CAPITOLO 4
Daniel*
Sento qualcuno toccarmi la spalla, una, due, tre volte infastidito apro gli occhi ed osservo la principessina che c’è al mio fianco. Ad essere bella è bella ma è troppo oca per i miei gusti.
“scusa se ti ho svegliato ma il tuo cellulare non ha smesso di squillare dalle otto e trenta”
Ancora intontito dal sonno prendo il cellulare in mano e subito salto letteralmente dal letto
Cazzo è tardissimo sono le nole, cazzo non sono in ritardo, di più, merda ieri ho dimenticato di immettere la sveglia
“senti principessa è stato un piacere conoscerti ma adesso devi togliere le tende, sono in ritardo”
Lo so, sono abbastanza brusco ma sono fatto così non mi ripeto mai due volte
La principessina mi guarda sbalordita ma dal mio sguardo torvo capisce che non deve replicare ed esce da casa mia.
Velocemente mi fiondo in doccia lavo il mio corpo, lo asciugo e noto che quella cretina mi ha graffiato una spalla…
Che nervi, per me il mio corpo è sacro, sono sicuro che oggi sia proprio una giornata di merda, da come è iniziata posso solo sperare che finisca presto.
Entro nella cabina armadio indosso un completo giacca e cravatta come al solito, solo di notte faccio trapelare la mia vera indole...
Mi guardo allo specchio e guardo il mio riflesso, ho ancora i capelli tutti spettinati rasati nei lati ed il ciuffo riccio biondo che oggi non vuole saperne di stare ordinato, ma si sa i ricci sono ricci indomabili ed indisciplinati proprio come me. La camicia mi fascia perfettamente le braccia muscolose e dal colletto sbottonato si intravedono i miei innumerevoli tatuaggi
I miei amici dicono che sono vanitoso, ma in realtà sono solo molto curato, modestamente ho un aspetto invidiabile, palestrato pieno di tatuaggi alto quasi un metro e novanta, cambio donne come cambio boxer.
Finisco di prepararmi e mi dirigo nella mia adorata auto: una Maserati alfieri rosso metallizzato.
Dopo venti minuti riesco ad arrivare in azienda, ora che ci penso dovrei assumere una nuova segretaria, quella precedente ha dato le dimissioni, il reparto addetto al personale già ne è a conoscenza quindi si presenteranno al colloquio le aspiranti segretarie, spero di non trovare una racchia…
Entro nell’enorme palazzo di corsa e la receptionist cerca di dirmi qualcosa, ma non la calcolo minimamente sono arrivato con un enorme ritardo ed ho l’agenda fitta di appuntamenti.
Arrivo al mio ufficio e noto che la porta è aperta.
Vado su tutte le furie, chi si è permesso di entrare nel mio ufficio senza il mio consenso?
Tutto adirato spalanco la porta, però con mia grande sorpresa non vi trovo nessuno al suo interno, però subito dopo noto una borsa ed un PC appoggiati sulla mia scrivania
Chi cazzo si è permesso di invadere i miei spazi, se è la nuova segretaria la licenzio prima che possa compiere otto ore lavorative.
Mi tolgo la giacca e la sistemo sull’appendiabiti
Do un’occhiata sulla mia scrivania e trovo un foglio con degli orari e dei nominativi di acquirenti
Appena vedrò questa segretaria la licenzierò in tronco, come ha potuto fissare degli appuntamenti senza consultare la mia agenda elettronica è un incapace.
Mi accomodo sul sofà in attesa di questa deficiente….
Dopo dieci minuti una ragazza entra dalla porta, indossa una gonna nera che le fascia alla perfezione il suo bel posteriore ed ha una camicetta bianca, non si accorge minimamente di me perché sta portando alcuni faldoni, li poggia sulla scrivania, sulla mia scrivania ed appena si gira nella mia direzione sobbalza.
Si porta una mano sul petto e cerca di calmare il suo respiro, la osservo meglio adesso che non ha più tra le braccia tutti quei faldoni e posso affermare che è proprio una bella ragazza alta formosa bionda ed ha degli occhi azzurri così chiari che sono simili ai ghiacciai del polo nord, potrei anche perdonarla questa volta se si mostra accondiscendente, immerso come sono dai miei loschi pensieri non mi accorgo che sta parlando e la stoppo subito.
“come si è permessa di entrare nel mio ufficio senza autorizzazione, io la licenzio nonostante non abbia neanche compiuto la sua prima giornata lavorativa”
Mi aspetto che abbassi il capo e che mi chieda scusa ma ciò non avviene, resta ferma a testa alta e mi inchioda con i suoi occhi in segno di sfida.
