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Chapter 4

I pazzi e gli ubriachi sono gli ultimi
santi della terra .

Charles Bukowski

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-Gabriel's Pov-

Fottuta ragazzina impertinente, come osava pensare che sotto il mio tetto, potesse fare o dire qualcosa senza la mia approvazione, come poteva solo immaginare di poter entrare in camera mia senza il mio consenso.

Quella mattina avevo proprio i coglioni gonfi di tutte le cazzate che in una sola sera era riuscita a fare o dire, andai verso camera sua per spaventarla un po' e rimettere le cose nel proprio ordine, entrai spalancando la porta e notai che il suo letto era vuoto e ben sistemato, sentii lo scrosciare dell'acqua, questo stava ad indicare che era sotto la doccia. Allora lì senza farmi troppi problemi entrai in bagno, e silenziosamente mi avvicinai al lavandino per appoggiarmici. La osservai mentre con le piccole mani accarezzava il suo corpo già da donna, quel corpo che trasudava peccato, Dio solo sapeva cosa avrei voluto e potuto farle, solo al pensiero mi venne duro.

Le donne non avevano nessun potere su di me, ero io a giostrarle a mio piacimento, nessuna era riuscita a farmi perdere il controllo, lei invece mi faceva uno strano effetto ed era una cosa che non mi piaceva, non le avrei mai permesso di prendere il controllo o di mettermi cose in testa, d'altronde era una ragazzina non aveva la mia esperienza non sapeva cos'era il controllo.

Si accorse di me, i suoi bellissimi occhi dello stesso colore del mare, si sgranarono per lo spavento e con le mani e le braccia tentava di coprirsi, un corpo così non andava mai coperto, avrebbe dovuto camminare nuda."Hai un bel corpo,te lo hanno mai detto?" Ero sincero, lei arrossì al mio complimento,"tu..tu non puoi entrare così in camera mia"era agitata e a disagio ,io scoppiai a ridere " tu si invece? Questa è casa mia e tutto quello che c'è in casa mia mi appartiene, quindi faccio quello che mi pare" la ragazzina doveva capire le cose come andavano in questa casa, "passami l'asciugamano almeno"non poteva muoversi perché il mio sguardo su di lei la mandava letterariamente nel panico.

Risi malizioso e le diedi un ultimo sguardo "credi di potermi dare ordini?prenditelo da sola" la stavo sfidando, era divertente per me vederla in trappola poi volevo punirla per essersi intrufolata in camera mia, non si mosse, sul suo viso traspariva il disagio più  totale.

Fece per andare a prendere l'asciugamano ma io fui più veloce di lei, lo afferrai per non farglielo prendere , mi deliziai ancora un po' con l'immagine del suo corpo nudo "fammi dare ancora un'occhiata",mi divertiva il suo imbarazzo, non poteva muovere le mani per prendere l'asciugamano, "su ragazzina, prendi l'asciugamano" ridevo come un pazzo, e lei sembrava davvero incazzata "bastardo, pervertito,figlio di puttana" non fini' nemmeno la frase che mi avventai su di lei, schiacciandola con la schiena contro le mattonelle fredde del muro.

Il suo petto nudo era incollato al mio, ci divideva solo la sottile stoffa della mia maglia , misi le braccia ai lati della sua testa, era completamente nuda ed io avevo un erezione che spingeva dolorosamente contro i pantaloni che la imprigionavano. "Non puoi parlarmi come vuoi, non puoi intrufolarti in camera mia e non puoi darmi ordini, io decido per tutti, io posso farne quello che voglio di te, ficcatelo bene in testa" vederla così spaventata mi faceva capire che finalmente la ragazzina aveva capito con chi aveva a che fare, non ero come quei coglioni del campus che frequentava lei, io ero il king, terrorizzavo i narcotrafficanti, come potevo permettere che una mocciosa come lei si prendesse certe confidenze.

