Chapter 25
Non promettersi niente forse è la più vera delle promesse .
Charles Bukowski
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-Grabriel's Pov-
Ero di spalle per non guardarla...questa strana sensazione di vulnerabilità mi faceva sentire debole ed io non lo ero, non volevo apparire fragile ai suoi occhi.
Diedi un'occhiata veloce alle mie spalle e notai che era davanti alla porta intenta ad andarsene, contemporaneamente sentii degli spari accompagnati da urla strazianti provenire dal piano inferiore. Mi precipitai dentro, lei si voltò a guardarmi allarmata, "ma che diavolo sta succedendo?" La voce le tremava, la presi per le spalle " non muoverti da qui per nessuna ragione al mondo.. " lei fece no con la testa "no..vengo con te.." era spaventata a morte e conoscendo il suo temperamento selvaggio incline alla disobbedienza, la presi di peso su una spalla "Gabriel ma che diavolo..." si dimenava come un ossessa, entrai in bagno per poi poggiarla sul pavimento, lei mi osservava confusa.
Presi ad arretrare e lei capì subito le mie intenzione,cercò di mettersi in piedi il prima possibile ma io fui più veloce. Mi catapultai fuori chiudendola dentro, sentivo dall'altra parte tutta la sua frustrazione mentre prendeva a calci e pugni la porta "Gabriel dannazione..apri questa porta.." ignorai le sue suppliche e velocemente raccolsi i miei pantaloncini dal pavimento, una volta infilati abbandonai la stanza senza badare che ero a piedi nudi, ero praticamente una furia...non sapere cosa stava accadendo mi destabilizzava e questo mi rendeva un essere privo di controllo.
Scesi le scale il più in fretta possibile, vidi la porta spalancata e subito cercai di precipitarmi fuori ma fui bloccato dalla figura di Damon che rientrava imprecando e trascinando qualcuno per un braccio "Eri già stato avvertito brutto sacco di merda". Subito dietro di lui apparve la figura di Al che si passava un fazzoletto di stoffa sul viso per levare le macchie di sangue che ricoprivano anche buona parte della sua camicia.
"Cosa cazzo sta succedendo? Dove sono gli altri?" Al si voltò a guardarmi poi rispose "Ian è fuori con Simon a cercare di caricare i cadaveri sul furgone per farli sparire". Cadaveri?..di cosa stava parlando?
"Ci hanno fatto un agguato Gabriel...non sono arrivati oltre il giardino...per fortuna quella Eva si è trascinata tutte le ragazze dall'altro lato della villa, sono nella piscina al coperto, se fossero state qui si sarebbero fatte davvero male...in più la cara zietta avrebbe scoperto tutto" aveva il fiato corto e sembrava seriamente preoccupato, per fortuna da quel lato della villa era difficile percepire un qualsiasi tipo di rumore che provenisse da qui, dovevo ammettere che questo posto era davvero sproporzionato in fatto di grandezza, ma davvero ben progettato.
"Brenda è andata a controllare se le altre si siano accorte di qualcosa e per intrattenerle, poverina stava attraversando il giardino quando è successo, ci ha quasi rimesso le penne. Però è una tosta subito si è ripresa"
Per quello l'avevo scelta, già mi accorsi allora che era una con le palle.
Poco dopo Al continuò spiegandomi cosa era successo,"questo rifiuto umano ha cercato di liberare i prigionieri...quando li abbiamo raggiunti ha dato l'ordine ai suoi uomini di ucciderli tutti, credo che volesse eliminare ogni possibilità di farti arrivare a quel fantasma. Per nostra fortuna quel figlio di puttana di Sam è sopravvissuto...quel fottuto bastardo è stato sfortunato..." camminava avanti a me, Damon si fermò nel salone ed io vidi finalmente di chi si trattasse..
"Domingo Benitez.." mi uscì in uno sbuffo, ero stanco di lui.
Sputava sangue impaurito ed io proprio non capivo perché diavolo si fosse messo in una situazione del genere se si cagava così tanto sotto per la paura.
"Giuro non volevo...mi ha messo con le spalle al muro.." diceva cose senza senso per salvarsi il culo, "ah si? Anche quando hai tentato di corrompere me eri con le spalle al muro?? O quando ti sei messo in contatto con quel fantasma??? O quando poco fa hai cercato di ammazzarci????" Damon lo strattonava urlando come un pazzo.
"Si..si e ancora siiii" Domingo piangeva come un bambino e questo mi fece capire che diceva la verità..ma il fatto che avesse paura di qualcun' altro più di quanto ne provasse nei miei riguardi mi mandava fuori di testa.
Senza fiatare mi avvicinai al muro dove erano esposte delle antiche spade giapponesi, le osservai a lungo mentre Damon e quel codardo di Domingo continuavano a discutere, Al era seduto su una poltrona che si accendeva uno dei miei sigari cubani estraniandosi completamente dalla situazione.
Piano presi una delle spade e raggiunsi Damon che osservava incattivito quel codardo di un colombiano, il king che era in me stava rifiorendo dalle fiamme..."sei mancino vero?.." tutti mi guardarono straniti dalla domanda posta al colombiano, lui fece si con la testa "con quella hai sparato nel mio giardino...in casa mia...sui miei uomini che per tua sfortuna sono molto ma molto più furbi e preparati, infatti nessuno di loro ha una qualche ferita..ma le tue intenzioni restavano quelle..." sbianco' per poi balbettare un "non..non volevo.." scoppiai a ridergli in faccia "allunga la mano..diamogli un occhiata..." lui piangendo fece no con la testa " mi disubbidisci ancora??? Vuoi o non vuoi essere perdonato??" Pianse ancora più forte e piano allungò il braccio.
Con un unico movimento impugnai la spada e buttai giù quella sua mano di merda sotto gli occhi meravigliati di tutti..le urla strazianti di dolore del bastardo erano musica per le mie orecchie...si alternavano alla mia risata soddisfatta. "Ringrazia tuo padre se sei ancora vivo..credo che in futuro avrai le idee più chiare...e' di me che devi avere più paura..."
Buttai a terra la spada e poi rivolgendomi a Damon dissi "da una sistemata a questo posto...riporta questo bastardo dal padre e mettilo al corrente di tutto..digli di venire da me, sono molto incazzato".
Il mio primo pensiero uscendo dal salone fu quello di andare a controllare se il mio albero fosse danneggiato in qualche modo, mi trovai di fronte a lui e vidi che riportava qualche graffio segno che era stato colpito di striscio quindi nulla di preoccupante ma la cosa mi fece incazzate ancora di più, nessuno e dico nessuno doveva prendersi certe libertà...
"Ho detto già al giardiniere di venire qui per controllarlo" la voce di Ian mi risveglio dai miei pensieri malsani, "perfetto.." fu l'unica cosa che riuscii a dire, "credo sia giunto il momento di spostarci, potremmo andare nella tua casa in montagna? Insomma tu ne hai due...possiamo dividerci ed appoggiarci per un po' lì, così per confonderli..." l'idea non era male dovevo ammetterlo, ma l'idea di scappare non mi allettava altrettanto.
"Non sono un codardo...io non scappo, sono loro che devono farlo perché non sanno chi hanno di fronte" a quel punto Ian sbuffo' "non ti sto proponendo di scappare...sto dicendo di fargli credere che lo stiamo facendo, dobbiamo contrattaccarli in modo intelligente perché fino ad ora ci hanno sempre colto alla sprovvista e stanno giocando proprio su questo. Poi voglio tenere al sicuro le persone che in questa faccenda non c'entrano nulla..." sapevo che aveva ragione, dovevo solo rassegnarmi alla cosa...poi continuò cercando ci essere più convincente possibile "in una potremmo metterci tutti gli ospiti e in un altra potreste starci tu e Giulienne...credo che lei ne abbia bisogno...di staccare un po' da tutto. Metteremo Sam in un luogo talmente nascosto che neanche Gesù cristo riuscirà a trovarlo.." mi voltai e sospirando feci si con la testa "prima devo fare due chiacchiere con Diego Benitez..." Ian sgranò gli occhi per poi mettermi una mano sulla spalla "cerca di tenere a freno i tuoi impulsi...non è come suo figlio, lui ti rispetta, sono sicuro che è all'oscuro di tutto.." era vero...Diego era un uomo d'onore, nulla a che vedere con il figlio che era un codardo traditore.
