Chapter 10
"Saggio è colui che tra le ammucchiate di infernali paradisi e le orge di paradisiaci inferni sa scegliere la via di mezzo"
Charles Bukowski
~~~
-Giulienne's Pov-
"Credo che le persone abbiano il sacrosanto diritto di sbagliare, di pentirsi e magari rifare lo stesso errore. Non credo nella sincerità di chi non ne ha mai commesso uno...di chi nella vita ha sempre scelto la strada giusta. Non credo nelle persone che si guardano dietro e sono immensamente soddisfatte di tutto ciò che hanno fatto. Se non hai rimpianti,se hai sempre fatto la cosa giusta allora è lì che devi chiederti cos'hai sbagliato."
Le parole di mia madre riecheggiavano nella mia testa mentre mi perdevo nei suoi occhi di ghiaccio, "ieri hai ucciso una persona, lo hai fatto senza battere ciglio.." ascolto' le mie parole in silenzio, vidi nei suoi occhi una parvenza di fragilità.
" Ho un treno solo andata per l'inferno..da quando sono nato non c'è mai stata pace nella mia vita. Sono una cosiddetta conseguenza" era freddo e scocciato.
"Non riesco davvero a capire, perché non puoi essere diverso, puoi scegliere...scegliere una vita pulita" lui mi ascoltava quasi rapito e sorpreso dalle mie parole, " cosa stai cercando Giulienne? Qualcuno da salvare ?" Gli sorrisi
" non qualcuno, sto cercando te..il vero te, ho la strana sensazione che tutto questo sia un modo per punirti, reagisci alla vita distruggendo la vita stessa...poi non mi hai chiamata ragazzina" lui sembrava confuso "non ci ho fatto nemmeno caso",cercava di giustificarsi e mostrarsi strafottente.
"può anche darsi, ma lo hai fatto istintivamente è questa la cosa che conta" le mie parole lo irritarono "smettila con queste stronzate da liceale, non ho tempo da perdere, oggi comunque ritornerà Harry per continuare la tua preparazione e Ian ti ha creato un account così che possiamo attuare il piano, contatteremo il professorino e lo faremo cantare" cercava di cambiare discorso e ci riuscì. Sbuffai irritata "si ricomincia tutta la merda" mi alzai e me ne andai senza dargli il tempo di rispondermi.
Ero in giardino e osservavo i magnifici fiori illuminati dal sole, ce n'erano di molti tipi ma quello che mi colpì era un fiore totalmente diverso dagli altri, era di un rosso acceso. " quello si chiama kokai cookei" mi voltai ed incontrai di nuovo i suoi occhi meravigliosi "ha un nome bizzarro" sorrisi e mi voltai di nuovo verso quel meraviglioso fiore.
"è conosciuto come koki'o, e' un albero originario delle Hawaii, scoperto nel 1860. Fu considerato estinto una prima volta nel 1950, venne ritrovato ma, ancora una volta, nel 1978, scomparve a causa di un incendio. Alcuni rametti furono però salvati dalle fiamme e, attraverso la moltiplicazione per talea, oggi possiamo contare ventitre alberi sparsi in diversi luoghi dell'arcipelago. Possiedo il ventiquattresimo e ne sono molto geloso".Lo osservava quasi come se fosse la cosa più preziosa al mondo "come fate a tenerlo in vita?" Lui mi guardo' serio "ho i migliori giardinieri del mondo" era ovvio, che domande facevo "come mai tanta fatica per un albero? Hai per caso il pollice verde?" Lui scoppio' a ridere, "mia madre era hawaiana e quando si sposò con mio padre dovette adattarsi alla vita NewYorkese ma portò con se un po' della sua terra, uno di questi fiori chiuso in un porta gioie...era appassito ma lei lo custodiva gelosamente".
Come se fosse uscito da una sorta di coma si girò verso di me " non cercare di cogliere nessun fiore da questo albero, sarò costretto a tagliarti le dita" era serio, non capivo questo sbalzo d'umore improvviso, "certo che no, non toccherò il tuo amato albero, solo tu puoi, proprio come puoi decidere della vita di tutti gli altri" lo piantai li e a passo spedito rientrai in casa.