Mi allontanai di colpo,le lanciai l'asciugamano in faccia,"tieni, copriti tanto non sei un granché" non era vero non lo pensavo affatto ma volevo colpirla ,farla sentire piccola e inutile, la sua espressione confermava il fatto che era stata colpita ed affondata.

Uscii dalla sua camera sbattendo la porta, scesi giù in cucina dove trovai Ian e Damon intenti a discutere come sempre "quella puttanella si prende troppe libertà, non la voglio qui con noi potrebbe essere una spia", Ian sbuffò "sei serio Damon?una spia? Guardi troppi film" quando entrai calò il silenzio, mi sedetti sullo sgabello accanto a Damon lui mi lancio' un occhiata di sottecchi "senti Gabriel... ma quanto tempo deve stare qui la mocciosa?"stava attento a cosa dire perché sapeva che era molto facile farmi incazzare,"perché ?" Gli risposi con strafottenza mentre la cameriera mi passava una tazza di caffè fumante,"beh...la puttanella potrebbe essere pericolosa" non so perché ma mi diede estremamente fastidio sentir parlare della ragazzina in quel modo "che problemi hai? Ha toccato i tuoi giocattoli per caso?" Lo presi in giro con indifferenza e sentivo Ian ridere sotto i baffi, "testa di cazzo per caso stai ridendo di me?" Damon non potendo incazzarsi con me inveiva contro Ian, "senti cazzone stai calmo, le barbie non te le ruba nessuno" Ian continuò lo scherzo e Damon non sembrava divertirsi per niente, a quel punto mi stancai e mi alzai per andare nel mio studio.

Lasciai i due idioti alle loro litigate continue, dovevo escogitare un piano, quel fottuto cagasotto di un professore stava cominciando a darmi sui nervi, dovevo agire.

Passai tutta la mattinata a sbrigare del lavoro al computer, feci qualche telefonata di routine, Damon avrebbe sbrigato le commissioni esterne e Ian controllato i conti e i pagamenti, arrivò l'ora di pranzo, andai nel salone dove erano di ritorno Ian e Damon, l'unica cosa che proprio non sopportavo era che a pranzo o a cena non si rispettasse l'orario e loro lo sapevano, era una cosa che mi era stata inculcata e paradossalmente l'unica cosa più vicina ad una regola che conoscessi e che riuscissi a seguire.

Mancava qualcuno, la ragazzina, "Marta, la ragazzina?" Lei sbiancò,"padrone mi scusi tanto...ho dimenticato di avvertirla di questa regola, non ne è al corrente e credo stia dormendo" nessuno doveva mai dimenticare ciò che dicevo "Marta puoi fare i bagagli"
Lei sgranò gli occhi, nessuno dei ragazzi proferì parola, e lei corse via piangendo. Marta era nuova doveva adattarsi, a me non fregava un cazzo perché dovevano imparare in fretta, non avevo tempo per queste stronzate, avevo già Brenda la mia governante di fiducia, mi aveva praticamente cresciuto, mi conosceva da quando avevo intrapreso la strada del ricco bastardo e non mi aveva mai deluso.

"Peccato, scopava bene" sapevo che Damon la notte la trascinava in camera sua, questa cosa non mi interessava, potevano scopare con chi volevano,"sei proprio un coniglio in calore"Ian lo derideva come sempre, " eh tu un finocchio, sai almeno com'è fatta la fica o vuoi che ti faccia un bel disegno e te lo appendi in cameretta? Almeno ti spari due seghe" Damon rispondeva alle provocazioni da vero stronzo, questa era una cosa che avevamo in comune,"basta coglioni, mi avete rotto con questi litigi, adesso mangiate e chiudete quelle fogne".

Tra una portata e un'altra parlammo del lavoro da sbrigare e tutta la faccenda del professore coglione, restammo a chiacchierare per un bel po' poi pensai che la ragazzina non aveva mangiato tutto il giorno e non era uscita dalla stanza neanche un'attimo "dovremmo darle da mangiare se non vogliamo che muoia prima del tempo" mi uscì così di getto, Damon mi guardò stranito "eh da quando fai la badante?" La sua risposta mi diede sui nervi "da quando metti in discussione ciò che dico?"gli risposi incazzato e spazientito, "secondo me ti preoccupi troppo, un giorno di digiuno non ha mai ammazzato nessuno!" Sembrava un ragazzino geloso della propria mamma,la cosa mi faceva ridere e incazzare allo stesso tempo.

