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Mi lancio un'ultima occhiata allo specchio e mi spruzzo il mio profumo preferito, prima di afferrare la borsa e raggiungere il soggiorno, dove trovo Maria e Chiara sedute sul divano e intente a guardare Prison Break. Amo questa serie tv, forse per l'intelligenza di Michael Scofield e la sua astuzia, insomma è sempre l'intelligenza quella che mi colpisce.
- Sto uscendo ragazze, Tiberio è già giù. Buona serata- loro mi salutano a loro volta e io scappo immediatamente, prima che Maria inizi con le solite raccomandazioni. Quando ieri notte le ho comunicato che saremmo usciti insieme, lei mi ha risposto che dovrò farglielo conoscere presto perché deve capire se fa per me, ditemi se non sembra una frase che direbbe una madre. È il primo vero appuntamento e lei pensa già alle presentazioni ufficiali, non sappiamo nemmeno come andrà oggi.
Scendo velocemente le scale, ringraziando il cielo ho optato per delle comodissime scarpe da ginnastica, in modo tale che nessun tacco mi fosse d'intralcio. In fin dei conti scarpe da ginnastica e shorts in jeans sanno sempre il fatto loro. Non so dove andremo, perciò meglio essere comoda. Non credo baderà poi così tanto al mio outfit, tra l'altro. Dai, diciamocelo chiaro, perché dovrebbe se al primo incontro mi ha vista nuda?
Apro il pesante portone e lo richiudo subito alle mie spalle, come recita e richiede il cartello appeso nell'atrio: "Si prega di chiudere il portone ogni volta che si entra ed esce. Grazie.", ho sempre pensato che potessero scriverlo meglio, ma lasciamo stare.
Cerco la macchina di Tiberio, che mi ha detto essere una Polo nera modello vecchio, e lo noto subito parcheggiato in doppia fila con le quattro frecce attive. Rido notando questo dettaglio e lo raggiungo immediatamente. Busso al finestrino del lato passeggero e lui si gira immediatamente verso di me, facendo scattare l'apertura delle portiere.
- Buonasera Tiberio, lo sai che le quattro frecce non esistono certamente per essere attivate quando si parcheggia in doppia fila?- mi siedo comodamente nel sedile nero e poi lo osservo. Ha la mano destra posata sul cambio e il braccio sinistra teso sopra il volante.
- Ehi Clarice, oggi hai deciso di farmi lezioni di scuola guida?- ride divertito, poi inserisce la prima, la freccia ed esce dal "parcheggio" se così si può chiamare - Mi aspettavo più un "come sei bello con i capelli tagliati ai lati" invece non mi hai nemmeno guardato- cerca di imitare la mia voce, con scarsi risultati, mentre recita la frase che secondo lui avrei dovuto dire, e si finge offeso.
Gli lancio un'occhiata e mi rendo conto che ha lasciato i capelli di davanti lunghi e mossi, mentre ha fatto i lati più corti e sfumati - Se proprio ci tieni: hai la mia approvazione.-
- Oh ma che dolce, era proprio ciò che mi serviva.- ironizza, lanciandomi uno sguardo veloce, per poi riportare l'attenzione sul traffico intenso davanti a noi. La solita storia di Roma, insomma.
Rimaniamo in silenzio per qualche attimo, ma nemmeno stavolta è imbarazzante. È come se ci conoscessimo da tempo e questi momenti di quiete fossero essenziali per riprenderci, ma com'è possibile non riesco a capirlo.
- Dove mi porti?- decido di riaccendere la conversazione - Stupiscimi-
- C'è stato un imprevisto. Avevo prenotato in un ristorante carino dove ho mangiato diverse volte, ma ho richiamato per conferma e mi hanno detto che hanno dimenticato di segnare la prenotazione e non c'è più posto.- arriccia le labbra, infastidito, e poi sbuffa - Dobbiamo cambiare i piani. Peccato era un bel po' posto, anche se con questa cosa della prenotazione hanno perso sicuramente un bel po' di punti nella mia recensione-
- Tiberio, non preoccuparti. L'altra volta siamo andati a mangiare in un fast-food, non farti problemi di nessun tipo. A me va bene qualsiasi posto- cerco di rassicurarlo, anche perché è la verità. Quando si ha la giusta compagnia non servono grandi fronzoli, mi basterebbe mangiare una pizzetta dentro l'auto e starei comunque bene, ne sono certa.
- Okay, tu hai qualche idea? Accetto ogni consiglio nel momento di disperazione che sto vivendo- rido davanti al suo tono melodrammatico e lui fa lo stesso.
