Chapter 16
C'erano i sogni .
C'era la realtà .
C'era lei che li faceva incontrare .
Charles Bukowski
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-Gabriel's Pov-
Urlava sempre più forte ad ogni colpo di bacino, avevo in mente così tante perversioni da praticare su di lei che neanche il suo Dio avrebbe potuto salvarla una volta cominciate.
"Senti il mio cazzo che ti apre in due" ringhiavo come un animale in gabbia, il suo corpo perfetto, la sua fica stretta, le sue labbra morbide...quelle labbra che immaginavo intorno al mio cazzo duro.
"Ti prego...piano.." singhiozzava quelle parole quasi disperata, mi supplicava di risparmiarla e questo non faceva altro che alimentare il mio desiderio, come un riflesso condizionato anziché raccogliere la sua supplica feci l'esatto opposto spinto da una sete incontrollata aumentai le spinte. Le mie dita affondavano nei suoi fianchi per tenerla ferma, "basta...mi fai male.." per quanto potesse essere in preda al panico la sua voce lasciava trasparire lo stesso mio desiderio, anche se non voleva ammetterlo, lei era come me.. una leonessa affamata.. aveva bisogno di sfamare la sua anima quanto ne avevo bisogno io.
Affondò le sue unghie nella mia carne, graffiandomi dalle spalle fino agli avambracci, la testa rivolta verso l'alto lasciava il suo collo scoperto ed io mi ci avventai succhiandolo e baciandolo con foga. "Voglio distruggerti.. voglio marchiarti.. voglio che domani tu mi senta ancora" spingevo e spingevo sempre più forte, ansimava come una dannata, era mia..anima e corpo.. tutto mio...
Non contento mi sfilai da lei che era quasi al culmine "ma che?.. no ti prego" sorrisi dinanzi al suo stupore "cosa Giulienne?" Scesi dal letto lasciandola così.. insoddisfatta, "prima mi preghi affinché io ti risparmi e poi mi supplichi per l'esatto opposto?"mi piaceva torturarla, non amavo farla stare male ma mi divertiva farla arrabbiare. "Adesso vieni da me,fammi vedere quanto desideri il mio cazzo" ero di fronte a lei poggiato al muro e stringevo tra le mani il mio membro, mi masturbavo davanti ai suoi occhi avidi e contemporaneamente imbarazzati.
Esito' un'attimo prima di scendere dal letto, poi si decise e i miei occhi si cibarono del suo corpo nudo "ferma" si bloccò sul posto, "voglio vederti a quattro zampe..." sembrava offesa, ma sapevo che quella era l'inutile facciata del pudore, il desiderio che provava era evidente,"Adesso" il mio ordine la fece sobbalzare e piano la vidi mettersi in ginocchio "così piccola, da brava vieni dal tuo padrone" piano comincio' ad avvicinarsi, in quella posizione era ancora più sexy, quando arrivò dinanzi a me la guardai soddisfatto
" adesso verrai premiata, apri la bocca" dalla sua espressione capii che era confusa "ho detto apri la bocca" il mio tono estremamente serio fece si che lei ascoltasse la mia richiesta senza obbiettare, apri' la bocca ed io con un gesto della mano le feci capire che doveva sollevarsi un po', lei si mise in ginocchio con la faccia all'altezza del mio cazzo duro ed eccitato.
Le feci scivolare la cappella lungo il contorno delle labbra carnose, poi penetrai la sua bocca,"succhialo forte..avanti" ero fuori di me dall'eccitazione , non se lo fece dire due volte prese a succhiarlo piano "avanti piccola puoi fare di meglio, succhia più forte" lei timorosa fece come da me richiesto, "si così..leccalo.. fammi sentire che ti piace tenerlo in bocca" fece roteare la lingua intorno poi succhio' forte, era davvero brava, mi stava facendo impazzire tanto che le strinsi i capelli nel pugno della mia mano e cominciai a muovermi dentro e fuori tenendole la testa ferma, i suoi occhi si fecero lucidi e comincio' a lacrimare "si..ti piace..lo so che è così..." cercava di resistere senza soffocare, era una tosta la ragazzina.
Sentivo montare l'orgasmo ma non volevo venire così, mi fermai sfilando il cazzo dalla sua bocca, aveva il fiato corto e mi osservava da sotto le sue lunghe ciglia. L'afferrai dalle spalle sollevandola, adesso era in piedi davanti a me, mi avventai sulle sue labbra morbide baciandola con foga. Sentivo il suo sapore misto alla mia eccitazione, quando ci staccammo ci guardammo per un momento, eravamo legati, il mio passato.. la mia esperienza... i miei segreti... per un attimo li vidi riflessi in quegli occhi innocenti, mi sentivo vulnerabile, lei non lo sapeva ancora ma poteva piegarmi se solo avesse voluto..
Istintivamente le accarezzai il viso "sei così bella" lei sorrise e chiuse gli occhi assaporando le mie carezze "detto da un Dio come te.." Risi per la sua affermazione "tu non lo sai ancora ma potresti piegare qualsiasi Dio o re se solo lo desideri" riaprì i suoi meravigliosi occhi osservandomi con stupore "lo pensi davvero?" Continuai con le mie carezze "non lo penso..ne sono certo" si avvicinò e mi baciò allacciando le sue esili braccia intorno al mio collo, la sollevai afferrandola dal sedere e la riportai a letto, l'adagiai sul materasso stendendomi su di lei.
Non era da me fare l'amore, l'unica cosa che sapevo fare era fottere e lo facevo alla grande,ma in quel momento sapevo che ne aveva bisogno e lo feci. Venerai il suo corpo, mi piegai al suo volere, mi concentrai sul suo di piacere... con molta delicatezza sfioravo le sue curve e leccavo la sua pelle liscia come la seta, mai nella vita mi sarei aspettato di provare quelle sensazioni.. quel trasporto.. quella totale dipendenza, lei era acqua nel deserto...
"Sei una Troia" le urlava in faccia come posseduto, lei in ginocchio dinanzi a lui con il volto tumefatto girò per un attimo lo sguardo verso di me "guardi quel frocetto di tuo figlio adesso?non può aiutarti.. guardalo si caca sotto per la paura" rideva di lei, poi ritorno' serio e rivolse lo sguardo verso di me. Stringeva la sigaretta tra i denti avvolto nel suo completo blu elefante "vieni qui piccola merda" ero paralizzato, non sapevo cosa fare "vieni dal tuo paparino" allargo' le braccia ed io piano gli andai in contro.
Mi fermai davanti a lui, era così alto in confronto a me, con mia sorpresa mi prese tra le braccia,restai immobile poi improvvisamente sentii un bruciore allucinante alla spalla "aaaah sei utile almeno come posacenere, buono a sapersi " piangevo per il dolore e lei scatto' in piedi per aiutarmi....
"Gabriel..Gabriel svegliati.." una voce in lontananza, quasi come la luce infondo ad un tunnel mi riporto' indietro, sgranai gli occhi, sentivo quasi il cuore schizzarmi fuori dal petto, la mia pelle era imperlata di sudore e il fiato era corto "cosa?... c..cosa?.." non riuscivo a formulare una frase che avesse un senso, Giulienne mi prese il volto tra le mani e mi accarezzava dolcemente "ssssh non è niente!!solo un brutto sogno..ci sono io con te" istintivamente chiusi gli occhi e con mia grande sorpresa cominciai a calmarmi grazie alle sue carezze e la sua presenza.
"Chi è Frank?" Nel sentire nominare quel bastardo i miei occhi si aprirono di scatto,"non nominarlo mai più " il mio tono minaccioso non la spaventò più di tanto, anzi come se mi avesse letto dentro mi guardò con estrema dolcezza "scusami.. sono stata poco delicata, ho capito che questo nome è legato a qualcosa di oscuro che vive dentro di te, la mia curiosità come sempre ha vita propria.." mi calmai subito, aveva toccato le corde giuste.. solo lei ci riusciva "non chiedermi scusa, voglio solo che non indaghi sul mio passato come se fossi ancora un caso assegnatoti dal tuo professore"
Eravamo stesi l'uno di fronte all'altro, ci guardavamo negli occhi mentre lei mi accarezzava il viso. "Piacere mi chiamo Giulienne Green , frequento l'università per la precisione sono iscritta alla facoltà di legge, mi sono trasferita da poco al campus e nella splendida Miami" sorrideva ed io ero estremamente confuso, poi continuò "tu sei?" Capii tutto, stava cercando di conoscermi..almeno la parte più superficiale, risi "lo sai che sei strana?" Scoppio' in una risata di pancia e quel suono mi fece vibrare delle corde che non sapevo di avere, giù nel profondo.
