal mio ginocchio con un gesto teatrale

- No, a quello ci ho già pensato al primo incontro- mi fa l'occhiolino con fare sfacciato e io scoppio a ridere, smettendo subito con la mia messinscena.

- Tiberio, pensi che sia tu ad aver sedotto me? È il contrario, se ricordi bene sono io ad averti proposto di andare da te-

- Lo so, ma a quel punto già mi desideravi, perciò sono io ad essermi insinuato nella tua mente e averti così sedotto- il suo discorso non è poi così sbagliato, ma dargliela vinta non è un'opzione.

- Ci credi davvero? Va bene, è un punto in più per la tua autostima e per questo te lo concedo, ma sicuramente se non ti avessi dato confidenza al bancone del bar sarebbe finito tutto là-

- Avevo la faccia di quello che ti avrebbe fatto passare una notte indimenticabile, non mi hai detto di no per questo. Avanti Clarice, ammetti che sono io a condurre il gioco- mi regala un sorriso malizioso e io roteo gli occhi, trattenendo un sorriso. Credo che ormai sia palese che l'interesse è reciproco e che siamo entrambi attratti l'uno dall'altra, ci attiriamo entrambi allo stesso modo. Credo che stiamo conducendo il gioco ad armi pari, quando lui allenta la presa, io tiro, e viceversa; ed è proprio questa la sintonia che si crea quando stiamo insieme.

- Quanto sei pieno di te, Tiberio. Comunque sì, andiamo da te. Voglio dimostrarti quanto non riesci a starmi lontano- scoppia in una fragorosa risata, ma anche se mi guarda per un millesimo di secondo vedo il suo sguardo bruciare - Me lo stai già dimostrando-

- Che tu mi faccia impazzire non è un segreto- lo dice con così tanta naturalezza che sento il sangue affluirmi alle guance, ma comunque non mi faccio certamente intimidire: continuo a fissarlo con lo stesso sguardo carico di malizia. Si accorge di come lo sto guardando e sorride a sua volta, ma senza spostare lo sguardo dalla strada.

La cosa è solo una: credo che nessuno di noi sappia stare lontano dall'altro.

*

Tiberio copre con il lenzuolo i nostri corpi coperti solo dall'intimo, esaurendo il mio desiderio inespresso, visto che entra una leggera brezza dalla finestra semichiusa, e poi mi sorride. Siamo entrambi coricati su un fianco, l'uno davanti all'altra, che ci fissiamo negli occhi e pensiamo, oppure ci studiamo e basta?

- È sempre bello con te- ammica, ma capisco che in realtà è più serio di quanto voglia far credere

- Ti riferisci a cosa in particolare? Al sesso?-

Arriccia le labbra come se dovesse pensarci su e poi annuisce appena - così intenso e intimo. Credo che la sintonia che si è creata tra noi si percepisca pure lì-

Allungo la mano destra e gli sposto un ciuffo di capelli dal viso, visto che finiva davanti ai suoi occhi espressivi e non mi andava bene. Voglio guardarlo. Voglio guardare attentamente ogni singolo dettaglio di lui e studiarlo, esaminarlo, conoscerlo per filo e per segno. Voglio il suo viso impresso nella mia mente per ricordarlo pure tra cento anni, pure se non dovesse funzionare questa strana cosa tra noi, perché le cose belle vanno custodite al meglio, e l'esperienza con lui è tra queste.

- Devo darti ragione, ma non mi piace quindi non abituartici, sono io quella che ha sempre ragione- scherzo, rubandogli un bacio, mentre lui posa la mano sul mio fianco e mi solletica leggermente, come per rimproverarmi per le mie parole, improvvisamente però il suo sguardo si fa serio e capisco che sta per dirmi qualcosa di importante.

- Clarice, ti sei mai sentita come se ti mancasse qualcosa? Come se non tutto fosse al proprio posto e avessi un vuoto dentro che non si colma con niente e nessuno?- appunto, come volevasi dimostrare

- È capitato, ma ho capito che nessuno può colmare quel vuoto, spetta solo a noi. Trovare ciò che ci fa stare bene, riempie le nostre giornate e la nostra mente di qualcosa di positivo è il primo passo- credo che ognuno di noi debba trovare la propria dimensione, perché ognuno ne ha una, bisogna solo avere pazienza e darsi tempo.

- Riesco a stare bene davvero solo con la musica.- confessa, con gli occhi che brillano di amore per la sua passione. Non c'è niente di più bello di qualcuno che parla di ciò che ama con questo sguardo sognante - Riesce a colmare quel vuoto, credo sia questa la mia strada-

- Se lo credi: non fermarti, lotta e prenditi ciò che vuoi e che ti spetta.-

- Non saresti gelosa se diventando famoso avessi migliaia di ragazze che mi girano intorno?- ironizza, smorzando la tensione, vantandosi fintamente e ridendo leggermente.

- No, so di essere migliore di ogni essere umano sulla Terra e so che non mi potresti mai sostituire- rispondo sarcastica a mia volta, come se fossi una di quelle fidanzate psicopatiche che pensano davvero di essere indispensabili per il proprio ragazzo a tal punto da essere l'unica cosa importante per lui. Insomma, quando uno si fidanza non diventa automaticamente di tua proprietà e tu non sei la sua unica priorità.