- Guarda, se mangiassimo una cosa al volo, mentre camminiamo, per me sarebbe comunque perfetto- mi sistemo meglio nel sedile e osservo il suo profilo concentrato sulla guida e leggermente corrugato mentre pensa a come risolvere la situazione "cena"
- Dici davvero? Sono sempre più convinto che venire al bancone a parlarti, l'altra settimana, sia stata cosa buona e giusta-
- Amen.- rispondo sarcastica, visto che la sua ultima frase sembrava un pezzo che si recita durante la classica messa - Comunque sono certissima, mi basta poter parlare con te-
Annuisce appena e sposta la mano dal cambio a sopra la mia coscia e la stringe leggermente, ma senza guardarmi. Trasalisco appena e sorrido guardando fuori dal finestrino, per non farmi notare, per il suo gesto. Immagino che l'abbia fatto per le mie parole e apprezzo notevolmente il fatto che abbia capito che sono sincera.
Sono davvero contenta di aver accettato di uscirci, perché sono sicura che l'appuntamento sarà all'altezza della prima volta che ci siamo visti. Senza dubbio.
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Mordo la sua pizzetta, con una scusa, e poi scoppio a ridere vedendo la sua faccia scioccata. Alla fine abbiamo davvero optato per il comprare delle pizzette al taglio e ora le stiamo mangiando seduti su una panchina immersi nel verde.
- Ma davvero? Praticamente la tua è ancora intera e rubi la mia?- la sua espressione meravigliata mi fa solo ridere di più - Ma che te ridi?-
- Dai Tiberio, la tua è un gusto diverso, volevo assaggiarla.- metto su un'espressione fintamente innocente - Pensi che potrai mai perdonarmi?-
- A una condizione: se tu mi fai dare un morso alla tua.- scuoto immediatamente la testa davanti alla sua richiesta, così fa spallucce - Va bene, allora niente perdono-
- Ehi, questo è un ricatto- mi lamento, mentre lui mi fa l'occhiolino, super divertito - e va bene, ma solo un pezzetto, come ho fatto io-
- Va bene-
- Non mi fido, giura- assottiglio lo sguardo, osservandolo e lui, prendendomi alla sprovvista, blocca la mia mano e addenta la mia povera pizzetta mangiandone un pezzo enorme. Spalanco immediatamente la bocca davanti alla sua azione, ritenendomi oltraggiata. - Basta, riaccompagnami a casa, questo non lo tollero-
- Vacci a piedi, scusa. Che so er taxi tuo?- ride divertito e io annuisco, continuando a fingermi offesa, poso la pizzetta sul vassoio che è posizionato tra me e lui e mi alzo in piedi.
- Va bene, ciao.- faccio finta di andarmene e lui prontamente mi ferma, tenendomi il braccio, poi posa anche lui la pizzetta e mi fa sedere sulle sue ginocchia. Credo di non aver mai vissuto scenette così con nessun ragazzo prima, è sempre stato tutto molto monotono e nella norma, nessuno scherzo, nessuna complicità e nessun pizzico di stupidità che allegerisce l'atmosfera come ora.
Avvicino il viso al suo, circondando le sue spalle con il mio braccio destro come per regermi, e sento il suo respiro sulle mie labbra. - Dove pensi di andare eh?-
- Sei tu che mi hai detto di andare via a piedi- gli ricordo, con un sorriso furbo stampato sulle labbra - O sbaglio?-
Invece di rispondermi, elimina la distanza tra noi, baciandomi. Le nostre labbra si sfiorano prima con gentilezza, poi con più sicurezza. Porto la mano sinistra sul suo viso, automaticamente, mentre lui posiziona le sue sulle mie guance. - Non vai da nessuna parte-
Mi ritrovo ad annuire solamente, per la prima volta sono incapace di dire qualunque cosa ad effetto, perché incantata dal suo sguardo e dal bacio intenso che ci siamo appena scambiati. Restiamo così ancora per qualche secondo, con gli sguardi incastrati, poi poso nuovamente la mia bocca sulla sua, regalandogli un altro bacio. Direi che non avevo torto, l'appuntamento è sicuramente all'altezza del nostro primo incontro.
Nota: Ehi, è la prima volta che scrivo sotto questa nuova storia. Volevo ringraziarvi perché sta andando già una bomba e sono felicissima per questo, siete fantastiche. Inoltre, volevo sapere cosa ve ne pare, vi sta piacendo? I nostri protagonisti stanno iniziando a creare un legame, ma attenzione perché questo è solo l'inizio e la parola PACE non descrive ciò che ho in mente.
State connessi, ci sentiamo presto, un bacio ❤️
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