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Chapter finale

Ci sono persone che sono legate da un elastico e non lo sanno. A un certo punto prendono e partono, ognuna per la sua strada, ognuna per i fatti suoi, e l'elastico le lascia fare, le asseconda, al punto che di quell'elastico alla fine quasi ci si dimentica. Poi però, arriva il momento estremo,quello al limite dello strappo,e l'elastico reagisce, non si spezza, anzi, piuttosto, con un colpo solo, violentissimo, le fa ritrovare di nuovo faccia a faccia.

Simona Sparaco

~~~

-Giulienne's Pov-

Subito gli lanciai le braccia al collo, mi aggrappai a lui come ad un ancora di salvezza...forse perché percepivo in qualche modo quello che era il riflesso sfocato di Gabriel. "O...ok...ok anch'io sono felice di vederti, però cerca di non strangolarmi" mi limitai a ridere, ma non mi staccai...
"Ok ho capito" si arrese e prese ad abbracciarmi anche lui.

Eravamo seduti l'uno di fronte all'altro, Ian sembrava in difficoltà "aaallora, posso offrirti qualcosa...non so..." ci pensai su un attimo, avevo ben poco da offrirgli. Il frigo era vuoto, per non parlare della dispensa...sperai mi rispondesse di no "oh beh no no grazie" sembrò capire la situazione. Cercavo di non guardarlo, e lui faceva lo stesso...la tensione era palpabile, decisi di rompere quello strano silenzio imbarazzante "Come mi hai trovata?"con un'aria divertita sollevò un sopracciglio "sul serio? Sai che non c'è un posto nel mondo dove non ti avremmo trovata" quel plurale fu un vero colpo al cuore...decisi di ignorarlo " certo, che sciocca...ovvio".

Fissavo le mie mani per non dare a vedere ciò che stavo provando, c'era qualcosa che non andava...me lo sentivo. Ian prese in mano la situazione "senti Giulienne...ti starai chiedendo perché io sia qui...o almeno perché non mi sia fatto vivo prima" si passò una mano tra i capelli sbuffando, "mi sono chiesta tante cose Ian..." gli risposi quasi rassegnata.
Lui mi guardò dritto negli occhi, mi spaventava quello che vi si leggeva dentro...era un misto di preoccupazione, rabbia, paura, non capivo cosa stava cercando...perché era lì...a casa mia?perché cercava di sicuro qualcosa. "La situazione mi è sfuggita di mano..." quella frase  non prometteva nulla di buono "a cosa ti riferisci?" Prese a passarsi tutte e due le mani tra i capelli, quasi come se volesse strapparli via per la frustrazione "io...io...l'ho perso, non vivo più alla Villa, ha deciso di mandarmi via" ero letteralmente senza parole, mi limitai a sgranare gli occhi " lui è come impazzito...volevo solo aiutarlo ma lui...non è più...non c'è niente di lui, dopo che tu..." non terminò la frase, sembrava soffrisse al pensiero.

"Ian se state cercando di riportarmi in quella Villa...io...non c'è la faccio...lui mi ha fatto troppo male" cercavo di spiegarmi, lui si limitava ad osservarmi "non sopravvivrei questa volta, quindi se si tratta di una delle sue trovate per farmi abboccare ancora all'amo...non lo accetto, non lo permetterò" stringevo forte gli occhi, quasi a voler cancellare tutte le immagini di lui...di noi...Ian interruppe i miei pensieri "no...no tu mi conosci, non sarei mai stato partecipe di una roba del genere...non più" si riferiva chiaramente al mio rapimento alla quale aveva partecipato...e che ancora era fonte di disagio per lui, "si tratta di altro...lui non mi ascolta più, ha prevalso quella parte di lui che solo tu eri riuscita a guarire...insomma, ha sempre compiuto gesti estremi...fatto cose terribili, ma paradossalmente erano gesti compiuti con criterio...per il raggiungimento di un qualcosa" continuavo a non capire, lui cercava di scavare nei miei pensieri con lo sguardo... "lui...adesso è un vero mostro..." provava dolore nel dire quelle cose, glielo si leggeva in faccia.