Ma che stronzo figlio di puttana, volevo dimenticarmi di lui ma come potevo? Ero sua prigioniera quindi costretta a vivere sotto lo stesso tetto. Un momento prima era una persona normale e quello dopo un subdolo omicida. "Hey ciao" Ian era di fronte a me e sembrava a disagio "come va?" Come avrei dovuto rispondere a questa domanda? Insomma era ovvio che non stessi bene "devo rispondere?" Lui si guardo' le mani " no no certo,era una domanda stupida" era davvero mortificato. "Senti Ian ho bisogno di tempo, non perché ti reputo responsabile ma perché non sono abituata a tutto questo, infondo chi lo sarebbe? Questo è il mio inferno personale" mi ascoltava e sembrava dispiaciuto "mi dispiace,volevo solo alleggerire questa situazione" smise di parlare e andò via,non lo fermai, avevo bisogno di stare un po' da sola lontana da tutti loro.
Non ebbi neanche il tempo di pensarlo che la voce di Damon attirò subito la mia attenzione
" Guarda guarda l'articolo di oggi" Ian sbucò da dietro l'angolo incuriosito "che articolo?" Damon con quel ghigno stupido che aveva sempre stampato in faccia, gli mostrò il giornale "prima pagina come sempre".
Ian sembrava soddisfatto, non volevo impicciarmi ma la curiosità era troppa "di cosa si tratta?" Damon alzò lo sguardo dal giornale e sorrise sfacciato "parla di te ragazzina" a cosa si riferiva?.. " il piano è andato a buon fine come sempre" Ian era contento e non capivo il perché, poi comincio' a leggere l'articolo.
"Lo scapolo più ambito di Miami, l'imprenditore Gabriel Hole soprannominato il king, fa il suo ingresso alla serata vip del giovedì, svoltasi in uno dei suoi locali più in vista accompagnato da una ragazza della quale identità è ancora ignota. Sembra che lo scapolo d'oro faccia sul serio, prima d'ora non si era mai presentato in pubblico con una ragazza...eccetera eccetera eccetera" mi guardo' soddisfatto " abbiamo lanciato l'esca adesso deve solo abboccare".
Damon era pensieroso e allo stesso tempo felice " gli verrà un colpo a quel figlio di puttana di un professore".
Tolsi il giornale dalle mani di Ian e guardai la copertina che ritraeva me e il grande king mano nella mano mentre percorrevamo il tappeto d'entrata, i nostri volti erano illuminati da mille flash, io guardavo lui mentre osservava la folla, sembravamo due star ai red carpet, non sembravo nemmeno io.
Era tutto così assurdo,la mia vita era stata totalmente stravolta. Da semplice studentessa ero passata a prigioniera di un boss e da prigioniera ero passata a star da copertina, pensavo ai miei amici... cosa avrebbero pensato di me? Che ero una bugiarda che preferiva questo sporco mondo a quello semplice universitario...quello della legge!Cosa diranno di me Maya e Sam? Mi odieranno?
Erano tante le domande che mi frullavano per la testa. Giravo per la mega villa con questo giornale tra le mani e lo osservavo incantata, zia Mellow lo avrebbe saputo? Sicuramente! Conoscendola le si spezzerà il cuore, penserà che il mio abbandono sia stato causato da mancanze da parte sua,si darà la colpa di tutto lo so.
Ero così avvilita, se solo sapessero che tutto questo lo stavo facendo proprio per loro, i miei amici che conoscevo da così poco e a cui volevo già così tanto bene, la mia cara e dolce zia Mellow che amavo così tanto,avrei dato la mia vita per lei , tutto questo non lo avrebbero mai saputo, le lacrime cominciarono ad appannarmi la vista, non so come ci ero arrivata ma ero di fronte alla sua porta, ero così arrabbiata con lui per quello che mi aveva fatto, odiavo tutti loro. La porta si aprì rivelando una figura femminile, alta e con i capelli di un rosso acceso, era davvero bellissima, il suo corpo era fasciato da un abito molto aderente che le arrivava al ginocchio, di un rosa pallido che si sposava perfettamente con la sua carnagione di porcellana, i tacchi alti laccati del medesimo colore, slanciavano la sua figura e valorizzavano le sue gambe "ah bene, è lei? Si direi che non è niente male potrebbe star bene anche nel nostro locale, i politici ne andrebbero matti" ma a cosa diavolo si riferiva ? Alle sue spalle si materializzò un altra figura era il king che la osservava in cagnesco "non dire sciocchezze Bella, lei resta qui" sembrava davvero infastidito, lei uscì dalla camera e lo salutò con un sorrisetto "alla prossima mio re" il sangue mi stava salendo al cervello, la gelosia mi divorava ma non volevo darlo a vedere "ciao anche a te bel bocconcino" mi fece l'occhiolino e se ne andò sculettando.
