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12°

L'aria già calda, nonostante siano le otto del mattino, entra dalla tapparella che è quasi completamente abbassata dalla notte appena passata. Così prendo la bottiglietta dal comodino di Tiberio e ne bevo un sorso per disettarmi, anche se anche questa è ormai calda, sembra quasi un brodino.

Sorrido sentendo il moro canticchiare dal bagno e tendo l'orecchio per sentire meglio. È un mese che stiamo uscendo insieme, ma nonostante ciò non ho ancora avuto il privilegio di sentirlo cantare e/o di sentire una sua canzone. All'inizio ho insistito perché mi rendesse partecipe, ma poi ho deciso di lasciargli il suo tempo. So che la musica è molto importante per lui e so che deve essere pronto per farci incontrare, sono certa che accadrà presto.

In compenso, però, ho conosciuto i suoi amici. Inutile dire che la prima cosa che ho fatto è stata ringraziarli per la scommessa che hanno fatto e ha portato me e Tiberio a conoscerci. La loro reazione è stata epica davanti alle mie parole, certamente non si aspettavano che sapessi tutto e che fossi davvero loro grata per questo. Ho avuto modo di capire che sono delle persone eccezionali e che Tiberio è fortunato ad averli nella sua vita, gli vogliono davvero bene e non lo lasceranno solo per nessuna ragione al mondo. Hanno davvero un rapporto speciale, come il mio con Chiara e Maria.

Anche io ho presentato le mie migliori amiche a Tiberio, e devo ammettere che è andata benissimo, anche se Chiara inizialmente lo studiava con diffidenza per il litigio che abbiamo avuto quando lui mi ha dato buca all'appuntamento, ma poi è riuscito a entrare nelle sue grazie, e non ne sono meravigliata. Gli riesce talmente bene instaurare un discorso, che riesce a intrattenersi con chiunque.

Dio, la sua intelligenza mi fa impazzire ogni volta. Senza scherzi. È sicuramente la cosa che più mi attrae di lui.

Ripongo la bottiglia sul comodino e il telefono di Tiberio inizia a vibrare attirando così la mia attenzione. L'occhio mi cade sullo schermo, anche se probabilmente la cosa più etica da fare sarebbe non guardare, e resto leggermente paralizzata leggendo il nome della sua ex, ma lascio che continui a chiamare senza fare nulla.

Non mi fa certamente piacere che lei non smetta di stargli addosso, soprattutto dopo che l'ha baciato, ma voglio fidarmi di lui. In fin dei conti che senso avrebbe provare a costruire una relazione se non c'è un po' di fiducia come fondamenta?

Nello stesso istante il moro entra nuovamente nella sua stanza, con addosso dei vestiti puliti e i capelli ancora bagnati dalla doccia, il pensiero della sua ex passa immediatamente in secondo piano davanti a questa visione.

- Puoi andare a farti la doccia, ho finito.- mi informa, sorridendomi appena, e avvicinandosi al letto per lasciarmi un bacio a fior di labbra - Sei sicura che non vogliamo farcela insieme? Insomma, posso lavarmi due volte di fila, che importa?!-

Usa un tono malizioso e scherzoso allo stesso tempo e io sorrido divertita dalla sua proposta, ma scuoto comunque la testa in segno di negazione, nonostante mi dispiace non poter accettare. - Rinviamo a stasera, che dici? Lo sai che non posso fare tardi-

Oggi è una di quelle giornate dove lavoro. Farò la baby-sitter per tutto il giorno a Laura, una tenera bambina di 6 anni da cui sono già stata qualche volta. Devo ammettere che non mi dispiace guadagnare e giocare con le Barbie allo stesso tempo. È una bambina tranquilla ed educata e non mi ha mai fatta disperare, è un lavoro carino.

- Guarda che io non dimentico e stasera la pretendo questa doccia insieme-

- E non devi dimenticarla, e fidati che non la dimenticherai nemmeno dopo averla ottenuta- gli regalo un occhiolino, poi mi alzo dal letto ed esco dalla stanza per dirigermi al bagno, senza aggiungere altro. Lo sento ridacchiare alle mie spalle e io mi mordo il labbro inferiore trattenendo una risata a mia volta.

Che sensazione inspiegabile si crea quando sto con lui. Voglio sperare non cambi nulla.

*

Ho passato una bella giornata, devo ammetterlo, non mi dispiacerebbe per nulla se mi chiamassero per badare a Laura più spesso. Inoltre credo che farebbe bene anche a lei visto che mi ha confidato di non avere tanti amici e mi si è sciolto il cuore vedendo i suoi occhioni lucidi, così le ho proposto di essere io la sua migliore amica e in cambio ho ottenuto un abbraccio tenero e il privilegio di bere nelle sue tazzine da the, beh ammetto quest'ultima parte me la sarei risparmiata senza problemi.

Tiberio mi abbraccia da dietro, riportandomi alla realtà, mentre cerca di aprire la porta del suo appartamento. - Certo che potevi farmi spostare, così avresti potuto aprire con più facilità-

- E farmi scappare l'occasione di tenerti attaccata a me? No grazie- sussurra dolcemente al mio orecchio e sento la pelle diventare d'oca, ma rido camuffando la mia reale reazione.

Dopo di che gli prendo le chiavi dalle mani e decido di aprire io la porta, perché fermi qui e così non ne caviamo piedi. Faccio in un batter d'occhio, ma ci blocchiamo entrambi all'entrata vedendo una figura davanti a noi. All'inizio trasaliamo, non aspettandoci ovviamente una persona in casa sua, ma poi io divento confusa e lui nervoso. Inizia subito ad agitarsi e mi basta a guardare i suoi movimenti per capirlo.

- Ilenia, che diavolo vuoi? Mi pareva di essere stato chiaro, quella chiave devi rendermela- capisco immediatamente che la ragazza davanti a noi è la sua ex, anche se un dubbio mi era nato all'istante - Devi andartene, ora. -

Lo ignora per qualche secondo, osservando me dalla testa ai piedi, ma io non mi faccio intimidire certamente da lei, perciò riporta l'attenzione sul moro accanto a me. - Ero preoccupata perché non mi hai risposto, ma vedo che sei abbastanza impegnato-

Sono del parere che non abbia il diritto di mostrarsi gelosa, ma il suo tono di voce dimostra chiaramente che invece lo è, e non cerca nemmeno di nasconderlo. Si atteggia come se io fossi un problema e non una persona, e la cosa inizia a darmi sui nervi.

- Non sono affari tuoi ciò che faccio, non stiamo insieme da un po', o sbaglio?- lui quasi ringhia, mostrandomi la parte più nervosa di sé - Esci da qua, non te lo ripeto più-

Lei scuote la testa e si siede sul tavolo davanti a noi, spostandosi i capelli castani e lunghi dietro la schiena e accavallando le gambe magre e toniche l'una sopra l'altra, come in segno di sfida. Certo che ha proprio una bella faccia.

- Non stiamo insieme, ma vieni a letto con me. Prendi una decisione Tiberio, perché le persone non sono giocattoli.- ora anche lei è nervosa, ma mai quanto me che realizzo le sue parole.

- Proprio tu parli di usare le persone? Mi hai tradito con il tuo migliore amico ed è una cosa che facevi da tempo, come pensi sia stato scoprirlo?-

Sposto lo sguardo da l'uno all'altro, come se fosse un incontro di tennis, mentre la mia mente pensa velocemente a tante cose. Cerco di capire cosa sia la cosa migliore da fare, e opto per aspettare che loro finiscano di parlare. Quando lei sarà andata via, discuterò con Tiberio di ciò che ha detto e se la sua spiegazione non mi soddisferà, chiuderò qua tutta questa storia.

- Ho capito, sei confuso.- salta giù dal tavolo, sbuffando appena come se tutto questo fosse solo noioso e superfluo - Ti lascio il tempo per prendere una decisione-

Gli regala un sorriso falso e io respiro profondamente per restare calma. Non capisco come possa fare come se io non esistessi, parlando con lui come se fossi una figura di cartone e potesse dire tutto quello che vuole. Per un attimo spero che lui mi introduca nel discorso, dicendole che sta con me e insieme stiamo costruendo qualcosa di bello che lo fa stare bene, ma quando capisco che non lo farà, una sensazione sgradevole si espande nel mio petto. In me nasce la consapevolezza che oggi non finirà bene.