Mi sentivo male solo a parlare di lui...cosa stava cercando di dirmi? "So che ti sembrerà assurdo, ma lui cercava solo di proteggerti..." percepii' un dolore lancinante al petto, la rabbia non tardò a prevalere su tutto "di proteggermi?...lui cercava...di..." mi alzai bruscamente facendo cadere la sedia, presi a battere i pugni sul tavolo "LUI MI HA ABBANDONATA...mi ha buttata via." Gli spiattellai in faccia tutto il marcio che sentivo dentro "Lui...io, basta" chinai il capo cercando di nascondere le lacrime che minacciavano di uscire.

Ripensai a quelle che furono le sue ultime parole, quelle che precedettero il nostro addio tra le lenzuola.

"ho ottenuto tutto quello che volevo, non mi servi più..."

"Dannazione, proprio non ci arrivi ragazzina?!"

"Avevo bisogno di tutto questo...adesso tutti dipendono totalmente da me, prima ero il loro re...adesso sono il loro Dio..."

Quelle parole...erano impresse nella mia mente, che stupida ero stata a cedere per l'ultima volta...ci feci l'amore, o almeno io feci quello...per lui credo fosse una ennesima scopata. Ma ciò che confermava il fatto che fossi una vera idiota, era ciò che provavo per lui...lo amavo, nonostante tutto.

Ian prese ad alzarsi lentamente e quasi come se si stesse avvicinando ad un qualche animale selvatico si piazzò alle mie spalle "lo so che hai sofferto...e che soffri ancora ma..." mi poggio' una mano sulla spalla, la scansai bruscamente, sospiro' pesantemente e continuò il suo discorso "ma lui è fatto così...tende a distruggere ciò che ama, come forma di difesa...non so cosa ti abbia detto, ma ciò che di brutto possa essere uscito dalla sua bocca...non è in assoluto ciò che realmente pensa. Ti ama e ti ha amata come non ha mai amato nessuno...doveva lasciarti andare per evitare che ti capitasse qualcosa...e quando sei andata via ti sei portata con te la sua umanità...il suo cuore" presi a singhiozzare, era davvero troppo.

"Giulienne..." prima che potesse continuare dandomi il colpo di grazia, mi allontanai da lui dirigendomi verso la porta, la spalancai "va via..." non si mosse di un millimetro mentre io continuavo a non guardarlo "HO DETTO VA VIA..." non volevo trattarlo in quel modo, ma la rabbia diede un bel calcio in culo a quella gioia iniziale...la gioia di rivedere un volto familiare...ma ripensando a tutto mi resi conto che non si era preoccupato di sapere che fine avessi fatto prima di stasera, o almeno non si era mai preoccupato di bussare alla mia porta...almeno fino a quando non si era presentato un problema che avrebbe dovuto risolvere ed io a quanto pareva servivo solo quello...e mi faceva male...lui era il mio amico Ian, perché si comportavano come se fossi una cazzo di soluzione ai loro problemi?...beh non lo ero e volevo fosse chiaro.

Prese a camminare verso l'uscita, prima di lasciare casa mia si piazzò di fronte a me "ti serve tempo...infondo te lo devo...te lo dobbiamo tutti. Mi dispiace per come siano andate le cose...ma lui adesso ha bisogno di te, puoi riportarlo da noi...solo tu puoi farlo" subito dopo varcò la soglia di casa senza voltarsi, mi sentivo in colpa ma allo stesso tempo ero arrabbiata con lui...Ian...lui sapeva, come poteva chiedermi questo? Dopo tutto quello che Gabriel mi aveva fatto, dopo quella maledetta storia del fantasma...

Inizialmente, dopo aver preso la decisione di proseguire da sola, ero perennemente impaurita...la notte non dormivo, avevo paura di tutto...avevo paura che tutto il marcio che mi ero lasciata alle spalle mi avrebbe trovata...che il fantasma mi avrebbe trovata. Oramai era chiaro a tutti, sopratutto dopo la morte di Simon, che il fantasma non poteva essere Gabriel...cercava solo un modo per liberarsi di me...e ci era riuscito. Adesso che ero riuscita a liberarmi da certe paure, dall'ossessionante sensazione di essere perennemente in pericolo...eccolo, quello che oramai per me era il mio passato...era lì di nuovo a cercare di trascinarmi giù...

Dopo aver letteralmente sbattuto la porta quasi come a voler chiudere non solo Ian fuori...ma tutto il resto, mi voltai e con mia sorpresa notai sul tavolo un biglietto...Ian...mi asciugai le lacrime, che ancora rigavano il mio viso, col dorso della mano.