"Che ci fai qui?" mi voltai a sentire la sua voce "non lo so" ero sincera,lo guardai e sembrava confuso poi scappai via, dovevo essere disgustata da lui per quello che mi aveva fatto e per quello a cui avevo assistito, invece mi ritrovavo a scappare per la troppa gelosia , che ci faceva quella tizia in camera sua? Chi era? Cos avevano fatto? Il cervello per poco non mi andava in pappa, dovevo calmarmi, finalmente arrivai alla mia camera, mi ci chiusi subito dentro.
Non dovevo più farmi soggiogare da lui, il suo corpo completamente tatuato e tonico, il suo viso perfetto, i suoi occhi ghiaccio, il suo profumo ,oddio come avrei fatto? Mi serviva una terapia per disintossicarmi, era il mio rapitore e la stessa persona che aveva fatto saltare in aria il cervello di un tizio davanti ai miei occhi, ed io ero ancora qui a desiderare le sue mani su di me, provavo un misto di disgusto a desiderio erano sensazioni contrastanti, odiavo me stessa per tutto ciò, bussarono alla porta "avanti" ogni volta che ero qui distesa bussavano a quella porta mille volte, "salve fiorellino" era Harry , mi alzai sorridendogli perché alla fine era una brava persona, "buongiorno Harry" .
Camminammo verso la sala da pranzo "oggi pranzeremo insieme, ho preparato il tuo posto e anche quello dei ragazzi in realtà" rideva sotto i baffi " vi mostrerò le buone maniere a tavola, il king non ne ha bisogno, già gli ho fatto scuola molti anni fa" mi voltai a guardarlo "davvero?" Lui fece si con la testa, ecco perché si fidava così tanto di Harry. Arrivammo in sala da pranzo e notai che c'erano dei piatti con dentro dei fazzoletti di stoffa ben sistemati è una sfilza di posate accanto a quei piatti, "si accomodi cara" Harry sposto' la sedia e mi ci fece accomodare, poi si sedette accanto a me, c'erano dei meravigliosi calici di cristallo, delle candele ed un centro tavola con dei fiori, era tutto così bello ed elegante,non che le altre volte non lo era ma i pranzi e le cene in questa casa non erano mai stati così decorosi, era tutto estremamente elegante ma niente di sfarzoso come stasera poi i ragazzi erano tutto tranne che eleganti, apparte il King ovviamente.
"Oooh che eleganza, signorina vuole che le sposti la sedia" l'irritante voce di Damon riecheggiò nella stanza, si prendeva gioco di Ian che in risposta gli mostrò il dito medio facendolo divertite ancora di più, "idiota siediti e sta zitto" subito dopo fece il suo ingresso il King che intimava Damon a fare la persona seria, cosa estremamente difficile.
"Ok adesso accomodatevi tutti che si comincia con la lezione di galateo" Harry con la sua eleganza indicava i posti vuoti ai ragazzi, una volta che i ragazzi presero posto cominciò la lezione "cominciamo con le basi. Tutte le posate vanno utilizzate partendo da quella posizionata più all'esterno per poi passare a quella più interna e vicina al piatto: si tratta di una regola dettata anche dalla comodità e, proprio per questo, è difficile sbagliare. Ognuno può, così, capire quale utilizzare sopratutto perché il galateo impone che quelle speciali o inutili vadano bandite dalla tavola", poi rivolgendosi a Damon continuo' dicendo"Ovviamente sono banditi gesti poco decorosi, come il leccare i coltelli, giocare con forchette o cucchiai o, ancora, muovere le mani in aria mentre si impugna una posata", Ian rise sotto i baffi mentre Damon gli lanciava occhiatacce."Il cucchiaio va utilizzato sempre con la mano destra con una posizione differente a seconda che si debba consumare una minestra o un brodo: nel primo caso, infatti, andrà portato alla bocca di punta, nel secondo, invece, qualora non sia stato servito nell'apposita tazza da consommé (da cui si beve come se fosse un té), dovrà assumere una posizione laterale", mentre Harry spiegava le cameriere servirono la prima portata, osservai il piatto contenente della zuppa, Harry mi osservava sorridendo e mi intimava di prendere il cucchiaio, lo afferrai e lui proprio come aveva spiegato mi fece vedere come impugnarlo, mentre mangiavo la zuppa mi sentivo osservata.