Quando lo conobbi ero da poco entrato nel giro ed Al mi aveva preso sotto la sua ala protettiva, lui e Diego erano grandi amici ed organizzavano mega feste per divertirsi insieme, erano amici da una vita..lui ed Al sono stati quelli che da subito hanno creduto nelle mie capacità e fatto di me il grande re.
Suo figlio era sempre stato una palla al piede, svariate volte avrei voluto ammazzarlo ma Al aveva sempre cercato di farmi ragionare..per Diego...
La verità era che Diego mi serviva, poi di ciò che aveva fatto o di suo figlio non mi importava nulla come non mi importava di tutto il resto del mondo....prima di lei...
La cerchia che avevo intorno erano persone che rispettavo profondamente..Al ed Ian erano quelli che forse un po' avevano scalfito quel grosso muro che mi ero costruito intorno..lei lo aveva buttato completamente giù, scoprendo tutto...esponendomi a tutto...ero effettivamente vulnerabile ed ero incazzato nero per questa cosa....
Sentivo che il mio mondo stava cadendo a pezzi...tutto mi stava sfuggendo dalle mani,io stesso mi stavo perdendo...con tutto quello che stava succedendo, riuscivo solo a provare paura e timore per lei...mi distraeva..non riuscivo a ragionare...non sapevo più cos'ero...chi ero..
Dovevo assolutamente ritrovare me stesso....
Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nel proprio ardore.
Io sono il mare di notte in tempesta
il mare urlante che accumula nuovi
peccati e agli antichi rende mercede.
Sono dal vostro mondo esiliato
di superbia educato, dalla superbia frodato,
io sono il re senza corona.
Son la passione senza parole
senza pietre del focolare, senz'arma nella guerra,
è la mia stessa forza che mi ammala.
Entrai in casa per precipitarmi su in camera, dovevo liberarla e già sapevo che sarebbe stato come liberare una leonessa dalla propria gabbia...
Aprii la porta della stanza, non si sentiva nulla... la porta del bagno era ancora chiusa, per come l'avevo lasciata credevo l'avesse buttata giù.
Feci scattare la serratura ed aprii la porta... mi guardai in torno e mi resi conto che aveva distrutto tutto... bottigliette distrutte..pezzi di vetro sul pavimento,io intanto speravo solo che non si fosse fatta male.
Il bagno era enorme e munito sia di una grande doccia che di un'enorme vasca...e lei era proprio in quest'ultima.. vestita.. la vasca era priva d'acqua ma lei era comunque immersa...immersa nei suoi pensieri, fissava un punto indefinito assumendo la posizione di una persona che faceva il bagno.
Mi avvicinai cauto per dargli un'occhiata e controllare che non fosse ferita, lei non si mosse era in un'altro mondo.
"Credevo ti fosse successo qualcosa?Gli altri? Mia zia?cosa è successo?"Finalmente parlò, continuava a fissare il vuoto "stanno tutti bene.." mosse leggermente la testa in un 'si' silenzioso ed angosciato poi continuò
"Scusa se ho distrutto tutto...ma ero avvilita..non sapevo se ti avrei rivisto e poi questa cazzo di disintossicazione o come cazzo si chiama...mi manda fuori di testa.." mi bloccai quando notai che tra le mani stringeva un pezzo dello specchio..sembrava davvero appuntito, ce lo aveva puntato verso il cuore, la cosa mi allarmo' e non poco..
Mi infilai cautamente nella vasca da bagno per sedermi di fronte a lei "a cosa pensi?" Mentre le facevo la domanda continuavo a fissare quel pezzo di vetro che stringeva nella mano..."non mi guardi così grande re...sono solo stanca...chissà cosa c'è dopo? Me lo chiedo spesso...chissà se esiste qualcosa..spero di sì perché questo mondo non si è rivelato così entusiasmante.." mi guardava finalmente "non ce la faccio più...basta..voglio essere libera e per esserlo devo scegliere.." cominciai a respirare a fatica "cosa..cosa significa?" Lei continuava a guardarmi poi rispose "voglio morire...voglio morire perché non ce la faccio.."
Le presi cautamente la mano che stringeva il pezzo di vetro e lo puntai verso il mio di cuore,
"Allora uccidi prima me...perché sono io che non ce la faccio...non ce la faccio senza di te" lei sussultò..fissava il punto in cui era rivolta la punta del vetro. Ecco che tutte le mie promesse erano andate a farsi fottere, la storia del grande re davanti a lei non contava più...ero di nuovo ai suoi piedi...di nuovo...
"Non posso..." cominciò a piangere in silenzio, "devi...non posso più vivere se non ci sei tu a questo mondo..non avrebbe più senso per me" dalla mia bocca uscivano cose che sorpresero anche me, non potevo credere a ciò che dicevo o che provavo... non volevo ammettere a me stesso di quanta importanza avesse per me questa ragazza. Avevo così tanta paura di perderla..quell'angelo che tanto mi condannava e tanto mi risollevava...
Ma parla... Oh, dì ancora qualcosa, angelo splendente, così glorioso in questa notte, lassù, sopra la mia testa, come un messaggero alato del cielo quando abbaglia gli occhi stupiti dei mortali, che si piegano all'indietro per guardarlo varcare le nubi che si gonfiano pigre, e alzare le vele nel grembo dell'aria.
Non sapevo se era più la mia mano a tremare o la sua..." avanti...non ho paura della morte..non mi fa paura quanto vivere una vita senza di te, volevi qualcosa da me..beh ti sei presa tutto..." piano allentò la presa ed io afferrai quell'arma maledetta e la lanciai lontano da noi..lontano da lei...
Scoppiò in lacrime mentre la prendevo in grembo e la stringevo tra le braccia...non ero un uomo che amava...non ero un uomo che provava certi sentimenti ma ero sicuramente un uomo che teneva tra le braccia ciò che riteneva più caro al mondo..forse non avrei mai detto ti amo..anzi quasi sicuramente ma in cambio le avevo messo tra le mani la mia vita, questo per me contava più di qualsiasi dichiarazione priva di senso e contenuto...
Continuava a singhiozzare mentre io la stringevo..forte..così tanto forte che i nostri corpi diventarono tutt'uno. Restammo lì per moltissimo tempo senza dirci niente, smise piano di piangere,avevamo bisogno di quel momento per noi...
"Ti amo!...e so che odi sentirtelo dire..ma io ne ho bisogno...ho bisogno che mi esca dalla bocca perché è così tanto pieno il mio cuore dei ti amo che vorrei dirti che se non abbandonano le mie labbra sento che ne morirò...scoppierò ecco...diranno..morta per un infarto di ti amo..il suo cuore ne era sovraccarico..." Risi senza sapere il perché...forse smaltivo l'adrenalina..forse mi spaventava la profonda verità celata dietro le sue parole...non volevo che provasse quei sentimenti proprio come rinnegavo la mia forte dipendenza nei suoi riguardi.
Alzò lo sguardo per incontrare i miei occhi e smisi subito di ridere "perché??perché hai smesso...la tua risata è stata il momento più bello di questa intera mattinata" le sfiorai il volto "tu sei stata IL MOMENTO più bello di questa vita" le parole mi scivolarono fuori senza che potessi fermarle ma la gioia che vedevo nei suoi occhi mi portò in un luogo lontano...un luogo sicuro..per un momento assaggiai la vera libertà...
"Adesso dovremmo uscire di qui" lei si guardò intorno poi con sguardo timido riprese a guardami negli occhi e si schiarì la voce "sistemerò tutto io...giuro, non posso ricomprarti tutto perché non possiedo nulla...ma posso mettere a posto...cercare di rimediare al casino che ho fatto" risi di nuovo dinanzi alla sua goffaggine e alle sue assurde parole "non me ne frega un cazzo di tutta questa roba..sono stanco voglio riposare e lo voglio fare con te tra le braccia.." mi sorrise e sfiorò le mie labbra con le sue sussurrandoci sopra "ai suoi ordini mio re"...
Mi sollevai tenendola come una sposa, per poi uscire dalla vasca cercando di non tagliarmi con i vetri visto che in tutto ciò ero ancora a piedi scalzi...
Finalmente arrivammo al letto e ce la poggiai delicatamente sopra, feci il giro del letto e mi stesi accanto a lei. Scivolò tra le mie braccia per poi restare lì intrecciati come i rami di una quercia....piano caddi in un sonno profondo quasi come se non dormissi da giorni..da mesi..da anni...
C'è un posto nel mondo dove il cuore batte forte, dove rimani senza fiato per quanta emozione provi; dove il tempo si ferma e non hai più l'età. Quel posto è tra le tue braccia in cui non invecchia il cuore, mentre la mente non smette mai di sognare.
Mi svegliai di colpo rendendomi conto che ero nella stessa posizione in cui mi ero addormentato, non mi era mai successo...lei era ancora tra le mie braccia che dormiva beatamente. Non avevo avuto incubi...non potevo crederci..certe volte mi era capitato di averceli perfino da sveglio...ricordi dolorosi che mi uccidevano da dentro...adesso niente...
La guardai felice, sapendo che era lei la cura...mai prima di lei mi era successo di non aver bisogno di sonniferi o merde del genere...era tutto così assurdo...
Dei colpi alla porta mi riportarono con i piedi per terra e capii subito cosa aveva disturbato io mio sonno. Mi alzai estremamente scazzato per vedere di chi si trattasse, aprii leggermente la porta e vidi che si trattava di Ian..
"Che diavolo vuoi?.." lui sollevò gli oche al cielo di fronte alla mia arroganza "E' sempre un piacere chiacchierare con te..bando alle ciance..
Volevo dirti che Sam è stato risistemato nelle segrete, ho detto alle cameriere di cominciare a preparare qualcosina per la nostra partenza che avverrà??.." punto' il dito verso di me come per darmi parola, io sbuffai esasperato dalla sua insistenza "domani sera..sei contento?" Sorrise e fece si con la testa "ah..Damon è tornato" di già? Ma che ore erano?? "Diciamo che da quando ti sei ritirato come dire...nelle tue stanze, dopo l'agguato è passato un bel po' di tempo, abbiamo anche pranzato tutto tranne Damon che era fuori a risolvere faccende per te..".
Lo guardai torvo "si lo so che vuoi che a pranzo ci siamo tutti e che dovevo chiamarti ma ho preferito che riposaste..prima sono passato a dare un occhiata..vedevo che nessuno rispondeva ed ho dato una sbirciatina...non ti ho mai visto dormire così...il tranquillante deve essere davvero fortissimo questa volta" era seriamente sorpreso "si..certo..." non avrei mai ammesso ad alta voce che in realtà il mio tranquillante era lei.
" non sbirciare mai più nella mia stanza e non prendere mai più decisioni al posto mio..non finisce mai bene" sapeva a cosa mi riferissi e fece un sorriso sforzato "comunque ritornando a noi..questa volta ho quasi buttato giù la porta per svegliarti... Damon ha portato con se Diego..." mi guardai un'attimo alle spalle per vedere se Giulienne stesse ancora dormendo poi mi voltai di nuovo verso Ian "ok mi do una sistemata e scendo".
Dopo una doccia rigenerante mi vestii velocemente ed abbandonai la stanza che lei ancora dormiva. Avevo i capelli ancora umidi na non mi importava avevo altro a cui pensare, scesi giù ed ordinai a Brenda di preparare uno spuntino e di portarlo in camera mia visto che Giulienne non aveva pranzato.
Mi avvisi verso il salone dove mi aspettava il mio caro ospite, appena varcai la porta vidi che chiacchierava già con Al..non sembrava il solito Diego, era trasandato cosa che non era da lui.
Sfoggiava sempre una forte eleganza, i suoi abiti da alta sartoria italiana furono sostituiti da un pantalone sgualcito ed una t-shirt nera.
"Al cerca di capire la mia posizione..sempre in viaggio per affari poi ritorno qui e mi ritrovo il mio unico figlio senza una mano...cosa diavolo sta succedendo?" Al si passò una mano tra i capelli scompigliati "ah finalmente eccolo..ti racconterà tutto lui" gli occhi neri come la pece di Diego Benitez si posarono su di me..era un uomo molto affascinante, scuro e slanciato, le rughe che rivelavano la sua età oramai adulta proprio come Al.
"Ragazzo...perché mi hai fatto questo?" Sembrava addolorato, era uno degli uomini più temuti ma che di fronte a me si vestiva di tutte le sue fragilità "innanzitutto ben tornato...poi...Diego...conosci tuo figlio...sangue del tuo sangue..non ti sorprenderà sentire da me che è un ragazzo debole...un codardo...mi ha sfidato in svariate occasioni e sai che fine fa chi mi sfida...non do seconde possibilità,per me non esistono...se è ancora in vita deve ringraziare te" abbasso' lo sguardo deluso "cos'ha combinato?" Mi avvicinai lentamente per poi poggiarglielo una mano su una spalla "sediamoci..ti racconterò tutto.."
Passai tutto il tempo raccontandogli le bravate del cazzone sotto lo sguardo incredulo e disgustato del padre, il suo volto si trasformò in una serie di smorfie indignate...
"Questo e' tutto..." sospirai aspettando una risposta "cosa posso dire...ti ringrazio per non averlo ucciso...sei un uomo d'onore..un re nell'animo, posso solo baciarti la mano" era distrutto...deluso ed amareggiato da suo figlio
" prenderò provvedimenti su di lui, non oserà mai più sfidarti...permettimi di rimediare agli errori di un padre poco attento...voglio aiutarti..so che non ne hai bisogno, ma altre braccia fanno sempre comodo, sono dalla tua"
Non ero sorpreso, sapevo avrebbe capito come sapevo che sarebbe stato dalla mia parte come aveva sempre fatto "va bene...bisogna escogitare un piano, per il momento restiamo così, come se nulla fosse successo...confondiamo questo bastardo di un fantasma..domani sera partiremo, andremo in montagna perché lì ho ben due casa che distano di poco tra loro, le feci costruire per capriccio e adesso mi sono ritornate utili"
Al era sorpreso,prima che potesse dire qualcosa continuai spiegandogli la cosa "ne abbiamo parlato io ed Ian dopo la sparatoria, cercheremo di allontanarci per qualche giorno da tutto...il nostro silenzio lo farà allarmare, che s nessuno salti in testa di riferire la nostra destinazione, partiremo in piena notte in uno dei miei furgoni poi tu Diego ci raggiungersi in un secondo momento.." sembrava avessero capito, infatti nessuno dei due proferì parola.
"Va bene adesso devo andare..ci teniamo in contatto" si alzò e mi allungo' la mano, la strinsi prontamente "grazie ragazzo" i suoi occhi erano sinceri, io restai impassibile come il mio solito.
"A presto Al" si abbracciarono dandosi delle pacche forti, chiamai una delle cameriere per farlo accompagnare alla porta, si voltò un ultima volta a guardarmi con aria dispiaciuta poi abbandonò la stanza sotto lo sguardo serio mio è di Al.
"Ragazzo dobbiamo stare attenti...dobbiamo cercare di muoverci con cautela e confondere anche chi ci sta in torno. Infondo non sappiamo chi è il traditore tra le persone che ci circondano...approfitteremo della situazione in montagna per smascherarlo" ero pienamente d'accordo con lui "si...farò installare nelle ville degli aggeggi che disattivano un qualsiasi mezzo di comunicazione, radio..telefono e cazzate del genere così nessuno potrà avvertite nessuno della nostra postazione. Solo io avrò un apparecchio immune a questi aggeggi, in caso ci servisse un qualsiasi tipo di soccorso...cosa che non ci servirà, alla fine nessuno può arrivarci in quelle case senza conoscere a memoria il tragitto...perfino io faccio fatica a ricordarlo a volte" ridemmo entrami poi Al si voltò verso di me e con aria estremamente seria disse "che la guerra abbia inizio allora...."
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Salveeeeeeeee perdonate l'attesa 😩
È stata dura anche per me stare senza la nostra ragazzina e il nostro king.
Finalmente sono riuscita a pubblicare, deciderò poi quali saranno effettivamente i giorni di pubblicazione così non vi lascerò scalpitanti ad aspettare senza sapere quando accadrà 🤣
Ritornando al capitolo, cosa vi è sembrato?
Vi è piaciuto? Nei prossimi capitoli ci sarà parecchio ma parecchio movimento..in tutti i sensi, saranno dei veri e propri pazzi avvenimenti 😬
Il mio cervello già sta viaggiando oltre il possibile ahahahah vi dico già che il prossimo capitolo sarà parecchio lunghetto 😉
Ps. Chiedo scusa come sempre per gli errori dovuti al mio trasporto 😅
Vi adorooo al prossimo chapter ❤️❤️❤️❤️❤️ baciiiiiiiiii❤️❤️❤️😘😘😘
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