Presi ad avvicinarmi a quello che doveva essere l'ennesimo modo per convincermi ad aiutarlo, l'osservai per una infinita' di tempo...poi
lo afferrai piano e vi lessi il contenuto...

Cara amica mia, sapevo già che avresti dato di matto...oramai ti conosco bene. Ecco perché prima di catapultarmi di nuovo nella tua vita, ho deciso di scriverti questo biglietto. Qui non ci troverai un modo per convincerti a tornare, ma solo un modo per riuscire a trovarmi...So che non lo abbandonerai...tu sei tu.

Girai il biglietto e vi trovai un indirizzo e quello che doveva essere il nuovo numero di cellulare di Ian..."Tu sei tu..." sorrisi teneramente, che stupida...sorridere così, dopo quello che mi aveva chiesto...ritornai in me e con la stessa rabbia con cui misi alla porta Ian, presi a stringere il biglietto nel pugno, appallottolandolo così da gettarlo via...nella pattumiera in cucina. Non volevo più nessun tipo di contatto con loro, ci ero riuscita anche con Mel che era una madre per me...potevo farcela anche in questo caso...pur trattandosi di colui che mi aveva stregata anima e corpo, e per la quale mi sarei gettata anche nel fuoco...ma ora non più...

Erano passati due giorni ed io non facevo altro che pensare a quell'incontro con Ian...cercavo di distrarmi a lavoro...a casa, ma non ci riuscivo. Dannato Ian!
Dopo l'ennesima giornata sfiancante, ero finalmente a casa...mi catapultai in cucina per cercare del cibo, che come sempre speravo si materializzasse dal nulla. Qualcosa attirò la mia attenzione, lì in un angolino, c'era un pezzo di carta mal concio...come era possibile? Avevo gettato i rifiuti e con esso anche quello stupido biglietto...forse non avevo fatto canestro ed era sfuggito alla mia foga di liberarmi di lui...beh trattandosi di me, non mi sorprendeva per niente.

Lo ignorai sperando sparisse da solo, andai verso il divano e mi ci sedetti, presi il telecomando e cercai di pensare ad altro. Facevo zapping tra i canali senza tregua, non riuscivo a non pensarci...non dovevo cedere...dovevo essere più forte...
Maledizione!
Mi alzai di scatto e corsi a raccoglierlo "cazzo Giulienne non farlo" speravo che dicendolo ad alta voce, sarei riuscita ad uscirne. Ma niente...aprii il biglietto cercando di sistemarlo alla meglio...rilessi il contenuto un milione di volte...poi presi il mio cellulare, digitai i numeri segnati e avviai la chiamata senza esitare un secondo..."pronto?!" Ian con tono speranzoso, rispose al primo bip.
Non sapevo che dire, restai in silenzio "Giulienne...arrivo..." riagganciò senza darmi il tempo di metabolizzare il tutto. Diede voce a ciò che non avevo il coraggio di dire...senza neanche avere la certezza che fossi io, lui mi conosceva...sapeva che avrei ceduto.

Eravamo in viaggio verso quella che per me era la missione suicida per eccellenza...non si trattava di un qualche danno fisico ma solo ed esclusivamente morale. Sapevo che il mio cuore non avrebbe retto alla vista di quello che oramai potevo definire l'unico uomo che avessi mai amato...

Ian si limitava a fissare la strada, quanto era strano ritrovarmi lì in quella macchina sportiva stracostosa...per l'ennesima volta stavo mollando tutto per correre da lui, insomma... non mi ero neanche degnata di telefonare al mio capo per avvertirlo che l'indomani non mi sarei presentata a lavoro...me la stavo dando a gambe anche da questa nuova bolla che mi ero creata. Inevitabilmente ripensai a Mel, abbandonata proprio per evitare che un qualsiasi ricordo o una qualsiasi frase detta mi avrebbe riportata a lui...invece ci stavo ricascando con tutte le scarpe comunque.
"Ci sono delle cose che devi sapere prima..." Ian ruppe quello strano silenzio fatto di autocritiche...mi voltai di scatto e con lo sguardo lo invogliai a continuare. Lui mi diede un occhiata furtiva poi sospirò "c'è una sorta di schema da seguire..." quella frase fu illuminante " un piano" a quella parola lui si voltò a guardarmi quasi come se volesse capire il mio stato d'animo.
" non guardarmi così...sono stata il vostro PIANO da sempre...se ci pensi così e' cominciato tutto" mi voltai verso il finestrino per non incontrare quello che sapevo essere uno dei suoi soliti sguardi ricchi di sensi di colpa "per me non sei mai stata un PIANO, mi sono affezionato a te da subito...questo non ha a che fare con lo sfruttare la tua persona" facile a dirsi, a me sembrava l'esatto opposto...

Lui attese qualche istante e poi riprese a parlare "si tratta di lui...e di noi che cercheremo di riportarlo indietro...ci siamo dentro tutti e tre" mi voltai di scatto, tre? Di cosa stava parlando? Colse subito il punto di domanda che mi si leggeva in faccia "Abbiamo un infiltrato" sgranai gli occhi a quelle parole, si rese conto della cosa e mi sorrise "Al...ha finto di sostenere questo suo nuovo modo di essere, dandomi contro" continuavo a non capire cosa stesse succedendo...quasi come se mi avesse letto nel pensiero riprese a parlare "il giorno che il mio caro fratellino mi ha messo alla porta, io ero incazzato con lui ma lo ero maggiormente con Al che sembrava avesse perso la testa proprio come Gabriel" risentire quel nome mi fece uno strano effetto...il mio cuore mancò un battito, lui sembrò non accorgersi di nulla...era immerso nel suo racconto "insomma...Damon era già una testa di cazzo...ma Al...lui cercava da sempre di proteggerlo, proprio come me...anche se l'ho capito tardi a dire il vero" in effetti Al un giorno mi parlo' della mancanza di fiducia di Ian nei suoi confronti. "Ero fuori di me...non provai neanche a ritornare in quella maledetta Villa...la rabbia prevalse sulla preoccupazione" stringeva forte il volante, nei suoi occhi vi si leggeva quel sentimento di cui parlava...quasi come se lo stesse rivivendo sulla sua pelle...ancora. Restai in silenzio ad ascoltarlo "ma poi...una telefonata inaspettata, era proprio Al, mi disse che fingeva di sostenerlo e che dovevo mettere da parte la mia rabbia...dovevo aiutare quello che per me era come un fratello" era proprio da lui...Al era molto saggio, infatti non riuscivo proprio a capire il perché avesse deciso di intraprendere la strada del fuorilegge... "mi disse che lui avrebbe fatto da interno, e che...che dovevamo coinvolgere anche te...che eri l'unica che poteva salvarlo..." a quel punto mi diede un'occhiata per cercare di leggermi dentro "ah quindi è stata un'idea di Al riportarmi in quell'inferno" a quelle parole rallentò per poi accostare... "abbiamo tutte le buone intenzioni di questo mondo, non essere arrabbiata con Al...e' un padre disperato ed io...io un fratello disperato" chino' il capo "noi ti vogliamo bene, non ti metteremmo mai in pericolo...ma...ma abbiamo bisogno di te" sospirai sonoramente dinanzi alla sua espressione da cane bastonato "perché serve un piano? Non possiamo andare lì e cercare di...di parlarci...farlo ragionare" anch'io ero scettica al pensiero, però conoscendolo sapevo che tramare alle sue spalle...avrebbe solo aggravato la situazione. "Si tratta di Gabriel...come ben saprai non è molto incline a ricevere consigli..." beh...non potevo dargli torto, purtroppo il King riusciva sempre a prevalere sulla parte razionale di Gabriel, "si...purtroppo lo so, ma qualcosa mi dice che tutto questo ci si rivolterà contro" mi osservò un istante "Giulienne...il piano consiste solo nel riuscire a varcare quel dannato cancello, arrivare a lui e poi...poi il resto è nelle tue mani" ero paralizzata al pensiero, il resto era nelle mie mani? "Eh cosa dovrei fare?" Mi uscì quasi come un grido d'aiuto tanto che feci fatica a riconoscere la mia voce... "questo puoi saperlo solo tu...non sei mai stata una che segue gli schemi...sei istintiva, ragioni di pancia" mi stava pregando, non in maniera diretta ma si leggeva tra le righe.