Damon e Ian sembravano nella mia stessa situazione, forse più Ian perché Damon faceva il cretino ed ogni tanto scoppiava a ridere e faceva cadere la posata come un bambino, finita la zuppa Harry riprese con la sua lezione " a seconda che si stia utilizzando anche il coltello oppure no, la forchetta deve essere tenuta con la mano sinistra o quella destra. Con quest'ultima ad esempio, potremo mangiare un primo, mentre con un secondo che necessita di essere tagliato, la forchetta passerà alla mano sinistra, lasciando spazio al coltello. In questa seconda ipotesi non si dovrà mai usare per portare del cibo alla bocca, dovrà servire esclusivamente come supporto e i suoi rebbi, proprio per la sua funzione, dovranno essere sempre rivolti verso il basso. Quando la forchetta viene tenuta con la mano destra, invece, i rebbi sono rivolti all'insù per consumare più comodamente il pasto" fu servita anche la seconda portata, bistecca al sangue come suggeriva la spiegazione di Harry, anche in quel caso fui goffa e maldestra, solo il King era a suo agio in quella situazione è mi guardava con aria di sufficienza cosa che mi irritava molto " non ci riesco" Harry mi osservava con aria interrogativa "se lui mi guarda così non ci riesco, mi fa sentire un impedita" indicai con il mento il King "tu sei un impedita" Damon si faceva beffe di me, Harry lo guardò con un sopracciglio alzato "lei dovrebbe rivedere prima il suo di galateo prima di parlare di quello degli altri, mi ricorda un porco quando gli viene servito un pasto" risi alle parole di Harry e Damon divento' rosso dalla rabbia, stava per rispondere quando il King con uno sguardo lo zitti' poi si rivolse a me scocciato "non ti guarderò più mi limiterò ad osservare le mie portate", sollevai il mento soddisfatta e continuai a mangiare seguendo le direttive di Harry, mi sistemo' il coltello tra le mani . "I coltelli servono per tagliare alcune pietanze, hanno sempre la lama rivolta verso l'interno e vengono impugnati con la mano destra. Proprio per aiutare a tenere fermo il cibo mentre lo si divide, i coltelli devono essere utilizzati insieme a una forchetta e, regola importante proprio in questo ambito, i bocconi dovranno essere tagliati via via che si mangia una determinata pietanza e mai tutti in una sola volta.
Ovviamente queste sono le posate classiche: in una tavola possono esserci anche quelle speciali, per pesci, crostacei e altri alimenti che, invece, seguono diverse regole e devono essere usate in maniera differente".
Poi fu servita la frutta e poi il dolce seguiti da altre spiegazioni di Harry accompagnate dalla goffaggine mia e le risate di Damon,mentre Ian sembrava davvero voler imparare ma con estrema difficoltà visto che sbagliava sempre e Harry lo riprendeva prontamente.
Finalmente quel pranzo che sembro' infinito giunse al termine accompagnato dalla bellissima notizia del King "adesso che hai un po' capito come funziona, stasera sarai più rilassata alla cena d'affari alla quale siamo stati invitati, un imprenditore straricco che ama queste cazzate che spaccia per cene di piacere" per poco non mi cascava la mascella, non mi sentivo ancora pronta, "tranquilla tesoro, oggi verranno le ragazze a darci una mano con la parte estetica e faremo anche un piccolo ripasso di quello che ti ho insegnato sul galateo a tavola" Harry mi leggeva nel pensiero e cercava di tirarmi su e in parte ci riuscì ma inevitabilmente mi sentivo sempre un po' agitata.
