3°
Chiudo la cartina dopo averla girata a bandiera e poi la passo a Tiberio così che l'accenda, visto che ha lui l'accendino. Lo osservo attentamente mentre se la porta alle labbra e poi l'accende con fare meccanico, aspirando immediatamente e poi me la ripassa.
Credo siano quasi le sei del mattino, qualche raggio di luce inizia a filtrare dai buchi della tapparella quasi totalmente abbassata e noi siamo ancora svegli. Non abbiamo chiuso occhio un solo minuto. Dopo essere stati a letto assieme, abbiamo fumato, chiacchierato di tante cose, mangiato, ancora chiacchierato e poi nuovamente fumato. Una serata intensa e dal risvolto interessante.
- Perciò tuo padre non lo vedi mai?- scuoto la testa alla sua domanda e lascio che l'erba mi rilassi ancora più di quanto già non lo sia. - E immagino non ti faccia stare bene -
- Non me ne importa più ora. Quando ero piccola ci stavo male, volevo la sua attenzione e facevo le cose per far sì che si ricordasse di avere una figlia, ma ora so che non mi merita- gli ripasso la canna e lui la tiene tra le dita per qualche secondo, mentre mi osserva.
Sono seduta a gambe incrociate sul letto, davanti a lui che è mezzo sdraiato. Indosso solo l'intimo ma non mi sento a disagio, mi sento davvero in intimità con lui e non solo per ciò che è successo tra noi, è qualcosa che va al di là del contatto fisico.
- Mi dispiace, sul serio. I figli andrebbero amati se si decide di metterli al mondo- sono d'accordo con lui, i figli non vanno fatti come riscatto personale o per errore. Quando decidi di tenere un bambino e di farlo nascere, devi prenderti le tue responsabilità e crescerlo con amore, perché se non lo farai gli rovinerai la vita per sempre. I tuoi errori, quando diventi genitore, non sono più solo tuoi, si ripercorrono pure sui tuoi figli.
Mi avvicino a lui e anniento la distanza baciando le sue morbide labbra, quasi per ringraziarlo per le parole che ha usato. - Trovo sexy la tua intelligenza- gli faccio l'occhiolino e mi rimetto dove ero prima, mentre lui scoppia a ridere per le mie parole e mi passa nuovamente la canna.
- Mi fa piacere questa cosa, perché è reciproco. Sai, credo che quando una mente ti attrae il gioco è fatto, quella persona diventa automaticamente attraente e l'aspetto fisico o il modo in cui veste passano in secondo piano. Quella persona parla e automaticamente ti viene il desiderio di spogliarla- sorride leggermente, facendo brillare i suoi occhi e poi afferra una patatina dal pacchetto giallo che è poggiato sul comodino accanto a sé e inizia a mangiare con tranquillità.
- Hai ragione, pensa trovare bellissimo qualcuno e poi sentirgli dire che ha votato Lega o che se esiste un gay pride deve esistere pure un etero pride sennò gli etero si sentono discriminati. Insomma, in quel caso penso che pure l'uomo più bello d'Italia diventerebbe poco attraente- scrollo le spalle e spengo il mozzicone ormai finito nel posacenere che è poggiato nella sedia accanto a me.
- E questa cosa dell'etero pride da dove esce fuori?- sembra quasi sconvolto mentre realizza ciò che ho detto, beh direi che è lecito esserlo.
- Ti giuro che l'ho sentito dire davvero da un tipo mentre lavoravo in un bar. Parlava con un suo amico, dicendo che lui non è omofobo ma che se esiste un gay pride deve esistere pure un etero pride perché sennò è ingiusto.- una smorfia disgustata nasce sul mio volto mentre ricordo quella conversazione. Non bisogna mai fidarsi di chi esordisce con: " Non sono omofobo ma..." "Ho amici gay ma..." o ancora " No, non sono razzista, ho tanti amici neri ma..."
- Assurdo, mi chiedo come certe persone riescano a sparare certe stronzate e non rendersi conto...-
- Ti svelo un segreto: gli ho sputato nel caffè quando non guardava e non me ne vergogno- gli rivolgo un sorriso fiero e lui scoppia a ridere mentre si passa la mano tra i capelli, scompigliandoli maggiormente. Devo dire che mi piace quando compie questo gesto.
- Sei una scoperta continua, Clarice.-
- E tu, Tiberio, quando mi farai sentire una delle tue canzoni? Insomma, credo che così potrò conoscerti a fondo, o mi sbaglio?- da quando mi ha confessato di amare la musica e di avere il sogno di cantare, si è accesa in me una forte curiosità. Credo che nei testi di un autore si possa davvero conoscere profondamente la sua anima, perché è come se si mettesse a nudo.
- Più intimamente di come mi hai conosciuto stanotte?- ammica, facendo un sorriso malizioso, e io alzo gli occhi al cielo, capendo che sta un po' cercando di deviare il discorso.
- Sì, Tiberio. Quello non è abbastanza, mi sentirò soddisfatta solo quando avrò sentito almeno una tua canzone.- inarco un sopracciglio come a minacciarlo e lui alza le mani in aria, come segno di resa.
Se scrive come parla, credo che avrà una carriera assicurata. Insomma, con le parole ci sa fare e ha un modo di esprimersi davvero fantastico, credo che la sua musica non sia da meno.
- Questo implica che ci rivedremo?- non capisco quale sia il tono che sta usando nel pormi questa domanda, se sia speranzoso oppure sarcastico, ma fatto sta che annuisco.
- Per me è un sì assoluto, ho passato una bella serata e mi sono trovata discretamente con te.- "discretamente" è solo un eufemismo che uso di proposito perché voglio vedere la sua reazione.
- Sono un discretamente?- chiede tra lo scioccato e il divertito; come volevasi dimostrare il mio volerlo stuzzicare è riuscito. - Ma dai, non ci credo. Io sono stato meglio di "discretamente"- improvvisa delle virgolette in aria con le dita e io scoppio a ridere.
- E va bene, lo ammetto, sei molto più di questo, volevo solo vedere come reagivi. Ti prego, dimmi che non sei uno di quelli permalosi che si sentono feriti nell'orgoglio- giungo le mani a mo' di supplica e lui scuote la testa in segno di negazione.
- Ti sembra? Certo che no, avevo capito scherzassi!- la sua espressione lo tradisce un po', non credo avesse capito fino in fondo. Secondo me speravo fossi sarcastica, ma non aveva la conferma reale che lo fossi.
- Per stavolta fingerò di crederti, Tiberio. - adoro pronunciare il suo nome, ha un suono particolare e non di uso comune. - Comunque se devo essere sincera non mi è mai capitato di trovarmi così in sintonia con qualcuno-
- Nemmeno a me- ora non sorride più. È tremendamente serio e così capisco che è sincero - Non è semplice entrare in sintonia con me, davvero. Non in questo modo almeno. Non sono mai stato tutta la notte a parlare con qualcuno dopo averci fatto sesso, è qualcosa di molto intimo, più del sesso stesso-
- Lo credo anche io. E pensare che se non fosse stato per merito dei tuoi amici e della scommessa non sarebbe accaduto- rido leggermente, mentre mi sposto i capelli all'indietro come al mio solito. Ho un maledetto vizio: quello di toccare i capelli in continuazione e non riesco a smettere. E non lo faccio se sono agitata o in imbarazzo, lo faccio davvero sempre.
- E pure merito del mio non aver paura di fare figure di merda- si vanta fintamente, facendomi ridere. Non ha tutti i torti: si è presentato senza nessun imbarazzo e se non l'avesse fatto non ci saremmo conosciuti mai, molto probabilmente. O forse ci saremmo conosciuti in un'altra occasione, più avanti, chi lo sa?!
- Comunque sì, voglio rivederti se ti fa piacere, potremmo ripetere la serata o fare qualcos'altro che ti piace, chi lo sa. Magari senza impegno e vedere come vanno le cose- insomma, non voglio mica metterci fretta o pressione. È così bello ciò che è successo oggi, senza vincoli o convenzioni. Niente di tradizionale o noioso, solo libertà e divertimento.
- Sì certo, in fin dei conti ho promesso che ti avrei fatto sentire una canzone- mi fa l'occhiolino e io gli sorrido di rimando, annuendo. Sono convinta che ci ricontatteremo e non finirà tutto con stanotte, ho questo forte presentimento.
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