Ian sembrava d'accordo con me come sempre "le porto io qualcosa, sono l'unica persona di questa casa della quale non ha timore" aveva ragione, mi ero chiesto spesso Ian che ci facesse in tutta questa merda, cioè, era uno che picchiava duro e che si faceva rispettare ma di sicuro non si sarebbe trovato in tutta questa situazione se non ce lo avessi trascinato io, lui era praticamente mio fratello. Ricordo che quando fui rinchiuso all'orfanotrofio all'età di 7 anni, lui fu l'unico ad aiutarmi e ad instaurare un rapporto, più grande di me soltanto di un anno ed era già un ragazzino con la testa sulle spalle, io invece ero incazzato ed impaurito, grazie a lui avevo capito come sopravvivere a quel posto di merda. " ok vai tu" gli diedi il mio consenso e lui fece un mezzo sorriso, si alzò per dirigersi verso la cucina.

Dopo pranzo io e Damon andammo nel mio studio per escogitare un piano che non ci avrebbe fottuti . "Allora, dobbiamo pensare a qualcosa che non sia troppo scontato,la cosa della 'tua donna' non so se sia abbastanza credibile, non ti sei mai fatto vedere in giro con una donna, tutti sanno che preferisci scoparle e basta",Su questo Damon aveva ragione, era un po' difficile farmi credere " l'idea era quella di creare la tipica fidanzata trofeo, molto più giovane, la cosiddetta arrampicatrice sociale, io continuerò a scoparmi le altre mentre lei sarà la povera fidanzata ignara di tutto. Le informazioni su di lei resteranno così come sono, parenti e amici la riconosceranno è in quel caso sarà lei a dire loro di non avvicinarsi mai più a lei".

Damon ascolto' tutto il piano in silenzio, "per il momento dobbiamo prepararla psicologicamente alla cosa,insegnargli un po' di galateo, per poi rendere il suo aspetto impeccabile da vera donna del boss",dopo aver detto ciò decisi che era venuto il momento di spiegare il tutto anche alla ragazzina, "vado su a chiamarli" Damon fece un passo verso di me "posso andarci io" lo bloccai con una mano "no preferisco andarci io" mi avviai verso le scale, le salii di corsa fino al secondo piano, in casa avevo l'ascensore  per i momenti di ubriachezza assoluta in cui ero talmente rincoglionito da non riuscire a salire neanche due gradini, normalmente non mi andava di usarla, mi piaceva fare le scale.

Arrivai al corridoio e lo percorsi, la camera era aperta, sentivo la voce della ragazzina " lo apprezzo, mi farebbe davvero piacere parlare con qualcuno di normale",ma di cosa diavolo stava parlando " sulla normalità non ti prometto niente" Ian nel finire questa frase scoppiò a ridere.

Mi poggiai allo stipite della porta gustandomi un po' questa scena da commedia americana, lei ed Ian si voltarono e si resero  conto che io ero lì ad osservarli, cominciai ad applaudire "davvero toccante, adesso dobbiamo muoverci, abbiamo del lavoro da fare" ero irritato da tutte quelle smancerie quella scena mi diedero sui nervi e non capivo il perché " mmh ok allora andiamo" Ian sembrava a disagio, si sollevò subito trascinando anche la ragazzina, che a sua volta poggio' il vassoio sul comodino.

Li trascinai al piano di sotto nel mio studio dove ci aspettava Damon, già pronto a rompere i coglioni, aveva una dote innata nel fare ciò  "Salve principesse " Ian in tutta risposta gli fece il dito medio, lui scoppio' a ridere . "Basta con queste cazzate, adesso abbiamo un lavoro importante da fare" misi subito ordine nella stanza, "ho perfezionato un po' il piano di partenza" Ian e la ragazzina mi osservavano interdetti," ti renderemo una degna fidanzata trofeo, sarai la donna più elegante e quella più invidiata" lei sgranò gli occhi "cosa?" la ragazzina sembrava non essere d'accordo con me " eh cosa vorresti fare?darmi lezioni come una reginetta di bellezza?ma poi una fidanzata trofeo, non riesco a pensare niente di più degradante, studio per avere una mia indipendenza,cioè, studiavo" e li' la sua espressione si fece triste ed avvilita "tranquilla continuerai ad avere una tua indipendenza e magari studierai da casa come privatista" Ian le mise una mano sulla spalla guadagnandosi un sorriso dalla ragazzina,"ok tutto molto toccante" Damon sembrava irritato dalla cosa,"adesso cerchiamo di mettere in atto il piano".

Sapevo chi chiamare, era un tizio che Bella contattava per dare lezioni di bonton alle ragazze destinate ai politici, si chiamava Harry Scott un uomo sulla cinquantina che trasformava contadinotte in reginette, era famosissimo perché era un coach per ragazze che concorrevano per miss mondo.

"Contatterò Harry" annunciai la cosa guadagnandomi le occhiate curiose della ragazzina, "eh chi sarebbe?" Sembrava curiosa e scocciata, "un finocchio che trasformava le straccione come te in vere e proprie miss" Damon si rivolse a lei sprezzante, "straccione? Eh per gli stronzi ignoranti come te non possiamo chiamare un coach?ah no scusa tu sei irrecuperabile" accidenti!la ragazzina era velenosa, Damon fece per andarle  incontro ma io lo bloccai guardandolo in cagnesco, lui si bloccò e si rivolse a lei "stai attenta, non te lo dirò un'altra volta",lei manteneva il suo sguardo per niente intimorita.

"Ok adesso chiamo Bella, mi farò dare il numero di Harry e quello di Amber la personal shopper" presi il telefono e chiamai Bella,rispose al secondo squillo, le spiegai la situazione omettendo la parte dove sequestravamo la ragazzina, "ok penso a tutto io, chiamo e prendo degli appuntamenti poi ti richiamo" Bella era sempre disponibile quando si trattava di me, pendeva completamente dalle mie labbra.

Ero stanco quindi mi ritirai in camera mia dopo che tutti uscirono dal mio studio, mi spogliai e mi feci una lunga doccia bollente, dopo aver avvolto un asciugamano intorno alla vita uscii dal bagno, sentii bussare alla porta, sbuffando andai ad aprire e mi ritrovai la ragazzina che mi osservava da capo a piede, " ragazzina ti piace proprio la mia stanza" lei non proferì parola rimase lì ad osservarmi imbambolata,"che vuoi? Ti serve qualcosa o vuoi continuare a sbavarmi addosso?"
Alla mia affermazione la sua faccia divenne rossa, e sembrava quasi volesse darmi un pugno " narcisista bastardo" quella lingua biforcuta sapevo io come fargliela usare, "ragazzina, non insultate qualcuno che può ucciderti con la facilità di uno starnuto" alle mie parole indietreggiò di qualche passo poi riprese equilibrio e finalmente parlo' " io volevo parlarti della situazione, cioè del piano" mi scansai per farla entrare in camera.