Con Harry ci dirigemmo verso il salone principale che come l'ultima volta era allestito a mo di salone di bellezza, neanche venti minuti dopo arrivò tutta equipe di ragazze con la loro aria altezzosa pronta a rifarmi il look, c'era chi si dedicava alle mie unghie e chi ai miei capelli, poi passammo al trucco, tra un passaggio e l'altro Harry mi interrogava su quello che avevo imparato a tavola, ogni tanto prendevo qualche scivolone ma a qualche domanda seppi rispondere.In fine arrivò Amber carica di vestiti e super contenta, amava il suo lavoro e si vedeva poi a differenza delle altre non era una stronza con la puzza sotto il naso "ciao dolcezza" mi salutò con un bacio sulla guancia, era una bellissima ragazza e doveva avere su per giù un ventisette anni almeno credo, era giovane ma aveva un'aria affascinante da donna vissuta, alta e bionda, truccata perfettamente, indossava sempre abiti molto eleganti, "questo è perfetto per stasera" mi mostrò un abito lungo bianco a sirena con uno spacco molto ambio formato dal tessuto che si incrociava sul davanti, lo spacco arrivava quasi all'inguine, il tutto era valorizzato da un corpetto morbido con due coppe rigide che formavano un cuore, lo scollo era profonda "conosco bene questo tipo di serate e sfoggiano le loro donne come se fossero dei trofei, tu sarai in assoluto la più bella" era fiera della sua scelta, poi prese dei sandali con tacco rigorosamente bianchi, portavano un laccetto sulla caviglia, i tacchi mi spaventavano ma mai quanto lo spacco del vestito, speravo solo di non denudarmi casualmente o peggio di non inciampare.
Una volta pronta mi voltai verso lo specchio e osservai tutta la mia figura, sembravo una modella e non riuscivo a credere a questa cosa, io che ero un maschiaccio, goffa e buffa adesso sembravo una donna sicura di se, i capelli che mi ricadevano sulle spalle in onde morbide e il mio corpo slanciato fasciato da quel vestito che sembrava il corpo di un'altra persona, ero sbocciata "oramai i lividi sono quasi spariti, quel poco che c'era la truccatrice lo ha coperto fantasticamente" anche Harry era fiero del lavoro e mi osservava contento, mi girai pronta ad uscire dal salone "che ore sono?" Contando che il pranzo era terminato alle tre ,ritardo dovuto alla lezione di Harry, doveva essere pomeriggio inoltrato, "le sette mia cara" Amber lo disse come se fosse ovvio "le sette? Ci abbiamo messo quasi quattro ore?" lei sorrise "ovvio, la bellezza deve essere curata nei minimi particolari e questo richiede del tempo",anche l'ultima volta ci mettemmo un infinita' di tempo ma in quel caso si sbizzarrirono su di me anche con cerette e roba del genere, questa volta si dedicarono a cose molto più leggere, com'era possibile ? Tutto quel tempo oddio speravo solo che non sarebbe stato sempre così. Amber come se mi avesse letto nel pensiero disse "non sarà sempre così, man mano che andremo avanti avremo sempre meno cose da sistemare, i lividi andranno via del tutto e sarà una scocciatura in meno, poi parteciperai ad eventi più tranquilli quindi richiederanno più semplicità " tirai un sospiro di sollievo, poi Harry mi indicò l'uscita "avanti cara, c'è il tuo cavaliere che ti aspetta, l'appuntamento per la cena e'per le sette e mezzo quindi non farlo attendere o si arrabbierà" alle sue parole mi incamminai spedita verso l'uscita.
Una volta imboccato il corridoio mi diressi verso l'entrata dove vidi un fantastico uomo in tailleur di spalle, si voltò e mi incantai di fronte a tanta bellezza, era un Dio, un bronzo , una scultura, la perfezione non c'erano parole per descriverlo o meglio le parole erano davvero troppe e dirle tutte richiedeva molto tempo. Mi osservava con un sorriso malizioso dal basso verso l'alto "sei davvero bellissima" il suo complimento per poco non mi fece svenire "anche tu lo sei" le parole mi uscirono come un sussurro, mi voltai e vidi Harry e Amber esultare nascosti dietro l'angolo del corridoio e tutte le ragazze dell equipe di Harry osservare il king innamorate, poi mi voltai di nuovo verso di lui che mi porse il braccio, subito mi ci attaccai come una cozza allo scoglio per dare un messaggio chiaro alle civette che lo guardavano con la bava alla bocca, il messaggio era 'giù le mani stronze' è credo che sia stato bello chiaro come messaggio visto che le trucidavo con gli occhi mentre uscivamo dalla villa.
