10. Oblivion
Blaise osservò l'attuale Pansy guardare la Pansy del ricordo uscire dalla porta insieme al medimago. Lei tentò di seguirli e passò oltre al muro. Le andò dietro.
"È un ricordo della Weasley, puoi vedere solo quello che si ricorda lei". Pansy annuì e tornò dentro. I coniugi Potter stavano parlando sottovoce fra di loro.
"Hai visto che faccia che ha fatto?" disse Potter. La rossa gli accarezzò la mano.
"Non preoccuparti. Vedrai che andrà tutto bene". Ma quando il marito si voltò, Blaise vide che lo sguardo preoccupato ce l'aveva anche lei.
"È diventata carina, hai visto?" Potter alzò un sopracciglio.
"Davvero?"
"Non lo hai notato?" gli chiese curiosa.
"Ho notato solo che avesse le mani gelate."
La piccola rossa rise nervosamente.
"Secondo te esce con qualcuno?" Potter si sistemò meglio sul lettino.
"E come faccio a saperlo io?" Sembrava sofferente.
"Sai con chi starebbe bene?" Blaise osservò la piccola ex Grifondoro con curiosità. Sperò quasi che facesse il suo nome.
"Con chi?" sospirò Potter.
"Con Anthony."
"Anthony?" Il moro non si rese conto di aver parlato insieme a Potter. Anthony chi?
"Sì, Anthony Goldstein."
"So chi è Anthony, Ginny. Ti ricordo che lavora con me."
"Potremmo..." Blaise non era sicuro di voler ascoltare ancora.
Per fortuna il salvatore del mondo le chiese: "Ma non è via da tanto, secondo te?" La rossa tornò subito seria e guardò la porta.
"Sì. La vado a cercare. Non ti muovere."
"E chi ci riesce..." Lei gli scoccò un bacio a fior di labbra e lui le accarezzò il ventre.
Hermione e gli altri seguirono Ginny quando si avventurò fuori dalla porta. Chiese a un'infermiera della Parkinson e lei le indicò il suo studio. Fecero qualche passo in un corridoio.
A un certo punto si fermò davanti a una porta con la targhetta 'Dott.ssa Parkinson, Pansy'. Videro Ginny appoggiare la mano alla porta. "Parkinson? Dottoressa?" La sua voce era poco più di un sussurro.
Quando aprì la porta si sentirono delle voci. Tutti si misero dietro a Ginny. Poi Hermione, che era la più pratica di ricordi altrui e pensatoi, entrò nella stanza. Gli altri la seguirono.
Si vedeva solo una parte della stanza. Il lungo cono che Ginny riusciva a vedere dalla porta. Tutto intorno era grigiastro. Si posizionò nella parte grigia e gli ex Serpeverde si misero dall'altro lato.
Blaise, da sempre attento ai dettagli, si guardò intorno. Vide un quadro dove un ragazzo stava intrecciando un canestro. Guardando meglio, riconobbe il tipo che dormiva nel quadro che c'era nel suo ufficio.
Pansy aveva ragione. Ancora. Osservò altre cose e poi tornò verso la discussione che stavano avendo i due dottori.
Pansy si guardò mentre chiedeva a Denis: "Dove sono i tuoi appunti? E i libri di medicina?"
Lui balbettò stranito. "I miei appunti?"
"Sì, i tuoi appunti sulle maledizioni che abbiamo guardato la settimana scorsa. E mancano anche i libri..."
"Li ho a casa."
La Pansy con il camice sospirò e disse: "I libri devono rimanere qui! Non puoi portarli via. Sono importanti". Poi continuò: "Perché mi hai detto di mandarlo via?"
"Non aveva niente..."
Lei sbattè un piede per terra ed esclamò: "Hai visto come cammina! Potrebbe essere una variante di Dolohov. Forse quella raggelante. O la raggelante laterale. Come è potuto scapparti? Merlino, ho bisogno di quel libro. Devo essere sicura di quale sia". Lui non disse niente.
"Sai cosa sarebbe successo se l'avessimo mandato via? Sarebbe andato in fase di morte apparente. E nessuno avrebbe fatto niente, l'avrebbero curato con una pozione stimolante, che non sarebbe servita. E lui, nel giro di sei giorni, forse otto, visto che è giovane e in buona salute, sarebbe morto. È una cosa grave. Quindi ti richiedo, come hai fatto a non accorgertene? Non l'hai vero... fatto apposta?"
La Pansy del presente sgranò gli occhi. Non ci credeva. Denys era un bravo dottore. Se gli era scappato, c'era un motivo. Davvero.
"Ok, forse mi è scappato. Oh, Merlino, siamo sempre qui, da quanto tempo, senza dormire? Tre giorni? Sono stanco, non mangio mai e spesso ho le visioni. Mi tengo idratato solo in questa maniera!" disse estraendo una fiaschettina e mostrandola. Lei annuì.