" allora? Cosa non ti è chiaro?" La osservavo mentre con un altro asciugamano mi asciugavo i capelli bagnati,lei osservava ammaliata i miei movimenti, non le ero indifferente come voleva farmi credere, "come dovrei comportarmi? Cioè io dovrei essere la tua ragazza trofeo, quindi dovrei sapere qualcosa su di te,no? Tipo il tuo colore preferito, il vino o il cibo che ti piace e cose del genere, per queste cose non servono coach" non sapevo se diceva queste cose perché era una ficcanaso o se realmente pensava al piano "le ragazze trofeo non parlano, pensano a sorridere e a soddisfare i bisogni più squallidi dei loro partner"sorridevo malizioso e lei trattenne il fiato, " ma noi faremo solo per finta, qualche sorriso, qualche carezza in pubblico e il professorino cadrà nella nostra trappola, nessuno ti chiederà cose su di me, tutti sanno che le domande a me non piacciono per niente" sembrava quasi delusa dalle mie parole ma poi subito sorrise imbarazzata " ok buon per me, non mi troverò in situazioni dove non so come uscirmene, allora tutto chiarito" fece per andarsene e io mi parai davanti bloccandole il passaggio "dovevi dirmi solo questo?non stai cercando di fottermi vero?" Lei si fece seria"non tutti pensano a come fotterti, smettila di minacciarmi ,sto facendo tutto quello che vuoi, non sento mia zia che è l'unica famiglia che ho...ho lasciato i miei studi e mandato a puttane la mia indipendenza" la cosa della zia mi incuriosì "non vivi con i tuoi genitori?"

La domanda mi uscì di getto,"mia madre è morta quando ero piccola e mio padre non l'ho mai conosciuto" si guardava le scarpe, preso dalla curiosità continuai "come?com'e' morta tua madre?" Lei alzo' gli occhi e mi guardò in cagnesco " non è affar tuo, adesso vado" mi sorpassò e scappò via, non feci niente rimasi fermo sul posto, perché mi interessava tanto saperlo?fanculo la mocciosa.

"Brutta troiaaa" continuava ad urlarle in faccia mente la picchiava selvaggiamente, " ti distruggo e poi uccido il bastardo" il volto era sfigurato dalla rabbia, lei era a terra e piangeva mentre lui la massacrava " no no lascialo stare, lui non c'entra niente" continuava a ripetere questa frase ma lui continuava a picchiarla...

Mi svegliai di colpo, ero in una pozza di sudore, il fiato corto, la mia stanza buia illuminata dai raggi lunari che filtravano dalla vetrata e le stelle che macchiavano il cielo, questi dannati incubi non mi davano tregua, mi alzai dal letto, dovevo uscire, prendermi una bella sbronza era l'unico modo per stordirmi e dimenticare.
Mi vestii velocemente, oramai la routine era quella, andare a letto alle undici per poi dormire solo mezz'ora per poi svegliarmi in preda agli incubi, vestirmi ed uscire nel cuore della notte.

Scesi le scale e notai che la luce in cucina era accesa, non gli diedi peso e uscii direttamente, presi la mia cara Maserati per dirigermi al Lucifer dove sicuramente avrei trovato Damon e Ian, il primo per fare i suoi porci comodi e il secondo per lavoro, Ian controllava il traffico e gli incassi, Damon si divertiva a fare il pervertito sulle ragazze.

Entrai e c'era come sempre il delirio più totale, gente a cui uscivano soldi dal buco del culo e troiette che lo accompagnavano, vidi Damon che ficcava la lingua in gola ad una tizia, dall'altro lato c'era Ian che manteneva l'ordine alla cassa, Bella era in braccio ad un vecchio bavoso che le metteva le mani ovunque. " che ci fa qui il nostro King?" Quella voce suadente non mi era nuova,"Deborah, salve non sono qui per lavoro, cerco solo è sano divertimento" ammiccai e lei capì a cosa mi riferivo, Deborah era una delle mie preferite, alta mora e con un corpo da urlo, lei era praticamente dipendente dal mio cazzo non ne poteva fare a meno e non si sprecava neanche a nascondere la cosa.

Prese delle bottiglie dal deposito per poi raggiungermi in un prive' dove le aprimmo e ci ubriacammo come dannati, eravamo fuori di testa, Ian mi osservava da lontano con uno sguardo preoccupato e Damon invece era in qualche ripostiglio con la tizia con cui slinguazzava, dopo poco io e Deborah ci dirigemmo all'uscita per raggiungere la macchina.

La portai alla villa, completamente ubriaco non riuscivo ad inserire neanche il codice d'accesso per entrare in casa, quando la porta si aprì rivelando la figura della ragazzina, guardò Deborah accanto a me è fece una faccia disgustata e delusa,"facci passare mocciosa abbiamo un bel po' di cose da fare" barcollando trascinai Deborah che rideva come una pazza senza motivo.

Entrammo in casa sotto gli occhi della ragazzina ,"questa mocciosa chi è?" Deborah la osservava da capo a piedi con fare altezzoso, " non mi chiamo mocciosa, piuttosto ti chi saresti? Una prostituta che lavora per lui?" La ragazzina sapeva come difendersi " si lo sono, e sono anche la sua preferita, tornatene a giocare con le bambole" Deborah era sicura di se e anche una gran bastarda, "okok sono stufo, ce ne andiamo a scopare adesso se vuoi unirti a noi non c'è problema" la provocai e lei in tutta risposta deglutì rumorosamente e arrossì "non credo saresti un granché neanche in quello" era offesa dalle mie parole, andò via infuriata ed io scoppiai a ridere trascinando Deborah di sopra.

Scopammo fino allo sfinimento, Deborah metteva a disposizione tutti i buchi che aveva ed io non me lo facevo dire due volte, ad un certo punto mentre Deborah me lo succhiava vidi i suoi occhi ghiaccio che mi osservavano maliziosi, gli occhi della mocciosa , poi ritornai in me e la sua faccia scomparve, dovevo farmi curare.

Il mattino dopo mi sentivo a pezzi e non ricordavo un cazzo di ciò che era successo, mi voltai e vidi la figura distesa e nuda di Deborah e capii, mi alzai per andare in cucina infilandomi i pantaloncini della tuta. Scesi giù in cucina e trovai Ian che sorseggiava il suo caffè,"sei tornato sano e salvo ieri vedo " mi voltai per rispondergli quando la mocciosa fece il suo ingresso in cucina, "buongiorno Ian" mi ignorava spudoratamente ed io feci finta di niente, presi dell'acqua dal frigo e mi sedetti di fronte a loro,"oook c'è un po' di tensione nell'aria, credo che andrò a sbrigare le solite faccende lavorative" si alzò velocemente e scappò prima che la mocciosa riuscisse a dire qualcosa, io osservavo la scena serio .

Lei senza guardarmi presa dall'imbarazzo si alzò e si riempii una tazza di caffè "c'è la cameriera che lo fa per te" la osservavo mentre si faceva il giro del bancone, non mi rispose continuava ad ignorarmi, ma che diavolo le prendeva? Le donne e le loro stranezze,"mi stai ignorando per caso?" Alzo' lo sguardo su di me "perspicace il nostro king" ma faceva sul serio? Qual era il suo problema? "Hai le tue cose ragazzina?"Si alzò e sbatté i pugni sul tavolo " voi uomini avete sempre la solita scusa in tasca, 'hai le tue cose?' Noo non ho le mie cose sei tu che mi fai incazzare".

Era furiosa e non capivo il perché, mi alzai istintivamente e feci il giro del bancone per raggiungerla, non so che cosa mi prese ma la sollevai per poggiarla sul bancone lei sospirò sorpresa, mi posizionai tra le sue gambe e cominciai ad avvicinarmi lentamente, lei era pietrificata "sai ragazzina,la tua lingua biforcuta accende in me sentimenti contrastanti, mi fa incazzare e me lo fa venire duro" .

Ero così vicino che mentre parlavo le sfioravo quelle labbra morbide e carnose "potrei punirti qui su questo bancone" il suo alito fresco colpiva le mie labbra, era vogliosa di assaggiarmi lo sentivo. Piano le accarezzai le cosce coperte da quei maledetti jeans, " potrei punirti in tanti modi" lei continuava a sospirare, mentre le mie mani continuavano a salire..salire....

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Salveee so che mi odierete per aver chiuso il capitolo così 😜 giuro avrete le vostre soddisfazioni.
spero vi piaccia ☺️
Cosa combineranno il nostro king è la nostra Giulienne ?
Lo scopriremo nel prossimo capitolo
😘😘😘😘😘

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