Se era possibile...in quel momento ero ancora più pentita di aver accettato, " Ian io...io...non so se...non posso farcela, mi state chiedendo troppo" lui mi prese le mani tra le sue  "tu hai affrontato delle cose indicibili...impossibili, e sei riuscita a superarle...tu puoi tutto"  poi mi sorrise "tu sei tu..." credeva davvero tanto in me, quelle ultime parole...già lette in quel biglietto...mi diedero una strana carica, ma non era abbastanza e lui se ne accorse "so che ti ha delusa...so che ti ha ferita...ma conoscendoti, so anche che se permetti al rancore di prevalere sull'amore che provi per lui...e se questo rancore ti spingerà a non salvarlo...te ne pentirai per tutta la vita, perché tu lo ami..." purtroppo, per quanto non volessi ammetterlo a me stessa...era vero... volevo salvarlo e la cosa mi faceva incazzare di brutto, perché una vocina nella mia testa continuava a dirmi Lui non lo merita...ti ha usata... ma il mio cuore urlava CORRI DA LUI. Mi limitai ad annuire, Ian sospirò sollevato...chiuse gli occhi un attimo "Grazie...Giulienne grazie davvero".

Il viaggi fu davvero lungo, facemmo un paio di soste, passammo la notte in un motel per poi ripartire di nuovo all'alba...eravamo a pochi passi dalla Villa...sentivo il cuore pulsare forte...mi stava letteralmente uscendo fuori dal petto "ok...adesso attendiamo" era buio...non si sentiva nessun rumore. Il suono del cellulare di Ian mi fece sobbalzare, diede un'occhiata al display e poi rispose "siamo qui..." dall'altro lato riaggangiarono senza proferire parola.
Ian infilò il cellulare in tasca, si diede un occhiata intorno e poi si rivolse a me "lui non è alla Villa, e' al Lucifer con quel cazzone di Damon" paradossalmente fui infastidita a saperlo al Lucifer...stupida...stupida gelosia.
"Come fai a sapere che non sono in casa?" Continuava a perlustrare la zona e con fare distratto rispose "perché conosco le sue malsane abitudini...che adesso accompagna con delle cattive e irrazionali decisioni" sbuffò innervosito dalle sue stesse parole. Il cellulare riprese a squillare, questa volta rispose senza preoccuparsi di sapere chi fosse "si?" Finalmente si udì una voce dall'altro capo del telefono, ma non capivo cosa stesse dicendo "ok, arriviamo" improvvisamente cominciai a respirare a fatica sotto lo sguardo preoccupato di Ian, deposito' di nuovo il cellulare nella tasca ... poggio' delicatamente una mano sulla mia spalla "ci sarò io con te, io ti ficco in questa merda e sempre io te ne tiro fuori..." cercava di calmarmi, un po' ci riuscì...mi voltai verso di lui "andiamo" mi uscì di getto...non volevo avere il tempo di metabolizzare, mi sarei soltanto procurata un attacco di panico...

Non se lo fece dire due volte, prese a dirigersi verso l'enorme cancello d'ingresso... che strano effetto rivedere quell'entrata...quella enorme struttura...quella che per molti mesi era stata casa mia...quel luogo racchiudeva tanti...troppi ricordi. Dopo pochi secondi sentii lo scatto familiare che precedeva lo spostamento di quelle enormi assi di ferro...il cancello si spalancò dandoci la possibilità di varcare il lungo viale che dava alla Villa.
"Adesso devi andare..." Ian si fermò davanti la porta d'ingresso...mi voltai a guardarlo impaurita "Giulienne devo nascondermi, mi apposterò a pochi metri dalla Villa...basta un cenno e verrò a tirarti fuori" mi tremavano le mani, lui le blocco' con la sua "ci sarà anche Al li' con te" chiusi gli occhi e respirai profondamente cercando di raccogliere tutto il mio coraggio.

Abbandonai l'auto senza voltarmi, l'istinto di fuggire via da tutta quella storia era troppo forte...andai a passo spedito verso l'ingresso e prima che riuscissi ad avvicinarmi del tutto, la porta si spalancò rivelando la figura di Al.

"Una volta accettata la consapevolezza che anche fra gli esseri più vicini continuano a esisteredistanze infinite, si può evolvere una meravigliosa vita, fianco a fianco, se quegli esseri riescono ad amare questa distanza fra loro, che rende possibile a ciascuno dei due di vedere l'altro, nella sua interezza, stagliato contro il cielo."

Rainer Maria Rilke