"Ok. Va bene. Ora vai a casa e prendi il libro con gli incantesimi. Devo assicurarmi di usare l'incanto giusto. Sembra una maledizione dannatamente specifica. Non voglio farlo stare peggio. Ora dobbiamo soltanto..."
Il dottore la interruppe. "NO".
Pansy si voltò verso di lui, insieme all'altra Pansy. "Come?"
"Ho detto di no. Non facciamo niente."
La Pansy con il camice rimase basita e lo guardò sgranando gli occhi. Anche la Pansy attuale era stranita, tanto che non capì cosa avesse detto al dottore.
"Santissima Priscilla! Ho detto che non faremo niente!"
La dottoressa, che si stava avvicinando alla porta, si bloccò ed esclamò: "Quell'espressione... Non l'hai mai usata, tu. La dice sempre..."
La Pansy dell'ospedale non poté finire la frase che il dottore aveva già tirato fuori la bacchetta, lanciandole un incantesimo non verbale. La Pansy fuori dal pensatoio, invece, sgranò gli occhi. Dopo poco cercò di buttarsi su Denys. Inutilmente.
Dopo pochissimo, la Pansy del ricordo, guardò il dottore con gli occhi annebbiati e osservò la stanza. Blaise per un attimo ebbe il timore che potesse vederlo.
"Cosa facciamo qui, Denys?" Lui aveva messo via la bacchetta.
"Vieni, Pansy, siediti. Stavamo dicendo che siamo qui da tanto tempo senza dormire. Perché non vai nella stanzetta a riposarti, non mi sembra che tu stia bene."
Pansy annuì. "Effettivamente non mi sento molto bene..." Si passò una mano sulla fronte.
"Non preoccuparti, dormi un'oretta. Ci penso io a quelli là fuori."
"Grazie". Annuì, toccandosi ancora la fronte. Poi la porta si spalancò e un'infermiera chiese se andasse tutto bene.
"NO!" Blaise si voltò verso Pansy, verso la sua Pansy, visto che era lei che aveva urlato, mentre la dottoressa seguiva docilmente il dottore.
Pansy venne catapultata, di nuovo, ma questa volta nello studio di casa di Blaise. Ed era stato lui a tirarla indietro. Poco dopo vide anche la Granger sollevarsi dal pensatoio.
"Perché mi hai tirato via?" gridò. "Hai visto cosa mi ha fatto?" Indicò il pensatoio.
"Non puoi fare niente. È un pensatoio, non una giratempo."
Sbuffò arrabbiata ma poi si rese conto che lui aveva ragione.
Hermione stava pensando. Ciò che era successo era molto grave. Denys stava tentando di uccidere Harry. E far cadere la colpa sulla Parkinson.
"Allora? L'avete visto?" Ginny si alzò dalla poltrona dov'era seduta, insieme alla madre di Zabini. Annuirono e la rossa sorrise vittoriosa. Anche Hermione le sorrise in risposta.
"Quindi? Che si fa adesso?"
"Andiamo al San Mungo e fermiamo il dottore."
"Sicuramente. Ma quello non era Denys il mio assistente!" La Parkinson sorprese tutti.
"Come?"
"Denys è un bravo dottore. Non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Io mi fido di lui. E poi..."
Pansy guardò Blaise. "Non ho mai sentito Denys dire 'Santa Priscilla'..."
"Lo fanno i corvonero. Anthony Goldstein lo dice in..." La Weasley l'aveva interrotta ma si interruppe a sua volta quando Blaise le lanciò un'occhiata ammonitrice.
"Denys era un tassorosso. Però, so chi è stato l'ultimo a cui ho sentito usare quell'espressione in una discussione."
La Granger si voltò verso di lei. "Chi?"
Blaise non avrebbe dovuto essere così meravigliato quando lei rispose: "Harris. Il direttore della Gringott", ma lo fu lo stesso.
Merlino! Si voltò verso le ex Grifondoro che li guardavano a occhi spalancati.
"Il direttore Harris è sparito da quasi un mese."
La Granger annuì e chiese: "Polisucco?"
Tutti annuirono. Sentì una sensazione strana al petto quando Pansy disse: "Dobbiamo assicurarci che Denys stia bene. Dove potrebbe essere?" Blaise sospirò. Pansy e il suo collega erano intimi? Si sentì un po' in pericolo.
"Sarà in un posto sicuro" buttò lì.
"Riusciamo a scoprire come sono collegati il dottore e il direttore della Gringott?" La Granger era un ottimo Auror.
"Potremmo partire dal quadro" propose.
"Quale quadro?" chiesero le ex Grifondoro.
"Il tipo che dormiva nel quadro dell'ufficio di Harris alla Gringott!" esclamò Pansy. Blaise le sorrise e annuì. "Partiamo da lì allora. È l'unica pista che abbiamo" continuò.
"Non si può andare alla Gringott quando è chiusa". La Granger sembrava sempre in grado di trovare i problemi.
"Io posso farlo. È il mio ufficio, adesso. Posso andarci anche quando è chiusa la banca". Pansy lo guardò torva.
Perché andava alla Gringott quando era chiusa? Le venne in mente quello che aveva detto Brianna. Forse avrebbe preferito non saperlo. Ma non riuscì a stare zitta.
"E lo fai spesso?"
"Cosa?"
"Andare alla Gringott quando è chiusa?" Non si rese conto di aver incrociato le braccia al petto.
"Scusate..." Ginny era stata catapultata dalle stelle alle stalle. "Ma, possiamo prima pensare a Harry?" Poi si voltò verso la ex Serpeverde "Sai che cos'ha?"
La mora annuì. "Sì. È la Maledizione intensiva raggelante laterale. Una variante dell'attacco di..."
"Dolohov!" esclamò Hermione. La Parkinson annuì girandosi verso Hermione.
"Bene. Sai come si cura?" Lei sgranò gli occhi, come se fosse offesa dalla domanda.
"Certo!"
"Allora andiamo subito..." Ma la mora la bloccò.
"Non mi fanno entrare al San Mungo."
"Puoi spiegarmi l'incantesimo da usare? Posso farlo io?" Hermione era la più brava di tutte. Se qualcuno poteva farlo, era lei. Ma la Parkinson scosse la testa.
"Preferirei di no. Non è un semplice Vulnera Sanentur... Sono tre incantesimi di fila. E io ho dovuto allenarmi parecchio per riuscirci. Non che non mi fidi di te, ma..."
Ginny vide Hermione annuire. Merlino. Ogni volta che trovavano un modo, saltava fuori un problema.
"E se usassimo il mantello di Harry?" Hermione aveva sempre la soluzione, mai disperare.
Finalmente Ginny sorrise.
***
Quando aveva visto Potter aprire gli occhi, Pansy aveva sorriso soddisfatta. Poi l'aveva visitato e aveva notato subito i miglioramenti. Si sentì ancora più sollevata. Poi erano riusciti a spiegare al salvatore del mondo quello che era successo. E poi la Granger aveva sorpreso tutti proponendo di dare a Potter il distillato della morte vivente.
La moglie di Potter aveva esclamato un 'NO' molto sostenuto, ma poi aveva capito che era per il bene di suo marito. Con quella pozione avrebbero ingannato il finto Denys, fingendo che Potter fosse ancora in stato vegetativo, senza per questo rischiare la sua vita. Alla fine aveva accettato.
"Io intanto avviso gli Auror."
La Granger era formidabile, non c'era dubbio. Sospirò.
***
Pansy pensava guardando il soffitto. Blaise la osservava da un quarto d'ora. Pensò di essere incapace di staccare gli occhi da lei.
"Troveremo Denys, secondo te?" Voltò il viso verso di lui. Non doveva preoccuparsi.
"Certo. Siete... molto affiatati?" Cercò di non mostrare la sua gelosia. Ma da come lei aveva preso le sue difese...
"È un bravissimo dottore", alzò una spalla. "Non parliamo di molto altro. È gentile e disponibile sul lavoro. Ogni tanto mi racconta qualcosa di sé, ma di solito quando non ci sono pazienti, ne approfittiamo per dormire. Ma so che gli piace la burrobirra aromatizzata all'arancia. E gli piacciono le infermiere. MOLTE infermiere..." Blaise non si rese conto di sorridere. Piaceva anche a lui il fatto che al dottor Denys piacessero le infermiere.
Si girò su un fianco e tracciò con il dito un disegno sul ventre della ragazza. Poi usò due dita e le fece scorrere in tondo, vicino al suo ombelico. La sentì sospirare e sorrise. Doveva farla pensare ad altro. Sarebbero andati alla Gringott la mattina dopo, di domenica. Tutti e quattro. E avrebbero continuato a indagare. Ma ora...
Si avvicinò un po' di più e le accostò tutta la mano al corpo. Il contrasto fra la sua pelle e quella chiarissima di Pansy era stuzzicante. Si chinò e baciò una porzione di pelle calda vicino alla sua mano. Lei gemette. Sorrise mentre si puntellava sui gomiti, sopra di lei, mentre Pansy apriva le gambe per fargli spazio. La baciò. Si appoggiò appena sul suo corpo caldo e riscoprì con piacere il fatto che sembrassero nati per incastrarsi alla perfezione. Si chinò su di lei e le baciò il collo, scendendo piano piano, fino all'incavo dei seni. Poi si sistemò per continuare il suo percorso. Lei gemette ancora. Gli si rizzarono i capelli alla base della nuca. Favoloso.
"Dove hai detto che hai quel camice?"
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