"E' uno dei miei pregi l'essere strana, più in là conoscerai anche i difetti" mi fece l'occhiolino sorridendomi,"avanti grande re, stai al gioco" non so perché ma decisi di assecondarla "piacere Giulienne Green, il mio nome è Gabriel Hole , sono un noto imprenditore qui a Miami, mi chiamano il King e questo mio soprannome è noto in buona parte del mondo, sono un ex soldato che si è fatto strada in questo mondo sporco e complicato con le proprie forze" mi uscì tutto di getto sorprendendo anche me stesso, lei sembrava sorpresa quanto me.
Improvvisamente la parte di me sporca e oscura mi riporto' con i piedi per terra, il king si era risvegliato "adesso basta con questo stupido gioco" neanche io sapevo cosa mi stesse prendendo, era più forte di me. Mi alzai innervosito "non andare.." cercava di recuperare la situazione ma ero già lontano con la mente, Gabriel era andato via lasciando che fosse il king a prevalere sulla situazione, "pensi che sia stupido? Credi che basti uno stupido giochetto a farmi parlare? Che improvvisamente ti racconti i cazzi miei così dal nulla?" Ero fuori di me, quasi come se mi avesse fatto un torto incredibile. Erano anni che cercavo di tenere sotto controllo questa sorta di sdoppiamento di identità, ero in cura dal miglior strizza cervelli di tutti i tempi, mi costava un occhio della testa eppure non era riuscito a farci un granché.
La cosa mi urtava e cominciai a saltare gli appuntamenti e a non prendere le medicine che mi aveva prescritto, mi rincoglionivano soltanto, ma almeno la notte dormivo beato.
"Ritorna da me " era seduta sul letto e mi osservava speranzosa, "avanti Gabriel ritorna, so che sei là dentro" ero scioccato e confuso "smettila con queste scemenze mistiche" abbassò lo sguardo delusa e si stese con le braccia conserte "ed ecco a voi il grande King"
Applaudi' da sola comeo impazzita poi si fermò e mi guardò male "avanti mio re...avanti cominci il suo sport preferito cioè trattare male la sottoscritta" sorrisi da grandissimo stronzo quale ero "no il mio sport preferito è fotterti" si alzò di scatto raggiungendomi, eravamo entrambi nudi l'uno di fronte all'altro ancora una volta "sono cresciuta con mia zia.." il sorriso mi morì sulle labbra, che diavolo centrava questa cosa? "Non ho mai conosciuto mio padre, mi ha abbandonata quando ero piccolissima. Mia madre trovò un compagno che l'amava e rispettava, fino a quando si rivelò un mostro. Cominciò a picchiarla e a dirgliene di tutti i colori, fino a quando le ha tolto la vita" era seria e mi osservava come se stesse cercando da me delle risposte che non potevo darle.
"Amavo mia madre e mi è stata strappata via... ma mi sono sentita fortunata comunque, avevo Mellow , lei è tutto per me. Mi ha fatto da madre e certe volte anche da figlia, ha fatto tutto quello che poteva..e di più per me... poi tu me l'hai strappata via negandomi ogni contatto con lei..ma mi sento ancora una volta fortunata perché provo qualcosa di unico che non avevo mai provato. Ti odio per tante cose ma sono di più le cose per la quale ti amo... sei tu più di chiunque altro che da prigioniera mi abbia fatta sentire più libera che mai...mi hai fatta riscoprire me stessa, ero morta dentro pur non sapendolo, adesso mi rendo conto di cosa voglia dire il sacrificio per qualcuno che ami, crescere per se stessi, avere la pelle dura ed affrontare le avversità..." sentivo il King morire dentro di me, Gabriel si era fatto forza e stava vincendo su di lui "posso sembrare una povera vittima indifesa ma non lo sono..sono qui perché è qui che voglio stare..con te.. che tu sia il King o che sia Gabriel.. ho visto il peggio e me ne sono innamorata per non parlare di quello che provo quando esprimi il tuo meglio"
L'unica cosa che riuscii a fare fu abbracciarla, lei ricambiò l'abbraccio lasciandosi cullare.
Per tutto il viaggio in macchina non feci altro che pensarla, questa volta fu lei a fottere me.. mi fotteva i pensieri e non c'era nulla che potessi fare "ieri quella gran troia di Angie mi ha fatto una sega stratosferica" Damon parlava ma non gli prestavo attenzione, non mi interessava. Ero seduto al posto del passeggero e quel cazzone con la sua guida spericolata ogni tanto mi faceva sobbalzare per qualche mancato tamponamento o addirittura incidente, aveva anche la faccia tosta di prendersela con gli altri sostenendo che la sua guida fosse impeccabile.
"Mi stai ascoltando?" Continuai a guardare fuori dal finestrino "no che non lo sta facendo!tutti e due non lo stiamo facendo perché non ce ne fotte un cazzo" per fortuna fu Ian a rispondere, lo guardai dallo specchietto e lui mi sorrise "parliamo di cose serie.. me li hai portati tutti?" Damon si girò con un ghigno malefico "fino all'ultimo succhia cazzi" feci si con la testa e mi girai di nuovo dall'altro lato.
Ci fermammo di fronte ad un capannone isolato dal resto di Miami, Io ed Ian uscimmo dalla macchina mentre Damon parcheggiava.
Entrammo nel capannone e li' ad aspettarci c'era Al e suo figlio, oltre a loro c'erano altri pezzi grossi del crimine che erano presenti alla serata X così soprannominata per il modo pessimo in cui si era conclusa.
Jasper Lopez fumava uno dei suoi amati sigari "allora caro King, hai detto che ci aspetta un bel regalino" lo guardai serio "giusto un pensierino", Mat Williams capo della polizia si teneva in disparte e mi guardava incuriosito.
Dopo un po' fu Dustin Brown ,mio socio in affari , a parlare "siamo curiosi, dicci tutto" Al già sapeva e per questo fremeva proprio come me, suo figlio invece mi guardava quasi disgustato. Gli indicai con la testa una porta infondo al capannone, mi seguirono e quando l'aprii ci trovammo di fronte a sette uomini che ci guardavano impauriti "ecco a voi i cazzoni sopravvissuti alla sparatoria al gala, volevate le loro teste, eccovi accontentati" si guardarono tutti con aria contenta, Mat mi guardò un'attimo e poi sorrise compiaciuto "nessuno sfugge al grande re, sono davvero davvero contento di questo regalo, stasera ci divertiamo un po'".
"Ho tutti gli strumenti di tortura immaginabili, basta scegliere, stasera giochiamo a taglia e sgozza" ero più eccitato degli altri, avevo bisogno di sporcarmi di sangue, era passato davvero troppo tempo dall'ultima volta che avevo fatto saltare qualche cervello.Entrammo tutti e ci chiudemmo nella stanza con i prigionieri, alcuni si pisciarono letteralmente sotto per la paura, altri cercavano di mantenere una calma apparente.
La nottata fu lunga e soddisfacente, ero zuppo di sangue, eravamo in macchina diretti verso casa, le informazioni che eravamo riusciti a ricavare da quei coglioni erano davvero preziose "quindi questo fantasma ha ingaggiato tutta quella gente per una strage senza senso" Ian era ancora provato dalle ultime ore ma cercava di non darlo a vedere "si! A quanto pare nessuno sa chi sia però" mi stava sul cazzo questa situazione, il mancato controllo mi destabilizzava. "Potremmo usare la ragazzina come esca.. Casper sembrava molto interessato a coinvolgerla" mi voltai incazzato "noi non la useremo per un cazzo di niente..adesso sta con me non è più un esca" lui sembrava sorpreso "ma ti senti? Tu non sei così..tu sei di tutte non solo di una ragazzina, lo so io e lo sai anche tu cazzo. Comunque pensaci...così come la stavamo usando con il professorino possiamo farlo anche con questa testa di cazzo di un fantasma, sarà come sempre Ian a chattare o messaggiare con lui, vuoi o non vuoi risolvere questa faccenda? Idem quella del professore, non dimenticare che quello è ossessionato da te" aveva ragione per quanto non volessi ammetterlo, dovevo fare qualcosa e l'unico modo per smascherarlo era metterla in mezzo ma non volevo...era troppo pericoloso.
"Pensaci..tanto ha la figa come tutte le altre, è un tuo sfizio momentaneo lo capisco, poi ti passerà" Ian lo guardava in cagnesco ma questa volta fui io a rispondere, con un gesto veloce gli puntai la mia pistola alla tempia "quando dico una cosa pretendo che gli altri l'apprendano subito perché non mi piace ripetermi...se dico che lei sta con me sto anche dicendo che non devi parlare di lei in questo modo..." Damon continuò a guidare serio "non so cosa ti abbia fatto quella ragazzina, ma il tempo mi darà ragione..." Ian mi precedette conoscendo il mio caratteraccio che andava molto in contrasto con la cocciutaggine di Damon "adesso calmiamoci, abbassa quella pistola tanto sappiamo che è una testa di cazzo" Damon lo guardò dallo specchietto "una testa di cazzo dalla sua parte...sempre e comunque" queste sue parole mi fecero calmare e abbassai la pistola.
Arrivati a casa percepii un clima strano, scesi dall'auto e istintivamente corsi verso l'entrata seguito da Ian,"c'è qualcosa di strano nell'aria" lui non capiva "Gabriel non c'è nulla" ne ero sicuro, fiutavo i guai ad un chilometro di distanza, poco dopo ci raggiunse Damon che come me sentiva che qualcosa non andava, aprii la porta e tutto era buio, il corridoio che portava al salone era illuminato, ci apprestammo a seguirlo, la sorpresa che ci trovammo davanti mi fece allarmare. Sul muro del corridoi, scritto in rosso c'era un messaggio per me 'Caro King, sette vite per sette vite...' sapevo a cosa si riferiva, corsi verso il salone con il cuore in gola e mi ritrovai davanti sette cadaveri impiccati e scuoiati, erano tre donne e quattro uomini che facevano parte della mia servitù, sul pavimento si era formato un lago con il loro sangue.
"Cristo santo" Ian osservava la scena scioccato, Damon digrignava i denti per la rabbia sembrava quasi stesse per esplodere io ero altrove, questa volta ero talmente tanto fuori di me che avrei fatto una strage in questo istante.
Poi mi risvegliai e la paura si impossessò di me, mi voltai di scatto e corsi verso le scale, le percorrevo correndo come un forsennato arrivai fuori la sua stanza e spalancai la porta, non c'era..al suo posto sul letto c'era un biglietto, lo afferrai e lessi il contenuto 'acqua' stava giocando con le mie paure quel bastardo di un fantasma..perché sapevo che era lui, voltandomi mi accorsi che c'era un altro biglietto attaccato alla porta del bagno chiusa con su scritto 'fuoco' corsi ad aprirla senza pensarci due volte.
Quando entrai caddi in ginocchio a terra dinanzi a quella scena atroce, dietro di me sentii la presenza di Ian che con il fiato corto entro' nel bagno "noooooo..cazzo noooo" urlava disperato. Il corpo nudo era disteso nella vasca piena del suo sangue, era posizionata come se stesse facendo un semplice bagno, la testa era rivolta dall'altra parte e i capelli le ricadevano sul volto nascondendo i suoi lineamenti, tutto era in ordine, non c'era nessun segno di lotta o di resistenza da parte sua.
Dai segni sul suo corpo si capiva che era stata torturata senza pietà e che la sua morte era stata molto lenta..sapevo di cosa si trattava, io in primis praticavo questo tipo di tortura. Sullo specchio scritto con il sangue c'era un altro messaggio per me 'sette vite più gli interessi...come ci si sente?' Non avevo il coraggio di avvicinarmi a lei..mi aveva spezzato in due, non riuscivo a respirare, Ian era in preda ad una crisi di panico "dobbiamo prenderla..levarla da lì..lei..l..lei" ero ancora lì in ginocchio che guardavo la sua figura come in trans, non mi accorsi di nulla sentii solo la voce di Ian "non è lei....non..non è lei Gabriel" sollevai lo sguardo su di lui, mi alzai per raggiungere il corpo che stringeva tra le braccia, era una delle mie cameriere, una di quelle che si portava a letto Damon..allora lei dov'era?...
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Salveee perdonate l'attesa, questi giorni sono stati ricchi di imprevisti, ho avuto perfino la febbre 😓ma sono comunque riuscita a pubblicare ☺️
Spero come sempre che vi piaccia ❤️
Cercherò di non farvi aspettare molto per il prossimo capitolo🤞🏻❤️
Dove sarà la nostra Giulienne??
Lo scoprirete nel prossimo capitolo...
Baci alla prossima ❤️❤️❤️❤️❤️
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