- Sei una tipa gelosa, a parte gli scherzi?- chiede realmente interessato - Te lo chiedo perché metti che ti innamori se continuiamo con queste nostre serate e devo essere pronto a tutto se mai finissimo per stare insieme-

- Io? Credo proprio che saresti tu il primo ad innamorarsi!- lo prendo in giro, facendogli un occhiolino falso - Comunque dipende, se uno non me ne dà ragione no. Credo di essere gelosa in modo normale, ecco.-

Fa per rispondere, ma si zittisce ancora prima di emettere qualsiasi suono, visto che sentiamo un rumore provenire dall'ingresso. È come se qualcuno stesse trafficando con la serratura, infatti pochi secondi dopo si sente il portoncino aprirsi. Istintivamente mi giro verso Tiberio che è già in piedi e sta indossando una maglia nera che ha trovato su una sedia - scusami, dev'essere GG, torno subito.-

Si dilegua prima che abbia il tempo di rispondere e decido di indossare anche io una maglia sua che trovo nello stesso posto e i pantaloncini di jeans che avevo ieri notte. Ho tanto sentito parlare di GG, mi ha detto che è il suo migliore amico ed è anche colui che gli produce le basi per le sue canzoni, un punto fisso della sua vita.  Mi ha detto che me l'avrebbe fatto conoscere, ma certamente non pensavo ora e in una situazione così.

Mi siedo sul letto e mentre sto per mettere un piede giù, sento una voce femminile parlare. L'appartamento è piccolo e io sento tutto senza nemmeno farlo apposta. No, direi che non è GG. - Tiberio, volevo parlarti-

- E fammi capire, tu piombi in casa mia, alle 7 del mattino perché devi parlarmi?- lui quasi urla, è palesemente nervoso. Chiunque sia la persona davanti a lui, non gli fa piacere vederla - Poi perché hai ancora le chiavi?-

- So che a quest'ora ti trovo, poi esci e non so mai quando torni. Tra l'altro stasera parto per Bologna per una settimana, potevo parlarti solo ora- lei è altrettanto nervosa - Chiarito questo: possiamo parlare?-

- Chiarito? Non abbiamo chiarito nulla, e comunque no. Non ho nessuna intenzione di parlare con te, Ilenia-

- Non sei solo, vero?- la ragazza ride nervosamente, appena questa idea le si palesa nella mente. - Va bene, parleremo quando tornerò da Bologna allora. Divertiti con la tua amica-

Mi sento immediatamente a disagio, non so per quale ragione in particolare. Forse per le parole di lei, forse perché un'altra è piombata qua all'improvviso mentre stavamo insieme, anche se in realtà non ho diritto di provare fastidio visto che non c'è nulla di concreto tra me e Tiberio.

- Vai a Bologna e fa ciò che devi, ma non venire da me nemmeno quando tornerai a Roma. Non voglio vederti, mettitelo in testa- sento la porta aprirsi, poi alcuni secondi di silenzio e in seguito dei passi che si fanno sempre più lontani e la porta sbattere.

Aspetto che lui torni in camera, seduta e in silenzio, non sapendo come comportarmi. Forse dovrei andare di là e capire come sta, visto che non mi è sembrato felice della visita appena ricevuta, ma non lo faccio, decido di non essere indiscreta. Inizio a dondolare le gambe che sono a penzoloni, finché non lo vedo entrare nuovamente in camera e smetto di colpo.

Incrocio lo sguardo con il suo e vedo i suoi occhi brillare con rabbia, il fatto che quella ragazza sia andata via non è bastato a farlo tornare calmo. - Tutto bene?- mi azzardo a chiedere, mentre lui mi fissa per un po' in silenzio, poi annuisce come riprendendosi.

- Sì, mi spiace per la scenata.- scuoto la testa d'istinto, come a tranquillizzarlo, non deve dispiacersi per me, questa è casa sua e lui ha una vita indipendentemente da ciò che condividiamo. - È la mia ex, è finita da un po' ormai, ma non lo vuole accettare-

Beh, direi che è abbastanza imbarazzante: la sua ex che arriva mentre ci sono io in camera da letto. Non siamo ancora arrivati a parlare dell'argomento "ex", perciò non ho la più pallida idea di chi lei sia e né di cosa sia successo tra loro. Sicuramente niente di buono, visto come ha reagito alla sua vista- Oh, ok... Sicuro di stare bene?-

- Sì, davvero. Solo che mi fa innervosire questa sua insistenza.- fa spallucce e torna a sdraiarsi sul letto, così io faccio lo stesso, nonostante mi senta leggermente a disagio - Comunque non mi va di parlarne, per colpa sua si è rovinata quell'atmosfera che si crea quando stiamo insieme-

Sorrido appena, sentendo le sue parole e poi poso la mano sul suo viso e gli regalo un bacio a fior di labbra - Va bene Tiberio, non ci rimettiamo nulla a ripristinarla, lo sai-

- Beh direi di no, se continui così ci si mette meno di niente.- mi bacia anche lui, facendomi avvicinare più a sé, per poi spostare le labbra sul mio collo e lasciarmi dei piccoli baci che mi fanno venire la pelle d'oca - E poi questa mia maglia ti sta troppo bene, dovresti tenerla-

- Come vedi sei completamente perso per me, ho vinto io. Ti ho dimostrato quanto non sai starmi lontano-

Alza gli occhi al cielo ridacchiando - mi sa che hai ragione, maledizione- e mi bacia ancora e ancora, tanto che io spengo i miei pensieri.
Dimentico la visita che ha ricevuto dalla sua ex e ricambio il suo bacio, godendomi solo ogni singola sensazione che mi trasmette quando mi sfiora o anche solo quando mi sta accanto. 

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