“scusi ma lei chi è?” mi chiede sfidandomi
“io sono il tuo capo non mi aspettavo che l’ufficio del personale subito mi trovasse una segretaria per questa volta potrei anche perdonarla perché è nuova” le dico in modo lasciavo avvicinandomi...
“forse lei non mi ha capito, io vorrei conoscere il suo nome, se non le è chiaro, lei sicuramente non è il mio capo quindi moderi i modi con me”
“io sono Daniel Fontanarosa titolare di questa azienda lei chi è piuttosto?”
“io sono Alexandra Della Rossa e lei non è il mio capo, sto aspettando sua sorella, io sono la comproprietaria di quest’azienda”
Lo dicevo io che questa giornata era una giornata di merda ci mancava solo la vedova di Tony, ho fatto una figura di merda... Chissà se posso fidarmi.
“mia sorella al momento è in viaggio e dirigo io l’azienda al posto suo, piacere di conoscerla e scusi l’inconveniente pensavo fosse la nuova segretaria ” le porgo la mano ma il suo braccio resta immobile.
“capisco.. Non so voi qui come agiate, ma in Italia non li tratto così i miei dipendenti ” risponde indispettita
“qui comando io e se un dipendente sbaglia è giusto riprenderlo all’ordine “dico in modo duro.
Lei si acciglia fa il giro della scrivania e si siede sulla poltrona, mi guarda mi studia ed infine pronuncia una parola in napoletano.
“strunz”
Non riesco a credere alle mie orecchie mi ha dato dello stronzo, so di esserlo ma nessuna mai, mi ha mai dato dello stronzo nessuna ha il coraggio di dirlo apertamente.
Lei mi guarda ed è come se si stesse trattenendo.
“mi faccia il piacere di non rivolgersi mai più al personale con questi modi, non sono abituata a trattare i dipendenti come fa lei”
Le sorrido crede che non abbia capito che mi ha dato dello stronzo.
Le rispondo in italiano
“la prego di non essere così scurrile nei miei confronti, strunz lo dici a tuo fratello ok?”
Lei diventa paonazza e subito scoppia a ridere
“ok ok siamo partiti col piede spagliato le va di ricominciare?”
Mi porge la mano ed io l’afferro prontamente
“ va bene rincominciamo da capo io sono Daniel e dammi del tu”
“chiamami Alex, quando torna tua sorella avrei urgenza di parlargli?”
“puoi dire a me, mia sorella starà via per un po’, ma dimmi ti fermi oppure sei venuta solo per parlare con mia sorella?”
“al momento resto, senti ma è possibile avere un caffè italiano?”
“certo ne faccio portare due”
“parli molto belle l’italiano complimenti”
“mio padre era napoletano è da lui che ho appreso la lingua”
Faccio il giro della scrivania e mi soffermo sul foglio A4 con su scritto gli appuntamenti così di getto chiesi al Alex cosa fossero quegli appuntamenti.
“sono gli appuntamenti che ho per domani, vorrei conoscere i clienti che trattano con me quando sono in Italia, questo caffè non è male adesso ci vorrebbe solo una sigaretta”
“usciamo dalla vetrata alle nostre spalle c’è un terrazzo adibito per fumare e rilassarci ti va?” le chiedo in tono amichevole
Usciti in terrazza ci accendiamo entrambi una sigaretta e lei sembra essere assorta tra i suoi pensieri.
“cortesemente dopo mi puoi mostrare il mio ufficio, ho dato un’occhiata in giro però non ho visto targhette col nome i del mio defunto marito”
“infatti mia sorella e Tony condividevano l’ufficio essendo i proprietari, spesso e volentieri facevano colloqui con i clienti entrambi”
“capisco e solo che non ho visto altre scrivanie”
“ne faremo portare una domani, l’avevamo tolta” rispondo sincero.
Lei subito cambia espressione e gli si forma una piccola rughetta al centro della fronte.
“non vorrei essere sgarbata ma perché avete tolto la scrivania? Alla morte di Tony mi sono fatta carico di quest’azienda” dice acida
“ho capito tutto! Ti credi di avere un po’ di potere perché adesso gestisci tu la parte di Tony, sei solo un arrivista, non so come abbia fatto a sposarti, per caso lo hai drogato Tony, era un ragazzo sveglio non credevo che si facesse abbindolare da una ragazza con un bel visino, comunque per tua informazione l’abbiamo tolta perché tu non hai mai mostrato intenzione di venire qui, e adesso che sei qui vorresti dettate legge, scendi dal piedistallo bambolina qui nessuno ti obbliga a restare, domani faccio portare una scrivania.”
Esco dalla stanza sbattendo la porta ma chi si crede di essere?
Ci mancava solo una ragazzina viziata qui con tutti i problemi che ho.
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