- Esci, non ho nessuna decisione da prendere.- lui indica la porta rimasta aperta e lei, stavolta, fa ciò che gli è appena stato detto, ma non prima di avermi guardata con aria di superiorità. Che stronza, spero si strappi in capelli dalla disperazione capendo che non mi incute nessun timore e certamente non fa calare la mia autostima. Non provo nessuna invidia per lei, inutile che mi lancia occhiate così. Non siamo al liceo e io non ho paura delle bullette.

Appena mette piede nel pianerottolo, lui chiude la porta con rabbia, tanto che i vetri della finestra della cucina tremano. Lo osservo per qualche secondo, lasciandogli un attimo per riprendersi, poi decido che è arrivato il momento che mi spieghi.

Non ho dato a Ilenia la soddisfazione di vederci litigare, ma certamente non dimentico ciò che lei ha detto come se niente fosse. Assolutamente.

- Tiberio, cosa intendeva?- i suoi occhi verdi guizzano nella mia direzione e capisco subito che è pentito per qualcosa. Cristo, spero non mi abbia mentito.

- Non so a cosa ti riferisci- fa spallucce con indifferenza, ma capisco subito che è una bugia enorme.

- Ha detto che ci vai a letto, quando?- gli rinfresco la memoria, nonostante so che sta solo fingendo di non aver capito. - Quando?- alzo la voce, ripetendo la domanda visto che non mi ha risposto.

- Il giorno che ti ho dato buca, Clarice.- confessa, come se non ne potesse più di tenerselo dentro - Lei è venuta qua e io ci sono cascato.-

- Sei un bastardo- ringhio, sentendo la rabbia impossessarsi di ogni cellula del mio corpo - Non sono incazzata tanto perché l'hai fatto, anche se non è sicuramente una cosa carina visto che stavamo già pensando a diventare una coppia, ma perché me l'hai nascosto quando ti ho dato la possibilità di parlarmene.-

- Mi dispiace, ok? Non volevo perderti e preso dal panico ti ho raccontato una cazzata- fa per afferrarmi le mani, ma io indietreggio all'istante. Cosa crede di fare? Pensa che un "mi dispiace" possa cancellare ogni cosa? Non credo proprio, non funziona così.

- Beh mi perdi ora, è finita Tiberio- non avrei mai voluto succedesse, ma non mi faccio prendere in giro così da nessuno. Io gli ho dato fiducia e lui l'ha tradita in questo modo, non posso starci insieme se non mi fido più.

- Clarice, non farlo. È stato un momento e dopo non è più successo. Non volevo farti soffrire per un episodio, volevo solo costruire qualcosa con te-

- E tu costruisci un rapporto sulle menzogne? Non funziona così, non con me almeno. Non possiamo continuare.- era troppo bello per essere vero. E pensare che solo stamattina speravo che tutto questo tra noi durasse, e invece ora eccomi qua a lasciarlo.

- Dammi un'altra possibilità- quasi mi prega, mentre fa un passo verso di me, ma io indietreggio anche stavolta. Non voglio che mi sfiori, nemmeno per sbaglio.

Non posso fare a meno di chiedermi come ha fatto a stare con me per un mese intero, senza accennare per un solo istante a ciò che era successo. Abbiamo vissuto come se niente fosse, come se non provasse nemmeno un pizzico di senso di colpa. Io non posso, e non voglio, stare con una persona così.

Mi limito a scuotere la testa in segno di negazione, prima di lanciargli un ultimo sguardo ed uscire dal suo appartamento. Scendo le scale velocemente e una volta fuori respiro a pieni polmoni, visto che dentro era come se stessi trattenendo il respiro.

Lui non mi segue e lo ringrazio per questo. È già abbastanza complicato così, non voglio che faccia delle scenate. Inutile dire che mi sento una stupida per avergli creduto e avergli dato un'altra possibilità quando un mese fa è venuto a casa mia dicendomi che lei lo aveva baciato e che lui voleva stare con me.

Mi sono fatta abbindolare dal suo modo di fare, di essere, di pensare, di parlare... Non pensando minimamente che poteva essere tutto finto.

E mentre cammino verso la fermata del pullman, una piccola lacrima bagna il mio viso. E pensare che anni fa mi ero ripromessa di non piangere mai più per un ragazzo, che povera illusa.

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