~~~

Gabriel's Pov

Ero ubriaco...come sempre, le immagini sfocate di quella puttana che si dimenava su di me erano a dir poco snervanti. La spinsi via facendola barcollare, ero stufo di quel prive', di quella merda...ne avevo abbastanza di tutto...perché tutto aveva perso un senso per me. Decisi di fare ritorno alla Villa...lanciai i soldi sul divanetto e abbandonai la stanza a fatica, cercavo di tenermi su per non mostrarmi debole.
Quel cazzone di Damon stava sicuramente scopando con una troia di turno in uno degli altri prive'...beh non me ne fregava un cazzo, sarebbe tornato a casa con le sue gambe...

Attraversai il locale sotto lo sguardo impaurito dei presenti...mi piaceva l'effetto che facevo sulle persone, sorrisi al pensiero. Nessuno aveva il coraggio di parlarmi, o di guardarmi soltanto...lo facevano soltanto quando credevano che non stessi prestando attenzione...ma io vedevo tutto.
Una volta abbandonato il Lucifer mi apprestai a raggiungere l'auto, mi ci catapultai dentro e mi rilassai sul sedile...chiusi gli occhi cercando di raccogliere quel poco di lucidità che mi restava. Sentivo le palpebre pesanti quasi dovetti costringermi a sollevarle...la testa mi scoppiava...scrollai le spalle e misi in moto la mia bambina...

Il tragitto verso la Villa mi sembrò più lungo del solito...finalmente arrivai, e paradossalmente l'effetto dell'alcol era quasi svanito. Se lo avessi raccontato ad un qualsiasi dottore non mi avrebbe creduto...come tutte le sere, abbandonavo il locale ubriaco fradicio, ma una volta raggiunta la Villa...potevo definirmi quasi sobrio. Anche l'alcol mi faceva la guerra...cercavo di tenermi poco lucido, perché mi serviva a stare bene...ma il mio corpo non me lo permetteva, ero condannato a soffrire...

Varcato il cancello, sentivo che c'era qualcosa di diverso nell'aria...era una strana sensazione. Mi diedi un'occhiata intorno e non notai nulla di strano...forse questa volta ero riuscito a restare ubriaco?! Parcheggiai l'auto, a passo svelto mi apprestai a dirigermi verso l'ingresso...una volta dentro la Villa...fui investito da un profumo...quel profumo. Non c'erano dubbi...ero ancora ubriaco...lei...lei non sarebbe mai più tornata da me, ed io...io non la volevo qui...non in questa vita.

Oramai si era presa tutto...perfino i miei sensi...la sognavo tutte le notti, sentivo il suono della sua risata, adesso riuscivo a sentire anche il suo odore...stavo impazzendo...lei era ovunque.
Cercai di non pensarci, Al non era nei paraggi...forse era rinchiuso nel mio studio a pianificare altre guerre...come sempre, ultimamente era diventato il suo sport preferito isolarsi...

Non diedi peso alla cosa...ne tantomeno mi sarei sprecato a cercarlo, stasera non ero dell'umore...un po' come tutte le sere...salii le scale velocemente, arrivai alla porta della mia stanza...continuavo a percepire quella strana sensazioni, il mio corpo e la mia mente mi stavano lanciando strani segnali...ma cosa diavolo mi stava succedendo?
Girai la chiave nella serratura e spalancai la porta continuando a fissare la mia mano che compieva questo gesto, mi voltai per richiuderla...
"Ciao" mi bloccai sul posto...non era possibile, la mia mente lo stava facendo di nuovo...
Mi voltai lentamente per perlustrare la stanza per poi scoprire come sempre che era solo frutto della mia immaginazione...ma non questa volta...

La sua figura illuminata solo dai raggi della luna che filtravano dalla vetrata...era seduta sul bordo del mio letto, in un tono quasi impercettibile le dissi "esci dalla mia testa" lei si mise in piedi con delicatezza...prese ad avvicinarsi a me, a quel punto le urlai in faccia "HO DETTO ESCI DALLA MIA TESTA..." presi istintivamente la mia testa tra le mani, cercavo di proteggermi da quella visione...chiusi gli occhi sperando che sparisse come sempre, ero vittima delle allucinazioni...la sua immagine mi torturava, mi distruggeva.
Percepii il calore delle sue piccole mani sulle mie, mi liberò da quella morsa stretta... "non sono nella tua testa...sono qui...per te" riaprii gli occhi ed incontrai i suoi...il suo meraviglioso oceano...era lì di fronte a me davvero.
Quasi come in un sospiro pronunciai il suo nome "Giulienne"...

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Salveeeee a tuttiii,
Ecco a voi l'ultimo capitolo di questa meravigliosa prima avventura.
Spero come sempre che vi sia piaciuto, e spero non mi odiate troppo per questo finale così...aperto 😂
Non temete continueremo a tenerci compagnia con Paradiso+Inferno 2
Questa estate la passeremo insieme alla nostra Giulienne e al nostro Gabriel 💪🏼
A proposito di queste due teste calde...cosa succederà? Vincerà l'amore o l'orgoglio?
Vi lascio con questo punto interrogativo

Un abbraccio fortissimo a tutti quelli che hanno sempre creduto in me, a quelli che non hanno mai abbandonato la storia ❤️

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