"Cos'hai?"si accorse della mia distrazione "niente niente! Prendiamo la Maserati?"cercai di cambiare discorso e lui mi assecondo' "no stasera cambiamo carrozza, prendiamo la Ferrari " mi bloccai sul posto "cosa? Hai una Ferrari ?ma quante macchine hai?"lu mi osservo' divertito "certo che ho una Ferrari ,ho i soldi che mi escono dal culo dovresti saperlo e per rispondere alla tua domanda, ho venti auto diverse!sono mie personali, solo la Jaguar condivido con i ragazzi che ha loro volta hanno dieci macchine a testa" Dio mio ma questo posto era una concessionaria, in quel momento sbucò da quello che doveva essere un parcheggio sotterraneo la Ferrari di un nero opaco che trasudava ultra modernità e ricchezza "le tengo giù nel parcheggio sotterraneo mente alcune sono parcheggiate all'esterno in un area del giardino come già saprai" era straricco e adorava darlo a vedere, il tizio usci dalla macchina e fece un inchino,"padrone" era un ragazzo giovane, sembrava un robot "James" il king lo saluto con aria di sufficienza, che stronzo pensai.
Fece accomodare prima me e poi fece il giro dell'auto, era strano stare seduta su questi sedili pazzeschi in quest'auto che se non fossi qui,ci sarei salita solo nei miei sogni, era tutto surreale ed io sembravo una bambina che si sorprendeva di qualsiasi cosa, lui gettò uno sguardo al mio lato poi si sporse ed era su di me ad un centimetro dal mio viso, cosa stava facendo? Mi guardava dritto negli occhi e poi sentii un clic, mi aveva semplicemente allacciato la cintura di sicurezza ed io ero lì imbambolata a guardarlo, si allontanò con un sorrisetto trionfante il bastardo, sapeva l'effetto che mi faceva e ci giocava "sei pronta ? Si parte" mise in moto e sfrecciò verso l'uscita, mi attaccai al sedile tanto era veloce, "non puoi andare un po' più piano?" Nel sentire la mia richiesta scoppio' a ridere "ragazzina questo è il massimo della lentezza di una Ferrari" andavamo bene allora.
Cosa mi aspettava ? Che tipo di serata avrei dovuto affrontare? Ero agitata e lui si accorse della cosa, mi mise una mano sulla coscia nuda
"Vorrei tanto strapparti questo vestito di dosso" le sue parole mi sorpresero, cominciai a sentire caldo " puoi farlo se vuoi" le parole mi uscirono incontrollate "non adesso, ci aspetta una pallosissima cena del cazzo" mentre lo diceva faceva scorrere la sua mano verso l'alto ,osservava la strada mentre guidava e con le dita mi torturava, prima arrivava fino all'inguine e poi scendeva di nuovo verso il ginocchio, desideravo la sua mano proprio lì al centro del mio corpo, "adesso dovrò condividerti con gli altri ma stasera sei mia" le sue parole fecero fremere il mio corpo, sentivo uno strano calore nel basso ventre, poi ritornai in me "non ti lascerò fare di me ciò che vuoi" spostai la sua mano seria , lui sorrise "ah no? Il tuo corpo dice il contrario" lo guardai arrabbiata "il mio corpo non dice un bel niente, recitiamo le nostre parti è più ognuno per le sue" sembra non credere minimamente alle mie parole e non potevo dargli torto visto che anch' io facevo un po' di difficoltà,"lo vedremo" sembrava una sfida, questa volta l'avrei vinta io, dovevo smetterla di farmi mettere i piedi in testa, gli avrei dato filo da torcere...
-
Salveee siamo giunti alla fine di questo capitolo, nel prossimo ce ne saranno delle belle 😜
Chi vincerà questa sfida?
La nostra Giulienne o il nostro king?
Cosa succederà alla cena? Sarà all'altezza la nostra piccola Giulienne o combinerà una delle sue?
Lo scoprirete nel prossimo capitoloooo
Mettete qualche stellina se vi fa piacere 😉
Un bacio alla prossima 😘❤️❤️
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro