8. Ore 14.17
Ripenso
Rifletto
Resto in silenzio, immobile.
Mangio, sempre mangio
La stessa insalata, la stessa acqua, la dieta, la vita monotona che scivola nelle intercapedini dei secondi e riempie ogni spazio, ogni angolo
Melma grigia che corrompe ogni spruzzo di vitalità dell'anima
E sono io.
Qualcuno mi osserva
Chi?
Qualcuno mi giudica
Perchè?
Scivola come dita scheletriche sulle mie spalle mentre dormo pietrificato dal terrore
Mi sussurra ricordi che forse non sono miei
Che forse non sono mai esistiti
Ma chi è?
Chi sono?
Tutte le mie domande si accatastano una sull'altra e mi portano in alto, nel buio, lontano da qualsiasi risposta
Da quanto tempo sono qui, in questo oblio della mente dove perdersi è l'unico modo per sopravvivere?
Rinvengo come se fossi appena tornato da un lungo vagare in territori sconosciuti
Guardo l'ora.
Sono solo le 14.17
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